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Autore: _ciuffano    24/05/2013    1 recensioni
In un attimo tutto può cambiare. Un attimo può cambiare la tua vita, migliorarla o anche peggiorarla, dipende da come lo affronti, dipende dalle scelte che prendi. Tutto questo Charlie lo sapeva bene.
*Dalla storia*
«Bè…Sono incinta» sputò tutto d’un fiato Charlie. Liam a sentire quelle parole quasi non si strozzò con la sua stessa saliva.
«Sai è stata la mia stessa reazione quando mi ha detto che stava per partorire» se la rise Louis
«Cosa centra, tu non ti svegliavi» gli rispose Charlie. Liam riprese un po’ fiato, poi li guardò entrambi
«Scusate ma non sto capendo niente. Mia cugina è incinta e tu hai dormito con lei?!» disse indicando Louis, loro di tutta risposta si allontanarono di qualche centimetro l’uno dall’altro, fu Louis a rispondere allarmato
«No,no io non ho fatto niente, mi sono solo addormentato qui oggi pomeriggio , per il resto ha fatto tutto da sola»
«Idiota, non avrei mai potuto fare un figlio da sola è impossibile»
«Stupida, io dicevo che non centro niente, cioè non sono stato io a metterti incinta» entrambi si urlavano contro.
«Cazzo! La volete finire, sembrate due bambini di tre anni, la situazione è seria.»
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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.Party.

