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Autore: Cyanide_Camelia    09/12/2007    8 recensioni
Salve questa è la mia prima fanfiction su neji e hinata! Spero vi piaccia! In questo racconto Neji si innamora di Hinata durante duri allenamenti e lunghe chiacchierate insieme...spero il risultato sia buono!
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Neji Hyuuga
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Tanto per cominciare, grazie a tutte le persone che hanno recensito il primo capitolo di “Occhi”

Tanto per cominciare, grazie a tutte le persone che hanno recensito il primo capitolo di “Occhi”! Mi ha fatto un piacere immenso vedere tutti quei bellissimi commenti! Ecco, visto che vi avevo promesso che avrei aggiornato presto, questo è il secondo capitolo! Spero solo che sia all’altezza del primo T_T…Un bacione e grazie ancora!

Neji Hyuuga: wow! Che onore sono già tra I preferiti di qualcuno! Carini anche Kiba x Hinata, ma per ora continuo con Neji x Hinata, chissà un domani potremmo scrivere qualcosa a 4 mani! :P

Another day goes by…

Subito dopo colazione,  mi accordo con Neji per il nostro allenamento insieme, decidendo di vederci nel pomeriggio.

Esco nel giardino e una luce abbagliante mi avvolge con il suo tepore timido, non posso fare a meno che sorridere mentre alzo il viso per potermi sentire del tutto parte di questa bella giornata.

Camminando piano sui ciottoli che delineano il sentiero che attraversa il giardino sul retro della mia villa, ammiro i fiori invernali che si schiudono, ancora umidi di rugiada.

Mi dirigo verso i cespugli di camelie, i miei fiori preferiti. Come sono belle, così bianche, così innocenti…Allungo la mano per toccarle e provo uno strano piacere: è come se stessero cercando di comunicarmi un messaggio di gioia, di speranza che mai avevo provato prima in questa casa.

E poi perché tanta ostilità? Perché mio padre deve reputarmi un peso e mia sorella deridermi?

Persino le domestiche mi scansano, guardandomi dall’alto in basso.

Tutti pensano che io non sia in grado di combinare nulla, ma non è così. Devo dimostrare a tutti che si sbagliano, non posso restare in silenzio, non più. Non voglio più subire. E non lo farò.

Stringo forte i pugni e do uno sguardo all’orologio: è ora di andare ad allenarmi col team 8, o mi daranno per dispersa!

Arrivo al campo degli allenamenti col fiatone e subito Akamaru corre nella mia direzione, sollevando la curiosità di tutti i presenti, che si voltano verso di me mentre io accarezzo il cane e lui mi lecca la mano.

“Hinata, sei in ritardo.” Subito Kurenai mi redarguisce con severità, io abbasso lo sguardo arrossendo lievemente e cerco di giustificarmi.

“Mi…mi dispiace, maestra Kurenai, io..io ero..”non faccio in tempo a terminare la frase che Shino mi posa una mano sulla spalla per rassicurarmi.

“Non importa, Hinata, l’importante è che ora tu sei qui. Avanti, riprendiamo ad allenarci!” esclama energico Kiba, e subito io e lui cominciamo i nostri allenamenti quotidiano, ormai da quattro anni non facciamo altro che lavorare insieme, è prevedibile.

Col byakugan riesco a capire con un certo anticipo quello che farà, da dove colpirà, che mossa cercherà di usare, e puntualmente riesco a schivarlo e a colpirlo dove è scoperto.

Anche oggi è così: alla terza ora di allenamento lui è sfinito e io riesco ad assestargli un pugno gentile nel fianco destro, facendolo cadere con un calcio basso sulle caviglie.

 “Hey, vai migliorando eh?” dice lui con un sorrisetto beffardo, facendomi l’occhiolino.

Si alza e mi abbraccia con gentilezza, poi mi guarda. Ricambio lo sguardo con dolcezza e sorrido.

Guardiamo avanti tutti e due, seduti sull’erba, poi lui allunga una mano verso il mio addome e comincia a farmi il solletico. Inizio a ridere, poi mi metto carponi e allungo il braccio a mia volta, andando a fargli il solletico sotto le ascelle, fra le costole. Ridiamo entrambi allegri e ruzzoliamo sul prato, poi sento una voce familiare chiamare il mio nome. E’ Neji.

Io e Kiba ci fermiamo immediatamente. Arrossisco:siamo un po’ equivoci, lui carponi su di me e io sotto, con un ginocchio sul suo stomaco.

Ci guardiamo, poi Kiba, notato il mio rossore improvviso, si scansa e mi si stende accanto.

Io mi metto seduta con le ginocchia sotto al mento e osservo Neji dal basso, lo studio in tutta la sua altezza, in tutta la sua freddezza e…ma che penso?bellezza?..no, no, scuoto con forza la testa per scacciare via questi pensieri e il rossore che mi pervade, poi alzo finalmente il viso verso di lui e aspetto che mi rivolga la parola.

“Hinata-sama, vi ho cercato ovunque. E’ ora di pranzo e dovete mangiare se dopo siete ancora dell’idea di voler sostenere un allenamento con me. In caso contrario, potete scegliere se tornare con me o con questa…marmaglia.”

Faccio appena in tempo ad alzarmi per sorprendere Kiba in posizione d’attacco, che fissa con sguardo feroce mio cugino; lui dal suo canto continua ad osservarlo con sufficienza. Io mi limito ad abbassare lo sguardo.

