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Autore: AlyeskaGnac    24/05/2013    3 recensioni
Sono passati 3 anni dalla morte di Suoh, l'Homra non esiste più...ma qualcosa sta per accadere, qualcosa che costringerà un'importante alleanza, qualcosa che cambierà il mondo.
Vedi quelle persone Yata-San? Vedi? Loro sono vive, loro sono liberi di scegliere il proprio destino, il proprio scopo, io no. Io sono stata creata con l'unico scopo di eseguire gli ordini installati nel microchip all' interno di quello che i creatori chiamano cervello. Il motivo per cui sono qui è perché anch'io voglio diventare viva e non essere più controllata da un telecomando illusorio, voglio diventare come quelle persone che ancora non hanno un loro scopo ma che sono libere. Finché ciò non accadrà resterò solo una macchina da guerra creata per uccidere.
Ognuno di noi vive cercando uno scopo, ma loro esistono solo col fine di realizzarlo. Create da un corpo che un tempo era umano, usate per uccidere...tutte tranne una, nel cui sangue scorre il DNA del re rosso e di una ragazza un tempo viva.
Genere: Azione, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Misaki Yata, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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I'm with you

Tre anni dopo la morte di Suoh Mikoto ciascun membro dell’ Homra ha preso la sua strada. Izumo gestisce ancora il Bar, ma a parte Rikyo e Misaki che ogni tanto vanno a trovare la piccola Anna, gli altri molto raramente ci ritornano, quel posto per ognuno rappresentava una seconda casa, una famiglia nel vero senso della parola, ma ora che Suoh non c’era più…era come vuota.

 
Nel frattempo, in una parte remota del Giappone, degli scienziati stavano rielaborando i risultati della loro ultima ricerca.

 

- Signore, il progetto blu è quasi al completo, la prima dose di DNA è stata inserita nella metà sinistra, entro quarantotto ore potremo inserire la seconda dose nella metà di destra.
Un uomo sulla quarantina d’anni voltò il viso verso uno dei suoi assistenti.
- Perfetto, il progetto rosso e il progetto verde come procedono?

 

- Il progetto verde deve ancora ricevere entrambe le dosi di DNA, mentre quello rosso…Sembrerebbe completo.
- …Voglio vederla.
Si diressero entrambi in una stanza in parte buia e in parte illuminata. La sorgente da  cui proveniva quella lieve luce, di uno strano verde acqua, si trovava proprio al centro della stanza. I due uomini si avvicinarono alla grossa colonna in vetro da cui partivano i raggi, osservando ciò che l’interno conteneva.
- Akane…E’ bellissima!
Disse il più vecchio dei due di fronte al corpo inerme di una giovane ragazza che galleggiava all’interno di quella colonna luminosa.
- Quanto tempo ci vorrà perché apra gli occhi?
Chiese impaziente continuando a guardarla.
- Reagisce già hai suoni, presto dovrebbe svegliarsi…Inizialmente apparirà stordita, ma grazie al comunicatore non dovremmo avere molti problemi.
I due uomini sfogliarono la lista di ologrammi che avevano creato per decidere la fisionomia dei progetti, si fermarono su quello raffigurante la ragazza dinanzi a loro.
- E’ identica a Suoh…
Disse il più giovane, chiudendo poi il file e dando altre istruzioni ai suoi subordinati.
- …Potrebbe anche diventare migliore di Suoh…al suo interno vi è il DNA del re rosso, che sommato al suo corpo meccanico la rende una macchina da guerra.
- Signore, non pensa che possano ribellarsi? Dopotutto hanno un intelligenza superiore a quella dei comuni androidi…Anzi…Aggiungerei quasi umana.
L’uomo sulla quarantina fissò a lungo il suo compagno.
- Non dire sciocchezze, una macchina è e una macchina rimane, non hanno libertà di pensiero.
Detto ciò si diressero entrambi al di fuori della stanza. I ricercatori notarono un cambiamento del flusso nella zona 5 di quello che chiamavano “cervello”.
- Sembrerebbe…che Akane abbia reagito a quanto detto dal comandante…
Fu il commento di uno di loro.
 
