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Autore: SakiJune    09/12/2007    1 recensioni
"Io... ero un albero rigoglioso. Avrei potuto dare frutti, in un terreno fertile. Ma avevo affondato le mie radici in un deserto... E ora, per quanto abbia ritrovato una ragione di vita, la mia stagione è conclusa"
Dedicata a tutti quelli che supportano o semplicemente sopportano il pairing Charming Roots (Filius/Pomona). Perché Hufflepuff e Ravenclaw possono andare molto, molto d'accordo... ULTIMO CAPITOLO POSTATO!
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Filius Vitious, Horace Lumacorno, Luna Lovegood, Neville Paciock, Pomona Sprite
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Like A Mother'
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Sentii le mie guance farsi calde, e cercai di guardare da un'altra parte; alla fine dissi che avevo fame e me ne andai in Sala Grande dove Minerva mi aveva lasciato una sedia libera accanto a lei.
- Grazie, Min...
- Di nulla, 'Mona. Ero preoccupata perché non arrivavi. Hai incontrato Filius, per caso? Anche lui è in ritardo...
Il mio rossore doveva essere terribile, perché Minerva si mise a ridere e mi chiese:
- Cos'ho detto di strano? Oh, guarda guarda... non si sarà finalmente dichiarato?
A questo punto dovevo essere diventata viola, perché tutti mi stavano guardando incuriositi. Incluso quella carogna di Snape.
- Io non ho nessuna intenzione di lasciarmi corteggiare... né da lui né da nessuno.

Ma comincio a chiedermi se una cosa simile sia possibile.
Lui sa essere irritante, a volte, e il suo senso dell'umorismo mi sconcerta. Ma è una persona leale, e saggia, e intelligente.
E da quel giorno, anch'io lo osservo.


Si avvicina Natale, finalmente raccolgo tutto il mio coraggio e chiedo a Minerva se quello che desidero potrà mai avverarsi. Mancano ancora quasi due anni, lo so, ma sono impaziente.
- Senti, Pomona, non credo che ci siano problemi ma... dobbiamo per forza parlarne adesso?
E' preoccupata per Dumbledore. Lo siamo tutti, dall'inizio dell'anno scolastico.
Ha il terrore di perderlo all'improvviso, e questa prospettiva spaventa anche me... come faremmo senza di lui, con Tu-sai-chi e i suoi accoliti là fuori...

- Oh, eccovi, mie care - fa una voce alle nostre spalle.
"Mie care?"
- Oh, buonasera, Horace.
Da quando è tornato, e si sente al sicuro qui a scuola, ha cominciato a prendersi un po' troppa confidenza.
- Sarete presenti alla mia festa, non è vero?
Minerva mormora qualche parola di scuse e se ne torna nel suo ufficio. Ma io ho giusto due paroline da dirgli.
- Non ne ho nessuna intenzione. Non ho ancora imparato a vestirmi come si deve, non ti sembra?
Lo lascio stupefatto e deluso, prendendomi una piccola rivincita su quel cumulo di spocchia che ha al posto del cervello. Come faceva a piacermi, quando ero una studentessa?

Come cambiano i ruoli, 'Mona.
Si fugge e si torna sui propri passi.
Si cerca in qualcuno ciò che non si trova dentro di noi.

- Ma io vorrei davvero che venissi! - grida, mentre fingo di non sentire.

"Il raccolto è abbondante, quest'anno" si dice dalle mie parti, quando una ragazza viene corteggiata da più uomini.
Ma io non sono più una ragazza. Sono una vecchia signora che passa le giornate nelle sue casette di vetro, e la notte abbracciata ad un cuscino.
Leggo il giornale, mentre bevo il mio caffé con gli occhi ancora assonnati, e non posso fare a meno di sorridere amaramente. L'uomo che mi abbandonò sta fingendo davanti a tutti di impegnarsi per contrastare l'orrore che impera nel Mondo Magico.
Che ironia, vero Rufus?
Io ero sterile. E tu ora sei impotente.

Straccio il bigliettino che trovo sotto la porta della mia stanza, quella sera; lo trovo davvero ridicolo.
"Se davvero non hai un abito adatto alla serata, chiedi a qualcuno di accompagnarti a Hogsmeade e acquistarne uno. Sono sicuro che sarai raggiante. Ci tengo molto, mia cara..."
Che cattivo gusto ha Horace nell'esprimersi... d'accordo che non può e non deve allontanarsi dal castello, ma...
Io non ho proprio voglia di partecipare a quella festa. Punto.

