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Autore: Crimson Keen    23/05/2013    1 recensioni
Rein, ragazza da poco diplomata e di ritorno da una vacanza andata male, si dovrà scontrare molto presto con le vicende che la attenderanno. A contribuire alle sue disavventure ci sarà Alyson, l’enigmatica e scontrosa sorella dello sfortunato James. Le parole di una canzone e strane sincronie, circonderanno la vita di queste due "amiche".
Genere: Drammatico, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Pioggia e solo pioggia…
L’odore che permea sull’asfalto è così fastidioso.
Odio il cattivo tempo…Odio i temporali estivi!
Piove da giorni, e, Dio, quelle nuvole tenebrose all’orizzonte non promettono nulla di buono: lampi che irrompono nella sera e brividi di freddo che ti percorrono sulla pelle.
Non era questa la magnifica vacanza che immaginavo di trascorrere…
Mi sono diplomata da poco e, dopo tanti sacrifici e mille fatiche, che rabbia! Due settimane di fulmini e saette, e ora più che mai sono costretta, immobile, in una Mustang del ‘65! Questa macchina fa solo chiasso e puzza di benzina.
Vorrei…maledizione! Vorrei gridare!
Ho bisogno di una doccia, di tornare a casa, ho la camicia e i jeans ancora inzuppati!
Stupida autostrada, stupido traffico!
Sono arrabbiata e abbattuta…
La mia unica fortuna è avere James al mio fianco.
Sono cinque ore che non ci fermiamo per una pausa, sento il bisogno di sgranchirmi, ma anche provando a persuaderlo, non toglie la presa dal volante.
Per arrivare nella nostra città natale, a Redwood, ci vorranno si e no altre 6 ore di tragitto. Non so quanto resisterò e non so nemmeno quanto lui resisterà! James è un ragazzo così premuroso che…beh, non mi consentirebbe mai di guidare al suo posto.
Testardo lui e questa sua fissazione del perbenismo! Alla fine, sarà graffiato da qualche donna ipocrita e opportunista. Se in cielo ci fosse il sole cocente al posto di quei nuvoloni, piuttosto che farmi guidare, sarebbe disposto a bruciarsi le mani, e lo farebbe senza lamentarsi…senza chiedere aiuto. Ho tentato più volte di rivolgergli la parola, ma anche se gli parlo, lui non mi risponde.
Sembra farlo apposta…
Ogni volta che lo osservo, è così concentrato che la sua unica distrazione sono i ritornelli rovinati di un vecchio cd dei Nirvana. I capelli spettinati dal vento, lunghi e neri, gli cadono sulle spalle in disordine, con quel profilo delicato e quella sua carnagione scura, mi sembra un giovane nativo americano. Mi viene da sorridere, una spensieratezza acre, non è nemmeno il mio fidanzato, ma si fa sempre in quattro per tutti gli amici che ha. Questa sua gentilezza a volte mi lascia confusa e mi stupisco sempre di più quando mi rendo conto che sia ancora single. Sin dai tempi del liceo non ha mai cercato una ragazza, probabilmente non si sente pronto o forse è troppo preso dai suoi sogni, ciò nonostante ha sempre avuto una bella schiera di corteggiatrici al seguito. James è il classico ragazzo semplice e carino, con dei lati molto effeminati, ma con il piccolo e grande difetto di mettere in primo piano il suo futuro e non l’amore. O chissà, il suo pensare prima a se stessi magari è la cosa più saggia da fare…non saprei dirlo. Credo che sia anche per questo che andiamo così d’accordo; a differenza di tanti altri suoi coetanei, è diretto, ed io sono facilmente suscettibile alle promesse dei ragazzi che frequento. James è il mio migliore amico, è come un fratello che non ho mai avuto…è il mio mentore personale…
Nutro una grande fiducia in lui.
Eppure quel suo sguardo straziato, cupo e fermo, mi preoccupa.
