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Autore: Sniffing the rain    25/05/2013    3 recensioni
Probabilmente sarà la classica fanfiction in cui ci sarà una lei che si innamorerà di un lui ma vedrò di far andare le cose diversamente....
"Jeane
I'm not sure what happiness means
But I look in your eyes
And I know
That it isn't there "
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jeane.

 

E anche quell'anno arrivò l'estate.

Odiavo l'estate. Tutti ad aspettarla per poi lamentarsi del troppo caldo, era una cosa ridicola.
Tutti erano a divertirsi mentre io ero costretta ad andare in quella prigione di scuola per recuperare il debito a chimica.
Amavo la chimica eppure ero riuscita a farmi dare il debito in quella materia. Un'altra cosa ridicola.

 

Mi presento, sono Jeane Smith, figlia del fotografo Taylor Smith. Mia madre, Layla Anderson, divorziò con mio padre quando avevo all'incirca 5 anni. Lei tradiva lui e sempre lei lasciò a lui (oltre che un cuore spezzato) quella bambina che 5 anni prima aveva concepito.

Devo essere sincera, sono felice di com'è andata. Adoro mio padre, adoro il suo lavoro, adoro il modo in cui mi ha sempre trattata e il modo in cui, seppur solo, è riuscito a farmi arrivare ai 17 anni.

Adoro il modo in cui ogni mattina è solito svegliarmi.
Tutte le mattine, ore 7:30, quasi fosse un impegno giornaliero a cui non poter fare a meno, lui arrivava in camera mia, apriva le persiane della finestra e, con il volume dello stereo a 10, lasciava che le note di Morning Glory degli Oasis riempissero la mia stanza.

Certo, avrei preferito una canzone poco più “calma” come sveglia, ma amavo gli Oasis, passione trasmessa da mio padre, e qualsiasi loro canzone sarebbe stata ottima come risveglio.

 

Quella mattina fu la stessa storia, ore 7:30, sole che entrava attraverso la finestra, Oasis.
Una volta finito di vestirmi scesi al piano di sotto dove vidi mio padre sorseggiare del teh da un'enorme tazza color blu. Mi avvicinai a lui, gli diedi un bacio sulla guancia e, una volta presa la tracolla, uscì di casa augurandogli una buona giornata.

Erano le otto, era Luglio e per le strade non c'era nessuno.
Chi sarebbe mai così stupido da svegliarsi presto quando si è in vacanza?!

Bhe, io. Ma ne ero costretta.

 

Arrivai a scuola e fui lieta di vedere che ad aspettarmi davanti il cancello c'era la mai amica Sarah.
Sarah, era forse l'unica persona di tutta Sheffield (ad eccezione di mio padre) ingado di farmi sentire compresa. Ascoltavamo la stessa musica, anche se lei preferiva il Metal mentre io preferivo il Rock in tutte le sue forme, ma nonostante ciò la pensavamo allo stesso modo.
A vederci eravamo alquanto differenti: lei capelli scuri,corti, rasati da un lato, occhi circondati da matita nera, maglie di gruppi metal, Creepers ai piedi; io capelli castano chiaro, abbastanza lunghi da ricoprirmi appena le spalle, ciglia lunghe che ricoprivo di mascara, maglie prive di forme, e Converse, ma nonostante ciò eravamo davvero molto simili.

 

<< Odio la chimica >> disse lei accompagnando la frase con uno sbadiglio.
<< Io la amo, eppure eccomi qui, cara mia >> risposi nel tentativo di “incoraggiarla”, se così si può dire.

****

Appena entrammo nell'aula vidi la mia amica fiondarsi su un ragazzo, abbracciandolo in uno di quei abbracci sinceri che di rado concedeva.
Conoscevo quel ragazzo, ma solo di nome. Era Matt Helders, e da come sapevo, era uno dei tanti amici della mia amica.
Io non conoscevo molte persone oltre a Sarah (forse per via della mia timidezza) ma lei, invece, era molto più socievole di me, cosa che la portava ad avere molti amici.

 

<< E come ogni anno Helders ci rincontriamo in questa schifo di classe! >> sorrise lei dopo aver sciolto l'abbraccio.
<< E come ogni anno devi uccidermi con i tuoi abbracci! >> esclamò lui massaggiandosi la spalla e fingendo un'espressione di dolore.

