Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
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Autore: Princess of the Rose    23/05/2013    2 recensioni
Raccolta su 2pTalia.
Miscellanea 2: "Republic of Canada," disse America aprendo la scatolina e rivelando un anello dorato con sopra una decorazione a forma di maglietta di hockey, "Se vuoi farti perdonare per avermi tradito con Russia, accetta di sposarmi!"
Il turbine: Backmasking, Jouska, Rubatosis, Énouement, Chrysalism [Tabella "Il dizionario delle emozioni" di Lande di fandom]
Incontri del 2p tipo: XX.XX.20XX: per qualche motivo, si è aperto un varco interdimensionale. Visto che non si è richiuso, le due dimensioni comunicanti decidono di intraprendere relazioni diplomatiche.
Le vacanze unite: La quasi-Federazione europea va in vacanza
Romano e i gatti che non voleva: titolo esplicativo... [Maritombola 14]
Natale 1991:Il Natale del 1991 è considerato un momento di svolta per la politica mondiale...
L'UPE va alla guerra: Poco prima dell'avvento della Costituzione e il passaggio da Unione a Federazione, l'UPE avanzò delle richieste per poter aumentare il proprio livello di autonomia.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: 2p!Hetalia
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Through the Looking-Glass and what Hetalians found there'
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Titolo: Un bel (?) pomeriggio al cinema

Personaggi: Germania (George Joseph Beilschmidt); Belgio (Laura Magritte); Paesi Bassi-Olanda (Christian van Dyk); Francia (Jean-Baptiste Bonnefoy); Lussemburgo (Sébastien Junker); Italia Romano (Matteo Vargas); Italia Veneziano (Marco Vargas)/ Danimarca (Søren Densen); Svezia (Ingmar Oxestierna); Norvegia (Bjørn Bondevik); Islanda (Emil Steilsson); Finlandia (Alvar Väinämönien)/Cina(Wang Li); Giappone (Hidekaz Honda); Taiwan; Corea del Sud (Im Jun Ho); Hong Kong

Ps: Si, i nomi adatti a 2p!Taiwan e 2p!Hong Kong li devo ancora trovare XD. Mi sto impegnando, ma per adesso non mi è uscito nulla di buono.

Per gli altri: Bjørn ed Emil sono nomi possibili rispettivamente di Norvegia e Islanda, scelti da Himaruya. Nel fandom, se non sbaglio, i più diffusi sono Lukas ed Erik, per questo non ho usato questi due nomi. Ingmar è il nome di un famoso regista svedese, mentre Alvar è il nome di un altrettanto famoso architetto finlandese. In Jun Ho è un nome che mi è stato suggerito da una mia amica che studia coreano; Li è uno dei nomi più diffusi in Cina.

Genere: Commedia

Note aggiuntive: Sfido chiunque dei lettori a dirmi che almeno una delle cose accadute nelle storie qui riportate non gli/le è mai accaduto XD. Sul serio, voglio vedere chi non ha mai beccato al cinema il gruppo rompiballe, ha fatto il cameriere o è stato tra i comodi, o non si è arrabbiato mentre il vostro vicino disturbava, magari stando al telefono.

Complice un video dei Nirkiop, posso assicurarvi che tutto questo mi è capitato… Purtroppo proprio tutto .-.

Va be’, non perdiamoci in mesti pensieri, questa fic è fatta per ridere!

 

 

Enjoy!

 

______________________________________________-

 

L'Europa...

 

 

<< Allora, aspettate un attimo, >> disse Paesi Bassi a bassa voce, per poi accostare il foglio ad un Francia esasperato, << il tipo con i baffi e la barba, no? Non il pirata, quell’altro; è il buono, no? >>

<< E allora? >> domandò la nazione francese, massaggiandosi le tempie stancamente, cercando di seguire il discorso dell’altra nazione senza perdere il filo della narrazione del film.

<< Perché sta combattendo il tizio in uniforme? >>

<< Perché il tizio in uniforme è il cattivo! >> rispose l’altro, finendo la pazienza.

