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Autore: hugmeciastin    25/05/2013    6 recensioni
Chi sapeva che un viaggio a Stratford avrebbe potuto rovinare la mia intera vita?
Mio fratello mi aveva avvertito di stare alla larga, ma perchè avrei dovuto ascoltarlo dopo tutto quello che mi ha fatto passare?
Chi sapeva che sarei diventata il bersaglio di un omicidio dopo il suo errore?
Lezione imparata. E' fondamentale seguire i consigli delle persone che ti amano e si preoccupano di te più di tutto. Soprattutto se sono le uniche a essere rimaste nella tua vita.
Mantenere la guardia alta, pensare in fretta e, soprattutto, mai fidarsi di qualcuno.
Non importa quanto fortemente questa persona si innamori di te.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aprii gli occhi per vedere finalmente la luce del sole di Stratford, Ontario, raggiare attraverso le persiane della casa. Guardai in basso, per trovarmi avvolta in una larga coperta con la bandiera canadese. Come ha fatto questa coperta a finire sopra il mio corpo? Magia? Oppure era stato il proprietario di casa? Il ragazzo con cui avevo avuto una discussione accesa, il ragazzo che mi aveva salvata nel vicolo... beh... più o meno.
La mia testa pulsava dal dolore, emisi un sospiro a causa dello stress. Mi sento come se fossi stata investita da un camion. E' una sensazione che non ho mai provato prima. Se ricordo bene, gli ultimi due giorni sono stati.. diversi. Non è una bella sensazione sapere che cosa mi era successo. Penso solo che avrei dobuto seguire gli ordini di mio fratello e rimanere lontana da Stratford, ma sono qui, ora. Non posso cambiare il passato.
Qualsiasi cosa sia successa... è solo.. successa.
Gli ultimi due giorni, sono stata rapita. Sono stata minacciata di essere violentata, picchiata, e persino uccisa. Mi sentivo violata. Colpita in parti del mio corpo che non erano destinate ad essere toccate da estranei, sono stata quasi costretta a fumare una sigaretta per la prima volta.. Volevano solo terrorizzarmi a tal punto dal farmi pensare di voler morire.
La morte è ciò che temo di più.
Non potevo credere che questo era il modo in cui venivo trattata, solo a causa di errori di mio fratello. Non ho mai voluto che questo accadesse. Non mi sono mai meritata di essere rapita, solo per condividere il mio nome con qualcuno.. solo una volta. C'è una storia di come la banda Venom mi ha trovato. E' una violazione della mia privacy.
Il capo della banda ha inviato a ogni hotel e motel a Stratford un promemoria per chiamare la banda se qualcuno di nome Chloe o Brad Romano si fossero fermati o meno. Gli addetti alla reception non sapevano che quelli erano i membri della banda che tutti conoscevano. Pensavano che fossero innocenti, alla ricerca di persone che erano scomparse. Così, il vecchio uomo della reception del Swan Motel ha chiamato i Venom e ha detto loro che ero entrata nel motel, così che in tal modo la banda riuscì a catturarmi, a prendermi e a torturarmi.
Se ricordo bene, l'aria condizionata in casa non era mai stata attivata. Faceva caldo come all'inferno. Pensavo di bruciare a morte. Volevo davvero che qualcuno mi salvasse, ma era ovvio che dovevo salvarmi da sola, e così dopo saltai fuori dalla piccola finestra fino alla vittoria. Dopo essere uscita dalla finestra, corsi come non avevo mai corso prima in tutta la mia vita. Ero completamente arrabbiata. Il fatto che ero perseguitata da loro rendeva solo la situazione peggiore di quanto già non lo fosse.
Infine, sono stata salvata.. ma non da qualcuno di meno violento di quelli della banda. Era nientemeno che il fratellino del capo dei Venom. L amia schiena fa ancora male dopo essere stata bloccata al muro del vincolo. Lui mi ha completamente catturata e portata nella sua auto, nonostante lo avessi pregato e suppicato di portarmi da qualche altra parte.
Aver incontrato Justin mi ha portato a coprire completamente la mia identità, infatti ora sono conosciuta come Julia Gallo.
Mi guardai intorno alla stanza per vedere se Justin era lì in giro. E' introvabile. L'unica cosa che potevo sentire era il ticchettio dell'orologio. Voglio dire, la casa sembra abbastanza decente, considerando che praticamente vive da solo qui. Dov'è suo fratello? Dove sono i suoi genitori?
Dormire sul divano non ha aiutato la mia schiena a fare meno male. Ieri sera, sono andata a dormire senza nessuna coperta avvolta sul mio corpo, ma ora, ne ho una. Questo mi sta portando a credere che Justin in realtà ha un cuore. Non aveva intenzione di lasciarmi stesa qui al freddo. Chi conosceva il fratello di un membro della banda, che ha cercato di farmi del male, avrebbe messo una coperta su di me? Sembra un po' strano.
Quello che sapevo su quel ragazzo fino a ora, era che voleva essere chiamato 'Jay' e non 'Justin'.
Non capisco. Era estremamente arrogante, pensando di poter entrare nei pantaloni di ogni ragazza su cui pone gli occhi addosso. Non avevo intenzione di cascarci. Non potrei mai. Voleva sapere molto su di me. Ma l'unica cosa che sa è il mio falso nome, non la mia storia. E' stato come chiedere l'elemosina per aver ucciso, considerando il fatto che era lui colui che doveva uccidermi, in primo luogo.
Dormire nella casa del mio futuro assassino? Qualcosa che non mi ero mai aspettata di fare in questo viaggio.
 
