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Autore: RomanticaLuna    24/05/2013    1 recensioni
La famiglia Malfoy, rispettata da generazioni e temuta, ha la "sfortuna" di accrescere con un nuovo componente "diverso". Una nuova avventura tra maghetti, una ripresa della vecchia storia dei Malandrini, una FF di amicizia, amore e divertimento. =)
Genere: Avventura, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Draco/Astoria, Lucius/Narcissa, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Mia cara Daphne, non so perché ma immaginavo che avresti stravolto la tradizione della famiglia. Nessun problema, io sono sempre e comunque fiero di te.
Divertiti e studia, noi ci vediamo presto a casa. Ti salutano anche i nonni, un bacio, papà.
Ps. Non cacciarti nei guai.

Una lettera corta e concisa che le faceva capire che il padre non aveva preso bene la notizia, sebbene cercasse di nasconderlo. Ma la accettava, nonostante tutto, e questo la rendeva felice. D’altronde non poteva passare la vita ad accontentare i suoi famigliari, lei doveva vivere come voleva, libera dalle costrizioni e dagli ideali dei Malfoy.
“Ehi Malfoy, spicciati! Non vorrai arrivare tardi già dal primo giorno?” le urlò Paul Black, in piedi accanto al ritratto della signora Grassa che nascondeva l’entrata.
La serata precedente si era rivelato dolce e simpatico ed aveva deciso di accoglierla sotto la sua ala protettiva per quei primi giorni di scuola, come un secondo fratello maggiore, solo Grifondoro.
Daphne non aveva ben capito perché lui, un giovane bello e consapevole di esserlo, del quarto anno, per giunta, si prendesse la cura di parlarle.
“Arrivo! Mi ricordi la parola d’ordine?” finì di pettinarsi i lunghi boccoli e li legò in una coda alta.
“Ghirigoro e grano d’oro” ricordò il giovane moro, i suoi occhi la studiavano ed un sorriso sbarazzino comparve sul volto.
“Ok, andiamo” esclamò Daphne, schioccandogli le dita di fronte al viso. Anche Bryan si unì a loro, due libri tra le braccia ed una scatola di cioccolatini nascosta nello zaino.
“Ehi Black!” urlò una voce maschile proveniente dalle loro spalle.
“Ehi! Come va? E’ tutt’estate che non ci vediamo!” gioì Paul vedendo il ragazzo dai capelli scuri, occhi chiari ed un sorriso ironico sulle labbra.
Daphne si sentì in imbarazzo di fronte al suo sguardo indagatore e non riusciva a capire perché non smettesse di guardarla. Strattonò per la manica Bryan per continuare insieme a lui il percorso verso la Sala Grande, ma Paul la fermò con un'occhiata.
“A già, che maleducato. James Sirius Potter, lei è Daphne. Daphne, loro sono James ed i suoi fratelli, Albus e Lily” esclamò indicando i tre giovani Potter.
“Daphne dici è…non sarà mica la Malfoy!” urlò James, ricordando uno sprazzo della serata precedente.
Lei annuì intuendo che si stava creando tensione nell’aria. Non era stupida, sapeva che suo padre ed il padre di quel ragazzo erano rivali quando frequentavano Hogwarts (Draco ne aveva parlato spesso a casa), ma sperava con tutto il cuore di poter vivere la sua vita, non quella dei suoi genitori. Continuò a squadrarla per un bel momento, in silenzio.
“Dai, facciamo tardi a colazione! Devo vedere Lysander!” si lamentò Lily, una ragazza dalla figura slanciata e longilinea che si affaticava a strattonare per la camicia il fratello maggiore.
Si incamminarono insieme verso la Sala Grande, già ricca di voci eccitate.
Le lezioni sarebbero iniziate nel giro di qualche ora e nulla rendeva più felice Daphne. Non le importava della lettera striminzita del padre e nemmeno degli sguardi accusatori che sentiva arrivare dall’altra parte della stanza. L’importante, per lei, era potersi divertire, farsi nuovi amici, vivere avventure strepitose ed imparare cose sempre nuove!