<< Ma il cattivo non era il tipo coi tentacoli? >>

<< Lo sono entrambi! >>

<< Ah, certo, >> il sorriso di Olanda durò pochi attimi, il tempo per cui la confusione tornasse sul suo volto, << e allora anche il pirata è il cattivo. >>

<< No, il pirata è il buono! >>

<< Non è possibile, un buono non combatte con un altro buono! >>

<< In questo caso, oui! >>

<< Ma non ha senso! Scusa, se loro due sono i buoni non dovrebbero unirsi contro il cattivo? >>

<< Ma non hanno obbiettivi uguali! >>

<< E allora uno dei due deve essere cattivo! >> disse Olanda, sempre più incapace di capire quella trama così complicata - per lui.

<< Non, sono due buoni con obbiettivi diversi. >>

<< A dire il vero, >> si intromise Germania, sporgendosi fra i due dal sedile di dietro, << in questa storia nessuno è buono o cattivo. Ognuno combatte per i propri ideali, è inutile cercare un buono o un- >>

<< Allemagne, il pirata è il buono, il tizio con la barba e i baffi è buono, l’ex generale è il cattivo! >>

<< Ma a dire il vero- >>

<< È così e basta! >> disse Francia ad alta voce, guadagnandosi un’occhiataccia da quasi tutta la sala e numerosi << Sh! >>, tra cui quelli di Belgio, che gli sedeva accanto, e Veneziano, che stava vicino a Germania. Quest’ultimo, un po’ infastidito da quel comportamento scocciato da parte del francese, si rimise comodo sullo schienale della poltroncina, bevendo gli ultimi sorsi della sua birra.

<< È inutile, non riesco a capire questa trama. >> si lamentò Olanda, poggiando stancamente la testa sulla mano.

<< Holland, tu non hai mai capito le trame dei film, non si sa per quale motivo sei completamente incapace di comprenderle. >> disse Lussemburgo, lanciando un’occhiata infastidita al fratello. L’olandese gli riservò un mezzo sorriso che certo non nascondeva il fastidio per il suo fare saputello: << Luxi, non è colpa mia, preferisco di gran lunga i libri, almeno se ti distrai un attimo puoi rileggere il pezzo di storia che non hai capito. Coi film non puoi farlo, te li devi rivedere da capo. >>

<< Se è un DVD puoi farlo tranquillamente, basta mandare indietro il film di qualche scena, >> replicò Belgio, << e ora fai silenzio, voglio godermi questo film. >>

<< E visto che ci siamo, evitiamo di farci cacciare nuovamente dal cinema. >> disse Veneziano, lanciando un’occhiata eloquente a Germania, il quale sbuffò sonoramente.

<< Lieber, per l’ultima volta: è stato quel signore ad infastidirmi! Che ci posso fare se ero più alto di lui e lui non ci vedeva?! >>

<< Potevi spostarti invece di fare una rissa. Il cinema era mezzo vuoto. >>

<< Poteva chiedermelo gentilmente invece di darmi del frigido! >>

<< Certo, perché tu vai a letto spesso vero? >> commentò ironicamente Romano, insospettendosi però quando Veneziano, seduto alla sua sinistra, arrossì violentemente e Germania rivolse al suo fratellino un sorrisetto molto poco rassicurante.

<< E comunque, ha insultato anche te! Dovevo difenderti, nessuno da del mafioso a mio marito senza pagarne le conseguenze! >>

<< Che cavaliere senza macchia e senza paura abbiamo qui. >> disse l’Italia del Sud, ghignando leggermente verso il suo fratellino, il quale commento con un breve ma ironicamente efficace: << Che culo. >>

<< Romano, per favore, voglio vedere il film. >> disse Belgio, voltandosi verso i tre seduti dietro di lei; il Meridione le sorrise dolcemente, per poi dare finire la bustina di cracker  che stava mangiando, mentre Veneziano diede un dolorosissimo pizzicotto sulla gamba del tedesco prima di tornare a vedere lo schermo in pace.

Dopo qualche minuto di silenzio tra i sette, lo schermo si fece nero esattamente sul più bello, quando un pirata antropomorfo, il cattivo principale, scopriva l’assenza del suo cuore all’interno del cofanetto che gelosamente lo custodiva.

