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Autore: Crumble    09/12/2007    17 recensioni
Dopo un sacco di tempo, sono riusciti a convincermi! eccovi il seguito di 'A New Twilight'!
"Ero quasi completamente ricoperta di omogenezzato. Già, perchè il nostro caro, piccolo e perfido Andy, aveva imparato un bel giochetto. Appena gli mettevo in bocca un pò di omogeneizzato, lo risputava addosso a me. E poi rideva. Come adesso. "Non c'è niente da ridere!" lo apostrofai. Continuò imperterrito nonostante tutto. Sapevo perfettamente chi gli avesse insegnato quel giochetto. "Emmett!" chiamai."
Genere: Generale, Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A New Twilight'
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CAPITOLO OTTO: LUNA
Andy finì di fare colazione con calma.
"Sei agitato, piccolo?" gli chiese Alice tutta esaltata.
Scosse la testa. "No" rispose.
L'entusiasmo di Alice scemò un pò. "Come no?" chiese "E' il tuo primo giorno d'asilo!" gli ricordò.
Andy annuì. "Lo to"
Alice mi guardò, forse in cerca d'aiuto.
Finii di preparare la sua merenda. "Andy, non posso credere che tu non sia nemmeno un pò agitato"
"Ba bene, forse un pò lo tono" ammise.
Jasper, che era seduto lì vicino a leggere un libro, ridacchiò.
Sentiva perfettamente che Andy non era agitato, ma lo aveva detto per far contenta la zia Alice.
"Non preoccuparti, tesoro, sono sicura che farai amicizia con un sacco di bambini" disse Alice sorridendogli.
Incartai la sua merenda e la misi dentro allo zainetto.
"Okay Andy, è ora di andare" annunciò Edward.
Andy si alzò da bravo bambino e mi salutò baciandomi sulla guancia. Gli infilai lo zainetto. "Ciao tesoro" ricambiai il bacio.
"Tao mamma" uscì dalla cucina trotterellando.
Edward mi baciò e uscì con lui.
Sarei tanto voluta andare anche io, ma le maestre avevano specificato che doveva esserci un solo genitore perchè c'erano moltibambini quell'anno e non saremmo entrati tutti dentro all'asilo.
"Sta proprio crescendo eh?" mormorò Alice.
Annuii. "Già, ormai è un ometto"
Per tutta la mattina mi sentii vuota. Senza Edward e Andy mi sentivo inutile.
Erano il centro della mia vita. Io ero come un satellite che girava intorno a loro, che mi rendevano felice, completa.
"Bella, è la quarta volta che pulisci quel piatto" mi fece notare Esme.
"Oh si, eheh" sorrisi imbarazzata.