“Certo che voglio sostenere l’allenamento. Eccomi, andiamo. Neji-nii-san, ti pregherei di non parlare in questo modo dei miei compagni. Grazie!” dico con un sorriso appena accennato, poi mi volto verso i miei compagni e la maestra Kurenai e li saluto con un cenno un po’ triste della mano, per poi riprendere il mio cammino verso casa, un passo indietro a mio cugino.

Come sei imponente, penso tra me e me. Spalle ampie, viso amabile sebbene crudele, portamento elegante e composto, mai un movimento di più né uno di meno.

“Neji-nii-san, come fate ad essere sempre all’altezza di tutto? Come potete essere sempre lucido? Dove trovate la forza che sprigionate in combattimento?”chiedo timida. Mi vergogno di quella domanda: ho davvero dimostrato di essere una povera sciocca.

“Dalla rabbia. E dal dolore. Non sempre è necessario rifuggere le proprie emozioni, specialmente quelle che fanno soffrire. Hinata-sama, non abbiate paura di star male. E’ nelle cose. Viviamo per le emozioni e con le emozioni che la vita ci offre, e se ci sono non è certo per essere scacciate, ma per essere provate, odiate, per combatterci contro e per vincerle, uscendo dalla lotta contro di esse più forti e con più esperienza.”

Si ferma e si volta verso di me.

Siamo occhi negli occhi (NdA. “e non serve a niente parlare, ho la mappa dei tuoi nei, la potrei disegnare”-Jovanotti) ed è strano come i suoi si rispecchino nei miei, quanta inquietudine si nasconde dietro alla calma del nostro sguardo, che tutto cela a chi non lo sa cogliere.

Sono tentata dalla voglia di abbassare il viso, sento che Neji mi sta lasciando accedere ai suoi ricordi e ho paura di farlo: quanto odio c’è verso di me?

Quando sto per soccombere all’istinto, lui blocca il mio gesto sollevandomi il mento con la mano, e io non posso fare altro che perdermi nelle sue emozioni e nei suoi ricordi: insicurezza, rabbia, tristezza, dolore. E poi all’improvviso sovviene la gioia: ci siamo io e lui che giochiamo insieme, suo padre che lo abbraccia, la prima volta che mi ha vista…ehi, questo non me lo ricordo. “E’ carina, vero papà?”..è questa la prima cosa che ha pensato di me? Che io…io…sono…carina? Chissà se lo pensi anche ora, Neji, chissà cosa pensi davvero di me.

“Basta. Ci sono cose di me che ancora non sono pronto a rivelarti. Ora andiamo”

Sobbalzo quando occlude di nuovo la sua memoria, poi ci avviamo verso casa.

***

Dopo un allenamento estenuante con mio cugino, sento che le forze mi stanno abbandonando.

“Tieni duro” mi ripeto tra me e me, e continuo a guardarlo negli occhi, a combattere, a schivare e ad incassare. All’ennesimo pugno gentile che mi arriva nello stomaco, cado a terra.

Lui si avvicina a me e mi guarda dall’alto in basso.

“Neji, non potremmo interrompere? Solo per poco…” lo imploro.

“Con tutto il rispetto, Hinata-sama, siete un’incapace che preferisce arrendersi. In battaglia nessuno vi concederà una pausa. Forse dovreste abbandonare questa vostra fissazione di lottare e dedicarvi ai mestieri della casa.” Dice, beffardo, appoggiandosi al muro e guardandomi con la sua solita arroganza.

Mi rialzo, umiliata, poi ricordo le sue parole “Dalla rabbia. E dal dolore” e riprendo la mia posizione, la postura, poi ricerco in me tutte le emozioni negative della mia vita, le raccolgo insieme, e mi sento invasa, infiammata di un vigore così nuovo, eppure così bello!

“Neji-nii-san, nessuno mi chiama incapace!” grido, e gli assesto un pugno tra stomaco e diaframma, poi lo colpisco di nuovo con un calcio sulla schiena, finché lui non ruzzola in terra.

Si rialza e mi guarda, ammirato.

“Complimenti, Hinata. Diamoci del tu, da veri pari come siamo.”dice con gentilezza.

I nostri occhi si incontrano di nuovo, come non era accaduto mai prima, proviamo una sensazione nuova, un brivido. I suoi occhi hanno un atteggiamento nuovo verso di me. Ed è bello.

Quasi inconsciamente, mi avvicino a lui, sempre di più, sempre di più.

Poso una mano sulla sua spalla, poi mi alzo sulle punte dei piedi e lo bacio sulla guancia.

Lui mi guarda interdetto e imbarazzato. Com’è curioso, sembra tanto indifeso, eppure ha il coraggio e la forza di un leone. Sì, so che sai amare come nessuno. L’ho capito ora.

Ebbene, Neji, non ti sarò da meno.

“Neji, ti ringrazio”

“Di che cosa, Hinata?”

“Di avermi insegnato finalmente come devo fare per riprendermi ciò che mi è stato tolto.”

Già. Tutto l’affetto e l’ammirazione che sento di dovermi meritare. E c’è qualcos’altro che voglio, come mai ho voluto qualcosa…Non mi era successo mai, nemmeno con Naruto-kun.

E questa cosa sei tu.

                                                                         

  
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