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Autore: HellSINger    25/05/2013    4 recensioni
Rin stringeva forte la sua mano, cercava di scaldarla.
Non poteva, non doveva finire così, con tutti quei progetti ancora da realizzare.
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è la mia prima fanfic in assoluto quindi siate critici =)
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Len Kagamine, Miku Hatsune, Rin Kagamine | Coppie: Len/Rin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La neve soffiata dalla strega diventò un vortice che in poco tempo inghiottì tutto il bianco e lo stesso ragazzo che spaventato chiuse gli occhi.

Len riaprì gli occhi lentamente, li richiuse subito a causa della luminosità esagerata della stanza in cui si trovava. Attorno tutto ara bianco e deprimente: era nell’ospedale della sua città.
Alla sua sinistra c’era una finestra con le tende bianche, c’erano dei palloncini colorati con la scritta “guarisci presto” ed un vecchio comodino di ferro sulla quale c’era un vaso con dei Crocus gialli.
Era steso nel letto avvolto in delle carinissime coperte blu, ma la cosa che piu’ le rendeva carine era la bellissima ragazza bionda che stravolta dormiva al suo capezzale, non potè resistere a accarezzarle la testa dolcemente, doveva dormire molto profondamente e per ciò aveva un’ espressione serena.
In quel momento, Len vide un foglio sporgere appena, appena da sotto il gomito di Rin, lo prese, lo apri e lesse:

“ascolta, senti queste note di pianoforte
Le stesse che mi suonavi ogni sera.

Ascolta, giunge la sera
E resto sola senza quella musica

Ascolta, senti i miei passi per i corridoi.
Pensare che ogni secondo, possa essere uno perso per me e te.
Ascoltami ti ricordi quel ti a*o che non riesco a dire
Beh ora come ora lo sento come un macigno
Dato che mi pento di non avertelo detto mai abbastanza

E ora che penso di aver pianto ogni lacrima
Ricomincio come una stupida, ma
tu ami proprio questa stupida giusto?

Ascolta, non mi risponderai lì dove sei
Oggi forse mi sono dimenticata come si canta,
la mia voce non è completa senza te.
dopo tutto siamo una sola anima”

La carta aveva delle ondulature qua e là, segno che la ragazza piangeva mentre scriveva.
Avrebbe voluto svegliarla ma era così bella, che restò ore e ore ad osservarla dormire,
sospirò. Sapeva che l'avrebbe osservata in silenzio per tutta la durata del suo respiro.
   
 
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