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Autore: hugmeciastin    26/05/2013    11 recensioni
Chi sapeva che un viaggio a Stratford avrebbe potuto rovinare la mia intera vita?
Mio fratello mi aveva avvertito di stare alla larga, ma perchè avrei dovuto ascoltarlo dopo tutto quello che mi ha fatto passare?
Chi sapeva che sarei diventata il bersaglio di un omicidio dopo il suo errore?
Lezione imparata. E' fondamentale seguire i consigli delle persone che ti amano e si preoccupano di te più di tutto. Soprattutto se sono le uniche a essere rimaste nella tua vita.
Mantenere la guardia alta, pensare in fretta e, soprattutto, mai fidarsi di qualcuno.
Non importa quanto fortemente questa persona si innamori di te.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chloe's Point of View:
 
L'ultima cosa su questa terra che vorrei mi rubassero è la mia patente.
Era chiaro che uno dei Venom me l'aveva presa. C'era una grande possibilità che loro possano mostrarla a Justin e che lui mi riconosca. Non voglio che sia questo il modo in cui la mia vita finisce. Volevo stare tranquilla, e morire di vecchiaia.
 
I miei genitori mi avevano sempre insegnato che la vita è bella e che l'avrei dovuta costudire per sempre.
Che dovrei uscire con le giuste persone, e provare al meglio a mantenermi in salute. Dovrei circondarmi di positività.
 
Dopo che i miei genitori sono morti, io e mio fratello abbiamo dovuto trovare un modo per racimolare qualche soldo. Doveva fare domanda di lavoro. Il cento per cento del lavoro non funzionava. Per questo è stato coinvolto nel girone della vendita della droga. Sembrava quasi normale per lui, perchè non avevamo altro modo per trovare dei soldi. Lui stesso mi ha promesso che non avrebbe fatto uso di quella droga, ma si è lasciato andare, e ora è dipendente.
 
Lo odiavo per questo. Non aveva mantenuto la promessa. La verità è che io ho fatto questo viaggio perchè ero pronta, pronta per scappare da lui. Una volta uccise la fidanzata del capo dei Venom, e da allora diventò iperprotettivo. Sono l'obiettivo numero uno dei Venom, ma anche se l'avessi saputo.. E' solo il motivo per cui sono finita a Stratford. Non è giusto che io debba nascondere chi sono veramente a causa di errori commessi da mio fratello. Così ora, ho la mia identità nelle mani dei miei nemici.
 