Ma un giretto a Hogsmeade... beh, perché no?

E' una splendida domenica di dicembre, e passeggio da una vetrina all'altra senza pensare a nulla, una volta tanto. Mi cade l'occhio su un bel vestito che ha i colori della mia Casa... sarebbe perfetto per la festa.
No e no, mi ripeto. Non ci vado, a farmi intortare da quello Slytherin.
D'improvviso mi sento osservata. O è un'impressione?
Dopo un caffé da Rosmerta, sto per tornare al castello quando incrocio un gruppetto di Ravenclaw... naturalmente accompagnati dal loro Direttore.
Le mie gambe tremano. Ma non posso tornare indietro, è tardi anche per me e sarebbe da maleducata evitarli.
- Buongiorno, Filius.
- Buongiorno a te, Pomona.

Merlino, mi ero mai accorta quanto gli stesse bene quel cappotto blu con i risvolti color bronzo?

- Avrei bisogno di parlarti, più tardi, se per te non è un problema...
Oh noooo! Mi tornano alla mente le parole di Minerva: "si è già dichiarato?".
- Dimmelo pure adesso, allora - rispondo, cercando di non guardarlo in faccia.
- No, sai... davanti ai ragazzi non posso. Proprio no. Alle cinque in Sala Insegnanti, d'accordo?
Allora è proprio quello che vuole fare! E ora come devo comportarmi?

Capisco che sarebbe peggio non presentarmi all'appuntamento.
Ma no, ma quale appuntamento! Magari deve parlarmi di lavoro e basta.
Che so, una dimostrazione dell'Incantesimo-cambia-colore applicato sui cactus.
Pff.


- Non è per spettegolare, sai, ma volevo chiederti se eri a conoscenza della nuova coppia di innamorati di Hogwarts...
- Ce ne sono a bizzeffe - cerco di andare sul sicuro, non so dove voglia andare a parare. - Ginny Weasley e Dean Thomas... Macmillan e Abbott, della mia Casa, forse non solo soltanto amici, ma...
- Parlo del signor Longbottom e della signorina Lovegood.
Devo essere impallidita, perché mi guarda con aria preoccupata.
Io non credevo che Nev avesse segreti con me.
Mi sento proprio una stupida.
Ma è normale, non è più come quando aveva dodici anni, è quasi un uomo ormai... non ho nessun diritto di sapere per forza tutto quello che gli succede.
Cerco di convincermene.
Ma avrei preferito che me ne avesse parlato. E' una cosa così bella... lui... si è innamorato...
Rido, e piango, non so più cosa mi prende.
Filius ne approfitta per prendermi la mano ed è allora che non capisco più nulla davvero.
- I nostri ragazzi crescono. E noi? Vogliamo pensare sempre e solo al lavoro? Non dirmi che Horace non ti ha invitato alla sua festa.
- Sì che mi ha invitato. Ma mi vorrebbe tutta per sé. Non ci andrò! - frigno, senza più nessuna vergogna, mentre lui mi porge il suo fazzoletto. Ci sono le sue iniziali ricamate in blu... non vorrei sporcarlo, ma sono così sottosopra che mi ci soffio il naso senza tante cerimonie.
- Se è così, allora approvo la tua decisione. Vorrà dire che quel vestito lo indosserai un'altra volta...
Quale vestito? Di che cosa sta parlando?
Sono così stupita che dimentico di chiederglielo... in quel momento entra Sybill, ubriaca persa, che urla improperi all'indirizzo di Firenze, e io me ne vado in ufficio per mettere un po' d'ordine. Ordine nei miei erbari e soprattutto nei miei sentimenti.

L'avrei baciato, se non fossimo stati interrotti, non è vero?
Oh, sì che l'avrei fatto.
E non mi importa nulla del fatto che, se Colui-che-non-deve-essere-nominato prenderà il potere, lui verrà perseguitato a causa della sua ascendenza non proprio ortodossa?
Forse lo sarò anch'io, non sono una purosangue. E ne vado orgogliosa. In questo momento non ho paura di nulla.
Poi vedo quel pacco sulla scrivania. Strappo la carta. E un urletto di gioia mi esce dalla gola, anche se cerco subito di trattenerlo. Perché dentro c'è proprio l'abito che ho visto in quella vetrina, con le sue righine nere e gialle, il corpetto di velluto e i bottoncini d'oro...
"Sei un pazzo, Filius Flitwick" penso, e mi sento così felice... finché non scopro che lui è anche più pazzo di così...
C'è un foglio di pergamena, appuntato al vestito.