***
 
- Ehi Anna-chan! Guarda un po’ che ti ho portato!
Un giovane ragazzo di circa ventidue anni stava sventolando davanti ad una ragazzina di quattordici l’ennesima copia del suo cd.
- Yata-san…non m’interessano i tuoi dischi.
Rispose facendo incupire il giovane che si allontanò fingendosi triste.
- Tsk…Sai quante ragazze vorrebbero riceverne uno dalle mie mani…
Disse roteando la custodia un paio di volte prima di lasciarla sul bancone del bar.
- E pensare che fino a qualche anno fa il solo parlare di ragazze ti metteva a disagio!
- Izumo-san…Le cose sono cambiate e adesso sono parecchio costretto a stare vicino alle ragazze, quindi non ho proprio nessun disagio nel parlare di loro.
Ribattè fiero di se stesso.
- Neh, poi appena si avvicinano però diventi bordeaux!
Anche in quel momento il giovane ragazzo arrossì per l’imbarazzo, facendo così intendere che quanto diceva Rikyo-san era vero. Il  telefono squillò e notando che era il suo manager a cercarlo rispose. Dopo un paio di minuti chiuse la telefonata guardando i tre di fronte a lui.
- Devo andare, Ken mi aspetta e se non mi sbrigo me la farà pagare cara!
- Che succede Yata-san?
Chiese la ragazzina dai lunghi capelli bianchi e grandi occhi cremisi.
- Ho un incontro con i fans nella piazza centrale tra quasi due ore e devo prepararmi, ci si vede!
Salì sul suo skateboard fuori dal bar dell’Homra e si allontanò su di esso sempre più velocemente.
- Non siamo più uniti come una volta…Izumo-san.
Il biondo si pulì gli occhiali dando una rapida occhiata alla piccola Anna, forse non più tanto piccola, e rientrò nel locale.
 
***
Nel  frattempo il progetto rosso stava cominciando a dare segnali del suo risveglio e tutto sembrava perfetto, fino a che…
- Comandante…c’è un problema!
- Che genere di problema?
Il subordinato aprì il file del progetto numero uno, facendo notare che un grosso errore era stato commesso...e quell’errore venne reso visibile nell’esatto momento in cui la ragazza aprì finalmente gli occhi. Uno color ambra, proprio come quelli del potente re rosso, l’altro invece era viola, un viola molto scuro e profondo.
- Sembra che accidentalmente sia stata somministrata una dose differente di  DNA nella metà di sinistra, il DNA di una ragazza.
Il comandante spalancò gli occhi. Chi poteva aver commesso un tale errore?! Cercò di ricomporsi e mantenere una calma apparente.
- Umpf…beh non dovrebbe cambiare molto, resta sempre sotto il controllo dei comunicatori.
La giovane ragazza abbassò lo sguardo verso i due uomini, riconoscendoli, ricordando i loro discorsi, ricordando ogni singola parola che il suo file di memoria aveva salvato nella fase di elaborazione del corpo.
Lunghi capelli rossi, grossi occhi bicolore, corpo snello pressoché perfetto, seno prosperoso, viso dolce e aggraziato, così appariva colei che sarebbe dovuta essere una macchina da guerra.
- Signore…il DNA di quella ragazza mescolato a quello del re rosso potrebbero causare danni al sistema centrale…potrebbe dotarle di una mentalità sua.
- E perché mai?!
- Perché i comunicatori sono impostati per i sette re, sono collegati col DNA prelevato inconsciamente ad ognuno di loro, questo potrebbe dunque impedire ad una parte del suo sistema di rispondere adeguatamente ai nostri comandi!
Un mugolio uscì dalle labbra della ragazza.
- Papà…voglio uscire di qui.
I grandi occhioni diventarono lucidi, guardando in modo supplichevole l’uomo di quarantotto anni.
- …Bisogna sedarla, arrestate il sistema adesso!
- Signore, in questo modo rischieremmo di danneggiare l’unità centrale, potremmo perderla.
- Preferisco distruggerla piuttosto che morire!
La ragazza metà umana catturò quei suoni che normalmente erano chiamati “parole” e ne decifrò il significato.
- Signore, non sembra intenzionata ad attaccare, potremmo provare a risolvere le cose in altro modo!
- Ho detto di distruggerla!
Il suo “cervello” mandò un forte impulso alla giovane, pericolo, doveva scappare da li.
- Papà…ho freddo…voglio uscire di qui.
Un’aura rossa le circondò il corpo facendo esplodere la colonna e mandando in tilt i computer del sistema dei comunicatori; fluttuando poggiò i piedi a terra, avvicinandosi al suo creatore.
- Papà…
L’uomo dinanzi a lei tirò fuori una pistola, puntandogliela contro pronto a sparare. La rossa tremò leggermente, quando ricevette un altro impulso dal sistema, un impulso dall’altro DNA.
- Papà…perché?...Tu mi hai creata…Perché ora vuoi…Farmi questo?
Chiese in lacrime mentre gli occhi dell’uomo si spalancarono, il DNA inserito all’interno di quella macchina...
Premette il grilletto senza alcuna esitazione, poi il rumore dello sparo.
 
