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Autore: SlowDownLiz    25/05/2013    8 recensioni
"..Così mi costrinsi a rimanere lì fermo mentre lei si preparava a cospargermi di protezione solare. Fatto tutto il corpo, toccò al viso dove dedicò più premura che nel resto: prima di posare ogni ricciolo di crema, Laura lasciava nel medesimo posto un bacio delicato. " (Preciso che non è tutta così la storia; inoltre è la prima che scrivo.. quindi non vi prometto niente.. l'ho finita ancora ad inizio anno, solo che mi mancava il coraggio di pubblicarla..) In poche parole, è una storia d'amore ambientata ai nostri giorni a Liverpool, con i nostri amati Beatles.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Lo so... scusate il ritardo.. sono un'insensibile nei vostri confronti..ma aveste visto che settimana ho passato...
Comunque anche questo capitolo fa parte della mia Top 5 dei preferiti.. mi fa venire i brividini al braccio quando lo rileggo..
Buona lettura a tutte voi e grazie come sempre per i vostri complimenti!

Lisa <3


41-I Need You

 
La luna si specchiava sul mare rendendolo argenteo e il rumore delle onde che s’infrangevano sugli scogli era un ritmo incessante che ascoltavo in silenzio sul poggiolo in cui mi trovavo.
Seduta su una sedia guardavo quello spettacolo, da sola.
Si, da sola, ma questo perché era notte fonda e tutti dormivano tranquilli nelle loro camere. L’unica che non riusciva a prendere sonno ero io, a quanto pareva.
La brezza era la sola cosa che rendeva il paesaggio vivo e mi faceva venire la pelle d’oca; prima di uscire mi ero rivestita senza ragionare: mi ero infilata gli slip che erano finiti sul pavimento e mi ero messa la maglietta che Paul di solito usava per dormire.
Prima di uscire gli avevo coperto le gambe per evitare che prendesse troppa aria.

Tutto qui era magnifico.
Da quando eravamo arrivati quella tarda mattinata, ci eravamo già sistemati alla grande. La casetta si affacciava proprio sul mare e aveva un pezzo di spiaggia tutto suo; eravamo molto isolati ma era l’ideale per riposarsi e riprendere le energie insieme alle persone che più si ritenevano importanti. Avevamo scelto di lasciar decidere alla morra cinese a chi spettassero le varie camere; per una volta Paul riuscì a vincere su tutti e quindi ci beccammo la migliore, quella che dava sulla spiaggia e che la si poteva raggiungere direttamente dal poggiolo.
Il resto della giornata la passammo tutti insieme in mare; avevo perso il conto di quanti bagni eravamo riusciti a fare.
Certo: era una vera sofferenza entrare in acqua visto che era freddissima, ma dopo un po’ che vi si era a mollo ci si abituava.
Giocammo e passammo il tempo tutti insieme e anche da soli con i nostri amanti e tutto mi sembrava irreale per quanto bello era. Cenammo fuori visto che in casa non c’era ancora nulla da mangiare ma per quanto riguardava il cibo ce ne saremmo occupati domani.
Dopo una lunga passeggiata lungo mare, eravamo tornati a casa ed eravamo rimasti in veranda a bere qualcosa ma non per molto, visto che tutti eravamo un po’ stanchi per il lungo viaggio.

Tutti, tranne Paul: infatti, non appena chiuse la porta della nostra camera dietro di sé, prendendomi per le spalle, mi avvicinò a lui per potermi baciare il collo e farmi scivolare il vestito di dosso. Continuando a torturare la mia pelle con baci e morsi, mi fece avvicinare al letto dove in un susseguirsi di carezze mi ritrovai nuda schiacciata dal suo corpo caldo e sudato.
Forse non mi contenni molto, e iniziai ad avere il timore che gli altri avessero sentito tutto e stessero immaginando che fosse stato realmente grandioso quello che facemmo quella notte.

Ed ora eccomi qua: erano passate quasi quattro ore da quel momento e io ero ancora sveglia; per tutto quel tempo, non avevo pensato a nulla di preciso o forse cercavo in vano di liberare la mente da un tarlo che continuava ad assillarmi ultimamente.
Mi alzai dalla sedia ma non volevo tornare in camera: di lì a poco sarebbe giunta l’alba e non avevo voglia di perdermela; presi il mio telo da spiaggia che era steso lì vicino a me e mi diressi giù per le scale.
Fortunatamente, qualcuno del posto aveva avuto la brillante idea di mettere della sabbia morbida per rendere più comodo e mono doloroso lo stendersi a terra, altrimenti sarebbe stata una vera tortura prendere il sole sdraiate sui sassi, inoltre facilitava anche la camminata.

