Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: hugmeciastin    25/05/2013    3 recensioni
Chi sapeva che un viaggio a Stratford avrebbe potuto rovinare la mia intera vita?
Mio fratello mi aveva avvertito di stare alla larga, ma perchè avrei dovuto ascoltarlo dopo tutto quello che mi ha fatto passare?
Chi sapeva che sarei diventata il bersaglio di un omicidio dopo il suo errore?
Lezione imparata. E' fondamentale seguire i consigli delle persone che ti amano e si preoccupano di te più di tutto. Soprattutto se sono le uniche a essere rimaste nella tua vita.
Mantenere la guardia alta, pensare in fretta e, soprattutto, mai fidarsi di qualcuno.
Non importa quanto fortemente questa persona si innamori di te.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A





Voltai l'ultimo vicolo e sentìì dei passi, capendo di essere stata scoperta fuggire via. Girai decisa verso un altro vicolo, andando a destra, cercando di essere sicura che nessuno dei nemici mi stesse seguendo. 
 
Improvvisamente, vengo sbattuta su una parete di mattoni da un ragazzo della mia età, che indossava un giacchetto di pelle nero. Non potevo vedere altro, considerando che non voleva lasciarmi andare. Mi teneva con la schiena spinta verso la parete con tutta la sua forza,  penetrando i suoi occhi color miele dentro i miei. Avevo la sensazione che mi stessero per catturare di nuovo. Non sembrava uno dei membri dei Venom che mi avevano rinchiuso nello scantinato, cosa che mi ha solleva un po’.  Avvicinò la sua bocca al mio orecchio, stando sempre attento a tenermi ben spinta verso la parete.
 
‘’Cosa ci fa una ragazza bella come te, in giro durante la notte?” Dice profondamente. “Eh?”
 
Rimasi in shock per quello che mi aveva appena detto.  Non mi ero mai sentita così violata in vita mia. Iniziò a respirare sulla mia spalla, inviando una sensazione di calore giù per il mio corpo. Avevo la sensazione che non mi avrebbe mai lasciata andare. 
 
Improvvisamente iniziai ad udire dei passi. Il suono si faceva sempre più vicino. 
 
“Per favore, lasciami andare.” Gli sussurro in panico.  “Per favore.”
 
Ero destinata a morire stanotte. Ero riuscita a scappare dall'essere rapita e ora stavo quasi per essere violentata.  Ma per un motivo o l’altro, mi sentivo più sicura di prima. Se i rapitori ci trovano,  potrebbero sparare ad entrambi fino alla morte, e quindi dobbiamo tutte e due in qualche modo andare via da qui. Non potevo morire per colpa del mio fottuto cognome. Non potevo.
 
I rumore dei passi si facevano sempre più vicino. Avevo la sensazione che i Venom mi stessero cercando.  Sentivo numerosi passi di più persone. Il ragazzo continuava a respirare sulla mia spalla, fino a sentire il suo naso sul mio collo, pareggiando i suoi occhi con i miei. Entrambi respiravamo fortemente insieme. 
 
Lui perché era troppo eccitato di avermi, io invece perché ero in panico e volevo andarmene. 
 
“Andiamo via da qui, ti prego! Andiamo da qualche altra parte.” sussurai in preda al panico.
 
“Cioè, tipo un motel, piccola? C’è ne uno qui nelle vicinanze. Potremmo prenderci una stanza.” Ghignò, avvicinandosi sempre di più alla mia faccia. Bleah. 
Non mi importava più niente a quel punto. Non volevo essere catturata e uccisa da una banda.  È l’ultimo modo in cui avrei immaginato di morire. Preferirei correre via con uno sconosciuto che essere assassinata da una banda di delinquenti. Tutto, tranne quello.
 
“Andiamo via da qua. Ti prego.” Scuoto la testa.
 
“Da cosa stai scappando via?...” Fa una pausa “o dovrei dire da chi?” Mi domanda, sembrando sempre più calmo di minuto in minuto. 
 
Lo guardo implorante negli occhi,  cercando di farlo sentire più simpatico. 
 
“Va bene, vieni con me.” Finalmente mi lascia andare, prendendomi la mano, conducendomi nel vicolo. “Ho una macchina.” Mormora da dietro le sue spalle. 
 