<< Ma che- c’è anche il secondo intermezzo? >> disse Belgio, sdegnata, << Il film dura un’ora e mezzo, e fanno a fare un terzo tempo? >>

<< Per aumentare la suspense >>, disse Lussemburgo prima di stiracchiarsi, mentre attorno loro molte persone si alzavano per sgranchirsi le gambe, mentre altri andavano a prendere qualcos’altro da mangiare per il terzo tempo – e, notarono i sette, parecchia gente non si risparmiava dal lanciare loro delle occhiate infastidite, quasi ostili.

<< Ma non ha senso, durerà pochissimi minuti! Che cinema del cavolo! >> disse la belga a bassa voce, vergognandosi un poco a causa di quegli sguardi di gente che, infondo, aveva tutto il diritto di sentirsi infastidita dai loro continui schiamazzi: era dall’inizio del film che non avevano fatto altro che parlottare tra loro, specie Olanda.

<< Però il film non è male, eh? >>

<< No, è davvero ben fatto. >>
<< Ma voi ci avete capito qualcosa della trama? >>

<< Hollande, per l’ultima volta, sei tu che dei film non ci capisci nulla, non il contrario. >>

Paesi Bassi lanciò un’occhiataccia verso Francia, ma il cipiglio mutò subito in un mezzo sorriso quando sentì lo stomaco di Lussemburgo iniziare a reclamare qualcosa di sostanzioso con cui riempirsi: << Ma che ora è? >>

<< Le dieci e  mezzo. >>

<< Le dieci e mezzo? Ci credo che sono affamato, non abbiamo neanche cenato, >> si lamentò il lussemburghese, per poi voltarsi verso gli altri, << ho una fame da lupi. Chi va a prendere qualcosa? >>

Il silenzio che seguì quella richiesta fu abbastanza eloquente per fargli capire che avrebbe fatto prima ad alzarsi e andare a prendersi la roba da solo: << Siete una massa di pigroni. >>

<< Sono troppo comodo per alzarmi. >> disse Romano, sistemandosi meglio che poté sulla poltroncina.

<< Non sei di grande aiuto, >> disse Lussemburgo, per alzarsi in piedi, << vi devo prendere qualcosa? >>

<< Nah, tutti quei popcorn mi hanno riempito. >> disse Veneziano, stiracchiandosi leggermente sul posto per poi ricadere pesantemente sullo schienale; Romano concordò col fratello con un cenno assonnato, poggiandosi contro il poggiatesta e chiudendo gli occhi.

<< Anche io sto bene. E poi non mi va di alzarmi, tra un po’ ricomincia il film. >>

<< Prima ho preso quella bibita gassata, sono veramente piena. >>

<< Io sto a apposto. >> disse Olanda, per poi prendere il portafoglio e passare qualche banconota al fratello per pagargli le cose da prendere.

<< Danke, >> esclamò allegramente il lussemburghese quando gli si presentò la possibilità di risparmiare i suoi soldi, << allora siete sicuri che non vi devo prendere nulla? >>

<< Al cento per cento! >>

<< …Ve bene, io vado, eh? >> disse Lussemburgo, per poi incamminarsi sulle scale a passo sostenuto, prima che gli altri potessero cambiare idea.

Doveva ammetterlo: andare a vedere un film nel giorno che i boss li avevano dato libero era sempre meglio che rimanere a casa a non fare niente – anche se la nazione lussemburghese aveva continuato a dire che aveva da << Compilare delle urgentissime carte riguardanti delle relazioni sul loro conto in banca, i costi per mantenere tutti gli animali di casa e gli stipendi di tutti i parlamentari dell’Impero >> - più una scusa inventata all’ultimo momento perché era un accanito asociale piuttosto che un vero impegno – prima che Paesi Bassi lo prendesse per la collottola e lo trascinasse fino al cinema ignorando le sue proteste.

Certo, anche se quel giorno la scelta di film da vedere non era esattamente numerosa e riguardevole – era pur sempre mercoledì sera - quello che stavano vedendo in quel momento, infondo, era abbastanza carino: non si vedeva tutti i giorni una storia così ben fatta su dei pirati, abbastanza storicamente accurata per quanto riguarda i costumi e l’ambientazione, e con dei personaggi così affascinanti, specie il protagonista: ironico e bastardo quanto basta per non farlo risultare antipatico; per non parlare poi di quanto era carina la sua bandana: magari fosse riuscito a trovarne una uguale!