Ha bisogno di riposarsi…
Dobbiamo fermarci in un’area di servizio, così finalmente potrei dargli il cambio…Ma figuriamoci, che vado a considerare? È impossibile!
Lasciamolo fare ancora per un po’.
Non gli è permessa la noncuranza e non voglio essere di peso, non voglio apparire come la classica rompiscatole pronta a stargli addosso, se poi perde l’attimo di riflessione, potrebbe succedere di tutto in mezzo a questa marea di auto in corsa. Meglio evitare!
Sono così nervosa da quando siamo partiti che non riesco a calmarmi, potrei provare a chiudere gli occhi e dormire un po’, peccato però che questo sedile di pelle è vecchio e scomodo, accidenti! Posso solo raccogliermi le ginocchia tra le braccia e pensare…Ma più penso e più sento i nervi tendersi.
Piove a dirotto…
Ormai le nuvole hanno coperto tutto e dell’azzurro del cielo non si scorge più nulla. Mi dispiace davvero tanto che la nostra vacanza sulla costa di Irvine sia andata male. Anche James se la meritava, abbiamo studiato come matti in questi mesi che era impossibile svagarci…e poi…ecco la ricompensa di due studenti sfibrati.
Però…
Ammetto che in parte sono felice.
Ci siamo consolati con musei e locali, assistito a spettacoli in teatri e partecipato a feste del posto; abbiamo visitato luoghi che non avremmo mai visto se fossimo andati tutti i giorni in spiaggia a far baldoria. Le mie giornate le vivo sempre in modo così ripetitivo e abitudinario, che mi rendo conto solo ora, che le cose significative possono verificarsi in ogni luogo se gli si vuol dare un valore. Questa è l’unica consolazione in grado di risollevarmi dopo giorni a catinelle e di tempesta.
Se ci fosse stata anche Alyson con noi…suppongo che questo viaggio sarebbe stato indimenticabile. Ally ha una strana magia interiore, ha il potere di farti apprezzare anche l’imprevisto più insidioso con il suo carisma; il temporale, con lei accanto, non sarebbe stato imperfetto e grigio, ma splendente e vivace.
Alyson è di un anno più grande di James, è sua sorella di sangue. Non è potuta partire per il divorzio imminente dei genitori, il tradimento del padre non ha giovato alla situazione di litigi già in corso, ma purtroppo non è della separazione che i figli si preoccupano, ma dello stato depressivo della madre. Abbiamo una situazione famigliare molto simile, anche i miei genitori si sono divisi: ”Alcolici”, questo era il problema di mio papà. Ora non so nemmeno che fine abbia fatto e che faccia abbia, l’ultima volta che lo incontrai avevo nove anni, ma sinceramente non m’importa, dove sia ora.
Ad ogni modo, ritornando a noi, spero che entrambi superino quest’ostacolo, e so che ce la faranno.
Sono gli amici più cari che abbia e non vorrei mai vederli soffrire.
Quando conobbi James al liceo, non seppi di sua sorella sin da subito, ma solo al secondo anno di scuola me ne parlò. Poi, al suo diciassettesimo compleanno, m’invitò a passare il Natale con la sua famiglia. In quell’occasione incontrai per la prima volta Alyson. Quando mi presentai, fu così inflessibile e distante, che ancora adesso mi sale addosso all’ansia di quel giorno. Quelle pupille profonde come l’oceano blu, quel mascara marcato sul suo volto, le labbra scarlatte, i cappelli lunghi scuri come la notte, quell’abito nero a borchie che indossava perfetto…tutto ciò mi provocò una fortissima soggezione.
Aveva quell’aria “dark” da cattiva ragazza che m’intimoriva.
Era ed è l’esatto opposto di James, lui sempre impeccabile e organizzato; e Alyson qualcosa di disordinato e tremendamente ostile.
Mi sento talmente idiota, persino il suo sorriso mi metteva addosso dell’inquietudine!
