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Autore: TurboLisbeth    24/05/2013    2 recensioni
Un pericoloso quanto scaltro assassino, una delirante e malvagia Setta di Confratelli, un’ audace giovane donna, un uomo tanto ingenuo quanto onesto che si ritrovano invischiati in un’appassionante storia dall’intreccio mozzafiato.
Il ritmo della storia è serrato, nuovo, frutto della mente (perversa se volete) di due giovani autrici.
Cosa vi riserverà la storia? Aprite la pagina … il racconto vi attende!
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Di assenze, di fughe e di ritorni


[Micol]

In Algeria, quei maledetti ci hanno drogato e portato in Algeria, come diavolo ci sono riusciti? Fortunatamente vicino al rifugio c’era ancora il piccolo aereo privato con il quale ci hanno portato qui.

- Lo sai guidare? – mi chiede lui ancora con il fiatone.

- Ci posso riuscire! Non sarà tanto diverso da un elicottero… - lui mi guarda perplesso – non fare quella faccia, non abbiamo un altro modo per tornare in Italia, non ci possiamo permettere nemmeno un barcone per gli immigrati…

Alcuni spari interrompono la nostra conversazione e mentre io cerco di mettere in moto l’aereo, lui cerca di coprirci le spalle.

- Dove atterriamo? – mi chiede una volta che siamo in volo.

- C’è una piccola pista privata in Toscana, voglio provare ad arrivare lì…

- Provare?

- Non rompere e apri le cartine… - gli dico mettendolo, subito a tacere.

Arriviamo chissà come in Italia, e atterriamo, dove mi aspettavo, da qui le nostre strade si dividono e iniziano le quarantotto ore di tregua che ci siamo promessi!

 

 

[Riccardo]

Mi sono svegliato e lei non c’era. L’ho cercata a casa sua, in biblioteca, alla sinagoga e non l’ho trovata da nessuna parte (sì, lo so, non sarei dovuto uscire, ma è stato più forte di me).

Per la prima volta nella mia vita ho proprio dimenticato gli impegni presi, mettendomi in pericolo e sinceramente non me n’è importato un fico secco. Perché Micol è sparita ed io non so dov’è.

Ho passato il tempo a casa sua, a fare e disfare qualsiasi cosa a vacante. Quando ho terminato, le energie mi sono messo a fissare il telefono imbambolato nella speranza che mi chiamasse lei o almeno un Firas indispettito che mi annuncia un’altra missione di Micol, indispettito poiché costretto da una persuasiva Micol a tenermi aggiornato in caso di assenze ‘di servizio’.

Purtroppo nessuno ha chiamato.

Sto impazzendo lentamente: non posso chiamare Firas (non so dove trovarlo e gli agenti di sorveglianza non sono stati d’aiuto), non posso andare da mia madre alla casa protetta (e se Micol tornasse qui?), non posso neanche andare alla polizia e per dire cosa?!? Ehm, scusate, sono Riccardo Seri, morto resuscitato, e la mia attuale fidanzata, nonché super agente del Mossad, è sparita?!?!? È la volta buona che mi spediscono al centro d’igiene mentale.

Non mi rimane altro che fissare prima la porta e poi il telefono per tornare a guardare la porta e poi il telefono e continuo così fino al crepuscolo.

 

[Firas]

- Cosa?????????????????? Come avete fatto a farvelo scappare?!?!?!?

Sono fuori di me, quel dannatissimo docente universitario, nonché partner della mia agente sotto copertura, è sparito da sotto gli occhi degli agenti di sorveglianza, così, nel nulla!

- Sono contento di vedere che abbiamo speso bene i soldi del vostro addestramento. Complimenti, davvero – dico gelido a due imbarazzatissimi, giovani e alquanto inesperti agenti del Mossad, che passeranno alla storia per i due che si sono fatti infinocchiare da un professorino imberbe.

Ora, oltre al resto, devo preoccuparmi di recuperare anche il giovanotto. Dove diavolo sarà andato a cacciarsi?!?!

Quanto vorrei che Micol fosse qui con me al momento, i due hanno una fastidiosissima intesa e una complicità ancor più snervante (ok, forse sono un po’ geloso, ma Micol è come una figlia per me), lei saprebbe dove trovarlo, ma, ahimè, anche lei non si trova. La mia preoccupazione al riguardo è minima, so bene che quando si perde dentro ad un’indagine come questa perde anche il contatto con la realtà.

Mando a cercarlo nel suo studio all’università, a casa sua, a casa della madre, nei soliti posti che frequenta il professorino e niente.

