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Autore: hugmeciastin    25/05/2013    7 recensioni
Chi sapeva che un viaggio a Stratford avrebbe potuto rovinare la mia intera vita?
Mio fratello mi aveva avvertito di stare alla larga, ma perchè avrei dovuto ascoltarlo dopo tutto quello che mi ha fatto passare?
Chi sapeva che sarei diventata il bersaglio di un omicidio dopo il suo errore?
Lezione imparata. E' fondamentale seguire i consigli delle persone che ti amano e si preoccupano di te più di tutto. Soprattutto se sono le uniche a essere rimaste nella tua vita.
Mantenere la guardia alta, pensare in fretta e, soprattutto, mai fidarsi di qualcuno.
Non importa quanto fortemente questa persona si innamori di te.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Sei sicura di volerlo fare?" chiese mio fratello Brad perplesso. Non era pronto a lasciarmi andare. Ciò che ha fatto un anno fa lo ha reso iperprotettivo nei miei confronti.
C'è un bel sole fuori. Infatti ha piovuto tutta la settimana. E' davvero divertente come il sole sia uscito proprio quando devo finalmente andare a Los Angeles. Ma me ne sto andando da mio fratello, quindi il tempo non dovrebbe importare.
 
L'autista che mio fratello ha ingaggiato dovrebbe arrivare tra un'ora. Ho finito la mia cura di bellezza appena trenta minuti fa. Nonostante ciò mi sono alzata all'ultimo minuto, e sono comunque riuscita a farmi sembrare almeno decente.
 
Il mio zaino era già pronto nella macchina. Non ho veramente intenzione di restare fuori per più di un mese ma chissà, magari cambierò idea una volta giunta in California e inizierò a divertirmi in nuovi posti.

"Sono sicura, Brad. Sono stanca che tu mi ripeta sempre le stesse domande. Ho quasi 18 anni." Mormorai, scippando una mela verde e portando indietro vecchi ricordi.
Ogni giorno, mia madre era solita mettermi una mela verde nel pranzo. Metteva una quasi lucente mela verde in un sacchetto marrone insieme a un panino a mia scelta, delle patatine Lay e un pacchetto di Oreo. Era una combinazione di cibo del quale non mi potevo mai stancare. Dal giorno in cui i miei genitori sono morti in un incidente d'auto non ho mai rinunciato alla mela al giorno. Continuerà finchè non morirò.
 
"Ascolta, non provare a fare la bulla quando sei la persona piu innocente che conosca." Scosse la sua testa. "Non mi stai affatto impressionando. Rilssati e sii te stessa."
 
Voltai i miei occhi alla ricerca della porta mentre avevo la mela verde in mano. Improvvisamente, mi girai e sentii l'impulso di picchiare mio fratello. Si merita tutte le critiche che gli ho fatto, tutte.
"Dimmi come posso essere me stessa se ogni volta devo fingermi un'altra? Huh?" Urlai. "Mi piacerebbe andare a scuola e dire alla professoressa il mio vero nome, ma non posso!"
 
"Vabbè, ti sei presa il diploma, non devi piu essere preoccupata di come sei conosciuta a scuola."
Aveva ragione. Non potevo correggerlo. Mi sono diplomata esattamente due giorni fa, risultando tra i primi dieci della classe. Non fraintendermi, non sono affatto la persona più intelligente del mondo. Sono passata per la maggior parte imbrogliando.
Si, imbrogliando. La mia migliore amica, Sasha Wilkinson, era un vero genio. Era veramente gentile nel mettersi con me ed aiutarmi ad avere il massimo dei voti nei test. Dopo aver visto mio fratello diventare un gangster, decisi di andare bene a scuola per uscire da questo circolo vizioso. Io e mio fratello avevamo fatto una scommessa, se fossi riuscita ad avere dieci agli esami, sarei potuta andare a visitare tutto il continente. Ovviamente, ho vinto la scommessa, ho finalmente l'opportunità di stargli lontano. Nessuna buffonata fra gang...solo io e le tante meraviglie del nord America.
 
"Non è questo il punto, Brad." Dichiarai, sentendomi bruciare le guance dato che per una volta stava dicendo la verità.
 
"Chloe, sto solo cercando di capire perche vuoi andare per il paese cosi tanto."
"Stai zitto." Sussurrai senza respiro.