Nel frattempo, Miss. Amo la chimica così tanto da essermi fatta dare un debito in questa materia, era rimasta ferma sulla porta ad osservare la scena.

<< Oh, Matt, lei è Jeane, Jeane ti presento Matt >>.
Probabilmente arrossì non appena il ragazzo mi rivolese lo sguardo e con un sorriso allungò la sua mano verso di me.
<< Piacere di conoscerti Jaene >>
<< Piace mio, Matt >> sussurrai quel poco per essere sentita.

 

Ero timida, troppo timida.

 

<< Non c'è tempo per le presentazioni per coloro che non conoscono la chimica >> era il professore che, svogliato, entrò in classe costringendoci a sederci e a prendere inzio alla lezione.

Una volta finita quella che per me fu un'interessante ripasso di chimica, mentre per i due amici una tortura senza fine, Matt ci propose di andare a casa sua dal momento che i suoi genitori era partiti per Londra.

Lungo il tragitto scuola-casa Helders mi resi conto di quanto simpatico fosse Matt e di come, caratterialmente fosse simile a Sarah.

Passammo a casa Helders buona parte del pomeriggio. Lui e Sarah si lanciavano sfide su chi riuscisse a fare la rullata più veloce mentre io passai buona parte del mio tempo con una chitarra trovata vicino alla batteria. Ce ne erano di strumenti in quel garage...Ma non ci diedi tanta importanza pensando che forse Matt sapeva suonarli tutti o che forse ai suoi genitori piacesse suonarli, insomma altrimenti per quale motivo uno dovrebbe avere un garage con tutti quei strumenti ed un microfono?

Quando venne il momento di andarcene salutai Matt con un abbraccio. Sì, ero timida ma solo nella fase iniziale, insomma ora che avevo conosciuto ( seppur minimamente) Matt avevo capito che non c'era motivo di vergognarmi e che in realtà era un ragazzo davvero molto simpatico.

Stavamo già percorrendo il vialetto che conduceva lungo la strada quando Matt richiamò la nostra attenzione.

<< Aspettate! >> corse verso di noi << Domani sera, Sarah, domani sera >> disse guardando la sua, mia, nostra amica. << Non puoi mancare! >> disse facendo la faccia da cane bastonato . << Matt, non ti seguo.. >> rispose la mia, sua, nostra amica inarcando un sopracciglio. << Abbiamo il primo live con la band, non poi mancare >>.

Band!...Ora mi era chiaro il motivo di tutto quel bene di dio all'interno del suo garage.
E io che pensavo fosse una cosa di famiglia stile Jackson 5 o Sister Sledge!

<< Tranquillo Matt, ci sarò >> disse Sarah rassicurandolo.

Poi lui si voltò verso me << A te non devo neanche chiederlo, tu verrai e basta >> disse guardandomi dritto negli occhi e facendomi ridere.

<< Puoi contarci Helders >> dissi sorridendo per poi salutarlo nuovamente e ritornare a casa.

 

Tutto sommato quell'estate stava inziando alquanto bene.

 

 

 

Salve (:
 

Finalmente risorgo dall'oltretomba e pubblico qualcosa, anche se sarebbe stato meglio rimanermene nell'oltretomba.

Premetto che questo primo capitolo non mi piace così tanto ( troppo noioso per i miei gusti) ma doveva essere così, purtroppo.

Non so di preciso che andamento avrà la storia, dove vada a parare, non so se sarò costante nell'aggiornarla, non so la concluderò, ma una cosa è certa...Ho scelto il nome Jeane perché sono andata in fissa con la canzone Jeane degli Smiths...

Questo è quanto....

Alla prossima, sempre se ci sarà una prossima volta (?)
 

p.s.

Personaggi come Matt Helders, e di seguito tutti gli Arctic Monkeys, non sono di mia proprietà (?).

Jeane e Sarah sono frutto della mia mente, ritenuta da alcuni malata.
 

p.p.s.

Se vi piace recensite, se non vi piace recensite, se mi volte uccidere recensite, se avete un animale domestico recensite, se la vostra casa è un circo recensite, se qualsiasi cosa le persone dicono di voi è in realtà quello che voi non siete recensite...Insomma recensite :)

(?)

p.p.p.s.

Provate a dire “recensite, recensite, recensite” tante volte...dopo un po diventa una cosa strana... :')


Okay, ho messo troppi p.s.

-Peace&Love

  
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