Novembre 2012

 
Charlie prese l’ultimo sorso di succo di frutta per poi poggiare il bicchiere sul tavolino accanto a lei.
«Come va la gravidanza?», le domandò dolcemente sua madre sedendosi accanto a lei.
«A parte il pancione, che da un po’ di fastidio e qualche dolore a causa dei calci, sto bene.», rispose lei poggiandosi  sul pancione e accarezzandolo, la madre sorrise accarezzandole dolcemente un braccio.
«Sarà strano dover tornare a vivere vicino a voi..», sospirò la ragazza guardando in avanti, verso la dependance, che di lì a poco sarebbe diventata la sua nuova casa, insieme a suo figlio.
«Ma Louis e papà dove sono?», domandò Charlie, rompendo il silenzio che si era creato alcuni minuti prima.
Non vedeva i due da un’ora ormai, da quando si era allontanata, con il suo bicchiere  dal salotto per andare fuori, sul porticato dove ora sedeva.
«Sono andati nella dependance a sistemare gli scatoloni rimasti.», rispose sorridendole la donna, la ragazza annuì per poi alzarsi a fatica camminando verso la sua nuova casa.
Si trovò ad alzare la testa dovendo chiudere gli occhi quando incontrò il sole e in quel momento notò che pur essendo novembre, faceva ancora caldo.
Charlie fissava quel paesaggio che la circondava, non poteva crederci, tra poco sarebbe ritornata a vivere lì, anche se a pensarci era stata proprio lei a fare pressioni sui genitori per andare a vivere da un’altra parte, anche se i suoi gli avevano offerto la dependance lei aveva rifiutato dicendo che voleva stare lontana da casa e avere una sua indipendenza, anche se le spese le pagavano i suoi genitori, e così il giorno dopo il suo diciottesimo compleanno si era trasferita in quel monolocale, trovato due settimane prima.
La ragazza si bloccò notando suo padre che aveva appena sorpassato la porta, poggiando uno scatolone a terra. Lei, improvvisamente, scoppiò a ridere indicandolo.
«Che hai da ridere?», domandò l’uomo inarcando un sopraciglio. «Che hai in testa?».
Cercò di trattenersi dal ridere, ma riuscì a dire solo quella frase per poi scoppiare di nuovo a ridere indicando il capello fatto con un foglio di giornale che aveva in testa l’uomo.
«Domandalo al tuo amico.», rispose lui seccato, indicando con la testa Louis, che era appena uscito dalla dependance.
«Perché ride?», domandò il ragazzo affiancandosi all’uomo. Lui di tutta risposta roteo gli occhi per poi ritornare dentro.
«Come l’hai convinto a mettere quel cappello?», domandò Charlie. «Ah, gli ho detto che così si lavorava più velocemente e lui ha accettato.», rispose tranquillamente lui alzando le spalle.
«Sei proprio un  bugiardo! L’ho messo solo farti stare zitto dato che continuavi a pregarmi e darmi fastidio.», rispose seccato il padre di Charlie, che era appena uscito. Louis rimase basito da quello che aveva appena detto. «Ma noi avevamo un patto, noi eravamo una squadra, perché mi hai tradito?».
Louis sporse in fuori il labbro inferiore. Benjamin di tutta risposta sbuffò.
«Vado a prendermi un  caffè.», informò i due prima di andarsene, facendo rimanere Louis ancora più male. «Dai Lou, sai com’è fatto mio padre, non dargli retta.», affermò Charlie accarezzandogli un braccio. «Si, però ci sono rimasto male..», sospirò Louis. «Ah, vieni a vedere cosa ho trovato!», quasi urlò lui prendendola per mano e trascinandola nella dependance.
Charlie entrando si fermò a fissare l’interno della sua nuova casa.
In quel momento pensò che quella non poteva essere definita dependance dato che era una casa vera e propria: l’entrata che combaciava con l’immenso salotto, affacciava su di una grande finestra, su una parete del salotto c’era una porta che portava nella grande cucina, e dall’atro lato la scala, che portava al piano superiore, dove c’erano le camere ed un bagno, e accanto alla scala un piccolo corridoio che portava al bagno e alla lavanderia, che dava su giardino sul retro.
Quella, infatti, non era nata come dependance, ma come casa, dato che inizialmente lì viveva una zia di Charlie con suo figlio,  visto che il marito di questa zia lavorava in Irlanda e non aveva una dimora fissa. Dopo un anno però questo zio aveva trovato una casa lì e quindi sua zia si era trasferita lasciando quella casa libera.
Louis trascinò Charlie fino alla grande finestra facendola sedere sul largo davanzale, per poi ritornare all’ingresso per prendere uno scatolone e posarlo sul davanzale.
Lei lo fissava interrogativa, non capendo cosa volesse farle vedere. Lui aprì lo scatolone tirando fuori alcuni fogli e passandoli  alla ragazza, che li prese titubante non capendo, ma poi iniziò a sfogliarli e un sorriso spontaneo le comparve sul viso.   Quelli che teneva tra le mani erano alcuni dei tanti disegni che lei e Louis avevano fatto da piccoli, molti di essi raffiguravano due mostriciattoli in un parco giochi con dei cuori  ed i loro nomi.
«I nostri disegni!», esclamò un po’ malinconica la ragazza, le mancavano quei tempi, quand’era bambina e non aveva preoccupazioni…
«Hai visto quanto sono belli?!», affermò lui sedendosi accanto alla rossa e guardandoli insieme a lei. «E poi devi ancora vedere questa…», disse il castano prima di tirare fuori dallo scatolone una scatola blu.
«Non ci credo!», sussurrò Charlie vedendola, la prese dalle mani dell’amico per poi aprirla lentamente, sorrise vedendo il contenuto: un foglio piegato e quattro macchinine: una rossa, una blu, una gialla ed una verde.
Charlie prese la macchinina rossa con inciso sulla fiancata il nome Charlie, dopo averla posata prese la blu che aveva inciso sopra il nome Louis. Poi prese la gialla e la verde leggendo su di una Sarah e sull’altra William. «Sarah e William…», sussurrò la rossa girandosi le due macchinine tra le mani.
«I fantastici quattro…», sussurrò Louis prendendo delle mani della ragazza la macchinina verde.
Sarah e William erano i loro secondi nome.
La storia dei fantastici quattro o delle macchinine era nata in un estate di undici anni prima. Visto che loro i genitori lavoravano Louis e Charlie dovettero rimanere in città e dato che in quel periodo non c’era nessun loro amico, avevano inventato questi amici immaginari e gli avevano dato i loro secondi nomi, poi pian piano, dopo quell’estate, il ricordo dei loro amici immaginari era scomparso.
I due vennero interrotti dall’entrata del padre di Charlie.
«Louis penso sia arrivata l’ora.», sussurrò l’uomo al ragazzo che guardò l’ora dall’Iphone che aveva appena tirato fuori dalla tasca. Annuì e poi si rivolse a Charlie che li guardava interrogativi. «Andiamo a prendere le pizze e poi torniamo?», le domandò Louis porgendole la mano per farla alzare.
«Non possiamo chiamare la pizzeria per farcela portare?», si lamentò la rossa. «No, oggi è sabato, Il domicilio non funziona.», si giustificò lui. «E non puoi andarci da solo?», continuò a lamentarsi  lei. «Dai fagli compagnia, andrei io con lui, ma tra cinque minuti devo telefonare ad un cliente.», si giustificò suo padre.
La ragazza sbuffò per poi afferrare la mano di Louis per aiutarsi ad alzare. «Andiamo.», sbuffò infine.
 