****

Un uomo giovane si diresse verso la tavolata Grifondoro, si sedette accanto a Bryan ed attirò l’attenzione delle graziose signorine che parlavano animatamente di fronte a lui.
“Bene, ragazzi, oggi cominceranno le vostre prime lezioni. Ovviamente vi auguro di divertirvi, oltre che istruirvi. Hogwarts sarà la vostra casa per molto tempo, il Grifondoro la vostra famiglia. Ogni buona cosa che farete o direte vi farà guadagnare punti. Al contrario, se vi comporterete male o non ascolterete i professori, perderete punti” spiegò il giovane insegnante, gesticolando con le mani. I ragazzi annuivano in simultanea, lanciandosi occhiate di pura felicità.
“Bene, perfetto, questi sono i vostri orari per la settimana. Buona scuola!” e, detto ciò, li lasciò con dei piccoli ritagli di pergamena completamente scritti.
“Ehi Daf!” urlò Scorpius, raggiungendo la sorella che stava uscendo dalla Sala Grande. Lei lo guardò ancora assonnata, poi gli mostrò un sorriso a trentadue denti e gli saltò al collo.
“Mi spiace non essere finita nella tua casa, Scor, ma guarda, sto già facendo amicizia” ed indicò Paul ed i fratelli Potter che lo seguivano.
“Già. Sinceramente avrei preferito tenerti d’occhio da vicino…posso parlarti? In PRIVATO” sottolineò particolarmente le ultime parole, ricevendo in cambio occhiate di disgusto dal resto dei ragazzi.
“Ma che diavolo ti sei messa in testa? Loro non saranno mai tuoi amici! Non ti ricordi le storie di papà? I Potter hanno sempre avuto pregiudizi nei nostri confronti…James Potter mi odia da quando ho messo piede ad Hogwarts e tu ci giri insieme?” Daphne si spaventò sentendo il tono di rimprovero del fratello, ma reagì sorridendo.
“Le storie di papà risalgono all’era del giurassico” rise “Sono simpatici, non mi giudicano e mi stanno ad ascoltare! Al massimo sarebbero loro a dover considerare ME una nemica, non al contrario. Ti ricordo che fu la nostra famiglia a far una pessima figura durante la guerra magica, non la loro” Uno schiocco sonoro aleggiò nell’aria. Daphne si massaggiò la guancia con mano tremante.
Doveva mostrarsi forte, non doveva piangere. Era ad Hogwarts, il che significava che non era più una bambina bisognosa di protezione, era cresciuta e doveva arrangiarsi da sola.
Scorpius le diede le spalle e si diresse dal lato opposto del castello, mischiandosi con gli amici che lo aspettavano vicino alle scale.
“Malfoy!” urlò la voce strafottente di James Potter, ridendo mentre le lanciava pezzi di carta. Daphne si ricompose prima di girarsi dalla loro parte con un sorriso allegro.
“Ti accompagnamo fino alla tua aula…” si offrì Paul, ricevendo un sorriso grato dalla nuova amica, che ringraziò i tre adolescenti.
“Prima lezione: Erbologia. Sei arrivata. In bocca al lupo, mocciosa!” esclamò James, continuando la sua camminata verso la Foresta.
“Non starlo ad ascoltare. Per pura casualità non è finito in Serpeverde e punta tutta la sua immagine sul suo cognome. Ti sarà meno fastidioso quando imparerai a conoscerlo!” le sussurrò Paul, prima di salutarla.
“Cazzata enorme! Sarà sempre e solo peggio…credi a me, ci convivo da 13 anni!” ribatté Albus Potter, un bel ragazzo con i capelli neri e scompigliati, gli occhi verde smeraldo ed un dolcissimo sorriso sulle labbra.
Daphne entrò in aula, insieme ad altre cinque ragazze, facendosi coraggio ed affrontando lo sguardo del professore a testa alta.