"Hai dormito bene?"
 
Sobbalzai al suono di una voce profonda e familiare. Ero così assorta nei miei pensieri, che non mi aspettavo di vederlo lì in piedi. Guardai l'orologio e vidi che erano le 07:36. Scese le scale in un paio di jeans grigi, una anotta bianca e la giacca di pelle nera che portava anche ieri. Le sue labbra erano di una perfetta tonalità rosa, e i suoi capelli? Erano stati tirati su con il gel, proprio come ieri.
"Già." Feci una pausa. "Immagino. E' stato meglio di questi ultimi giorni." Passai le mani tra i miei disordinati capelli lunghi e mossi, fissandolo. Aveva appena aperto il frigorifero e aveva afferrato una bottiglia di succo d'arancia, bevendolo tutto. Rabbrividii al pensiero di mangiare qualcosa qui.
"Sono sicuro che avresti dormito meglio nel mio letto con me." Sigghignò.
Volevo schiaffeggiare quel ghigno sinistro dalla sua faccia. Come può essere così delirante da pensare che avrei effettivamente dormito con lui? Ti sembro tipo una puttana? Ti sembro una che possa dormire con un ragazzo a caso che non conosco nemmeno? Non sono quel genere di ragazza.
"Sì, sono sicura." Ho detto con sarcasmo, roteando gli occhi.
Ho davvero bisogno di chiamare mio fratello. Volevo sapere cosa stava succedendo, ma non potevo, dato che verremmo entrambi uccisi. Se Justin scoprisse chi è mio fratello in realtà, mi farebbe a pezzi. Non voglio essere uccisa per un errore di mio fratello. Anche se Brad mi infastidiva come l'inferno, tutti i consigli che mi aveva dato erano giusti:
 
1. Non stare con gli estranei.
2. Non dare a nessuno il tuo nome completo.
3. Stai lontana da Stratford.
 
Sono già andata contro tutti e tre questi ordini. Se dovessi mai ammettergli che sono andata contro quello che mi ha detto, gli darei una grande delusione. L'ultima cosa che volevo era deluderlo, visto che i nostri genitori sono morti e lui è l'unico membro della famiglia che mi rimane. I miei genitori probabilmente mi stavano guardando in questo momento, provando un grosso sconcerto per me, sapendo che io stessa mi sono messa la vita contro trovandomi in una situazione di morte.
 
Ero curiosa, curiosa di sapere perchè avrei dovuto stare lontana da Stratford. Mi ricordo di Alice di 'Alice in Wonderland'. La ragazza nella storia era molto curiosa, così è saltata dentro il buco del coniglio, trovandosi in numerose situazioni di pericolo, per poi ritrovare finalmente se stessa, ma per finire sempre nei guai con la regina di cuori, e finendo quasi per essere uccisa dal suo esercito.
 
