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Autore: ManuFury    23/05/2013    3 recensioni
Un'alba... un momento come tanti per la maggior parte delle persone. Il confine tra notte e giorno... o tra vita, morte e nuova vita.
I pensieri di Bryan... davanti a questo spettacolo...
P.S: se non vi piacciono le descrizioni dettagliate, non leggete, visto che sono qualcosa come 1000 e più parole di sola e pura descrizione.
(Tredicesima Classificata al Contest "Descriptions Contest. Quando sei bravo a descrivere?" indetto da Ellecrz)
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bryan Fury
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL CONFINE TRA I MIEI DUE MONDI

 
 
Alzo gli occhi in questo preciso istante, cristallizzando questo momento a dir poco unico così perfetto che tutto pare fermarsi.
Mi ricorda quasi una fotografia, un magnifico fotomontaggio ritoccato quel tanto che basta per renderlo perfetto come sfondo da cartolina.
È strano come riesca a provare qualcosa davanti a questo spettacolo naturale: credevo che la mia trasformazione mi avrebbe donato la potenza eterna sacrificando, però, ogni mio sentimento, così da rendermi invincibile e impedirmi per sempre di soffrire inutilmente.
Non è stato così…
Almeno non lo è in quest’attimo, in cui il tempo si è fermato e lo sconfinato orizzonte sembra condensarsi interamente nei miei occhi grigi.
Lontano da me, a est, il sole sta sorgendo oltre gli alti e tetri profili della metropoli, con le sue enormi e grigie dita da gigante che si arrampicano come edera nel cielo né troppo chiaro ma nemmeno troppo scuro.
Continuo a pensare che sia il momento perfetto, l’ultimo e il primo splendido spettacolo che i miei occhi hanno visto chiudendosi e poi riaprendosi anni fa.
L’alba che mi si presenta pare lo stupendo capolavoro del migliore degli artisti di questo terreno mondo, anche se non la può ancora considerare del tutto un’alba: il sole non si è ancora mostrato del tutto, vuole farsi aspettare come una bella ragazza al suo primo appuntamento. Se ne scorgono solo i raggi, dalle calde sfumature che come un colorato mare spingono sempre più lontano le scure ombre della notte, uno spettacolare ed enorme faro naturale che cerca di schiarire il cammino, di illuminare le nere tenebre.
Questo è l’attimo prima dell’alba… e l’attimo che ha segnato per sempre la mia vita.
Come lunghe e insanguinate spade, i rossi raggi del sole, i primi a farsi avanti, colorano la tela indaco del cielo, scivolandoci sopra come tanti delicati e ribelli fiumi di montagna. Hanno il colore forte del sangue e per questo mi ricordano il mio, di sangue, quello che è corso tra le mie dita, sul mio petto, inzuppando i vestiti per quanto ne usciva da quella ferita minuscola.
Vale la pena di rivivere questo ricordo pensando che anche il mio sangue sporco e viscido potrebbe creare un simile spettacolo.
Pennellate vermiglie e scarlatte si susseguono dolcemente a orlare le poche e soffici nubi bianche che paio tanti freddi cumuli di neve appena caduta, donandogli collane di preziosissimi rubini ai loro margini lievemente arricciati e delicati.
Sì… ne sono convito, questo è uno spettacolo splendido.
È meraviglioso vedere questa rosa di sangue crescere, sbocciare come il più bello e prezioso dei fiori, con i suoi morbidi petali colorati dello stesso rosso forte del sangue… per poi vederli lentamente sfumare, appassendo in tinte sempre più delicate e chiare, perdendo il loro colore infuocato.
È un attimo, il tempo di un sospiro, come il mio ultimo respiro di allora, e la bella fanciulla di fuoco appare, ancora rossa, tondeggiante come un pallone. Il suo viso un ovale perfetto, un rubino esattamente incastonato in quel mare di sangue che è seccato, sfumando in un arancio sempre più tenue. Lance dorate come quelle di antichi cavalieri reali si dispongono a cerchio, come i raggi di una bicicletta, attorno alla bella principessina di fuoco, con le loro armi d’oro trafiggono il cielo, rendendolo più chiaro e luminoso. Ed io mi sento trafitto da questo spettacolo, colpito proprio lì, dove un tempo avevo un cuore, ma al cui posto resta solo un motore di ultima generazione, mai più in grado di provare un sentimento umano. Mi sento quasi ferito lì dove porto quella cicatrice che mi ricorda ciò che ho guadagnato e ciò che ho perso allo stesso momento.
Per un momento i miei occhi si abbassarono, ma si rialzano immediatamente. Non voglio perdermi nemmeno un secondo di questa stupenda visione.
Adesso si tratta proprio di un’alba come si deve, con il suo oro liquido che si espande del cielo, scacciando il sangue che l’ha preceduta come una nuova marea di speranza, togliendo alle morbide nubi le loro collane di rubini, ma regalandogli dorate aureole.
Questo è lo sfondo magnifico di questa città che pare nera al confronto, gelida e tetra come me, un ritaglio scomposto di un cartoncino nero, appoggiato casualmente sopra alla tela colorata di quest’alba che ha qualcosa di fantastico e pacifico. Forse nessuno può vederlo questo spettacolo naturale che si ripresenta ogni giorno, uguale e diverso allo stesso tempo. Le persone normali probabilmente dormono ancora i loro sonni tranquilli, nei loro caldi letti.
Solo io me ne resto qui, seduto sul bordo di quest’alto palazzo diroccato che sembra voler cadere a pezzi da un istante all’altro per quanto è malmesso.