Mi voltai di sobbalzo, aprii la porta e andai verso l'autista. Sta aspettando affianco al suo taxi giallo mentre il sole si riflette sulla sua testa calva. Brad mi accompagnò fuori con la mia borsa leopardata sulla spalla sinistra. Mugugnai al solo pensiero di lui che mi accompagnava.
"Hey Rouge,ti prenderai cura della mia sorellina come mi avevi promesso?" Domandò.
"Perche non mi lasci guidare?" Aprii la porta del taxi giallo,sedendomi sul sedile posteriore. Brad venne un pò più vicino a me, posando la borsa quasi sopra di me e facendomi il più grande sorriso possibile. Un sorriso che volevo solo schiaffeggiare.
"Hai a malapena la patente, Chloe." Ridacchiò.
"Stai zitto!" Urlai, sentendo il mio eco attraversare la strada.

Non ridevo neanche un pò alle sue battute. Infatti è stata dura prendere la patente. Brad mi stava persino facendo falsificare il nome sulla patente, convincendomi a lasciar perdere. Un giorno, mi sono finalmente decisa e ho fatto di nascosto l'esame, prendendo la patente col mio vero nome.

"Ascolta, se mia sorella chiede di fermarsi a Stratford o in Ontario, non andare." Brad divenne improvvisamente serio, guardando Rouge negli occhi.
"Perche?" Gli rispose Rouge 

Cosa potrebbe succedere di così brutto in un paesino del Canada?

"Non hai bisogno di saperlo. Ti sia solo chiaro che non devi fermarti lì."
"Sul serio? Mi limiti dall'andare in determinati posti?" Aggrottai la fronte con rabbia. "Ma che cazzo Brad!"
"Chloe, sei davvero importante per me. Capisci che se ti perdo non avrò piu nessuno? Sei tutto ciò che ho a questo punto della mia vita. Ricordati solo queste cose..chiaro?" Io annuì ad ogni regola che cercava di impormi. "Se uno sconosciuto ti offre ospitalità, non accettarla. Non dire a nessuno il tuo vero nome. Quindi,quando viaggerai attraverso il paese, pensa sempre a nomi nuovi."
 
"C'è altro, Brad?" Gli chiesi, chiudendo lentamente la porta, costruendo un ultimo muro tra me e lui.
 
"Stai lontana da Stratford."






Mi svegliai trovandomi in un luogo sconosciuto. Sentivo come se la mia testa fosse stata colpita da una mazza da baseball. Pulsava dal dolore, per questo non riuscivo neanche a pensare logicamente. Sapevo solo una cosa sicura...

Non sono più al Motel.
 
Ho avuto un flashback della mia ultima conversazione con mio fratello Brad. Mi ha dato numerosi avvertimenti e finora, ho rotto due terzi di tali norme. Aveva ragione per tutto questo tempo. Sapevo che avrei dovuto ascoltarlo quando lui mi diceva di stare lontano da Stratford.
 
"Guarda alla fine ha deciso di svegliarsi" disse un ragazzo dai capelli biondi nel buio della stanza.
 
Mi sono trovata nel mezzo di una grande sala in moquette su un materasso a due dimensioni con le mani legate dietro la schiena. Non posso dire dove mi trovo in questo momento. Mi sento un po brilla dal veleno, la stanza ruotava intorno a me. Potrei dire che sono in una delle situazioni di gran lunga più pericolose della mia vita.
 
Le luci sono state accese in modo da vedere altri quattro ragazzi dietro al ragazzo dai capelli biondi. L'intera stanza puzzava di pipì e acqua di colonia. Tutti e cinque i ragazzi avevano delle cannottiere bianche o nere e dei jeans. Mi sento come se stessi per morire, stasera.
 
Tutti i ragazzi sembravano spaventosi come l'inferno.
 
"Sei tu Chloe Romano?" Mi domandò il ragazzo biondo.
 
Mi sentivo le guance bruciare, ero sull'orlo di piangere. Avrei dovuto ascoltare le istruzioni di mio fratello e dare al tizio del motel un mio nome falso. Forse, se avessi ascoltato mio fratello sarei ancora al motel, ottenendo la mia cura di bellezza.
 
Non dissi una parola, non avevo idea di come trattare con questi tipi di persone. Non importava come mi sentivo o cosa avrei detto, mi avrebbero uccisa. Non penso di vivere oltre questo giorno, sono custodita da cinque ragazzi. Come potrò mai scappare?
 
"Andiamo, non mordo." Ridacchiò "Beh forse. Noi non ci definiamo Venom per niente."
 
Venom. Questa è la banda di cui mio fratello mi ha parlato. E' la ragione per cui è così iperprotettivo con me.
 
Circa un anno fa era chiaro che mio fratello aveva fatto una cosa orribile. Dato che è un gangstar,ero abituata ai casini inutili che faceva in città. Ma quel giorno tornò a casa con le mani sporche di sangue. Uccise la fidanzata del capo di una gang rivale, i Venom.
 