Durante le due ore passate a cercare quell’imbecille, mi vengono anche a dire che Anna Rita ha chiesto di Micol e del figlio insistentemente, ma io non ho risposte da darle.

Cerco Micol al cellulare, più e più volte, e non risponde, evocando così in me un bruttissimo presentimento. Prima di fare qualsiasi altra cosa, andrò a casa di Micol per verificare che quella pazza impulsiva non sia semplicemente stramazzata sul letto per l’eccessiva stanchezza, dimenticandosi di avvertire chicchessia.

 

[Riccardo]

Mentre sonnecchiavo, ho sentito una chiave girare nella toppa. Sono tornato di colpo vigile, mentre un piccolo raggio di speranza faceva capolino in me, ma sono rimasto deluso.

Non è Micol. È Firas.

Lui mi vede, di colpo socchiude gli occhi ed esclama:- Dannato imbecille! Mi hai fatto perdere tempo e denaro. Sei stato qui tutto il tempo?-

Annuisco brevemente.

 

[Firas]

Non ci credo, è scappato dalla casa protetta per venire qua, chissà perché poi.

- Voglio parlare con Micol, va di là in camera e dille di rendersi presentabile – gli dico in malo modo, è evidente che si sono ritrovati qui per ‘giocare al dottore’, ma il terrore che si fa strada nei suoi occhi è più esplicativo di ogni altra cosa.

- Lei non è qui. Non è da nessuna parte. Non l’avete mandata in missione?

La consapevolezza che Micol è sparita mi attanaglia le viscere, nel terrore che lui l’abbia presa, lui lo Scheletro Danzante.

Ad aggravare maggiormente la situazione ci si mette anche lui, il professorino, che comincia ad andare fuori di testa, accusandoci di essere un branco d’incapaci manigoldi (già, ha detto proprio manigoldi, qualunque cosa voglia dire lo scoprirò, non appena avrò cinque minuti e la possibilità di mettere le mani su un dizionario d’italiano).

Riccardo Seri e la sua scena madre da pazzo scatenato mi stanno facendo perdere lucidità e ora come ora, l’unica cosa che può essere d’aiuto alla mia piccola libellula è che io resti lucido.

Sono costretto a strattonare un professorino ormai in preda ad un’allucinante crisi isterica, ma non si calma tanto che sono costretto a dargli un ceffone che lo scaraventa a terra, dove rimane senza fiato a guardarmi con occhi sgranati.

- Datti una calmata, Micol è importante per me forse più di quanto lo sia per te, ma ho bisogno di mantenere il controllo di me stesso, se vogliamo avere una speranza di trovarla viva.

- Scusami, mi sono comportato da idiota.

- Non chiedere mai scusa. È un segno di debolezza.

- O di forza – mi dice lui, rimanendo a terra.

Mentre mi scervello a trovare una soluzione, cominciamo a parlare e intravedo in lui l’uomo che ha fatto innamorare Micol, perché lei lo ama, è chiaro.

- Firas, la troverete, vero? Voi siete del Mossad, potete farcela.

- Non siamo mica onnipotenti, però la troveremo, costi quello che costi – gli prometto, mentre ricomincio a interrogarlo sull’ultima giornata di Micol. Quantunque sia uno scienziato, costui è un uomo attento ai dettagli e i dettagli sono la cosa più importante adesso, perché sono ciò che contraddistinguono lo Scheletro da tutto il resto ed io DEVO sapere se c’è di mezzo lui.

Dopo un tempo infinito passato a parlare e a riflettere, a riflettere e a parlare, mi chiede: - Che cosa farò io se lei muore? –

 

[Micol]

- Tranquillo, tanto io non muoio, Ric. -

Sobbalzano, è evidente non mi hanno sentito entrare. Vedo i loro occhi dilatarsi dallo stupore prima e dalla gioia poi.

Li abbraccio, godendomi questo momento, che però finisce troppo presto.

- Ric, devo fare rapporto a Firas.

- E fallo, io non ho intenzione di perderti di vista.

Firas scuote la testa. – Allora, cosa diavolo hai combinato questa volta?

- Io non ho fatto niente, - rispondo mettendo il muso – sono stata rapita…

Inutile dire quanto i due non mi lascino nemmeno il tempo di spiegare.

- Lo Scheletro ti ha rapito? – chiede Firas infuriato, coadiuvato da quel cretino di Riccardo – Che ti ha fatto quella bestia?

- Non è stato lo Scheletro, anzi, hanno rapito anche lui, ci hanno portato via insieme.

- Spiegati! – Grida Firas tirando un pugno sul tavolo – dove diavolo sei stata?

- In Algeria, ci hanno drogato e portato in Algeria.

- Chi?