Probabilmente, Lussemburgo stesso si sarebbe goduto meglio il film se suo fratello fosse stato zitto un momento, invece di condividere i suoi dubbi riguardanti la trama con tutti quanti; però, infondo, era stata una bella serata, un po’ di pace dopo giorni di stress.

Per di più, almeno per stavolta, non l’aveva trattato come una sorta di cameriere: approfittandosi del fatto che era piccolo di statura gli facevano sempre portare tutto quanto quando erano in gruppo, sia che fossero buste della spesa o le piante da piantare in giardino. Almeno, per questa volta, lo avevano rispetta-

<< Ah, Luxembuorg! >>

Sheisse.

<< Visto che vai, >>  Francia si voltò verso la nazione lussemburghese, a stento nascondendo un ghigno malevolo << mi prendi un po’ di patatine? >>

Lussemburgo digrignò i denti, annuendo lentamente: << Ja, credo che potrei- >>

<< Prendi anche i popcorn, per cortesia! >> esclamò Belgio, sorridendogli mentre giungeva le mano davanti al petto, come a cercare di farsi perdonare per quella richiesta dell’ultimo minuto.

<< Ehm- >>

<< Bier! >> esclamarono in coro Germania e Paesi Bassi, alzando la mano e senza neanche voltarsi. Lussemburgo sospirò amareggiato, per poi riprendere a camminare; neanche fece mezzo passo, però.

<< Lussemburgo, che per caso la fanno la pizza qui? >> chiese Romano, per poi abbassarsi quando l’altra nazione gli lanciò una scarpa, che gli sfiorò di poco la testa.

<< Era un si? >> chiese Veneziano.

<< Non ha detto di no. >>

<< Bè, chi tace acconsente. >> disse il Settentrione, per poi voltarsi, << Lussemburgo, prendi una fetta di pizza margherita per me, se no mi va bene un hot dog! >>

<< Anche a me! Anzi, se c’è prendimela con le alici! Altrimenti va bene un hot dog anche a me! >>

Lussemburgo sospirò sconsolato, conscio che sarebbe stato perfettamente inutile cercare di protestare. Certo, questo spiegava perché suo fratello gli avesse dato quei soldi: la logica del “io pago e tu porti tutta la roba” era decisamente infallibile. Fu tentato di prendere il cibo solo per sé, ma conoscendo il caratteraccio dei suoi coinquilini forse era il caso di rimanere in silenzio e accontentarli. Purtroppo

 

 

...i Nordici.... 

 

 

Il film, in sé, non aveva fatto paura. Certo, c’erano stati molti momenti in cui avevano tutti sussultato, molti avevano urlato dalla sorpresa, ma certo c’erano film dell’orrore decisamente migliori. L’atmosfera di una villa vittoriana, immersa in un giardino circondato da una lieve nebbia, e la fuga di una fanciulla da un pericolo rimasto ignoto fino al finale, il tutto a formare un film abbastanza decente per essere di seconda categoria. Ma il finale… Oh, che finale!

<< M-Ma- >> Islanda sbatté le palpebre un paio di volte, incredulo, mentre i dialoghi  tra le due protagoniste proseguivano illuminando tutti i punti oscuri di quella trama semplice ma dal finale disarmate, sotto ogni punto di vista, << a-aspettate, volete davvero dire che fino a questo momento lei non era lei, ma era nel corpo dell’altra?! Si sono cambiate di corpo fin dall’inizio!? >>

Finlandia annuì lentamente, la mano piena di popcorn ferma a pochi centimetri dal volto.

<< Quindi, io fino a questo momento, ho tifato per la cattiva? >> Islanda ricadde sullo schienale, mentre alcune persone iniziavano già a versare le prima lacrime.

<< Che colpo da maestro. >> mormorò Norvegia, ammirando la genialità dell’autore di quel film; sentiva gli occhi pizzicare leggermente,  e uno strano groppo formarsi lentamente sulla gola, ma era certo che quelle che sentiva come lacrime pronte a sgorgare fossero dovute al troppo tempo trascorso a fissare lo schermo che al senso di totale smarrimento e meraviglia che quel finale a sorpresa gli donava.

<< Ma ora la tipa muore? >> chiese l’islandese, mentre cercava di prendere un po’ di patatine dalla confezione che Danimarca teneva in mano senza staccare gli occhi dal film.