***

Charlie Louis tornarono dalla pizzeria dopo circa un’ora.
«Perché è tutto spento?», domandò lei vendendo la casa completamente al buio.
«Ah, si, sono andati nella dependance a finire di sistemare mentre noi prendevamo le pizze.», le rispose lui emergendo dal cofano dell’auto con i cartoni della pizza tra le mani.
«Ho le chiavi in tasca, prendile.», continuò lui avvicinandosi a lei. Charlie alzò le spalle per poi prendere le chiavi dalla tasca del ragazzo e aprire la porta , appena si trovò dentro cercò a tentoni sul muro l’interruttore e non appena accese la luce un coro di persone le urlò «SORPRESA!».
Charlie per lo spavento si lasciò cadere le chiavi dalle mani, mormoro un ‘’cazzo‘’  portandosi una mano sul cuore, per poi iniziare a scrutare le facce del gruppo di persone che aveva appena urlato e si ritrovò davanti: Zayn, Viola, Nina, Liam, le quattro sorelle Tomlinson, i suoi genitori e quelli di Louis, ma dietro Liam notò una ragazza poco più bassa di lui, e bionda: Ruth!
Lei corse incontro la rossa, le due non si vedevano dal diciottesimo compleanno di Charlie.
«Charlie, come va?», chiese la bionda stringendo la cugina.
«Bene, bene, ma come mai sei qui?», balbettò quasi incredula la riccia.«Bè ho pensato che mia cugina aveva bisogno di una festa premaman, così ho chiamato Liam per fargliela organizzare e poi ho chiesto tre giorni di permesso.», rispose la biondina allontanandosi e alzando le spalle. «Oddio, che bel pancione.», mormorò prima di allontanarsi, mentre Liam le si avvicinava e le dava un bacio.
Poi fu il turno di abbracciare le sorelle e i signori Tomlinson.
E poi arrivò l’abbraccio soffocante di Viola e Nina. «Ragazze così mi uccidete.», aveva sussurrato lei cercando di allargare la presa dalle due.
«Pakistan boy!», aveva sussurrato Charlie dopo aver salutato tutti ed essere corsa da Zayn, le mancava da morire prenderlo in giro e minacciarlo di morte, era da agosto che non si vedevano, ormai lui aveva da studiare, aveva cominciato l’università.
«Ehi ragazza arancione, come va?», domandò lui, lei sbuffando gli rispose «Smettila di chiamarmi così!».
Charlie odiava quando la prendevano in giro per i suoi capelli quasi color arancione.

