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Autore: eli2205    24/05/2013    0 recensioni
Sette ragazzi destinati dalle profezie a guidare il mondo verso un equilibrio tra bene e male.
Sette Pietre magiche a cui sono legati gli elementi della terra.
Sette vite , sette destini intrecciati. Un'unica meta: la città Bianca, Aldameah dove albergano pace e serenità. Un unico ostacolo: il potente signore oscuro.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lorann si era ritrovato in un posto sperduto e sconosciuto. Quando aveva aperto gli occhi, aveva sperato di ritrovarsi insieme con Yvonne e Manya, ma lui non aveva mai visto la città: come avrebbe potuto teletrasportarsi là direttamente? 
Poiché gli era venuto in mente solo in quel terribile momento, quando tutto sembrava per finire, non aveva pensato alle conseguenze. 
Ed ora era lì, solo, senza nessuno.
Si trovava in un luogo davvero misterioso. 
Il cielo era grigio, pieno di nubi scure che minacciavano tempesta e a terra non c’era erba, ma solo terreno e in alcuni punti anche fango. Prese dalla tasca la sua Pietra.
‘cosa devo fare adesso?’ pensò. 
Ma la Pietra era muta, lui ancora non era riuscito a stabilire un contatto, così gli aveva detto la zia di Yvonne. 
Doveva riuscire a stabilirlo per sentir parlare la sua Pietra. 
Cominciò a camminare alla deriva, guardando di qua e di là, sperando di vedere qualcosa di diverso oltre a quella landa desolata in cui si era ritrovato. 
Ma niente, l’orizzonte lontano non lasciava intravedere alcuna via di uscita. Solo una cosa risaltava agli occhi. 
In lontananza, Lorann aveva visto un grande lago. 
Aveva anch’esso, come il resto del paesaggio, un aspetto lugubre e sinistro.
Nessun uomo sano di mente si sarebbe avvicinato per vedere se c’era qualcosa lì in fondo, o si sarebbe buttato dentro. 
L’aria era densa e il silenzio era tombale. 
Lorann non si era mai sentito così solo.
Cosa poteva fare? Riguardò la pietra, ma essa non brillava e non emetteva alcun calore. 
Era davvero molto strano. Che si fosse spenta per sempre? Stentava a crederci e non voleva crederci.
Provò a scuoterla, a parlare con lei, ma niente.
Decise allora di continuare a camminare, in una direzione.
Si stava avvicinando al lago, come se qualcosa lo attirasse laggiù, come un incantesimo. Era pericoloso? Lorann non ci vedeva niente di male a camminare sulla sua sponda.
Pian piano che si avvicinava aveva l’impressione di sentire qualcosa, in fondo. Decise allora di restare fermo per un po’, là vicino, ignaro di qualsiasi cosa ci fosse lì sotto. 
Si inginocchiò, guardando attraverso l’acqua, ma il fondale era nero come la pece, non si vedeva proprio niente. 
La Pietra ancora non brillava, non lo avrebbe avvertito di un eventuale pericolo.
Guardando nell’acqua vide un movimento, un’ombra, qualcosa che si muoveva ad una velocità impressionante, che poco a poco saliva in superficie. 
Lorann si allontanò istintivamente dall’acqua, ma il movimento era cessato non appena si era allontanato. 
Che cosa strana, pensò. 
Ma la curiosità era troppo forte, Lorann non sapeva se era una magia che lo attirava verso l’acqua oppure era proprio il suo carattere che lo rendeva così interessato. 
Quindi di nuovo si avvicinò all’acqua, questa volta più lentamente, pronto a qualsiasi cosa. 
Anche se non aveva niente a portata di mano, per difendersi, era sicuro che la Pietra l’avrebbe aiutato, in qualsiasi modo, doveva. 
Ma guardandola vide che era ancora del tutto spenta. 
Ed eccolo di nuovo quel movimento, lontano, veloce, quasi impercettibile; il ragazzo aveva difficoltà a seguirlo con lo sguardo.
L’acqua ad un tratto ritornò di una calma glaciale e Lorann ebbe l’impressione fortissima che se nonostante tutto sembrava tranquillo, di lì a poco sarebbe successo qualcosa di importante e soprattutto di pericoloso. Quella vocina dentro la testa gli suggeriva di voltare le spalle e andarsene, correndo magari, ma la curiosità era forte. 
Oltre alla curiosità, si insinuò la paura nella sua mente, come una vipera velenosa che strisciava lentamente e poi dava il morso letale. 