Per tutta la settimana le cose andarono bene. Edward ed io ci alternavamo per portare Andy all'asilo ed ero davvero fiera di lui perchè sembrava aver fatto amicizia con tutti fin da subito.
Prese anche il suo primo raffreddore. La maestra ci pregò di tenerlo a casa per evitare che si ammalassero anche gli altri bambini.
"Mamma, non potrò più andare all'asilo?" chiese Andy preoccupato.
Gli accarezzai i capelli. "Ma no, certo che potrai andarci"
Tossicchiò. "Ba bene"
Lo misi a letto, per evitare che si prendesse anche la febbre.
Due giorni dopo, la situazione non era ancora migliorata, perciò, chiesi a Carlisle se c'era qualche medicina adatta a lui.
"Bè si, prova con questo" mi porse una scatolina "Dovrebbero funzionare, scioglile nell'acqua"
"Grazie mille" corsi a prendere l'acqua.
"Carlisle ti ha dato qualcosa?" mi chiese Emmett.
Annuii. "Si, dovrebbe guarire presto" presi dell'acqua e un bicchiere.
"Ah senti, potresti portare questo a Andy e magari dirgli che non mi è riuscito?" mi porse un giornalino di enigmistica.
Lo guardai e sperai che stesse schezaando. "Emmett, cosa dovrebbe farsene?"
Alzò gli occhi al cielo. "Secondo te? Mi ha sfidato lui eh, io non c'entro"
"Ti ha sfidato?" chiesi.
Annuì. "Si, diceva che secondo lui non ero capace a fare un rebus. Io ho accettato la sfida e, mi duole ammetterlo, ma aveva ragione lui" rispose.
Presi il giornalino senza dire niente e salii di sopra, questa doveva proprio spiegarmela.
"Ehi, l'avete fatto tu e Edward eh! Non lamentarti se fa stramberie!" sentii Emmett sghignazzare dalla cucina.
Entrai in camera di Andy e lo trovai intento ad ascoltare Jasper che gli raccontava una favola.
Posai l'acqua e le pillole sul comodino. "Andy, da quando fai le parole crociate?"
Guardò il libretto che avevo in mano. "Lo zio Emmett non c'è riuscito a fae il rebut veo?" chiese.
"No" risposi "Ma tu da quando ci riesci?"
Alzò le spalle. "L'ho tovato l'atto giorno nel gionnale e l'ho fatto" rispose.
"Ah" certo, perchè un bambino di 3 anni che legge il giornale è normale no?
Jasper gli scompigliò i capelli. "Ci vediamo più tardi piccolo"
"Puoi rimanere" gli dissi.
Sorrise. "Mi piacerebbe, ma ho promesso ad Alice di aiutarla a sistemare la camera"
"Ha deciso il colore?" chiesi.
"Giallo canarino" alzò le spalle sorridendo.
Jasper amava davvero molto Alice. Le lasciava cambiare e colorare la loro camera come più le piaceva. Le lasciava fare tutto quello che voleva.
Lasciai scioglere una pastiglia nell'acqua e la girai con il cucchiaino. "Ecco, prendi questo, ti farà bene"
Bevve tutto d'un sorso e fee una smorfia. "Bleaaaaah! Il nono non ha popo gutto"
Risi. "No tesoro, il nonno non le fa le medicine"
"Mamma dov'è papà?"
"Sta tornando tesoro, è uscito a comprare una cosa" risposi vaga.
Prese una penna e ricominciò a fare i cruciverba.
Lo baciai sulla testa e scesi di sotto. Emmett stava guardando un altro dei suoi programmi su National Geographic.
"Ancora non hai capito dove si trovano gli elefanti?" lo presi ingiro.
"Sai che le formiche sentono di essere vicine alla morte e si allontanano dal formicaio?" sghignazzò.
Scossi la testa mentre mi dirigevo in cucina. "Non so a cosa gli servirà saperlo" borbottai.
Due braccia forti mi circondarono i fianchi e mi tirarono in cucina, contro un petto forte e protettivo che conoscevo bene.
"Sei tornato" mormorai.
"Si" rispose accarezzandomi il collo con la punta del naso.
"Hai trovato il regalo di Natale per Andy?" farfugliai mezza abbacinata dalla sua presenza.
Ridachiò. "Si, ho trovato quello che voleva" alitò sul mio collo.
Truciolo arrivò in cucina trotterellando e scodinzolando, ci grattò le gambe per attirare la nostra attenzione.
Inutile dire che Edward lo prese subito in braccio. "Ehi ciao! Hai fame, eh?"
Misi il broncio. "A me non le fai tutte quelle carezze" borbottai.
Posò Truciolo per terra e avvicinò le labbra al mio orecchio. "Non ti sono bastate quelle di ieri sera?" mormorò con voce roca.
Le mie guancie diventavano scarlatte, mentre gli occhi si apprestavano a uscire dalle orbite.
"Come sei rossa" esclamò Alice entrando in cucina.
Edward cercò di trattenersi dal ridere.
"C'è una telefonata per te comunque" Alice mi passò il telefono.
Risposi. "Pronto?"
"Ciao Bella, sono Jake, come stai?"
"Oh ciao Jake! Io sto bene, tu?" chiesi cortesemente.
"Bene, bene... ehm... ti ricordi di Sidney vero?" chiese.
"Certo" la sua fidanzata.
"Bè ecco, ci teneva a farti sapere che ha ehm...partorito"
M'illuminai. "Oh Jake che bello! Sei papà! Congratulazioni!" esclamai.
"Già...Sidney ci teneva che lo sapessi e magari ehm... le farebbe piacere se venissi a trovarla" disse.
"Mi piacerebbe molto" ammisi "Ma questo vorrebbe dire entrare a La Push" gli ricordai. Stupido patto.
Sospirò. "Per questa volta possiamo fare un'eccezione"
"Grazie Jake, verrò senz'altro" promisi.
"Okay...ciao Bella" riattaccò subito.
Di sicuro doveva essergli costato un bello sforzo telefonarmi, ma per Sidney, avrebbe fatto qualsiasi cosa.
Lo si capiva da come la guardava. Non c'era neanche bisogno che usassi i miei poteri.
Edward mi guardava sorridendo. Aveva sentito tutta la telefonata.
"Mamma, mamma! Voglio venie anche io da Luna!" Andy entrò in cucina di corsa quasi urlando.
Lo presi in braccio. "Che ci fai alzato signorino?"
"Anche io da Luna, to bene" insistè.
Sorrisi. "Va bene piccolo, andremo da Luna ma non oggi. Prima riprenditi per bene, poi andremo"
Annuì con aria fin troppo sognante.
"E' bella eh" buttai là.
"Ti... bellittima" confermò.
"E come si chiama?" chiesi.
"Luna" rispose sempre con sguardo assorto.
"Allora era a lei che ti riferivi al supermercato!" mi ricordai di quando aveva detto che era bella ma non si riferiva ne a me ne a Sidney.
Annuì con energia. "Ti...è sempe tata bella"

Due giorni dopo Andy si sentiva decisamente meglio e tutto pimpante all'idea di andare a trovare Sidney. O meglio, Luna.
Decidemmo di portarcelo. Continuare ad aspettare sarebbe stato inutile e scortese nei confronti di Sidney e Jake.
Perciò, quel giorno, Edward, Andy ed io andammo a La Push.
Billy non c'era, era andato a pesca con gli amici. Anche se qualcosa mi diceva che c'entrava la nostra visita.
La casa di Jake non era cambiata quasi per niente, solo qualche mobile spostato per concedere spazio a una culla.
Jake ci accolse più calorosamente di quanto mi aspettassi, al telefono aveva mostrato molto meno entusiasmo.
Sidney invece si dimostrò cortese e solare come sempre.
Era seduta su una sedia a dondolo con in braccio un fagottino di coperte.
Ci salutò con un sorriso luminoso e ci fece vedere Luna.
Era bellissima. La pele olivastra come quella di Jake e un ciuffetto di capelli neri come quelli di entrambi.
Andy la vide e i suoi occhi comiciarono a brillare. Credo che se ne sia innamorato quel giorno.
"Mamma è così bella" aveva detto.
Non si era staccato da lei fino al momento di tornare a casa.
"Tornerò pretto" le aveva detto stringendole una manina.
Uscimmo e ci dirigemmo di nuovo verso casa. Era andata meglio del previsto. Arrivati, andai in cucina pr preparare la cena.
In realtà, varcai la soglia e cacciai un urlo atroce.
  
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