Mi sono fatta solo strane impressioni su di lei e…mi viene da ridere, è proprio vero che giudicare dall’aspetto non ha nessuna logica. Dopo quella sera abbiamo iniziato a uscire più spesso insieme tra di noi e con altri amici ma Alyson stava sempre sulle sue, era comunque difficile avvicinarla. Spesso chiedevo a James se c’era da preoccuparsi, ma ricevevo sempre la solita risposta “Non è anti-sociale, è fatta così, ti abituerai.”
Ci ho messo mesi a comprenderla e mi sembra di conoscerla ancora poco. Ally è odiata facilmente per la sua personalità enigmatica, malgrado ciò, è altrettanto semplice imparare a volerle bene una volta che si capiscono i suoi insoliti aspetti. In realtà il suo carattere altalena tra disponibilità e scontrosità pungente. A differenza di me che mi faccio abbindolare da qualsiasi complimento casuale, l’affetto di Alyson si sprigiona solo se una persona la ritiene davvero importante. Una rarità.
Entrare nella sua ottica non è stata un’impresa facile e quasi nessuno ha il coraggio di farsi avanti. Se James non fosse suo fratello, potrei dire che non sembrano nemmeno parenti.
Ally si meritava questi giorni di vacanza con noi, forse un po’ di riposo non l’avrebbe guastata. Chissà che tempo fa a Redwood? Mi auguro che non sia un casino come qui.
Potrei mandarle un messaggio sul cellulare, alla fine dovremmo vederci a casa sua…uhm…
Dove l’ho messo quel dannato telefono?
Nelle tasche dei jeans non ce l’ho…merda! L’ho lasciato nel bagagliaio prima di partire, diamine! Non mi ricordavo più…
Uffa, posso solo sospirare e abbandonare l’idea di scriverle. Pazienza, non importa, aspetterò l’occasione adatta per cercarla.
 
 
«Ci fermiamo!» disse James di soprassalto «Sostiamo per un po’, mangiamo qualcosa e poi ripartiamo! Ok?»
Mi girai di scatto e fissai il suo volto sereno, quei denti bianchi sembravano abbagliarmi.
Non ero sicura di aver capito bene, ma risposi esaltata e senza troppi indugi «Non desidero altro!»
Quella sua voce roca spezzò il silenzio in modo devastante, mi sentivo sollevata.
Mancavano venti chilometri all’autogrill più vicino. Improvvisamente mi sentivo carica di vitalità, un’energia che non provavo dal mattino; tutto il nervosismo sembrava sparito di colpo, ma sapevo bene che era solo una stupida illusione, presto sarebbe ritornato.
Mi trattenni provando a non pensare più a nulla, ma l’unica cosa che aspettavo impaziente era di vedere la macchina svoltare e spegnersi. Dio, ho troppo bisogno di scendere!
James mantenne l’allegria sulle labbra sino a destinazione, quando fermò l’auto nel parcheggio affollato e tirò il freno a mano, gli saltai al collo abbracciandolo forte.
Questione di un attimo, poi rapidamente mi scostai e lo rimproverai punzecchiandolo come mio solito «Meno male che ti sei convinto! Non ce la facevo più, apri quella portiera! Abbiamo gli ombrelli insieme alle valige!»
«Che te ne fai dell’ombrello? Vai giù tu per prima, biondina! Tanto non rischi di rovinarti la piastra, ti sono ritornati mossi!» e scoppiò in una risata vivace.