Sono ancora seduta sul materasso, senza parole. Mi rifiuto di dire qualcosa. Non rovino la mia vita solo ammettendo il fatto che il mio nome è Chloe Romano . Forse mio fratello potrebbe finire per vivere il resto della sua vita da solo, questo è qualcosa che lui teme di più.
 
"Ammettilo o ti farò sparare da Jett." disse il ragazzo biondo con calma, indicando il ragazzo con i capelli neri dietro di lui. Aveva una canotta bianca e jeans.
 
"Il mio nome è Chloe Romano." deglutì, chiundendo gli occhi sperando che non mi avrebbero sparato.
 
"Brava ragazza, Chloe." sorrise. "Ti ho detto che non eravamo così cattivi."
 
"Penso che dovresti lasciarmi andare." dissi con rabbia.
 
"Wow, lei è una tosta. Forse potrebbe lavorare per noi." sorrise mettendo le mani in tasca.
 
Sulle pareti della stanza c'è scritto 'Venom' in varie tonalità di verde e un graffito come carattere. E' interessante che queste persone avevano il tempo di sedersi qui e dipingere le pareti con il nome della loro banda. Almeno la banda di mio fratello gestisce il loro tempo saggiamente.
 
"Jey probabilmente vorrebbe provare a rivendicare lei per se stesso." Il ragazzo dai capelli scuri scosse la testa. "Non sarei sorpreso se lo facesse."
 
"Giuro, se uno di voi dice a Jey che abbiamo trovato la ragazza che lui pensava avesse ucciso, vi sparerò a tutti" minacciò il biondo.
 
"Jey sta lavorando da solo, Connor." il nome del ragazzo biondo è stato finalmente svelato. "Come può sapere che abbiamo catturato la ragazza? Sarebbe solo un aspetto migliore su di noi se uccidiamo la ragazza al posto di Jay."
 
"Chi è Jey?" chiesi a bassa voce.
 
E' stata l'unica domanda che attraversa la mia testa per tutto il tempo. Il ragazzo non è ancora qui, ma stanno parlando male di lui. Ho quasi un pò paura che l'altro ragazzo mi ucciderà quando mi vedrà nella stanza con i ragazzi. Mi sento male per il tizio.
 
"Jey è il fratello minore del leader, pensa di essere migliore di tutti quando in realtà lo abbiamo messo a lavorare da solo per vederlo fallire alle assegnazioni che il fratello gli ha dato." Connor infilò la pistola in tasca.
 
Era davvero brutto venire a sapere che anche le gang si comportavano cosi, anche i gangsters facevano gossip proprio come ragazzini. Sembra una di quelle commedie nelle scuole superiori. E' come un ragazzo che è un giocatore di football un po stronzo e quindi viene diffamato da quelli delle altre squadre.
 
"Allora, hai davvero intenzione di uccidermi perchè hai problemi con uno degli altri membri della banda?...Così lui non mi ucciderà prima di te?" ruotai gli occhi. "Come ti senti quando uccidi la gente così?"
 
"E' il nostro lavoro, Chloe. Ucciderti in realtà è la nostra priorità numero uno. E' la vendetta per quello che ha fatto tuo fratello." Connor si leccò le labbra. "Pensi davvero che noi vogliamo qualcuno nella tua famiglia vivo dopo quello che ha fatto tuo fratello?"
 
Ripensai agli avvertimenti di mio fratello. Devo dire qualcosa al riguardo. Ho bisogno di dimostrare che mio fratello in realtà si prende cura di me. Forse questo darebbe loro simpatia.
 
"I miei genitori sono morti,cazzo!" sputai. "Ho fatto questo viaggio da sola, sapendo che mio fratello mi ha detto di stare lontana da Stratford. Ma l'idiota sono io, sono venuta qui a prescindere senza sapere che sarei stata rapita." battei le ciglia.
 
Mi guardai intorno per vedere tutti i membri della banda, ancora in piedi con la faccia seria. Sapevo che non avrebbe funzionato. Ora ho la sensazione che sto per essere uccisa e sto probabilmente andando all'inferno per aver disobbedito mio fratello. L'unico che ho.
 
"Se fosse totalmente per me Chloe, facevamo sesso per poi mandarti per le strade. Ma dobbiamo ucciderti." Connor sorrise.
 
Mai in un milione di anni avrei fatto favori sessuali per un estraneo, io non sono quel tipo di ragazza. E' totalmente contro il mio essere, può anche uccidermi.
 
"Voi ragazzi non dovreste nemmeno uccidermi, in primo luogo. E' stato assegnato questo a quanlcun altro!" Urlai.
 