Stavamo correndo di fronte all’Avon Theatre, sentivo che mi mancava il fiato. Non ho mai passato una notte così strana come questa. Mi stavo tenendo la mano e stavo andando in una macchina con uno sconosciuto. 
 
Apre la porta del passeggero di un macchina Dodge Charger nera, mi spinge aggressivamente dentro e chiude la porta. Mentre corre verso il posto del guidatore, mi accorgo che i suoi capelli non si muovevano con il vento. Come se l’aria venisse da dietro, ma rimanevano nella stessa posizione dopo aver soffiato. I suoi capelli erano lisci, come se fossero gelatinati. Cioè, sembravano abbastanza ben tenuti.
 
Apre con violenza la porta, lasciandosi cadere sul sedile del guidatore, mi guarda. I suoi occhi sembrano più innocenti del suo comportamento.  Ha una sorta di sguardo da cucciolo, come se lui dovesse essere una buona persona, ma è diventato incasinato crescendo, come mio fratello. 
 
Mette velocemente le chiavi nell’accensione, accende la macchina, parte bruscamente, accelerando durante la strada.  L’interno della macchina sembra carina e calorosa, e la pelle nera che ricopre i sedili è molto comoda. 
 
“Che diavolo stavi facendo?” Mi chiede seriamente. “te l’hanno detto i tuoi genitori che sei troppo carina per correre in strada di notte in questo modo?”
 
“Se fossero ancora qui...“ Dico in un sussurro.
 
“Cosa?” Mi domanda, girando la testa verso di me per poi riguardare di nuovo la strada, illuminata dai suoi fari nel buio. 
 
Odiavo quando le persone toccavano l’argomento dei miei genitori. Mi portava in mente solo orrendi ricordi. Il giorno in cui sono morti è stato il peggiore della mia vita. Sentire cosa i poliziotti mi avevano detto mi aveva lasciato in un trauma permanente. È qualcosa che non supererò mai.
 
“Non è niente.”  Mi mordo l’interno della mia guancia, una brutta abitudine che devo smettere di avere. La pelle dentro le mie guance sembrava una montagna di carne lacerata. 
 
“Ma da chi diavolo stavi correndo via?” Mi chiede in modo scontroso, leccandosi le labbra subito dopo. “Eh?” Alza le sua folte sopracciglia in modo interrogativo. 
 
“Non sono affari tuoi. Niente di quello che dico ti dovrebbe interessare. Non ti conosco nemmeno!”
 
Non posso farne a meno. Stavo girovacando con uno sconosciuto. Cos’altro avrei dovuto dire? Dovrei obbedire ad ogni cosa che dice? No, perché sembrerei una stupida. 
 
“Naturalmente tu non sai chi sono.” Urlò, continuando a tenere gli occhi fissi sulla strada. Mi sembra che questo ragazzo abbia un problema con il limite di velocità e con le multe.
 
“Non ti voglio conoscere. Non dovrei nemmeno essere in macchina con te!” Ammetto ad alta voce.
 
Mio fratello mi ha detto chiaramente di non essere troppo amichevole con gli estranei. Ho disobbedito  a tutte le sue regole. Sicuramente non tonerò a Los Angeles sembrando che fossi stata al sicuro.
 
“Almeno cerca di essere un po’ fottutamente grata che ti ho salvato da qualunque cosa tu stessi scappando, o almeno che ti sto dando un passaggio.”  Sputa fuori, fermandosi al semaforo.
 
“Onestamente, se non mi avessi attaccato alla parete nel vicolo, non avresti dovuto portami in giro. Mi potevi lasciare correre.”  Mi stringo nella spalle. “Ce l’avrei fatta benissimo senza di te.”
 
“Avrei dovuto scoparti e lasciarti lì.” disse a bassa voce. “Questo è quello per cui sei utile nella tua vita, comunque. Tu sei solo una botta e via. Guardati.”
 
Non avevo mai visto qualcuno così disperato da volermi portare al letto. Era semplicemente ridicolo.  Mi sentivo violata più di ogni altra cosa. Il fatto che lui pensasse di poter prendere tutto il possesso su di me e poi lasciarmi sola è disgustoso. 
 