<< Temo di si. >> rispose tristemente il danese, anche se infondo si aspettava un finale del genere – del resto per lui valeva il detto: “Sii sempre pessimista: sei avevi ragione eri preparato, se avevi torto sarà una piacevole sorpresa”, una filosofia un po’ macabra ma dagli effetti assicurati.

<< M-Ma no, cioè… Oh Gud, quello è il padre dell’altra? >> chiese Svezia con voce tremante, mordicchiando l’angolo del fazzoletto dal nervosismo.

<<  Che sta facendo con quel fucile? >> domandò Norvegia, mentre avvertiva un doloroso presentimento sul possibile ulteriore sviluppo della trama.

<< Non vorrà- >>

<< Oh Gud nej! Nej nej nej! >>

<< Ma non si accorge che quella è sua figlia! Non può- >> il rumore di tre spari che si susseguirono velocemente zittì Islanda del tutto, mentre il quintetto nordico assisteva ad una vera e propria tragedia, in ogni senso possibile. L’intera sala rimase in silenzio per qualche secondo, poi i primi singhiozzi iniziassero a diffondersi tra i presenti.

<< Oh no! >> mormorò Norvegia, mentre prendeva il fazzoletto dalla tasca per pulirsi il naso, << No, no! Fordi!? Oh gud fordi!? Perché è dovuto succedere? Oh gud! Non se lo meritava, perché suo padre ha dovuto farlo? >>

<< Norja chiudi il becco. >> disse Finlandia con voce del tutto incolore, anche se anche lui era chiaramente sull’orlo di scoppiare a piangere a dirotto come una fontana.

<< Ma come faccio a non piangere!? E’ così… Così… >>

<< Chiudi la fogna. >>

<< M-Men- >>

<< Norja, ti ficco questo ombrello in posti dove non batte il sole! >> esclamò il finlandese, per poi riprendere a bere a grandi sorsare il tè freddo che aveva nel bicchiere. Norvegia, di fronte a quella minaccia, si soffiò il naso sconsolatamente, ma a stento riuscì a trattenere una crisi di pianto quando i suoi occhi si posarono di nuovo sullo schermo, e ben presto fu costretto a prendere un nuovo fazzoletto, mentre quello vecchio si posò “accidentalmente” sulla giacca di Danimarca, malinconico come al solito, e colpevole di aver predetto il finale fin dall’inizio.

<< Ma perché è dovuta morire lei!? >>

<< Dai Sverige, non fare così! >>

<< Ma non hai visto che cosa è successo? >> disse Svezia quasi urlando, mentre usava un fazzoletto per asciugarsi le lacrime, << Era la fanciulla più buona di tutto il mondo, non si meritava un inganno e una fine così crudele! >>

<< Su, Sverige. >> Danimarca posò una mano sulla spalla dell’amico svedese, cercando di consolarlo, << Infondo è così che va la vita: ti fidi di una persona, al punto di accontentare anche un desiderio come quello di scambiarsi i corpi, ed inevitabilmente verrai tradito. Va così la vita. >>

Svezia sussultò, per poi gettarsi contro Finlandia – che stava cercando in ogni modo di mantenere un’espressione neutra nonostante la voglia di piangere – e lagnarsi contro il suo petto. << Finland, oh Finland, consolami! >>
<< Staccati, razza di accollo svedese! >>

<< Ti prego! Oddio che fine orrenda! Perché le è successo tutto questo! Poverina, nej! >>

<< S-Sverige, c-calmati. >> disse Norvegia, allontanandosi di un posto dall’altra nazione, decisamente impensierito dall’emotività dell’altro.

<< È solo un film. >> aggiunse Islanda, che comunque seguì l’esempio del fratello.