You're like a mother, ripe and warm,
land where my love has grown;
to you, my dear Big Apple,
with hope, your Little Son.

Speranza? Che cosa spera da me?
E perché le sue parole riaprono la mia ferita?
E questo gioco sui nostri nomi... ci fa sembrare due adolescenti...

Ho ancora in tasca il suo fazzoletto. Accarezzo quelle due lettere in apparenza comuni, che mi ricordano solo cose belle.

Fair Friend.
Funny Fellow.
Feeling Fine.

Ma che mi succede... perché me ne sto a fantasticare?
E poi ripenso all'ALTRO.

Rotten Snake.
Ruling Scurvy...

- Ti odio, Rufus Scrimgeour. Hai distrutto la mia vita.


Senza dubbio racconta a chi glielo chiede che la sua gamba è rimasta ferita durante lo scontro con un temibile mago oscuro... o forse dieci?
Non può certo confessare che è stato mio padre, quel giorno che mi chiese il divorzio...


- Ti credevo un uomo migliore, Rufus. Credevo che l'amassi davvero.
- Io volevo dei figli, Vertumnus, e lei non può darmene. In ogni matrimonio dovrebbero essercene, altrimenti non ha nessun valore.
- Tu... troll... cane schifoso...

Mio padre finì ad Azkaban con l'accusa di aver causato danni permanenti a un Auror nel fulgore della sua carriera. Avevo quasi quarant'anni allora... ma ero sempre la sua bambina...

Lacrime scorrono sulle mie guance, mentre mi chiedo se faccio bene ad alimentare un sentimento che non so dove mi possa condurre... perché dopo quel duello non è stato solo Rufus a restare zoppo, ma anche il mio cuore. Mi sentii in colpa per molto, molto tempo, e non fui più in grado di fidarmi di un uomo. Eppure nessuno gli rimproverò nulla... anzi, lo nominarono Capo Dipartimento, e ora se ne sta a fare il bello e il cattivo tempo sulla vetta del nostro mondo, ma senza avere nessuna idea di come sconfiggere Tu-sai-chi, con una paura tremenda addosso, a raccontare bugie anche a se stesso.
Basta.
Lui non può più ferirmi.
Certo, posso continuare a ricordare e farmi del male, ma non posso far finta di niente, adesso è come se qualcosa si fosse risvegliato in me, e mi fa sentire viva -

(Feeling Fine)

e vorrei che quest'emozione non finisse mai... vorrei lasciarmi alle spalle tutte le sofferenze e i rimpianti del passato... lasciarmi
(incantare)
amare da un uomo di cui, finalmente, ho piena fiducia.




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comunicazione di servizio: sembrerebbe un finale, ma (purtroppo per voi) non lo è. sono previsti altri chap.

grazie a...
ferao: Lei E' di suo un personaggio bellissimo, non credo che la Rowling la immagini diversa da così. Certo da questo capitolo in poi forzo un po' la mano, e questa fic assomiglierà sempre di più ad uno sceneggiato radiofonico, ma beh... la mia fantasia lavora in questo modo.
HermyKitty: sì, proprio così, per me è il massimo scrivere questa fic. Ma capisco che leggerla non sia altrettanto piacevole. E' una sbrodolata romantica, me ne rendo conto, ma non posso proprio farne a meno. Quanto all'aggettivo "patetico", provo a mettermi nei tuoi panni. In effetti, detesto come Flitwick viene dipinto nei film dal 2 al 5. Assolutamente orribile e sì, un ruolo ai limiti del grottesco. Adoro invece com'era nel primo film, molto goblin-esco e "fantasy", e mi faceva una tenerezza incredibile. La Rowling però non approva nessuna di queste due trasposizioni del personaggio; lei lo vede semplicemente come un "tiny little man". E' buffo, sicuramente, ma la sua originalità e autoironia deve per forza coincidere con una superba intelligenza, altrimenti non sarebbe stato designato a capo della Casa dei Ravenclaw. JKR sa quello che fa (quasi sempre!)^^
Feux: che dire? C'è abbastanza di me in questa storia, anche se Remus nell'altra fic mi somiglia di più! Visto che i Ravenclaw sfornano poesie anche qui?^^
   
 
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