Solo io vedo questo spettacolo, riempiendomi gli occhi come ho fatto tanti anni fa. Ricordo ancora il colpo, la reazione spontanea del mio corpo, quella di lasciarsi cadere in terra e di isolare il dolore con lo shock. Sento ancora il sangue sulla pelle, mille caldi rivoli, rossi come quel sole che non era ancora sorto, che ancora non si era voluto mostrare.
Non ho memoria di alcun dolore, non ricordo nemmeno chi mi sparò, c’è troppa polvere su quelle vecchie immagini, come un film registrato su una videocassetta e dimenticato in soffitta. Un film senza titolo, autore o trama… ma con questo sfondo: quello del sole che sta per nascere, dell’alba che ancora non è tale.
Ora come allora, vedo la luce farsi sempre più intensa, vedo l’oro farsi prepotentemente in avanti, scacciando tutti gli altri colori, per averla da padrone. Ed è uno spettacolo favoloso: proprio come l’ultimo che i miei occhi hanno visto. Vedo nuove ondate portare la luce nelle tenebre, mandando via definitivamente la notte con i suoi colori freddi e scuri come la morte. Sarebbe stato bello se quelle lance dorate, se quelle onde di pura luce fossero state in grado di mandare via anche la morte che mi stava strappando al mondo.
All’epoca la mia vista si era fatta via, via più sfocata, perdendo le forme e mischiando a caso i colori, fino a rendere tutto in un bianco amorfo che era poi sfumato nel grigio e dopo ancora nel nero più tetro. Adesso, invece, posso godermi questo capolavoro: noto con meraviglia come il giallo oro inizi a sfumare, come se qualcuno avesse aggiunto dell’argento in questo impasto per creare oro bianco. È un processo lento, delicato, che quasi mi ricorda la metamorfosi di una farfalla… entrambi che portano a un risultato a dir poco mirabile.
Il sole che si è completamente mostrato, in tutto il suo infuocato splendore, nella sua perfetta palla luminosa che con la sua luce accecante illumina le tenebre che affliggono questo triste mondo proprio come un luminoso faro di speranza nel mezzo di una tempesta senza precedenti.
Questo, invece, è il momento in cui ho aperto gli occhi, tempo dopo essere morto. La luce era la stessa, ancora di quel bianco latte appena versato, un colore tenue, delicato come quello delle lacrime di una creatura innocente. Io, nella mia pazzia di allora, ho corrotto questo momento col sangue di persone buone e non, che mi avevano aiuto o sbarrato la strada. Non mi ero preoccupato di fare distinzioni: come un affamato avevo cercato il combattimento, come un assetato aveva cercato il sangue e come un ingordo ne volevo sempre di più, sempre di più. Ho corrotto la mia anima e questa natura buona e pacifica che mi accolto al mio risveglio.
E continuo a sporcare la purezza di certi attimi con i miei comportamenti brutali e animaleschi: quelli di una macchina nata per combattere, uccidere e vincere. Senza sentimenti, senza compassione… totalmente priva di ogni emozione umana.
Al pensiero stringo i pugni, senza un vero motivo ed è allora che lo sento: sento la chiara luce, pura e calda come quella che potrebbe essere prodotta da un angelo sfiorare la mia pelle sintetica. O meglio, non la sento del proprio, la percepisco. Se fossi ancora umano la potrei sentire meglio, provare emozione scaturite da mix di ormoni che si fondono e si alternano nel mio cervello.
Alzo di nuovo gli occhi per vedere il sole: finalmente alto e splendente del cielo, adesso sembra un’enorme occhio dorato che ammicca leggermente giocando a nascondino dietro le alte vette dei palazzi e coprendosi pudicamente con soffici manti di nubi che ora, per quanto sono chiare, paiono grandi cumuli di panna montata.
Guardo, osservo e non mi stacco da questo sfondo da cartolina sdolcinata.
Ripenso alla mia vita e a questo istante, unico e perfetto, uguale e sempre diverso che rappresenta il confine tra i miei due mondi: la linea di demarcazione tra i miei giorni da umano e quelli di Cyborg, freddo e sadico, privo di ogni sentimento perché non ha più un cuore che batte nel petto, ma solo una complessa macchina che dona potere infinito.
Osservo quest’alba come se fosse la prima che vedo in vita mia… la osservo come l’ho osservata il giorno in cui sono morto… e come non l’ho fatto il giorno in cui, risvegliatomi come Cyborg, ho iniziato la mia opera di distruzione.
Basta un ultimo istante, insignificante come un sottile respiro, come il battito degli occhi e tutto sfuma nel bianco che lascerà prestissimo posto all’azzurro del cielo. Si annuncia una bella giornata e, visto com’è iniziata, sono certo che lo sarà sicuramente.
Il sottile confine tra passato e presente sfuma con lo sfumare dei raggi dorati e con l’avanzata di quella stella che brucia lontano da noi, ma che ci regala la sua luce calda e piacevole.
Ed è in questo momento che mi pongo una semplice domanda… ma se sono un Cyborg, se sono incapace di provare sentimenti, se non ho più un cuore… perché ho l’impressione che questo abbia perso un colpo davanti a questo spettacolo?
 
 

Solito angoletto autrice… u_u

 
 

Salve gente, sono tornata di nuovo… e voi vorreste picchiarmi a sangue visto che continuo a pubblicare storie per Contest invece che a proseguire con le Long che ho in corso…
Sì, avete tutte le ragioni del mondo, come sempre! ^^’’
Prometto che cercherò di continuare ad aggiornare… nel mentre, se siete arrivati/arrivate fin qui, visto che avete fatto 30, fate 31 e lasciatemi una piccola, piccola recensione, che ne dite? ^^
Va bene, con questa vi lascio,
a presto gente.
ByeBye
 
ManuFury! ^_^

  
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