“Se lo avresti fatto, ti avrei fatto arrestare. La polizia ascolta le ragazze carine, come me. Un serio ghigno apparve sulla mia faccia. “te l’hanno mai insegnato i tuoi genitori?” dissi imitandolo. 
 
 
“Che succede? Il tuo perizoma non ti sta permettendo la circolazione? È per questo che stai facendo la stronza?” Ringhia, mentre riparte dopo che il semaforo diventa verde.
 
“Sei arrabbiato solo perché non mi farò portare a letto da te?” Faccio una pausa. “non lascio fare gli estranei  queste cose. Non sono così facile come tu pensi.”
 
Posso sembrare il tipo di che ragazza che attrae cattive attenzioni, ma non vorrei mai essere violentata. Essere stata sbattuta contro una parente mi ha spaventando a morte. Perché dovrei andare fuori per strada, sperando che mi assassinano? 
 
“Lo vedremo.” Lui annuisce. “vedremo quanto tempo passerà prima che tu mi voglia.”  Dichiara misteriosamente. 
 
Alzai gli occhi al cielo alla sua spavalderia. Io che voglio lui? Non potrei mai immaginarlo. Lui è l’ultimo ragazzo con cui vorrei stare.  È solamente incasinato e immaturo. 
 
“Non so nemmeno chi sei.” Borbotto. 
 
“Bene, conosciamoci.  A scuola facevi i discorsi, giusto? Usa il discorso che si fa in classe, piccola. Forse dopo che abbiamo finito, potrei conoscerti ancora di più.” Disse allegramente mentre un sorriso furbetto gli attraversa la faccia. Vorrei schiaffeggiare quel sorriso da furbo.
 
Era arrivato il momento di dirgli il mio nome. Qualcosa su cui dovevo mentire. Mi rifiuto di dire a qualcuno il mio nome per il resto della mia vita. Non voglio essere rapita di nuovo.
 
“B-Bene…” Balbetto mentre sento le mie guance diventare calde. Le mie gambe iniziano a tremare.
 
“Qual è il tuo nome? Ne hai uno?” Mi domanda,  ridacchiando.
 
Sono Julia Gallo. Tu invece?” Chiedo nervosamente,  mentre sto mentendo. Non ci posso credere che sto per montare una vita stile ‘Hannah Montana’ a questo ragazzo, ma è l’unico modo per vivere.
 
Sono Justin Bieber, ma i miei amici mi chiamano Jay.”
 
Mi pare di aver già sentito quel sopra nome prima. Come se l’ho sentito di recente. Come se lo avessi sentito qualche giorno fa. ‘Jay ‘ sembra estremamente familiare…
 
BINGO!
E' il ragazzo di cui hanno parlato le persone che mi hanno rapita. Avevano assolutamente ragione sulla sfrontatezza, non li biasimo per il contributo su di lui. Ma questo in realtà si conclude a una cosa...
 
Ciò significa che sono in macchina con un membro dei Venom.
 
"Dove mi porti?" chiesi tesa
 
Il mio cuore inizia a battere al pensiero di dove mi sta portando. Poi mi sono ricordata, lui non sa che sono Chloe... lui mi conosce come Julia Gallo.
 
Devo solo abituarmi.
 
"Dove abiti?" chiese con calma
 
"Non ho un posto dove stare...ad essere onesti." mormorai abbassando lo sguardo. Posso ufficialmente dire che sono senza casa, credo. I miei soldi e i miei vestiti sono nella borsa da viaggio, che è ancora al Motel ed è troppo tardi per tornare indietro a quest'ora della notte.
 
"Credo che andremo a casa mia allora." sbadigliò, per poi svoltare in una strada privata. "A meno che fin quando non riuscirai a trovare un posto dove stare, ho un paio di amici che hanno un piano interrato con un matera--"
 
"NO!" lo interruppi. Mi schiarìì la gola cercando di non far sembrare troppo ovvio il fatto di essere stata rapita e portata lì. "No, io sto bene con te."
 
Quella casa era buia, l'unica luce che vedevo proveniva dal piano di sopra. Considerando che erano le due del mattino non mi aspettavo alcuna illuminazione esterna.
 