"Ascolta!" Connor ha la pistola puntata sulla mia testa. "Tu giochi secondo le nostre regole e nessuno sarà feritò. E' così semplice Chloe."
 
Scossì di paura, stavo per morire all'età di diciassette anni. Questo doveva essere un divertente, innocente viaggio e invece mi ha portata all'inferno. Il mio autista è andato via, sono senza denaro e ancora devo andare a New York.
 
Ah, un pò di strada...
 
"Vabbene Chloe, ti stiamo dando due giorni per vivere. Prova a ripensare ad alcuni ricordi dei tuoi genitori, sono sicuro che ti stanno guardando. In attesa per unirti a loro." tolse la pistola dalla mia testa riponendola in tasca.
 
Mi guardai intorno per vedere tutti i ragazzi uscire dalla stanza, lasciando la luce accesa. Sono ancora sul materasso rannicchiata con le braccia avvolte intorno alle gambe tremando di paura. Non sono pronta a morire.
 
La curiosità è stata la mia morte. Forse, se avessi ascoltato mio fratello sarei in una posizione migliore. Adesso lui sarà maggiormente deluso delle mie azioni. E' chiaramente una cosa che non voglio.
 
Anche se mio fratello mi infastidisce molto, non vorrei mai deluderlo. Tutto quello che abbiamo è l'un l'altro, lui ha me e io ho lui. Gli voglio bene e non voglio stia male per la mia scomparsa.
 
E' stata colpa mia.






 

Guardai dietro di me per guardare la mia via d'uscita. Mi ci sono voluti due giorni per capire che c'era una finestra rotta proprio dietro di me, una dimensione perfetta per riuscire a far passare il mio corpo. Devo solo capire come riuscire a liberare le mie mani.
 
Gli ultimi due giorni non ho fatto altro che stare seduta qui su questo materasso. Mi hanno dato da mangiare pancetta canadesa e una fetta di pane tostato, nient'altro. Mi sento come se stessi perdendo anche la mia dose giornaliera di mele.
 
Finalmente questa mattina ho avuto modo di fare la doccia ma sento come se avessi bisogno di altro. Sono stati i due giorni più lunghi della mia vita e i ragazzi non hanno più parlato con me tanto quanto hanno fatto il primo giorno. La loro routine quotidiniana per me è darmi da mangiare e tornare al piano di sopra e lasciarmi qui a marcire da sola.
 
Sono letteralmente senz'acqua e il bagno è rotto e ormai non vedo più la luce del sole. Stanno veramente provando le loro migliori capacità di torturarmi a morte. E' orribile come stanno facendo tutto questo a me per colpa di un crimine che ha commesso mio fratello.
 
Certo, ho detto che non volevo deludere mio fratello, ma a questo punto io non lo sopporto, ha rovinato la mia vita. Non riesco a fare le cose che voglio fare perchè le sue azioni mi impediscono di fare tutto. Non posso dire alla gente il mio vero nome senza rimanere chiusi in uno scantinato e tenuta in ostaggio dalla realtà. Sono davvero stanca di vivere così. Sono stanca di prendere le colpe di mio fratello. Spero sia felice.
 
Ho solo bisogno di scappare via prima prima che decidano di uccidermi.
 
Con tutte le mie forze iniziai a muovere le mani cercando di liberarmi. Avevo dolore ai polsi ma non mi importava, avevo bisogno di liberarmi in qualche modo.
 
In pochi minuti le mie mani furono libere. Mi alzai in piedi e mi precipitai alla finestra. Saltai, in modo da riuscire a far passare il mio corpo. Ci riuscì e in pochi minuti sentìì il mio corpo toccare il prato bagnato.
 
Mi alzai in piedi e iniziai a correre, il mio primo istinto è stato quello di trovare la strada verso il Motel Swan, prendere la borsa e assumere un altro taxista per portarmi a New York City. Ho chiuso con Stratford, io resto alla larga da qui. Continuando lungo il marciapiede bagnato girai a destra lungo la strada Downie, correndo oltre il famoso Avon Theatre. Attraversai il retro dell'edificio, correndo più veloce attraversando altri vicoli.
 
Ho dovuto correre come un pipistrello fuori da quell'inferno. Devo fare in fretta, non posso permettere che i Venom mi catturassero ancora. Devo lasciare Stratford e trovare la mia strada verso New York senza che nessuno sappia chi sono veramente. Questo è quello che devo evitare di fare soprattutto in questa situazione, far conoscere agli altri la mia vera identità.
 
Voltai l'ultimo vicolo e sentii dei passi, capendo di essere stata scoperta fuggire via.
  
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