Stesi l’asciugamano e mi ci sedetti sopra portando le ginocchia al petto; così rannicchiata, cercavo di mantenere la mia temperatura corporea tiepida, ma quella posizione era sempre stata per me una soluzione alle mia ansie.
Quella notte, però, non riuscivo proprio a smettere di pensare a quello che era successo in tutti quei mesi. Forse quelle riflessioni erano indotte dal fatto che ero inebriata dall’odore di Paul: il mio corpo, la maglia che indossavo.. tutto profumava di lui.
Ancora non riuscivo a rendermi conto che sarei stata in grado di tradirlo, di fare del male ad una persona come lui.. che cuore di pietra avevo? Ma soprattutto.. che cosa mi era passato per la testa?

Nonostante tutto, non era quello il solo tarlo che mi divorava; c’ero già passata ma mi era impossibile togliermelo dalla testa: ero quasi convinta che non sarei mai stata in grado di portare avanti una relazione a distanza.
“Io sono una ragazza che ha bisogno del contatto fisico e non necessariamente solo di quel tipo, perché sennò tanto vale trovarsene uno diverso per ogni occasione e la facciamo finita, no?”.
No.. io avevo la necessità di avere accanto la persona che amavo e vedere Paul una volta o due al mese non sarebbe stato sufficiente per me.
Vorrei tanto che potessimo stare insieme sempre, come qui..ma non voglio abbandonare tutto quello che ho costruito con le mie fatiche scolastiche e universitarie.

Forse la soluzione, se di soluzione si poteva parlare, era lasciarlo prima di partire.. ma era una cosa buttata lì, non ne ero per niente convinta..e meno male..
Tutte quelle riflessioni mi avevano talmente sconnesso dalla realtà che non mi accorsi nemmeno della presenza alle mie spalle.
-Ehi, che fai qui fuori?-
Era Paul; aveva la faccia tremendamente assonnata ed era uscito in boxer circondato da una coperta.
-Non riuscivo a dormire.. te invece?- Dissi facendogli spazio sul telo; si sedette per poi sdraiarsi e offrirmi un po’ di coperta.
-Non ti trovavo a letto e dopo averti cercato per tutta la casa, mi sono accorto che c’era qualcuno sulla spiaggia.. quindi facendo i calcoli potevi essere solo te..-
-Perspicace..- dissi prendendolo in giro; mi sdraiai appoggiando la testa sul suo petto cingendolo con il braccio.
-Gentile come sempre.. ma c’è qualcosa che non va? - Disse abbracciandomi a sua volta.
-In teoria no..-
-Come in teoria no? -Chiese perplesso.
-Scherzavo.. no.. semplicemente il sonno non arrivava, tutto qua.. e piuttosto che continuare a rigirarmi nel letto e dare fastidio a te, sono uscita a godermi questo spettacolo..- dissi indicando l’orizzonte che si era arrossato; era iniziata l’alba, finalmente.
-Ah.. sei proprio un’inguaribile romantica Laura..-  e mi accarezzò una guancia.
Il sole era spuntato e mi sentivo nuovamente tranquilla; sembrava che col nuovo giorno e l’averlo di nuovo accanto mi fossi finalmente chiarita le idee: “lasciare Paul? Mai.. troveremo il modo..”.
-Ehi.. ti sei addormentata?-  Mi chiese non sentendomi più parlare.
-Eh.. ah no.. facevo pace con i miei sensi..- ed era vero; ero piena di energie e pronta per andare avanti.
-Paul..-
-Dimmi..-
-Ti va di fare un bagno?-
-Adesso? Ma sarà gelida l’acqua..-
-Più di quando andiamo al pomeriggio? Dai fifone..-  dissi lanciandogli la maglia e rimanendo in slip.
Mi avvicinai alla riva e con un piede constatai la temperatura dell’acqua: sottozero era ancora poco, ma non mi spaventava.
Così, dopo aver fatto qualche altro passo ed entrata in acqua fino alle cosce, mi tuffai.
L’impatto fu veramente un trauma ma essere circondata da quell’elemento era una sensazione che avevo sempre amato; mi era sempre piaciuto nuotare o anche solo stare in ammollo per un tempo indefinito.
Dovetti però tornare in superficie per riprendere fiato e così mi accorsi che anche Paul era entrato fino ai fianchi.
Gli andai incontro e dopo averlo raggiunto lo baciai senza dire nulla; mi strinsi a lui sia perché avevo freddo, sia perché avevo una tremenda voglia di lui.
Era inutile: non sarei mai riuscita a fare a meno di lui.

Continuammo a baciarci immersi nel mare finché il sole non sorse del tutto illuminando ogni cosa di arancione.
  
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