A volte, la curiosità potrebbe essere una buona cosa, ma nel mio caso, potrei morire. Questo è quando la curiosità incontra le crisi.
 
Justin continuava a trascinare i piedi in giro per la cucina, alla ricerca di qualcosa da mangiare. Si fermò davanti al frigorifero e lo fissò per ben 30 secondi, per poi prendere la stessa bottiglia di succo d'arancia ingurgidandola fino alla fine. Si coprì la bocca per fare uscire un piccolo rutto, totale disgusto.
 
Mi sedetti sul divano, piegando la coperta fino a sedermi sulla parte superiore del tavolino di vetro di fronte a me. Justin ha gettato la bottiglia vuota in un cestino di plastica nera. Guardai verso di lui, trovando i suoi occhi che si incontrarono con i miei. Guardai da un'altra parte in fretta, sapendo che non volevo avere niente a che fare con lui. Non è nemmeno sicuro per me stare in questa casa.
 
Continuava a guardarmi in modo strano, camminando verso di me. Avevo qualcosa in faccia? Il mio vestito? Che cosa stava succedendo? Si lasciò cadere sul divano accanto a me. Forse stava capendo chi ero davvero...forse per me...
 
"Chi ti inseguiva ieri?" Mi ha chiesto, arricciando le sopracciglia folte insieme. Erano più nere dei suoi capelli. Mi lasciai sfuggire un sospito di sollievo, dato che non mi aveva chiesto niente sulla mia identità.
 
"Nessuno." Mormorai.
Se avesse scoperto chi mi stava inseguendo ieri, li avrebbe fronteggiati. E' il fratello del capo dei Venom. Poteva chiedere a loro perchè mi stavano inseguendo, e finalmente avrebbe scoperto chi ero veramente. Non ho bisogno che questo accada. Ho bisogno di un posto dove stare fino a quando posso chiamare il mio autista, Rouge, per dirgli di tornare a prendermi.
 
"No, davvero. Perchè stavi correndo come un pipistrello fuori dall'inferno?" Gracchiò profondamente, leccandosi le labbra.
"Perchè lo vuoi sapere? Perchè ti preoccupi?" Gli ho chiesto tesa.
 
Le mie ginocchia iniziavano a cedere. Tutte queste domande che ha iniziato a farmi. Ho iniziato a sentirmi intimidita davanti a lui e anche paranoica di sapere che lui forse sapeva chi mi stava inseguendo nel vincolo.
"Non ho ti ho mai vista in questa città. Ecco perchè." Fece una pausa. "Ci sono tremila persone che vivono qui. Sarei abbastanza sicuro di averti visto in giro."
"Non sono affati tuoi!" Sbottai, sentendo la mia voce echeggiare per la casa.
Stavo perdendo la testa e il filo del discorso. Non può sapere da chi stavo scappando. Non ancora. Se lo scopre, tutta questa partita sarebbe finita per me. Non è che io abbia intenzione di sopravvivere a tutta questa situazione. E' un po' come se stessi trascinandolo fuori e come se Justin mi coprisse. Cambiare il mio nome in Julia Gallo è la mia copertura. La banda non avrebbe mai osato venire a trovarmi qui.
 
"Ok, allora da chi stavi scappando? Da un fantasma?" Ha messo in discussione con sarcasmo.
"Da nessuno, ok? Non c'entri niente tu!" Strillai in completa rabbia, sentendo le guance sempre più ccalde. I miei occhi hanno iniziato a lacrimare, a causa della consapevolezza di dover mascherare me stessa. Non ho mai voluto farlo, in primo luogo. Sto solo cercando di farlo per sopravvivere.
 
"Almeno dammi un indizio?" Chiese in tutta serietà.
"No!" Urlai. "Non ti darò un cazzo di indizio! L'intera questione non ti riguarda!" Deglutii. "Mi hai semplicemente tirato fuori da questa situazione! Niente di più, capito?" Mi alzai dalla sedia e camminai verso la cucina.
 
"Sei così hot quando ti arrabbi." Filtrò. "Questo calore potrebbe esserci utile, un giorno."
 
