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Autore: ADDICT    25/05/2013    2 recensioni
Non ci credo. Non c’è nessuno in giro eppure al MIO baracchino c’è coda. Un ragazzo un po’ più alto di me con i capelli castani disordinati sta ordinando un gelato. Non riesco a vederlo in faccia ma poco importa: deve muoversi o io non prenderò il mio caffè, arriverò tardi a lezione, mi addormenterò sul banco, verrò bocciata all’esame, e mi troverò fra qualche anno a gestire un lurido locale sulle autostrade con tanto di divisa rossa e cappellino da idiota con stampato il mio nome sopra.
Tutto se lui non si muove. Passano i minuti e noto che il ragazzo ha delle difficoltà a parlare italiano. Probabilmente è straniero. O idiota. Vada per la seconda.
- Non capisco, quanti soldi pagato?- chiede al venditore ambulante.
- Sono due euro,amico – spiega l’altro.
Mi piacerebbe dargli un calcione del sedere, urlargli che la sua lentezza è straziante ma appena vedo che il ragazzo tira fuori il portafoglio dalla tasca posteriore dei pantaloni non posso che rimanere in fissa su due cose: primo, il suo sedere, non è proprio niente male. Pervertita!
Secondo: il mio sguardo è catturato dalle sue mani. Sono sempre stata fissata con le mani. E le sue sono proprio stupende.
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Porto una mano chiusa a pugno sulla mia bocca e mi schiarisco la voce, distolgo lo sguardo e lo punto a terra. I miei piedi sembrano essere improvvisamente interessanti. Con la coda dell’occhio noto che il ragazzo continua a sorridermi divertito. Probabilmente sta ridendo dei miei capelli disordinati. Oppure deve aver notato che le mie guance sono diventate color porpora.
- Scusa, hai finito? Sono in ritardo- sbotto dopo qualche secondo, sempre guardando le mie superga.
- Scusa ma non ti capisco - mi risponde lui. La sua voce. Mi sembra di riconoscerla. Impossibile, non ho mai visto questo ragazzo in vita mia. Ma ha una voce così dolce. C’è qualcosa che non va in questo ragazzo? Possibile che sia così maledettamente sorridente sempre? La deve smettere, comincia a darmi sui nervi. Sto ancora pensando al suo sorriso dai denti smaglianti quando mi accorgo di non avergli risposto. In effetti mi accorgo solo ora che mi ha parlato in inglese.
Maledetto il suo sorriso. Mi sta impnotizzando.
Per quel poco che so di inglese decido di applicarmi e gli rispondo nella sua lingua:
-Oh, ok. Scusa. Ecco, sono solo in ritardo e mi chiedevo se  avessi finito. Sai com’è…- lo guardo, sembra sorpreso e sgrana gli occhi, ovviamente non dimenticandosi di sorridere con un lato della bocca.
-Parli un po’ di inglese vedo! Magari ci puoi aiutare. – dice.
Ci? Ma ha manie di protagonismo e parla di lui al plurale? Oppure è talmente stupido da non conoscere nemmeno la propria lingua. Lo guardo inarcando le sopracciglia, continuando a non capire.
Mi sta di nuovo fissando e la cosa mi sta mandando in confusione. Abbasso ancora lo sguardo e lo fisso sui suoi piedi: ha le superga bianche anche lui. Mi scappa un ridolino.
-Belle scarpe- non resisto dal dirgli.
Lui guarda le sue scarpe, poi le mie e scoppia a ridere.
Sempre ridendo, mi fa una sottospecie di radiografia con gli occhi e sbotta:
-Bei pantaloni! – noto con piacere che abbiamo entrambi i pantaloni beige uguali. Ma la cosa divertente è che anche lui ha una maglietta a righe, non bianca e grigia ma rossa e blu.
E sembra essersene accorto anche lui che siamo vestiti allo stesso modo, e fa una risata cristallina mandando indietro la testa.
Non posso far altro che sorridere, guardando la sua maglietta che scolpisce perfettamente i suoi muscoli.
Sono piuttosto imbarazzata, è il momento di sbloccare il disagio creatosi dal mio fissare i suoi denti candidi che ridono e i suoi occhi stringersi mentre ride. Credo sia imbarazzato anche lui perché passa una mano tra i suoi capelli lisci disordinati, spettinandoseli ancora di più.
Mi avvicino a lui, gli occhi ridotti a fessure e fisso il mio sguardo nel suo con aria minacciosa
-Siamo per caso gemelli? – sussurro.
Sorride ma sta per rispondermi quando un ragazzo tutto ricci e occhi verdi compare vicino a lui e mettendogli un braccio su una spalla appoggiandosi dice:
-Louis, hai finito di comprare questo benedetto gelato? Zayn sembra entrato in panico alla vista dei piccioni - dice ridendo.