Non ho nemmeno intenzione di mentire. Immaginavo questo viaggio pieno di gioia, di felicità. Mi immaginavo a fare shopping, comprando abiti formati a Sogo, o mentre andavo da Starbucks nel nord di Manhattan, trovando l'amore della mia vita. Ma no. Sono qui, nella logora Stratford, solo perchè volevo ribellarmi agli ordini di mio fratello. Sono sempre stata curiosa di sapere perchè ha messo dei limiti a tutto ciò che facevo. Ora, capisco il perchè.
Non voleva che io venissi uccisa.
Camminando fuori dal motel, il sole si imbatteva nei miei occhi. Mi sentii sollevata sapendo che avevo abiti freschi per potermi cambiare, ma allo stesso tempo, ero stressata per tutta la mia fottuta vita. E se la mia identità fosse finita in mano a Justin? Che cosa avrebbe fatto? Mi avrebbe ucciso, o mi avrebbe lasciata fuori dai guai?
Entrai in macchina e chiusi la porta sul retro. Justin fece lo stesso. Ci fu un silenzio completo che attraversò l'aria. Mi se le chiavi nel cruscotto e il suono del motoro d'epoca ruggì. Accellerò, fregandosene se aveva passato il limite di velocità. Non ero abituata al suono delle vecchie automobili. Voglio dire, una 1968? Come fa un giovane come lui a guidare questo gran pezzo gigante della storia? Era strano.
"Ho alcune commissioni da fare." Mormorò, tenendo gli occhi sulla strada. Guidò velocemente per le strade di Stratford. Guida come se fosse un esperto. In realtà, però, mi preoccupa molto. Come ho già detto, non sono abituata a tutto questo.
"Okay." Mormorai, guardando lo zaino tra i miei piedi. Il mio cuore batteva velocemente al pensiero della mia patente. C'è il mio vero nome là dentro, da dove vengo, e anche una mia foto a colori.  Chiunque potrebbe facilmente scoprire che io sono Chloe Romano. Questo è un dilemma.
"Ti lascerò a casa mia. Non ti mancherò così tanto." Sorrise, leccandosi le labbra poco dopo. I suoi capelli brillavano alla luce del sole. Sembravano unti, a causa del gel. Rimase nella stessa patetica posizione. Sembra davvero stupido. E inoltre era fastidioso per me.
Finalmente avrei potuto avere del tempo da sola per me. Non ero mai stata sola in questo viaggio. Se lo fossi davvero stata, sarei controllata da tante persone. Finora, era Rouge che mi guidava in giro, come se io non potessi farlo. Finora avevo avuto quel piccolo problema con i Venom, e ora, ero bloccata con un maiale schifoso che mi vorrebbe solo scopare. Cosa che non succederà mai.
"Sì, mi mancherai. Oh, mi mancherai così tanto." Sospirai, sarcasticamente. "Non so nemmeno cosa farò fin quando non ci sarai." Alzai gli occhi.
Le mie guance diventarono calde. Mi sentivo come se il mondo fosse contro di me. Non meritavo tutto qwuesto, ma ormai è andata. E' la vita. Ma per quanto tempo potrei ancora andare avanti?
Arrivammo davanti a una casa familiare. Era la casa di Justin, quella in cui ho dormito la scorsa notte. Scesi dalla macchina per poi girarmi e vedere che lui era ancora seduto dentro. Credo che in realtà non volesse neanche venire con me. Che tipo di commissioni dovrebbe mai fare da queste parti? Cosa comporta scegliere una ragazza per strada e tenerla in giro per casa?
Chiusi la portiera e percorsi il marciapiede, sentendomi un po' debole. Le mie ginocchia cominciarono a cedere, i miei occhi iniziarono a vagare in direzioni diverse. Mi sentivo come se fossi sul punto di crollare, cadere e svenire per qualche minuto. Non riuscivo a sottolineare bene il fatto che...
Stavo morendo di fame. Non avevo mangiato niente da quando ero stata rapita. Sono andata avanti con fette di pancetta canadese e pane tostato per due volte al giorno. Tutto qui. Si sono addirittura incazzati con me quando ho preso il prosciutto al posto della pancetta. Voglio dire.. E' una cosa orribile. Justin magari mi offriva qualsiasi tipo di cibo. Speravo che ci fosse qualcosa da mangiare a casa sua.
Aprii la porta di casa con facilità. Ero sorpresa dal fatto che lui mi ha lasciato stare, senza bloccarmi. Quasi inciampai dentro, stavo realmente per svenire? Chiusi la porta dietro di me e corsi verso il frigorifero.
Niente.
L'unica cosa che c'era nel frigo era un panetto di burro. Un fottuto panetto di burro. Entrai nella dispensa, con la speranza di trovare qualcosa, ho aperto la porta dal color miele per trovare...
Niente.
Sembrava come se a Justin importava solo di ottenere ciò che voleva nella vita. Scoparsi ragazze a casa, non offrendole niente da mangiare, e lasciarle in una casa senza cibo. E sapeva bene che durante il mio viaggio non avevo toccato cibo. Mi sentivo trascurata. Non avevo neanche soldi per sfamarmi.
Mi trascinai fino al divano e mi distesi sopra, consapevole del fatto che stavo per svenire da un momento all'altro. Fuori, sentii l'auto di Justin sfrecciare per strada. Chiusi gli occhi, sperando che almeno una delle commissioni di Justin sia quella di prendere un po' di cibo.
 
Justin's Point of View.
 
Avevo bisogno di soldi.
Ciò che ho fatto per racimolare il denare necessario è oltre il limite. Ho dovuto fare cose fuori dal comune, solo per arrivare a ottenere ciò che volevo. Avevo bisogno di mostrare ai ragazzi, cioè, alla banda di mio fratello, i Venom, che ce l'avrei fatta anche senza di loro.
Un anno fa, mi hanno dato una missione: uccidere una specifica ragazza. Mio fratello, Damien, mi aveva chiesto di lavorare da solo, di trovare una ragazza di nome Chloe Romano e di ucciderla. Sembrava tutto così semplice quando ho ricevuto l'incarico, ma in realtà questa ragazza è molto brava a nascondersi.
Proprio non capisco perchè mio fratello la vuole morta. Ma sto solo seguendo gli ordini, tutto qui. A quanto pare, il fratello di Chloe ha ucciso la ragazza di mio fratello. In realtà non mi stava poi così simpatica, ma c'è un motivo.
Era la ragazza più stronza che un ragazzo abbia mai conosciuto. Stava con mio fratello, che era completamente il contrario: un angelo. Aveva i capelli biondo platino, occhi azzurro acqua. Era una Barbie. Ogni volta che lasciava mio fratello, se la prendeva con me, mi chiamava 'debole', 'disastro', e io rispondevo a tutte le offese ogni volta. Quando ho scoperto che era morta, non c'era compassione nella mia anima. Sono semplicemente andato avanti con la mia vita.
Mio fratello era innamorato di lei. Non avrei mai immaginato che lui si sarebbe innamorato di qualcuna un giorno. Io non mi vedo innamorato, non mi vedo con una ragazza. Non è difficile. A parte, in questa situazione.
 