Si avvicinò a me. Così vicino che potevo sentire il calore del suo corpo sopra il mio. Esitai ad allontanarmi.
Improvvisamente, ho sentito il suo naso percorrere su per il mio collo, sentendo dei piccoli baci su di esso, portandomi a spingerlo via da me. Il suo corpo si sbilanciò un po', ma poi si riaddrizzò subito, continuando a sorridermi, con le labbra estese su tutto il suo viso, facendomi incazzare ancora di più.
 
"Che diavolo stai facendo?" Urlai. "Non sono una di quelle ragazze sgualdrine che trovi in strada! Che cosa c'è di sbagliato in te?!"
 
"Volevo solo farti arrabbiare." Ridacchiò. "Ha avuto assolutamente successo, e sì, io ti ho presa da una strada, piccola."
 
"Tu hai dei seri problemi se pensi realmente che puoi prendere una qualsiasi ragazza su cui metti gli occhi, cazzo!" Scossi la testa, e puntai il mio dito al suo petto. "Io non sono quel tipo di ragazza, nè lo sarò mai!"
 
"Ti catturerò prima o poi." Dichiarò scherzosamente.
Questo psicopatico delirante. Non mi attirerà mai. Non nel modo in ci l'ho incontrato nel vicolo. Il modo in cui mi ha spinto contro il muro, il modo in cui ha detto molte cose su di me violando la mia privacy. Non ho bisogno di qualcuno che mi dica di andare a letto con lui. E' arrogante e sarebbe l'ultima persona con cui vorrei finire per diventare una maniaca del cazzo.
 
"Sì, certo." Alzai gli occhi per il disgusto. "Basta che tu mi porti al Swan Motel così potrò prendere i miei fottuti vestiti."
Avevo indossato lo stesso vestito per gli ultimi tre giorni. Sono sicuro che nessuno vorrebbe indossare gli stessi abiti per 72 ore. Lo stesso top nero, leggins di pelle nera e stivali da combattimento neri. Mi sentivo un disastro. I miei capelli erano sporchi e la mia testa sembrava essere stata colpita da una mazza da baseball. Mi sento insonnolita. Voglio solo andare a casa.
 
"Vuoi seriamente entrare in casa mia e padroneggiarmi intorno?" Mormorò. "Gesù, tu sei quello con i problemi! Ti ho fatto un favore!" I suoi occhi erano pieni di rabbia.
 
"Non ho nemmeno bisogno di stare qui. Non voglio nemmeno..." la mia voce di spense e abbassai la testa fissando il pavimento. Sembrava abbastanza pulito. "Puoi solo stare zitto e smetterla con queste tue odiose osservazioni su—"
 
"Senti, se tu ti fossi calmata un po', sarei stato zitto." Interruppe sorridendo scherzosamente. "Ma è davvero esilarante e sexy vederti incazzata." Rise, mostrando tutti i suoi denti. Erano super bianchi.
 
"Ti prego, portami solo al motel per prendere le mie cose dalla mia stanza." Mormorai.
 
"Sai..." Fece una pausa. "Lo faccio solo per te, perchè penso che tu sia estremamente attraente. Cioè, ti sei vista?" Mi ha chiesto, mentre io cercavo di trattenermi e di non arrossire. "Mi piacerebbe scoparti così forte se avessi la possibilità."
 
Lui è davvero univoco.. Va dritto sul punto ed è abbastanza onesto. Le cose che ha detto, la maggior parte dei ragazzi le avrebbe trattenute. Ha detto tutto ciò che gli è venuto in mente. E' fastidioso, ma hey... Almeno so che non mi mentirebbe mai, come ho fatto io.
Sigh.
 
"Andiamo o cosa?" Chiesi, incrociando le braccia al petto.
 
"Vado a prendere le chiavi. Aspettami fuori." Sorrise. "Sarò proprio dietro di te, se sai cosa voglio dire." Aprì il cassetto più vicino al frigorifero tirando fuori delle chiavi nere. Non c'era niente di speciale. Nessun controllo per la macchina o un allarme.. niente. Aveva solo sopra il logo Dodge.
 
"Che cosa vuoi dire?" Mi morsi il labbro, dolcemente.
"Voglio controllare il tuo culo, piccola. Vuoi che vada nel dettaglio?"
 