Se c’è una cosa che non sopporto, è quando qualcuno mi chiama “biondina”, mi fa sentire imbecille e immensamente infuriare. Mi accontentai di replicare con una faccia seccata e silenziosa. Spalancai la portiera senza nessun ritegno! Immediatamente una ventata di freddo mi travolse, era fortissima, la pioggia scendeva incessante e tutt’attorno c’erano pozzanghere una più grossa dell’altra. James si mise il cappuccio della felpa in testa e chiuse la macchina con la chiave. Velocemente ci limitammo a prendere le borse dal baule con dentro portafogli e telefoni. Senza perdere tempo iniziammo a correre e attraversammo il grande parcheggio. Superando una dopo l’altra le automobili posteggiate ed evitando il più possibile le pozze insidiose, l’ingresso dell’autogrill era a qualche metro davanti a noi e, quelle porte da cui s’intravedevano altre persone contente al suo interno, mi apparvero come un portale d’accesso per un paradiso sperduto: luci accoglienti e calde a rischiarare l’ambiente e folla che si confortava in quella specie di luogo etereo.
Accelerai la corsa e superai James dandogli del filo da torcere.
Completamente fradicia dalla testa ai piedi, percorsi i gradini dell’entrata uno dopo l’altro, non erano nemmeno una decina, ed erano bassi e piccoli, li superai in tempo record, nemmeno stessi scalando l’intero Everest! Fiera di me attesi davanti alle porte, in mezzo ad altre persone che si parlavano fra loro fumandosi una sigaretta o mangiando qualcosa.
Mi guardai attorno spaesata e, voltandomi, avvistai un orologio digitale appeso alla parete accanto all’entrata: il led indicava le 20.13.
James mi raggiunse «Avanti! Entriamo! Ho i brividi!» si toccò le braccia e spinse la porta affrettandosi e superandomi.
Il profumo che fuoriuscì dal locale, di brioches e creeps, mi penetrò in corpo…Quel posto era davvero il paradiso? Oppure un’oasi delle delizie? Iniziai a sentire i vuoti nello stomaco e la mia golosità si svegliò più viva che mai.
Non dovevo esitare!
«Alyson!» dissi cercando il cellulare nella borsa «Le devo mandare un messaggio per dirle dove siamo, ti dispiace precedermi?»
«Tranquilla» rispose quieto James «Ti aspetto dentro, non raffreddarti più del dovuto!»
«Promesso!»
Varcò la porta e mi ritrovai in compagnia del rumore scrosciante della pioggia e il vociare della gente straniera. Mi appoggiai alla parete giallognola dell’edificio in evidente rovina: le crepe sui muri risalivano dal terreno, di certo quel posto non si riscattava in aspetto. Rovistando tra gli oggetti nella borsa afferrai finalmente il Nokia. Rapidamente con le dita sbloccai la tastiera dal touch-screen. Ero piuttosto curiosa di controllare se avessi ricevuto qualche chiamata o altro, subito notai che la ricezione della rete faceva schifo; c’era poco campo nella zona, molto probabilmente la perdita era causata dal temporale. Dovevo scrivere anche a mia madre, non potevo scordarmelo! Avvisai prima lei e poi cercai il nome di Alyson in rubrica. Composi il numero e iniziai a digitare una lettera dopo l’atra senza togliere lo sguardo dalla tastiera.
Le scrissi che eravamo in sosta e fermi a tre ore da casa, che mi mancava e che ero impaziente di rivederla. Inviai prontamente l’sms e ricevetti la sua risposta nell’arco di pochi secondi. Ci avrebbe aspettato con pop-corn, qualche coca-cola e una decina di dvd noleggiati.
Provai una grande gioia nel leggerla, la solita ingorda di film!
Poi il suono della batteria scarica interruppe il momento di solennità, non potevo far altro che spegnere il telefono e tenere quella preziosa tacca per le emergenze. Misi nuovamente il Nokia in borsa e mi affrettai per raggiungere James.
 
“Ancora poco e arriveremo a destinazione” iniziai a ripetermi queste parole per tutto l’arco dell’ultimo tratto di strada. Di certo non c’immaginavamo l’inaspettato.
La fatalità, a volte, è veramente feroce; non ti lascia respirare, non ti lascia vivere, ti toglie tutto, anche se supplichi, implori e piangi.
Il destino non guarda in faccia nessuno, sopraggiunge e ti porta via.
 
  
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