Ero costretta a nascondermi per la mia vita, sapendo che era un membro dei Venom e che avrebbe dovuto uccidermi. Avrei dovuto nascondere tutto di me, la mia persona intera. Se avessi saputo che era il fratello minore del leader, avrei eseguito un meccanismo di gioco diverso, o forse l'avrei preso a pugni. Sono sbalordita, sono stata in macchina con un nemico, anche peggio di quelli della prima volta.
 
Justin voleva uccidermi e non sapeva nemmeno chi fossi in realtà, è così violento. Mi sento come se lui sapesse che sono la sorella di Brad Romano e che mi avrebbe uccisa subito, ma devo farmi l'abitudine che sarò Julia Gallo per un po’. Non sarà divertente avere una doppia vita, ma ce la farò. 
 
Aprii la porta per uscire dalla macchina per poi richiuderla dietro di me aspettando Justin che uscisse. Uscì dal veicolo poco dopo tirando fuori una piccola chiave d'argento per aprire la porta di casa stando ad una certa distanza da lui. 
 
La casa puzzava di acqua di colonia e formaggio alla griglia. Nel soggiorno c'erano tre divani in pelle nera e Jersey Shore in TV a schermo piatto. Le pareti erano di una tinta blu. La casa sembrava normale, non una casa che appartiene ad un membro di una banda.
 
"Justin... pensi davvero che dovrei restare qui con te?" domandai.
 
"Chiamami Jay, piccola." rispose, accendendo le luci. 
 
"Preferisco chiamarti Justin." dissi "E per favore, non chiamarmi piccola." incrociai le braccia al petto. 
 
Il pensiero di chiamarlo 'Jay' mi intimidiva, mi fa pensare al mondo in cui l'hanno descritto il resto dei Venom. Chiamarlo Justin in un certo senso mi fa sentire sollevata, non so perché.
 
"Uhm...va bene." disse perplesso "Vuoi condividere il letto con me stasera?"
 
"Certo che no." dissi "Lasciami dormire sul divano."
 
"Sei sicura? Ti terrò al caldo." disse maliziosamente.
 
Sono davvero stufa delle sue stronzate, non entrerà mai nei miei pantaloni. Non so quanto tempo ci impiegherà a realizzare che probabilmente sono una delle ragazze più chiuse che lui abbia mai incontrato. Glielo farò capire.
 
"Ho detto no! Puoi semplicemente smetterla?" Urlai mordendomi il labbro.
 
"Calma, calma. Ti lascerò in pace." ridacchiò, mettendo le mani in tasca. "Hai capito?"
 
"Ho capito..." borbottai. "Se è così che chiuderai il becco per una volta." sibilai nella sua direzione.
 
"Va bene, dormirai sul divano cazzo!" urlò roteando gli occhi "Non ci posso pensare a questa puttana." disse sottovoce salendo le scale. "Spero che tu abbia una buonanotte del cazzo Julia!" urlò con sarcasmo, spegnendo le luci mentre saliva. 
 
Mi avvicinai al più lungo divano nero in salotto, tolsi i miei stivali neri gettandoli a terra. Poi mi feci una treccia francese gettando le lunghe ciocche dietro la schiena, e finalmente mi sdraiai sul divano. 
 
Avrei dormito senza una coperta stasera. Justin ha avuto il coraggio di andare a dormire senza darmi una coperta. Sono stata sottoposta a misure così scomode gli ultimi due giorni. Ho davvero bisogno di cambiare vestiti. Sono determinata nell'andare a prendere la mia borsa da viaggio domani, perché non posso vivere nel mio sudiciume così. 
 
Potrei solo dire che essere una 'Romano' non è la cosa più bella del mondo. Mio fratello sicuramente ha rovinato un terzo della mia vita e mi ha portata ad essere 'Julia Gallo'.
 
Sarebbe intelligente dire che sono di Las Vegas al posto di Los Angeles? Credo che avrei dovuto continuare tutta la mia vita in una bugia. Chi potrebbe biasimarmi quando ho un gruppo di ragazzi pronti ad uccidermi?
 
In entrambi i casi mi trovavo in casa con un assassino, dovevo stare attenta e dormire con un occhio aperto. 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: hugmeciastin