Julia...
 
Julia era diversa. Lei non mi avrebbe lasciato, solo che non riesco a capirla. Non vuole neanche collaborare con me. Voglio dire, potrei dirlo se era di qui. Lei è sexy da morire, si veste come una ragazza facile, ma in realtà..
Non era affatto facile.
Ho pensato di mandarla a fanculo molte volte. E' dannatamente complicata per me. Non sono abituato a ragazze che mi rifiutano in questo modo, mi spinge via. Inoltre, è un po' strana, sospetta. Non mi dirà nulla, tranne il suo nome. L'unico motivo per cui lei può stare con me in primo luogo, è perchè è carina, al di là di ogni immaginazione.
Non riesco a farla cadere ai miei piedi, ma prima o poi, probabilmente succederà.
Non credo che lei sappia come funzionano le cose in questa città. Non è di qui. E' la ragazza più sexy che i miei occhi abbiano mai visto ed è solo una sfortuna che lei non mi voglia. Forse con un po' di sforzi posso riuscirsi, forse mi lascerà entrare in lei. Nel complesso, non potrei solo dire qualcosa senza che lei mi urli contro.
Ieri notte, onestamente non sono riuscito a dormire. Sentivo Julia che si lamentava e gemeva giù.
Scesi le scale per vedere cosa le stava succedendo e sembrava che stesse sognando. Tremava così forte, come se avesse freddo, così ho dovuto prendere una coperta e metterla sopra di lei, in modo che lei potesse chiudere quella cazzo di bocca.
Ho fatto del mio meglio per essere civile con la ragazza, ma ogni volta che chiacchieriamo, si trasforma tutto in una litigata. Cerco di scherzare con lei, cerco di farle dei complimenti. Ieri, per esempio, le ho detto che ha un bel culo. Doveva essere grata del fatto che la seguo costantemente, osservandola per bene.
Fanculo il suo atteggiamente nauseante, il suo aspetto è perfetto. Perfetti, quei capelli castani e lunghi. Ha una forma splendida, e i suoi occhi grigi/bluastri mi ipnotizzano e mi fanno volere ancora di più il mio corpo.
Non sapevo che fosse possibile vedere una ragazza così sexy come lei qui in giro. La maggior parte delle ragazze del mio passato erano piuttosto mediocri, ma finchè mi soddisfacevano, andava tutto bene. Alla fine è quello ciò che conta di più. La mia principale priorità è parlare dolcemente e ottenere ciò che più voglio.
Il suo corpo.
Sono arrivato accanto all'Avon Theatre, levando le chiavi dal cruscotto. Aprii la porta e camminai sul marciapiede. Sbattendo la porta dietro di me, camminai affrettandomi nel vicolo dove avevo trovato Julia. Lì ci dovrebbe essere un ragazzo che mi deve mille o cinquecento dollari. Quanto cazzo ci metti a ottenere quei soldi?
"Ho ucciso il ragazzo." Mormorai, sbattendo il ragazzo con i capelli scuri contro il muro. "Ho ucciso quel bastardo, e l'ho gettato nel fiume, senza lasciare nessuna prova. E' arrivato per te il momento di pagare, perchè sto già aspettando da troppo tempo."
Strinsi la mascella per spaventarlo come un bambino, respirandogli in faccia. E' meglio che lui abbia quei cazzo di soldi, perchè ne ho bisogno. La mia casa è vuota, senza cibo, e io sto morendo di fame.
Sono pronto per il giorno di paga.
"Non ho i soldi adesso." Sospirò teso. "Dammi ancora qualche giorno... per favore, Jay." Supplicò.
Stava scherzando? Sono fottutamente stanco e stufo di questa gente di merda che non mi paga. E' la terza volta che mi succede. Se non ho i soldi non posso mangiare. La gente non capisce che ho bisogno di cibo e soldi per vivere? Non vado in giro a uccidere per niente.
"Non ho compassione per gente del cazzo come te. E' passato un mese." Lo spinsi ancora di più contro il muro. "Paga, ora."
"Jay... lo prometto. Troverò i soldi in una settimana." Ansimò.
Persi la pazienza, lo presi per il collo e lo sbattei al muro, facendolo poi cadere zoppicante, sul marciapiede. Il suo collo era rotto. Non ho sentito una sola parola da perte sua. Mi precipitai di nuovo alla mia auto, strappai la porta il più velocemente possibile. E' meglio che me ne vada da qui. Ero un diciottenne con un viso innocente. Me la sono cavata in tutte le cose che ho fatto.
Saltai in macchina, misi la chiave nel nottolino e partii verso il motel. Guardai dietro di me, per vedere se qualcuno mi stava guardando. Le strade erano vuote. Sto pienamente approfittando della morte dell'uomo della reception del motel, dal momento che il ragazzo non aveva i soldi. Non mi interessa se è morto o no. Cosa importa se non lo conoscevo nemmeno? Quando Julia l'ha visto morto, si è comportata come se fosse la fine del mondo. Pensai bene che questa era l'occasione perfetta per prendere i soldi. Così, lasciando il motel con la ragazza, ho deciso di tornare indietro e prendere tutti i soldi.
Schizzai fuori dalla macchina il più veloce possibile, con la pistola in tasca e con il dito sul grilletto, nel caso in cui avessi dovuto uccidere qualcuno. E' quello che facevo da una vita. Era normale per me, dato che era l'unico modo per racimolare qualche soldo. 
Presi a calci la porta d'ingresso, tenevo la pistola in tasca stando attento alle telecamere di sicurezza. Ho notato che erano già state distrutte, buon inizio.
Mi affrettai a saltare dietro la scrivania, per ritrovare la cassa.
La presi con tutta la mia forza e la sbattei sul bancone, inducendola ad aprirsi.
Presi tutti i soldi, mettendoli nelle tasche, ma scoprendo poi che la porta dietro la scrivania era aperta. Mi girai e entrai nella stanza, scoprendo una cassaforte nera sotto la scrivania. Prendendo la mia pistola, sparai alla serratura, che si aprì subito. Presi tutti i mazzetti di soldi, riempendomi le tasche e cercando di non farli cadere.
Sembrava come se la fortuna fosse dalla mia parte, questa volta.
 