****

“Potter!” urlò la famigliare voce di Scorpius Malfoy in direzione della più piccola della famiglia. Lily Luna si guardò attorno con circospezione cercando con gli occhi l’aiuto delle amiche, prima di sfidare il ragazzo che l’aveva chiamata.
“Vieni un attimo” disse, più calmo. Non era circondato come al solito dai suoi amici e questo la calmò.
“Sono fidanzata, Malfoy. E, anche se non lo fossi, non mi metterei mai con uno come te” esclamò gelida. I suoi capelli rossi si libravano nell’aria, gli occhi verde-azzurro lo sfidavano in una maniera che il Serpeverde considerava provocante.
“Nemmeno tu, Mezzosangue. Ma ho bisogno del tuo aiuto, sfortunatamente” sputò le parole come se non fossero degne di esser pronunciate da lui ed era schifato persino dall’offerta che stava per proporle.
“Sputa il rospo” disse lei, sicura di sé e con tono altezzoso.
“Ho bisogno che tieni d’occhio mia sorella. Non voglio che i tuoi amici la tocchino con le loro dita sudice. Lei è una Purosangue, non voglio che le succeda qualcosa. Capito? Farò tutto quello che vuoi, in cambio” lo disse tutto d’un fiato, come una filastrocca imparata a memoria, gli occhi al cielo e le mani in tasca, l’espressione arcigna e di puro odio dipinta sul viso.
“Gentile come sempre, non è vero Little Prince? Per tua informazione non mi sembra che la piccoletta abbia bisogno della tua protezione. Se il suo carattere è perfido ed infimo come il tuo, la molleranno a sé stessa entro pochi giorni. Per ora sono attratti solo dal suo visino d’angelo e dai suoi modi da bambina innocente" lo sfidò con lo sguardo, poi una luce le brillò negli occhi e continuò "Li sentivo giusto parlare di una scommessa qualche sera fa: chi riusciva a portarsela a letto per primo, mi pare fosse questa” con due dita si toccò il mento, gli occhi al cielo in una finta aria pensierosa.
“Puttana Mezzosangue, come osi? E' solamente una bambina!” urlò Scorpius, stringendo la bacchetta e puntandola al petto della giovane.
“Non toccare mia sorella!” si intromise James Potter, scostando la ragazza dietro di sé, sicura tra le braccia delle sue amiche.
“E tu non osare toccare la mia!” sentenziò il Serpeverde, sputando ai piedi dell’avversario.
“Ma su, Malfoy, non ti sei mai divertito in vita tua? Hai una splendida sorellina, non abbiamo intenzione di farle niente di male. Solo giocare un po' insieme a lei, ti assicuro che si divertirà tantissimo e ci sarà persino grata, perchè le avremo aperto gli occhi su questo mondo. D'altronde, qualcuno dovrà pur insegnare alla principessa come è il mondo ado..” non riuscì a finire la frase che un colpo lo sbatté a terra.
Alzò la bacchetta, puntandola contro il ragazzo biondo in piedi a pochi passi da lui, ma una forza maggiore gliela strappò dalle mani, facendola roteare fino al muro. James guardò Scorpius con sguardo assassino, studiando un contrattacco, ma notando con sorpresa che anche lui era spaesato e disarmato. La mano alzata non reggeva nessuna bacchetta, gli occhi grigi zigzagavano dal punto in cui era finita la sua arma, alla sua mano, allo studente steso per terra.
“IO so difendermi da sola!” urlò stizzita Daphne Malfoy, dritta sotto al peso della borsa carica di libri, i capelli sciolti attorno al volto e le labbra sottili strette tra loro. La bacchetta alzata e stretta in modo saldo e sicuro tra le dita, l’altra mano chiusa in un pugno tremolante.
Passò gli occhi dal fratello ai due Potter che la guardavano allibiti: come aveva fatto ad essere così stupida? Pensava fossero suoi amici ed invece non l’avevano mai accettata. Lei era una Malfoy, non poteva farci niente. Ma sperava che, almeno a scuola, poteva essere solo Daphne. Guardò Lily, la ragazza simpatica e dolce della comitiva conosciuta solo quella mattina. I suoi occhi verdi erano lucidi, la bocca tremava: in quel momento la temeva, nonostante fosse più piccola e appena arrivata.
“Credevo poteste diventare miei amici, invece mi sbagliavo…siete solo dei ragazzi viziati e cattivi!” urlò in direzione dei fratelli Potter. James si alzò, lentamente, con un sorriso beffardo sul volto e la bacchetta già pronta alla mano. Daphne non si era nemmeno accorta che l’avesse recuperata tanto era concentrata a non piangere, lo guardava con aria di sfida proprio come faceva con il padre tantissime volte.
“Sei solo una bambina sciocca. Divertente si, ma ancora molto sciocca. Come puoi anche solo pensare che uno come me o come Paul possa diventare amico di un Malfoy? Non è mai successo con i nostri padri e mai succederà adesso” James le passò un dito sul mento, assicurandosi che lei vedesse l’astio e l’odio che provava nei suoi confronti, la bacchetta alla mano pronta a scagliare un incantesimo.
“Stai parlando con mia sorella, Potter!” si intromise Scorpius, raccogliendo il guanto di sfida e girando attorno ad un invisibile campo di battaglia circolare, seguito dal Grifondoro.
“Non intrometterti, Scorpius, so difendermi da sola ho detto!” Daphne riprovò ad attirare l’attenzione su di sé, la borsa abbandonata a terra, gli occhi lucidi.
Un sorriso beffardo inarcò le labbra di James che la colpì in pieno petto con un incantesimo di disarmo. La ragazzina cadde, ma non perse la presa sulla sua arma. Vide suo fratello aprire bocca ma, ricordandosi una formula letta su un libro di fiabe, urlò “INCARCERAMUS!”.
Una luce azzurra uscì dalla punta della sua bacchetta e colpì entrambi i ragazzi, legandoli insieme con una corda di legno. Presi alla sprovvista, i due non riuscirono a reagire. Legati schiena contro schiena, Serpeverde e Grifondoro si scambiavano grugniti di rabbia ed odio, immobilizzati a terra e senza possibilità di alzarsi.
“Duelli fuori dall’orario di lezione! Potter, Malfoy, nel mio ufficio!” urlò la professoressa McGranitt, agitando la bacchetta e sciogliendo il nodo della corda.
“Tutti e quattro!” aggiunse quando vide che solo i due ragazzi si stavano dirigendo verso di lei.
“Ora capisco perché il cappello ti ha smistato in Grifondoro…hai il cuore di un leone, sorellina” bisbigliò Scorpius all’orecchio della sorella che gli teneva la mano, ancora insicura del danno che, ancora una volta, aveva combinato. Gli sorrise leggermente appena sentite le parole, nonostante la paura di dover affrontare il padre per la spiegazione, i suoi occhi brillavano di allegria.





*****
Questo capitolo è nato sul banco di scuola durante un intervento sulla banca etica (non so come ragioni il mio cervello, sinceramente, e che strano collegamento abbia trovato per ideare questa storia). Non uccidetemi per l'italiano, non potevo chiedere troppo alla povera membrana che lavora nel mio cranio. Spero vi piaccia, fatemi sapere! =)

  
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