***

 
Era passata più o meno mezz’ora, Charlie, Zayn, Louis, Viola e Nina erano spiaccicati uno sull’altro sul divano, mentre Fizzy, la seconda sorella di Louis, era seduta a terra ad ascoltare i loro racconti e le loro risate.
Gli altri erano divisi, la mamma di Louis e quella di Charlie erano in cucina con le gemelle e Ruth, invece, il signor Tomlinson e il signor O’Donnell erano nel salone a chiacchierare.
«Mi manca andare a scuola!», mormorò Charlie accoccolandosi a Louis che le circondò la schiena con un braccio.
«Devi essere fortunata a non dover studiare!», sbuffò stancamente Zayn sistemandosi meglio sul divano. Charlie si alzò, allontanandosi da Louis, per guardare il moro inarcando un sopraciglio.
«Da quando studi Malik?!». Quella frase ironica di Charlie scatenò le risate del gruppo, tranne Zayn che s’imbronciò incrociando le braccia al petto. «Ha parlato la grande studiosa!», mormorò lui.
La rossa si riprese dalle risate guardandolo male.
«Ti ricordo che la sottoscritta ha preso uno dei voti più alti dell’anno.»
«Questa ti ha stesa Malik.», ululò Viola mentre Charlie gli lasciava un buffetto dietro la testa. «Touché.», mormorò poi.
«Vado in bagno.», borbotto il moro prima di alzarsi e scomparire verso il bagno.
«Non sa proprio scherzare.», bofonchiò Nina lasciandosi andare ad una risatina.
Charlie si rivolse a Louis. «Liam che fine ha fatto?»
«Credo sia fuori a fumare.». Lei sbuffò alzandosi e andando verso il giardino, odiava il fatto che Liam fumasse, lo aveva sempre odiato.
«Ehi Liam!», lo salutò avvicinandosi, lui le circondò le spalle avvicinandosela.
«Ehi, che ci fai qui fuori, fa freddo?», domandò lui togliendosi la sigaretta dalle labbra e soffiandone  via il fumo.
«Sono venuta a cercarti, sai com’è non ti vedevo.», rispose lei alzando le spalle, lui le sorrise per poi fare un altro tiro dalla sigaretta quasi finita.
«La smetti di fumare?!», borbottò seccata lei storcendo il naso. Lui sbuffò buttando il resto della sigaretta  a terra e calpestandola con un piede.
«Mi spieghi perché sei venuta qui se ti da fastidio il fumo?», le domandò lui. «Non mi da fastidio il fumo, ma il fatto che tu fumi.»
«Ma ho ventitrè anni , credo di essere libero di fumare?!», mormorò lui con una nota di fastidio nella voce.
«Liam entriamo dentro? Ho freddo.», se ne uscì lei, Liam annuì rientrando con Charlie stretta a se.
«Io te lo dico, perché mi preoccupo per te!», sussurrò lei, lui le sorrise intenerito e le lasciò un bacio tra i capelli.
 

***

Ormai tutti se ne erano andati, gli unici rimasti erano Liam, Louis e Charlie che dormiva beata sul divano.
«Ragazzi perché non la svegliate e la fate andare a dormire di sopra?», disse Margaret mentre finiva di pulire.
«Louis la svegli tu? Io aiuto zia a finire di pulire.».
Il castano annuì dirigendosi verso il divano e accovacciandosi accanto ad esso. 
«Ehi piccola, svegliati!», le sussurrò lui, lei mugolò qualcosa di incompressibile.
«Da piccola alzati, andiamo a letto.». Dopo qualche tentativo Louis riuscì a svegliare Charlie che si alzò a fatica dal divano e insieme a Louis si diresse verso la sua ex camera da letto.
«Buonanotte Boo.», mormorò lei.
«’Notte Piccola», le sussurrò lui prima di uscire dalla stanza mentre Charlie si abbandonava alle braccia di Morfeo.   




 Ciuffano’s Corner. 


Ehi, c'è qualcuno? Ebbene si, per vostra sfortuna sono tornata, come sempre in largo ritardo e, soprattutto con un capitolo di merda.
So che vi avevo promesso di pubblicare presto, ma questo mese è stato un po' impegnativo, dato che ho ridipinto casa (come ho detto nella mia pagina facebook, se qualcuno ha letto.) e poi sono cominciati compiti e interrogazioni a raffica per la fine dell'anno. Bè ora l'anno scolastico è finito e senza preoccupazioni cercherò di essere più puntuale. cc:
Per qualsiasi cosa sono su twittah:@ciuffano  
E anche su facebook:ciuffano 
Ringrazio chi recensisce, chi ha aggiunto ai preferiti, ricordati e seguite, ma anche chi legge in silenzio. Grazie <3 
A presto. <3


#peaceandlovebyciuffano 




 
   
 
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