<< Nej, nej, >> Svezia si soffiò il naso senza staccare gli occhi lucidi dallo schermo; quando poi notò che la giovane strega, ancora nel corpo della sua vittima, rise malignamente per quella che, evidentemente, aveva trovato una scena divertente- il padre che inconsapevolmente si macchiava del delitto della propria figlia -l’atteggiamento della nazione nordica cambiò radicalmente nel giro di un secondo:  i suoi occhi grigi si scurirono di rabbia, e prima che i suoi amici potessero fermarlo, si alzò in piedi e iniziò ad urlare contro lo schermo: << Jävla slyna, come osi ridere!? Maledetta strega, meriteresti la forca! >>

<< E-Ehi Sverige, fermo! >> Danimarca cercò di riportate lo svedese sulla sedia, arrossendo leggermente quando si sentì addosso gli sguardi di tutta la sala, << Ci stanno guardando tutti, rimettiti seduti. >>

Ma ormai Svezia era entrato in modalità “Vichingo furioso”: già si stava prodigando per scavalcare le sedie e arrivare davanti al telo bianco dove veniva proiettato il film, e avrebbe raggiunto il suo obbiettivo se Islanda e Norvegia non fossero andati in soccorso  di Danimarca nel tenerlo al suo posto.

<< S-Sverige torna giù! >>

<< Muori, muori! >> urlava lo svedese, e nella sala già alcune persone iniziavano ad unirsi al suo coro, motivando i loro accompagnatori a fare altrettanto, trascinate dai sentimenti scatenati da quel finale.

<< F-Finland, >> Norvegia lanciò un’occhiata supplichevole all’amico, << fa qualcosa! >>
Finlandia sospirò pesantemente, per poi decidere di intervenire e risolvere la questione un volta per tutte: si alzò, si avvicinò alla nazione svedese, e diede un pugno ben mirato sulle sue “regioni vitali”, gesto che zittì al col tempo tutti i presenti . Svezia rimase immobile per qualche istante, la bocca aperta in una muta inespressività, prima di ricadere all’indietro sulla sedia.

<< Un metodo un po’ violento, >> disse Danimarca, risistemandosi al suo posto e prendendo i popcorn che aveva lasciato a terra, << ma sempre efficace. >>

<< E ora fate silenzio. >> mormorò Finlandia, tornando al suo posto, deciso a godersi almeno gli ultimi minuti del film. Sfortunatamente, una nuova crisi di pianto da parte di Norvegia mandò in fumo le sua speranza, il norvegese venne salvato dalla sua furia solo dalla luce di una lanternina puntata direttamente sul suo volto, che lo accecò per qualche istante.

<< Scusate signo- >> disse il supervisore del cinema, prima che la ua espressione neutra mutasse in una di sincero fastidio, << ancora voi a fare macello? Sarà la terza volta che mi costringete a venire qui! >>

<< Quarta. >> lo corresse Danimarca, guadagnandosi uno schiaffo sulla nuca da parte di Norvegia.

<< Quarta? Ah, ancora meglio! >>

<< Scusi, naiset, potrebbe fare un po’ di silenzio, vorrei vedermi il film! >> esclamò Finlandia, scocciato, prima di bere una lunga sorsata di gassosa. Tutti, attorno a lui, sussultarono leggermente.

Il supervisore sbatté le palpebre un paio di volte, instupidito da quell’atteggiamento irrispettoso; poi, le sue guance si colorarono di un rabbioso rosso accesso, e dalla tasca prese un blocco di foglietti per le multe e una penna, senza smettere di puntare la torcia contro il volto della nazione finlandese: << Come si permette di parlarmi in questo modo!? Non solo state disturbando il film fin dall’inizio, costringendomi a fare avanti e indietro dalla sala, ma adesso osa pure fare lo scontroso? Ora basta! >>

Finlandia inspirò lentamente, cercando di calmarsi, di non badare alla voce stridula del supervisore e di sentire gli ultimi dialoghi del film, inutilmente.

<< Avanti, nomi e cognomi! >>

<< No, aspetti dömur, andiamo, possiamo parlarne un attimo? >> chiese Islanda, sempre più rosso mano a mano che sguardi infastiditi o divertiti si posavano su di loro.

<< Si, fuori dal cinema! >>

<< Ma, ecco- >>

<< Fuori, su! >>

<< Ma no, dai, mancano pochi minuti! >>

<< Ho detto: fuo- >> il supervisore si interruppe quando notò l’ancora svenuto Svezia abbandonato sulla sedia, << il signore, lì, si sta sentendo male? >>

<< Eh? Oh no, ecco… È solo svenuto per l’emozione. >>

<< Ma non è stato Finland a colpirlo? >> disse ingenuamente Danimarca, prendendosi un’altra batosta da parte di Norvegia.