Ignorando la domanda, aprii la porta di casa e camminai verso la macchina, senza preoccuparmi se mi stesse guardando o no. Sono il suo obiettivo numero uno per essere sfruttato. Perchè dovrebbe importarmi ciò che pensa di me a questo punto? Finirò per essere uccisa, prima o poi.
 
La luce del sole brillava sulla mia fronte. Guardai tutto il quartiere per vedere se qualcuno mi stava guardando. Sembrava un quartiere abbastanza normale, con nessun crimine. Chi potrebbe mai aspettarsi che una banda viva a Stratford, in Canada? Sono ancora sotto shock totale. Sentii dei passi dietro di me e capii che era Justin. Continuai a scrutare quel quartiere tranquillo, completamente sbalordita.
 
"Hai un bel culo." Disse alle mie spalle. "Sapevo che sarebbe stata una grande idea guardarti mentre camminavi verso la macchina."
 
Scossi la testa in antipatia totale. Cominciai a guardare la sua auto. Sembrava un'auto d'epoca, come se fosse stata tramandata nel corso dei secoli dalla sua famiglia o qualcosa del genere.
 
"Di che hanno è la tua macchina?" Gli chiesi, girando la mia testa e guardandolo negli occhi.
 
"E' una 1968 Dodge Charger. Era verde scuro in un primo momento, ma poi l'ho colorata di nero." Sorrise, sembrava fiero di se stesso. "Voglio dire, il sedile posteriore è anche molto utile." Un sorriso si diffuse per tutto il suo viso.
 
"Sì, ma non sarà utile a me. Onestamente." Dissi senza mezzi termini.
Girò intorno alla macchina e sbloccò le porte dal sedile del conducente. Guardò verso me per attirarmi, mentre lo fissavo.
"Hai intenzione di entrare o cosa?" Alzò le sopracciglia. "Non riuscirò a prendere i vestiti senza di te."
Aprii lo sportello e mi lasciai cadere sul sedile di pelle nera. Justin salì in macchina e chiuse la porta sul retro. Guardavo oltre notando che mi stava fissando.
 
"Hai intenzione di mettere in moto o che cosa?" Lo intimai.
 
Lui ridacchiò, mettendo la chiave nel nottolino e partendo. Guardò verso me e poi puntò gli occhi sulla strada. La macchina partì da 0 a 50 miglia all'ora in circa cinque secondi.
Ero abituata a stare in auto con persone che volevano accelerare. Mio fratello accellerava sempre e in qualche modo non finiva mai nei guai con la polizia. Ho sempre amato la sensazione di stare su un'auto che va veloce. Mi sento libera. Justin aumentò di velocità attraverso il quartiere.
In pochi minuti eravamo arrivati al motel. Appariva totalmente diverso alla luce del sole. E' più bello di quello che sembrava il giorno in cui ero arrivata. C'erano delle rose nel giardino d'ingresso, e l'edificio di mattoni sembrava accogliente. Era tutto diverse dal primo giorno. Era cupo e piovoso, quella notte, ma non ricordo molto, dato che sono stata drogata e rapita.
 
"Ti aspetto qui, mentre vai a prendere le tue cose." Justin guardò verso di me, leccandosi le labbra.
"Va bene." Mormorai, uscendo dalla macchina e chiudendo lo sportello.
 
Mi precipitai attraverso la porta, notando qualcosa. Sembrava un po' strano essere di nuovo qui. Dov'era il vecchio uomo della reception? Sta succedendo qualcosa di strano qui intorno.
 