Alzo il sopracciglio, scettica, come ha dire mi hai davvero fatto questa domanda?

- La Confraternita. Ora sedetevi, state calmi, che vi racconto tutto, ma vi prego prima devo bere qualcosa…

Li lascio lì, metre mi scolo una bottiglia d’acqua, nella mia cucina, e riordino le idee.

- Siete calmi? – chiedo loro una volta tornata nel soggiorno e loro annuiscono, vedo che trattengono a stento, l’uno l’ansia, l’altro la rabbia, decido di accontentarmi e mi siedo di fronte ad entrambi.

- Mi hanno drogato, non chiedetemi come, non ne ho idea, quello che è sicuro è che quei maledetti sanno giocare con la chimica, non ho avuto percezione del viaggio, mi sono svegliata in una cella. – Firas mi guarda in maniera eloquente, ed io rispondo alla sua muta domanda – sì, hanno drogato anche lui, solo che lui si è svegliato molto prima di me, credo che il consumo di droghe abituale che fa lo renda meno sensibile… insomma, quando mi sono svegliata, con Charlie…

- Charlie?? – mi chiedono in coro.

- Sì, mi ha detto di chiamarsi così, so che non è il suo vero nome, ma quando tenti una difficile fuga da una simpatica prigione algerina, urlare scheletro poteva essere scomodo…

Arrivo con non poche interruzioni alla fine del resoconto, e mi lascio andare sulla poltrona e chiudo gli occhi. L’adrenalina dell’azione comincia a scemare e la stanchezza e i lividi si fanno sentire prepotentemente.

- C’è solo una cosa che non capisco, - dice Firas a mezza voce – come hanno capito che sei un agente del Mossad?

- Non lo sanno, secondo noi non lo sapevano.

E torno con la mente alla conversazione avuta in aereo, con lo scheletro...

 

- Avevo capito che non mi avresti fatto saltare la copertura? Hai detto loro anche che Riccardo è vivo? –gli chiedo infuriata mentre mantengo questo coso per aria.

- No! Sono un assassino, ma la mia parola ha un valore. Credono che Sofia sia una mia vittima, ed io me la prendo con piacere, voglio dire hai fatto un ottimo lavoro, non ho detto loro chi sei.

- Perché diavolo mi hanno presa allora?

- Devi arrivarci da sola mia cara…

- Lo sai?

- Mi sono fatto un’idea…

- Che condividerai?

- Posso solo dirti che le persone che stai proteggendo c’entrano qualcosa…

 

- Le persone che stai proteggendo c'entrano qualcosa? Che cos’è?!? la sibilla?!? – mi chiede Ric palesemente irritato, mentre Firas centra il punto.

- Sì, ma la vera domanda è, chi sanno che stai proteggendo?

- Esatto, sanno solo che io sto accanto ad Anna. – dico fissando il mio capo, notando come la nostra complicità sia rimasta tale, mentre Ric non la prende bene.

- Mia madre… cosa c’entra lei con tutta questa storia?!

- Non lo so, ahava sheli, ma qualcosa c’entra… - gli dico guardandolo dolcemente, sperando si calmi - devo chiederti una cosa seria…

- Perché questo era uno scherzo?

- Nulla è più uno scherzo ormai, ti chiedo, ti sottoporresti a una seduta d’ipnosi condotta da Firas?

Lanciata la bomba, lascio i due in salotto, dicendo che devo dormire un po’. Se conosco il mio capo, ci penserà lui ad aiutarmi a convincerlo.

 

[Firas]

Anche la mia Shapirit crede che Riccardo sia più coinvolto di quanto lui sappia, ora dobbiamo solo convincere quest’uomo di scienza a credere nelle possibilità dell’ipnosi.

- Sai cosa significa ahava sheli? – gli chiedo a bruciapelo, allontanandolo dai suoi pensieri, lui scuote la testa in segno di diniego.

- Mio amato. – lui mi guarda stupito ed io so di aver fatto centro.

- Forza, Romeo torniamo al rifugio, Micol ci raggiungerà quando si sveglierà.

- ma … non…

- Non tirare la corda, forza. – dico mentro gli indico la porta dell’appartamento.

 

 

 

 

 

 

  


 



 

 


Siamo tornate, e con noi questa storia, ci stiamo avvicinando molto velocemente alla fine.

L'ipnosi potrà essere la soluzione che chiarirà le cose? Quante cose davvero conosce Riccardo?

Vi abbiamo abbastanza incuriosito?


Sempre grazie a chi ci legge continuando a seguirci.


Vi ricordo il link al nostro gruppo... per spoiler, foto, e noi due autrici... Otherwise-good's Corner

  
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