<< Ah, quindi anche una rissa, uh? >>

<< E-Ekki. >> Islanda cercò di farsi piccolo piccolo sul suo posto, vergognandosi enormemente. Il supervisore sbuffò sonoramente, mentre scriveva l’importo della multa e altre informazioni necessarie: << Adesso volete darmi i vostri nomi? >>

Alla fine, Finlandia non ce la fece più: si alzò di scatto, buttando a terra  i popcorn che aveva sul grembo, e fronteggiò il supervisore del cinema con occhi furenti: << Mi ascolti bene, io non ho speso dieci euro per un biglietto per vedere un film, più altre svariate dozzine in cibo-spazzatura, fatto una fila infinita per poi ritrovarmi in dei posti di merda, perché poi lei, o quel deficiente che fa finta di dormire mi rovinassero lo spettacolo! >>

<< Come si permette! Lei e i suoi amici, uscite immediatamente da qui prima che chiami la sicurezza! >>

Norvegia, Islanda  e Danimarca rimasero in silenzio, indecisi fino all’ultimo se intervenire o godersi lo spettacolo. Alla fine, optarono per la prima opzione; ma era ormai troppo tardi quando Norvegia si alzò e si avvicinò all’amico finlandese e al supervisore, cercando di mitigare la situazione.

<< Dai, Finland, non fare così. Adesso uscia- F-Finland? C-Che stai facendo? N-No, no! Finland, non taccare la sedia dal pavimento, no! No! Dovremo pagare i danni non ci pensi? E- Oh Gud, n-no! Non gettarla addosso al signore, no! Fermo Finland!!!> >

 

 

...l'Estremo Oriente

 

 

In radio c’è un pulcino. In radio c’è un pulcino.

E’ il pulcino Pio, il pulicino Pio, il pulcino Pio, il pulcino Pi-*


<< Rìběn >> Cina si voltò lentamente verso la nazione nipponica, un sopracciglio alzato in un’espressione di muto stupore misto ad esasperazione, << che. Cosa. Diavolo. È. Quello? >>

<< La suoneria viene da Itaria-kun. La trovavo orecchiabile. >> disse Giappone con la solita espressione neutra, mentre cercava prendeva il cellulare dalla tasca.

<< Non è quello- >>

<< Anche se le tue scelte in fatto di canzoni sono abbastanza discutibili, Rìběn. >> disse Taiwan, senza staccare lo sguardo dallo schermo, dove dei giovani ragazzi stavano ballando al ritmo di musica. Hong Kong e Corea del Sud annuirono leggermente, anche se aveva prestato pochissima attenzione alla conversazione.

<< …Dicevo, >> riprese Cina, ricacciando il fastidio per essere stato interrotto, << il cellulare andrebbe spento al cinema, o almeno messo sul  silenzioso. >>

<< Wakatta. >> mormorò la nazione nipponica mentre estraeva con fatica il telefonino dalla tasca dei pantaloni, aggrottando le sopracciglia quando vide chi lo stava chiamando – e ignorando la gente che stava dietro di lui,  accecata dalla luce del telefonino dopo tanto tempo passato al buio, e che gliene stava mandando di tutti i colori, << che vuole America-kun, adesso? >>

<< Non vorrai rispondergli, vero? >>

<< America-kun? >> disse Giappone a bassa voce dopo aver premuto il tasto di accettazione della chiamata, mettendo anche una mano sul microfono del cellulare per evitare di creare troppo rumore. << Che vuoi? Ya, sto al cinema... Sto al cinema! >>

<< Sh! >> dissero in coro Taiwan e Hong Kong, voltandosi verso il giapponese, che però gli ignorò bellamente, girandosi di lato.

<< Ya non pos- Non posso ora, ya! I- >>

<< Rìběn chiudi quel cellulare! >> sibilò Cina, sempre più nervoso – come se l’essere trascinato in un cinema il lunedì sera, a vedere un musical da quattro soldi dopo una fila interminabile tra ragazzine urlanti e in piena crisi ormonale non fossero già stati abbastanza da sopportare per i suoi poveri e vecchi nervi, adesso ci si metteva pure il ciarlare di America, perfettamente percepibile dal telefonino.