Si allontanò di nuovo, allora, e cercò di distogliere lo sguardo, camminando nella direzione opposta.
<< Ho sentito la tua presenza, giovane uomo >> sentì dire.
Una voce suadente, di donna, al tempo stesso bellissima e sicuramente pericolosa, pensò lui. 
Lorann aveva paura di girarsi e trovarsi dietro chi sa chi. In fondo non aveva visto nessuno. 
Che fosse qualche fantasma o qualche spirito?
Si voltò lentamente, e il suo occhio cadde in direzione del lago. Eccola lì, una figura di donna, che sporgeva dall’acqua e al contrario di quello che lui si era aspettato, era una donna bellissima. 
Sembrava una fanciulla di vent’anni, ma per Lorann, aveva tutto l’aspetto di un’immortale, la sua bellezza era stupefacente: capelli nero corvino, lunghissimi, le scendevano dritti sulle spalle e sulle braccia per poi ricadere nell’acqua e aprirsi secondo lo spostamento delle piccole onde che la donna provocava con le sue movenze quasi impercettibili.
Gli occhi azzurri brillavano intensi e lui non seppe dire se erano occhi maligni i suoi, o i più dolci che avesse mai visto. 
La ragazza si spostò dalla sponda, facendo forza sulle braccia e si avviò verso il centro del lago. 
Lorann notò una cosa incredibile: quella ragazza era una sirena, dalla coda argentea. Era bellissima, Lorann si sentì ammaliato. 
Le pinne, lunghe, sottili e trasparenti, spuntarono dall’acqua e sospinsero la fanciulla più lontano. 
Ogni movimento che compiva, anche solo un battito di ciglia, Lorann si sentiva sprofondare. 
Si stava allontanando da lui, non poteva permetterglielo, voleva ancora ammirare quell’incredibile incanto.
Ancora una volta si avvicinò alla sponda, guardando in basso e quando rialzò lo sguardo vide che lei era proprio davanti a lui. 
Si era mossa con una velocità sorprendente, senza fare il minimo rumore.
Lei si appoggiò con le braccia sulla terra ferma, facendo vedere a Lorann le sue mani. Bellissime, giudicò lui.
<< come ti chiami, giovane uomo? >> parlò lei.
Il ragazzo la guardava con occhi sognanti.
<< Lorann >> disse subito, come se avrebbe potuto darle un dispiacere se avesse risposto troppo tardi.
<< Lorann >> lei scandì le lettere una ad una con una sensualità sorprendente. Mai nella sua vita, a Lorann era piaciuto così tanto il suo nome. <> domandò lui, al tempo stesso impacciato e timoroso.
<< il mio nome non è comprensibile per un giovane uomo come te o per tutta la tua razza >> si sospinse più in là. 
Lorann si sentì affranto, ma voglioso di continuare quella conversazione all’infinito e non notò minimamente che il suo corpo si stesse spingendo oltre la sponda del lago. 
La sirena ritornò verso di lui e gli prese il volto tra le mani; Lorann sentì la morsa fredda dell’acqua del lago che colpì il suo corpo come una miriade di frecce improvvise, ma stava solo pensando che lei l’aveva toccato e che i loro volti erano vicinissimi. 
<< dimmi, Lorann >> disse lei, guardandolo con i suoi occhi di ghiaccio << sai nuotare? >> e anche se a lui sembrò davvero strana quella domanda, subito rispose << certo, si >> disse. 
La sirena si immergeva sempre di più nell’acqua fredda e Lorann non notò che, poiché lei lo stava trattenendo con le mani, anche lui la stava seguendo.
<< ti va di nuotare con me, giovane uomo? >> chiese a lui, con uno sguardo dolcissimo che, però, non lasciava repliche.
Annuì, e senza accorgersene, lasciò la sua Pietra, incustodita, sulla terraferma e si immerse nell’acqua gelida. 
Dietro di lui la Pietra aveva cominciato a brillare più forte che mai.
<< vieni, Lorann, vieni con me, mio dolce giovane uomo >>.
Si, la sua voce era dolce, ma il suo sguardo tradiva qualcosa di sinistro.
La fanciulla lo avvolse con le braccia, passandogli le mani fredde sul volto, poi scendendo sulle spalle e toccandolo sul petto, sulla maglietta bagnata di lui.
 Movimenti sensuali e sguardo accattivante la rendevano più bella che mai e Lorann era affascinato a tal punto che il mondo intorno a lui non aveva più significato. 