***
- Ohi Yata-san! Quanto ci hai messo per trovare un pullman eh?!
Un ragazzo sui circa ventisette anni con corti capelli verde scuro, sottili occhi azzurri e pelle bronzea corse verso il ventitreenne che tranquillo prendeva sotto braccio il suo skate.
- Gomennasai Ken!...Ero andato a trovare dei vecchi amici.
Il più alto dei due si arruffò i capelli dandosi un aria ancora più selvaggia.
- Dai andiamo, ti stanno aspettando.
Misaki si tolse il giubbino in pelle nera che indossava prima di entrare nella sala registrazioni dove già molte ragazze lo attendevano fuori. Da quando aveva casualmente incontrato Ken il quale aveva deciso di buttarlo nel mondo dello spettacolo era sempre così, e mentre cercava di nascondere l’imbarazzo per il sesso opposto, si ritrovò a pensare quanto gli mancassero i giorni nel Homra, quanto gli mancassero tutti i suoi vecchi compagni, ma in particolare a quanto gli mancasse il suo re. Avrebbe volentieri eliminato quel deficiente di Munakata se non l’avessero fermato Saruhiko e gli altri.
- Tsk…ma che mi viene in mente?
 
***
Il rumore era stato avvertito chiaramente, ma nessun proiettile perforava quel bel corpo sinuoso privo di vesti.
- Scusami papà, ma non voglio restare con te…mi fai paura.
Un successivo impulso, questa volta mandato dalla parte meccanica, fece trasformare il suo braccio in quello che il computer definiva cannone ad onde soniche, e lo puntò verso il soffitto.
- Voglio andarmene…
Prima di colpire il tetto della struttura le venne alla mente l’immagine di un ragazzo: Capelli castani, coperti da un berretto nero, occhi nocciola…Fine. La visualizzazione di quella persona durò poco, poi il colpo partì sfondando il muro aprendo un grosso varco dal quale uscì velocemente per mezzo di due ali meccaniche create dal suo computer interno.
- Signore! State bene?!
-…Svegliate il progetto blu…non possiamo permetterci che un ibrido come quello vada in giro per tutto il Giappone!
Coloro che erano considerati i Creatori  aumentarono la dose di DNA al progetto numero due, il progetto blu, in modo da velocizzare il processo di risveglio, tutto ciò durò per quasi due ore.
- Aoi…svegliati.
La bella giovane dai lunghi capelli celesti e occhi blu come il mare fece quanto ordinato dai suoi creatori, lei a differenza della rossa era perfetta, non vi erano stati problemi durante il processo di elaborazione, cosa che invece si era verificata con Akane, che involontariamente aveva fulminato due collaboratori al progetto.
Il comunicatore, definito anche come telecomando invisibile, funzionava benissimo.
- Padre…quali sono i vostri ordini?...Ditemi ed io li eseguirò, così come il mio scopo è quello di servirla.
- …Voglio che trovi Akane…e che la distruggi.
Lo sguardo della celeste era affilato come un rasoio, tagliente come le zanne di una tigre.
- Sarà fatto.
Disse mentre infilava le braccia all’interno di uno strano pezzo di stoffa, o almeno così lo considerava lei, facendo lo stesso con le gambe, poi dalla sua schiena uscirono le stesse ali meccaniche che aveva creato Akane, lacerando la maglia dietro.
- Un'altra cosa…non dare troppo nell’occhio.
Si alzò in aria partendo alla ricerca della fuggitiva “sorella”.
 
***
-Yata-kun ti prego possiamo avere una foto?
Chiese un ragazzina dai lunghi capelli biondo grano che affascinarono subito il maggiore.
- Ehm…C-certo!
Andò avanti così per un po’ finchè il manager della tanto richiesta “celebrità” lo trascinò via dalla moltitudine di folla.
- Ottimo lavoro Yata-san, per festeggiare ti porterò a mangiare qualcosa!
- Spero che non sia un appuntamento…
Il verde scoppiò in una sonora risata dando una pacca sulla spalla all’amico.
- Tralasciando il fatto che sono etero e che non sei affatto il mio tipo, a differenza tua ho la ragazza.
Sbuffò all’affermazione del più grande che gli consigliava di cominciare ad uscire con qualcuna.
- E’ inutile tanto non cambierai mai.
Misaki si portò una mano sotto la maglia sfiorando la clavicola sinistra, dove vi era un tempo impresso il marchio di appartenenza all’Homra.
 