<< America-kun, possiamo parlarne dopo, ora non posso parlare. Sto al cinema ti ho detto! >>

Corea inspirò profondamente due volte, cercando di ignorare il ciarlare apatico dell’altra nazione; alla fine, non resistette più, e all’urlo di << Ilbon dai! >> prese dalle larghe maniche una serie di coltelli e si voltò verso la nazione giapponese, pronto a scatenare anche la quarta guerra mondiale* se fosse stato necessario; ma non ce ne fu bisogno: trovò Giappone già riverso scompostamente sul bracciolo, evidentemente intontito da un colpo ricevuto in testa –anche a giudicare dal bernoccolo che sbucava tra i capelli neri - mentre Cina si puliva le mani con un piccolo fazzoletto prima di scrocchiarsi le dita.

<<Xièxiè, Zhōngguó, >> disse Hong Kong senza neanche voltarsi, per poi ingurgitare una gran manciata di popcorn.

<< Ah, meglio così. >> Corea fece un mezzo sorriso, per poi tornare a guardarsi il film. << È un bel film, eh? >> commentò dopo qualche minuto, sporgendosi verso Taiwan.

<< È un musical come altri, nulla di che. La trama è anche un po’ banalotta. >> rispose quest’ultima, sorseggiando il tè verde. Corea annuì, suo malgrado concordando con quel giudizio.

<< Scusate, permesso. >>

La nazione coreana aggrottò leggermente le sopracciglia quando sentì una voce profonda interrompere per l’ennesima volta la sua visione del film. Si girò, pronto a dirne quattro al disturbatore, ma qualunque protesta gli morì in bocca quando vide un omone alto due metri e mezzo scendere le scale con le braccia piene di cibo spazzatura, seguito da una bambina mora, probabilmente sua figlia. Saggiamente, preferì rimanere al suo posto, ma quando vide l’omone sedersi proprio davanti a lui non riuscì a trattenere il suo disappunto.

<< Jeoju, ma perché davanti a me doveva mettersi proprio quello alto!? >>

<< Hánguó fai silenzio. >> disse Taiwan, sbuffando esasperata; ma Corea non le badò.

<< Perché a te tutte le fortune? Perché io davanti ho un gigante e te la ragazzina? >>

<< Hánguó zitto. >>

<< Daman, ora il film me lo vedo così! >> disse il coreano, sporgendosi fino a poggiare le testa contro quella della taiwanese e sistemandosi in modo da poter stare il più comodo possibile – e anche per poter lanciare qualche occhiata alla scollatura dell’altra nazione.

<< Hánguó, scansati. >>

<< Ani, io mi voglio vedere il film! >>

<< Hánguó scansati >> la voce di Taiwan stava diventando pericolosamente bassa, e Corea ebbe la pessima idea di ignorare anche questo ennesimo avvertimento.<< Non lo vedo se no! Dai, tanto manca poco, sopporta un po’.  >> disse per poi lanciare  “casualmente” uno sguardo sul petto della taiwanese, << Comunque, carino il reggiseno con le scimmiette, dove lo hai preso? >>

E fu così che un si formò un buco nel soffitto del cinema, mentre Corea del Sud provava la brezza dal volo ad alta quota privo di paracadute, un’esperienza che avrebbe goduto sicuramente meglio se non fosse stato per il lancinante dolore alla mascella dove Taiwan lo aveva colpito con un destro degno di un pugile dei pesi massimi.

 

 

 

 

 

*Effettivamente, una volta ho sentito il Pulcino Pio come suoneria di un cellulare di un turista giapponese XD, anche se eravamo in un bar in centro e non al cinema. Se non ce l'avesse detto il cameriere, credo che non avremmo mai realizzato di aver fatto scappare quel povero turista tanto eravamo rimaste a fissarlo pr lo stupore XD.

*Nel mio headcanon, nel 2p!World la terza guerra mondiale è scoppiata durante la crisi dei missili di Cuba. Paradossalmente, l’idea mi è stata suggerita da uno dei programmi meno educativi che la tv possa offrire XD. Non so se posso dire il nome del programma, quindi preferisco tacere, ma il l’ispirazione mi è venuta quando, in una puntata, mandavano in una un’ucronia dove al posto di Kennedy fu Nixon a salire al potere, e quest’ultimo si rivelò incapace di gestire la crisi, portando alla guerra.

Meno male che questa shot era comica XD

 

 

   
 
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