"Ciao?" La mia voce echeggiò in tutto l'ingresso. Nessuno rispose. "Ehy, ciao?" Ho detto di nuovo.
Infine, mi lanciai sopra la scrivania per vedere nientemeno che...
Il corpo dell'uomo della reception. Era coperto di sangue con la bocca aperta. La sua barba grigia era rossa e si notava la chiazza di sangue su tutta la camicia bianca, segno di una forte pugnalata.
Urlai nella totale paura, sentendo i brividi per tutto il mio corpo. Corsi fuori più in fretta che potevo ed entrai in macchina da Justin.
"Aiuto!" Urlai in preda al panico. "L'addetto alla reception è morto!" Le lacrime si iniziarono a formare nei miei occhi.
"Non essere codarda." Scosse la testa. "Vuoi che venga con te?"
"Tutto questo è normale per te?" Strillai. "Stai scherzando. Questo vecchio uomo è morto e tu stai totalmente agendo come se niente fosse!"
"Sono abituato a questo tipo di cose." Ha dichiarato senza mezzi termini. "Vengo con te."
Strano come l'inferno. E' questo che fanno i membri delle bande da queste parti? Vedere un morto e ignorarlo? Che tipo di persona è?
Tornai alla porta del motel e andai dritta, superando la scrivania e cercando di non guardare il cadavere, di nuovo. Era ovvio che i Venom lo avevano assassinato. Non sarebbero stati in grado di portare via il mio corpo drogato fuori dal motel se il vecchio stava guardando, quindi hanno dovuto ucciderlo.
Mi fa incazzare il fatto che non danno nessuna importanza a l'omicidio di quest'uomo anziano. Non avevo mai visto un cadavere insanguinato in vita mia. E ciò che lo rende peggiore è che lui è stato uccido praticamente due giorni fa, quindi non aveva un odore piacevole.
Justin e io salimmo su per le scale fino al quarto piano e cercammo la stanza 452. Non posso credere che ho memorizzato il numero della stanza anche dopo essere stato drogata. Ho preso la chiave d'argento dalla tasca e ho aperto la porta.
 
"Allora è qui dove stavi prima che io ti trovassi?" Justin mi ha chiesto, guardando oltre la mia spalla.
"Sì, ma non posso più stare qui o mi troveranno." Sbottai. Il soggetto che mi stava inseguendo per i vicoli deve smettere di entrare così nelle nostre conversazioni.
"Chi ti troverà?" Ha chiesto completamente preoccupato.
"Nessuno." Mormorai, spingendo la porta aperta.
 
I miei occhi si spalancarono per lo shock per quello che stavo vedendo in quella stanza. Il letto era lacerato, le sedie tutte in terra. E' tutto disordinato, ma il mio zaino da viaggio leopardato era posato perfettamente sopra il comodino.
"Che diavolo stavano cercando di farti queste persone?" Sbottò, guardandosi in torno dubbioso.
"Non è importante in questo momento." Lo zittii, afferrando la mia borsa. Mi sento come se tutto quello che avevo è ancora qui. Grazie a Dio i Venom non hanno rubato, o sarei nella merda. Se non avessi soldi o cose da indossare.
C'era un'ultima cosa che avevo bisogno di fare per capire se ero stata derubata o no. La mia patente. Se questa non c'è più, tutta la mia identità potrebbe essere svelata in qualsiasi momento.
Aprii la borsa, scavai a fondo e trovai il portafogli. Era introvabile. Ho continuato a cercare nella borsa. Niente. Niente di niente. Tutto quello che c'era erano i miei vestiti, il mio ferro da stiro... in fondo, tutto il necessario per vivere, ma il mio cazzo di portafoglio dov'era?
I Venom hanno rubato il mio portafoglio o sto delirando?
"C'è qualcosa che non va?" Jusin mi chiese. Potevo notare la sua preoccupazione dai suoi occhi.
Smisi di cercare nella borsa e tentai di mostrare che tutto andava bene. Era, in realtà, la cosa peggiore che potesse mai essermi accaduta. La mia patente aveva il mio nome reale. Se l'hanno rubata, e il mio nome in relatà è Chloe Romano, è finita per me. Ho chiuso con tutto.
"Non c'è niente che non va." Mentii. "Andiamo via da qui."
Afferrai la borsa. Avevo paura. Paura di cosa succederà in futuro.
So solo che me ne andrò il prima possibile.
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hey guuuuys.
 
*balla l'happy dance* ecco qui il quarto capitolo della storia che sto traducendo. 
sono tanto felice che piaccia a molte di voi, per questo continuerò a tradurre e postare, only for you all, so now, love meeee. no okay.
in ogni caso, spero che molta più gente legga questa storia, perchè fidatevi, ve lo dice una che l'ha letta tutta in inglese fino alla fine: è un'emozione unica. le scrittrici sono bravissime e la storia è ben dettagliata e sistemata, tra alti e bassi, tra momenti di paura e momenti di pianto, tra chloe romano alias julia gallo e justin bieber.
 
love you all.
sererererererena.
  
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