***
Paura, questo provava. Angoscia, confusione, perché fosse li non lo sapeva, o almeno non voleva che fosse quella la vera ragione della sua esistenza; non voleva diventare una macchina da guerra e ad imporre questa decisione era proprio la metà umana collegata al DNA mescolato di Mikoto Suoh e della ragazza sconosciuta. Atterrò sul tetto di quella che il suo visore riconobbe come abitazione e mentre metteva a fuoco l’intera area capì che quella era una città, esattamente come i Creatori l’avevano sempre descritta,
grande, rumorosa, luminosa.
- …Devo trovare quel ragazzo.
Disse con atona mentre cercava di risvegliare qualche altro ricordo da parte del DNA femminile; ebbe successo. Le immagini si fecero più sfuocate quando intravide lo stesso giovane delle due ore prima, questa volta andava su uno Skateboard, diretto verso quello che sembrava una locanda…E non era da solo. Cercò di scannerizzare il volto del ragazzo dai capelli castani sperando che il suo navigatore potesse rintracciarlo e riprese il volo.
 
***
-Neh Yata-san! Cosa prendi?
Domandò il verde al castano che già aveva chiare le idee.
- Per me ramen!
 
***
- Uhm…Devo trovarlo…
Durante la perlustrazione della zona notò come ogni essere umano avesse addosso dei vestiti, dunque sarebbe stato meglio evitare di andare in giro nuda ed attirare troppo l’attenzione, decise di nascondere anche le ali e rompendo la prima vetrina di un negozio situato abbastanza all’oscuro dalla gente, rubò
La prima cosa che le capitò vicino e se la mise uscendo poi di corsa senza farsi notare.
Quando con tre balzi tornò sul tetto da cui era partita la ricerca, una nuova immagine si fece spazio nella sua memoria umana, il nome di un locale e al suo interno vi era lo stesso ragazzo di prima.
Fece partire la ricerca e subito il navigatore rintracciò il luogo.
-…Mitsuketa.
 
***
- Yata-san…Non eri particolarmente affamato stasera o mi sbaglio?
Disse Ken notando come non avesse toccato cibo una volta arrivato.
- …Uhm.
- Qualcosa non va?
Il più giovane si alzò con fare pensieroso dalla panca su cui era seduto, dirigendosi fuori dal locale.
- Aspetta Yata-san!
Il castano prima che potesse uscire venne fermato da qualcuno, ricevendo una forte testata all’altezza dell’addome e finendo col sedere per terra. Mentre cercava di capire cosa fosse successo si domandava chi potesse avergli dato un simile colpo, finchè non notò la figura minuta di fronte.
- M-ma…C-cosa?
Una ragazza  dai lunghi capelli rosso fuoco tutti arruffati, grandi occhi eterocromi,  quello di destra tendente al dorato, quello di sinistra sul violaceo, davvero belli. Di statura gli arrivava all’incirca al collo, mentre di corporatura era magra, con le curve al posto giusto se così poteva dire il giovane che ancora non si era rialzato. Osservandola bene gli ricordava molto Mikoto, anzi, se non fosse stato per quell’occhio viola quasi sicuramente l’avrebbe potuta considerare il suo sosia in versione femminile, ma lui non sapeva che effettivamente Akane lo era.
- Uhm…Gomennasai.
Biascicò la rossa guardando il ragazzo che aveva distrattamente buttato giù, spalancando poi gli occhi quando si rese conto di averlo trovato. Si rialzò in piedi massaggiandosi il collo.
- Non p-preoccuparti…
Improvvisamente la giovane prese la mano dell’altro come per analizzarla, sentendola così calda rispetto alla sua fredda e…morta. Tornò a guardarlo negli occhi, sorridendo.
- Misaki Yatagarasu…Io non so chi tu sia ma…sono con te.
Questa volta fu il castano a spalancare gli occhi per la sorpresa.

 
 
 

Note: Per chiunque abbia avuto il coraggio di arrivare fin qui, sappia che glie ne sono infinitamente grata ^^ Si lo so, fa un po’ schifo, ma è solo l’inizio e col passare dei capitoli le cose verranno maggiormente spiegate e definite, essendo l’inizio preferivo lasciare tutto un po’ in sospeso e irrisolto X° Che dire…spero vi sia comunque piaciuto e spero anche di ritrovarvi nel prossimo (sempre se sarà letta da qualcuno T.T).
 
Un bacio a tutti Minna! Arigatou :3 
  
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