La sirena poi lo lasciò e si diresse con movimenti fluidi della coda, verso il centro del lago. Lorann la seguì velocemente, incantato. I suoi capelli lunghissimi seguivano il movimento delle onde. 
La fanciulla era girata di spalle e il ragazzo non ne vedeva il volto. 
Per un attimo si sentì smarrito, poi notò uno strano movimento del suo capo e del collo, come se si stesse stiracchiando. 
Socchiuse gli occhi per vedere meglio e notò che la pelle della sirena, da rosea che era, era diventata di uno strano colore grigiastro e dai capelli spuntavano due orecchie a punta lunghe e grigie. 
Lorann allora si avvicinò, nuotando, per vedere meglio, forse le era successo qualcosa. Ancora non capiva cosa stesse per accadere, poiché era sotto l’effeto di un incantesimo. 
<< tutto bene? >> chiese una volta raggiunta. 
Ma quando lei si girò Lorann si risvegliò completamente, sgranò gli occhi spaventato e cerco di allontanarsi più velocemente che poteva. 
Davanti a lui la fanciulla bellissima si era tramutata in un mostro marino. I suoi occhi non erano più azzurri, ma di un rosso intenso e i suoi denti erano piccoli e affilati, come quelli di un pesce, non umani. 
La pelle, era davvero diventata di un colore anormale e le sue mani, che Lorann aveva trovato bellissime erano diventate irte di artigli e le dita erano unite da cartilagine sottilissima, quasi fossero una cosa sola. 
Lorann notò solo in quel momento che si trovava al centro del lago e che la sua sponda sembrava ancora troppo lontana. 
Vide lontanamente la Pietra che brillava di un verde intenso, l’unico punto di colore in quel paesaggio morto e deserto, oltre gli occhi della sirena. Terrorizzato, Lorann si maledisse per essere stato così sciocco ed essere caduto nella trappola della sirena. 
Si sapeva che le sirene erano creature malvagie, pronte a tutto per mangiare un uomo.
 Da piccolo Lorann aveva sentito storie terribili su marinai sventrati e decapitati da creature marine. 
Lui non voleva di certo fare quella fine, ma facendo così aveva firmato la sua condanna a morte.
Cercò di indietreggiare, ma l’acqua era improvvisamente diventata densa e per lui risultò difficilissimo nuotare. 
Quella che prima era una sirena dal bellissimo aspetto, sorrise malignamente, sapeva che la sua preda aveva abboccato e non aveva via di scampo.
Si passò la lingua violacea sulle labbra smorte. 
<< Lorann, non avere paura >> disse lei, avvicinandosi lentamente verso di lui. Lei non aveva problemi a nuotare, certo, l’acqua del lago era il suo ambiente naturale. Forse era stato proprio un suo incantesimo a rendere l’acqua così densa. 
Lo raggiunse, guardandolo fisso negli occhi. Lorann aveva molta paura di perdere la vita, questa volta. 
Era davvero nei guai. Ora aveva capito il nome della sirena: era Morte.
Spinto dalla voglia di vivere, usò le braccia e le gambe per spostarsi più velocemente che poteva, ma la terraferma sembrava ancora troppo lontana. 
Non perdeva di vista la sirena, che si avvicinava sempre di più, lentamente, ma che comunque rimaneva a pochi metri di distanza. 
Ad un tratto però si inabissò. 
Ecco, quello non sarebbe dovuto succedere: nelle storie che aveva sentito parlare di mostri marini, quella era la loro ultima mossa, dopodiché, i mostri sarebbero risaliti in superficie velocemente e avrebbero addentato la preda, non lasciandole più via di scampo, trascinandola sott’acqua e facendola affogare. 
Lorann odiava l’acqua. 
Con ampie bracciate si avvicinava alla sponda: ce l’aveva quasi fatta, forse non tutto era perduto, in fondo.
La pietra era lì, vicina, che brillava intensamente. 
Una volta presa avrebbe potuto affrontare il mostro, sapeva quale magia usare, Manya gliel’aveva insegnato e lui si era esercitato parecchie volte.
E se il mostro fosse risalito prima che lui si fosse avvicinato alla salvezza?
Molto probabile, e lui non avrebbe vissuto più tanto a lungo. 
Ma la forza di volontà gli fece fare un grande sforzo, e l’adrenalina gli aumentava la potenza nelle braccia. 
Sembrava che l’acqua fosse diventata più inconsistente. 
La speranza cominciò a insinuarsi nella sua mente.