Ma qui ridono tutti? Mi allontano subito dal ragazzo dalla pelle perfetta e gli occhi azzurri, e faccio per comprarmi il mio caffè, schiarisco la voce e lo sorpasso,e mi rivolgo al venditore in italiano, che mi conosce bene:
-Luca, mi fai il solito per favore? Vado di fretta.-
Non faccio a tempo a pagare che una mano con qualche spicciolo si avvicina al banco e mi offre il caffè.
Il “ragazzo dal sorriso perenne e gli occhi mozzafiato” mi sta pagando la colazione.
-No, no non se ne parla proprio- dico in inglese,scuotendo la testa freneticamente. Le guance sono diventate bordeaux, mi capita sempre quando sono in imbarazzo.
-Ad una ragazza bella come te non posso non offrire il caffè.-
Il riccio con gli occhi verdi sembra accorgersi della scena perché passa lo sguardo da uno all’altro, confuso e dice:
 -Scusa Louis ma tu conosci ragazze del genere e non me le presenti? Io sono Harry. Piacere. – e sfodera un sorrisone. Questi ragazzi mi ricordano qualcuno. Sono sicura di averli già visti. Ma dove?
-Sofia, piacere. Ora ,scusate, ma devo andare. Grazie del caffè. – faccio per andarmene, sorridendo al ragazzo di nome Louis e ignorando completamente la mano tesa del riccio che si stava presentando. Faccio per andarmene ma sento qualche passo veloce dietro di me e Louis mi si para davanti.
- Hey! hey, aspetta. Non scappare. Forse puoi aiutarci. Vedi noi dobbiamo prendere la metro, ma siamo tutti inglesi e non sappiamo minimamente che linea dobbiamo prendere. Tu sembri essere di qui, ci sai dire dove è il Parco Sempione? – dice quasi tutto d’un fiato.
Ci penso attimo, mi sembra sincero. Perché dovrei andarmene, sembra simpatico. E poi la deve smettere di sorridermi altrimenti continuo a fissarlo imbambolata.
-Ok, tu e il tuo amico Harry dovete…- inizio ma vengo subito interrotta.
-Oh no, non siamo solo io e lui, siamo in cinque. Vedi? – e mi indica un punto non poco lontano dove ci sono altri tre ragazzi, uno più carino dell’altro.- ci sono anche loro – aggiunge.
 Ah ma certo, uno di loro è il moro che avevo visto con i piccioni sulle braccia. Poi scorgo un biondino che ride tenendosi la pancia perché un piccione ha appena preso il volo spaventando a morte il terzo ragazzo, dai capelli mossi e gli occhi color nocciola, che terrorizzato si tiene una mano sul petto in modo teatrale, fingendo un infarto.
Mi viene da ridere ma non voglio dargli questa soddisfazione, e cammuffo il mio sorriso con un colpetto di tosse. Risultato: una orribile smorfia.
Ottimo, sembro una disabile.
Louis sembra accorgersi della mia magra figura infatti si avvicina pericolosamente a me, mi prende un ciuffo di capelli e me lo mette dietro le orecchie e facendo un sorriso sghembo mi sussurra:
-Sei bella quando sorridi –
Faccio un passo indietro, con gli occhi sgranati.
Ok, Perché fa così? Mi sta mandando in confusione. E' fuori di testa?
Mi schiarisco rumorosamente la voce e continuo:
-Si…bene…ecco tu e i tuoi amici dovete prendere la linea metropolitana rossa e scendere alla stazione Cadorna, dietro la stazione c’è il parco. Fate una breve passeggiata a piedi costeggiando il Castello Sforza e siete arrivati.- dico velocemente, senza quasi respirare.
Non so nemmeno se ho dato le indicazioni corrette. So solo che Louis ha degli occhi stupendi, azzurro mare.
-Mille grazie, Sofi. –
Sofi? Sofi? Si è dato già ai nomignoli. L'ho detto che è pazzo. Non ha il cervello a posto.
-Puoi venire con noi se vuoi! – aggiunge, speranzoso.
-Non posso, a dir la verità. Ho lezione fra… due minuti. Due minuti?! – guardo l’orologio con gli occhi sgranati. Perfetto. Sono ancora in ritardo e sono sicura che questa volta l’insegnate mi toglierà la presenza.
-Scusami, devo proprio scappare! – sbotto.
Voglio proprio andarmene ma i miei piedi sono bloccati, sono una statua di marmo. Ho quasi smesso di respirare. Questo perché ho incontrato lo sguardo triste di Louis. Sembra davvero dispiaciuto. Santo cielo! Ma cosa ti prende Sofia?
I suoi occhi mi stanno facendo impazzire. Ci sto navigando dentro. Potrei stare tutto il pomeriggio a fissarli. Tanto alla fine ritardo per ritardo, potrei sempre saltare la lezione. Gli occhi azzurri di Louis sembrano essere molto più interessanti.
Probabilmente devo avere l’espressione di un Muppet, perché Louis mi guarda come se fossi una psicopatica.
 
  
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