Non ricordava che quel tragitto all’andata fosse stato tanto lungo e difficile, ma si rese conto che la sirena l’aveva completamente stregato, facendogli dimenticare anche quanti anni aveva.
Poche bracciate e tutto sarebbe finito, ma Lorann sentì sotto di lui un movimento veloce, uno spostamento di acqua e poi dolore al piede.
‘ecco, è la fine’ pensò. 
Il dolore lancinante cominciò a salire su per la gamba, e quasi lo immobilizzò. Lorann urlò forte per il terrore. 
Sentì le mani viscide della creatura graffiargli le gambe e sentì che stava perdendo sangue. L’acqua del lago divenne vermiglia. Ancora dolore, all’altro piede, questa volta.
 Denti aguzzi si infilarono nella carne, lacerando la pelle e scavando un profondo buco sul polpaccio.
 Ancora un dolore acuto lo fece urlare.
Il mostro si era assicurato che lui non scappasse più: aveva i piedi completamente sanguinanti e difficilmente lui poté muovere le gambe, per il troppo dolore. 
La sirena salì a galla. 
Con i denti perfettamente bianchi: l’acqua aveva lavato via tutto il sangue, ma non era stato così per gli occhi, rossi che ardevano dalla voglia di carne. Si, aveva proprio fame. 
Lorann si chiese da quanto tempo non mangiasse un essere umano. Dal suo volto trasfigurato sembrava fosse passato tanto tempo… troppo forse.
Cercò di dire qualcosa, magari per farle cambiare idea, ma dalla sua bocca uscì solo un gemito di dolore. 
La creatura sorrise ancora e di nuovo si passò la lingua sulle labbra. 
<< sei così succulento, mio giovane uomo >> disse con una voce terribilmente sensuale. 
<< ti prego >> supplicava lui, non riusciva neanche a finire la frase. Cosa poteva fare? La Pietra brillava tanto, che Lorann non riusciva a guardarla per più di tre secondi. 
Ma era lì, vicina a lui, se stendeva il braccio forse sarebbe riuscito a prenderla. Ma, Lorann era veramente immobilizzato dal terrore, era difficile pensare a cosa fare.
La sirena aprì la bocca e gli prese il braccio e per istinto Lorann con l’altra mano, la colpì in faccia, forte. 
La creatura lasciò la presa e ringhiò. Aggrottò la fronte, quasi non avesse capito quello che lui si era permesso di fare. Poi più arrabbiata gli riprese il braccio e lo addentò vicino al gomito. 
Lorann urlò, il dolore si estese fino al polso e salì su per la spalla.
 Quando sentì che stava per svenire per il troppo sangue perso e per il troppo dolore, allungò il braccio, in un ultimo tentativo per sopravvivere. 
Riuscì ad afferrare la Pietra, finalmente, che gli riscaldò, anche se per poco, il braccio e gli diede un istante di pura tranquillità e calma che riuscì a farlo ragionare per difendersi.
La sirena vide quella pietra ma non fece in tempo a strappargliela di mano che lui se la portò davanti al volto e come faceva sempre per fare un incantesimo, sussurrò alcune parole. 
Dalla Pietra fuoriuscirono delle liane, dei filamenti verdi che avvolsero la creatura, stringendole le braccia lungo i fianchi, per impedirle di muoversi. La sirena urlò e quell’urlo fece pensare a Lorann, per qualche momento, di non riuscire più a sentire. 
Si sentì stordito per un poco. La sirena si dibatteva furiosamente, cercando di liberarsi, ma invano. 
Lorann invece riuscì a salire sulla sponda, con tutte le ferite che bruciavano costantemente. Con un ultimo sforzo, trascinò la creatura fuori dall’acqua, tirata da una liana che le bloccava i polsi. 
Quella urlava, ma Lorann ormai non sentiva più niente. 
Era troppo stanco anche solo per pensarci.
La trascinò così lontano dal lago che sembrava passata un’eternità da quando era uscito dall’acqua. 
Poi una volta che lei fermò, lui si stese a terra, distante da lei e prima di chiudere gli occhi, si assicurò che la creatura non potesse spostarsi. 
Bloccò anche la sua coda con delle liane e alla fine si addormentò, stanchissimo e quasi in fin di vita. 
La Pietra l’aveva salvato ancora una volta.
<< grazie >> sussurrò, sfiorandola con le dita.
‘sei vivo, Lorann, è questo che conta’ sentì nella sua mente, ma era troppo stremato anche per capire che per la prima volta la Pietra gli aveva veramente parlato.
  
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