 
Chloe's Point of View:
 
Il mondo girava intorno a me. Non sapevo cosa fare, avevo troppa fame. La testa mi faceva male, il mio stomaco ringhiava. Ero un disastro. Avrei potuto semplicemente morire su questo divano per sempre. Spero che Justin torni con il cibo.
Per rendere la cosa peggiore non avevo neanche i soldi per uscire a prendermi qualcosa. Tutto quello che ho potuto trovare mentre cercavo i vestiti nella mia borsa erano cinquante centesimi. Mi sono finalmente cambiata, due pantaloncini corti e neri, stivali alti fino al ginocchio, e una canotta nera piena di paillettes. Come si può ben notare, il nero ha un ruolo importante nel mio guardaroba, a partire dal giorno in cui i miei genitori morirono. Voglio dire, non mi vestivo sempre nera, ma i miei abiti preferiti erano tutti di quel colore.
Ero stanca di essere bloccata in quella casa, eppure riuscivo a malapena ad alzarmi da quel divano. Mi sentivo così leggera. Non credo di riuscire a sopravvivere ancora senza mangiare. Non volevo morire. Justin dovrebbe vergognarsi di vivere in una casa letteralmente senza cibo, ma intanto ha il coraggio di bere l'ultimo succo d'arancia senza neanche offrirmelo. Dov'è la famosa ospitalità canadese?
Avevo bisogno di chiamare mio fratello, Brad. Probabilmente era preoccupatissimo per me. Non volevo che lui venisse qui, per scoprire che sono curiosamente in giro per Stratford, dopo che mi ha detto di starci alla larga. Brad mi poteva provocare gravi conseguenze, non lasciandomi un secondo fuori dalla sua vista, a causa della sua iperprotettività. Naturalmente, non ho un mio cellulare, dato che così avrebbero scoperto subito la mia identità. 
Riuscivo a capire perchè, adesso.
Era stato logico non poter contattare Brad dal telefono di casa. Una volta che Justin avesse ricevuto la fattura e il mio cognome sarebbe comparso nella lista delle chiamate recenti, sarei stata fottuta. Ci sono diversi modi per scoprire la mia vera identità, a questo punto, ho bisogno di iniziare a stare più attenta e a seguire i consigli di mio fratello.
Mi trascinai accanto alla finestra, sentendomi un po' stordita. Guardai fuori per tentare di trovare un telefono pubblico. Guardando intorno al quartiere, notai una cabina blu all'angolo con il simbolo di un telefono bianco.
Bingo.
Uscii di casa trovando chissà dove la forza, e mi avviai verso la cabina telefonica. Misi la moneta nella fessura e digitai il numero di Brad il più rapidamente possibile.
Avevo già usato i telefoni a pagamento prima di ora. Infatti, non ho avuto il cellulare dall'omicidio della fidanzata del fratello di Justin. In un primo momento mi sono sentita come se mi avessero strappato via la vita sociale, ma ora sono anche grata di non averne uno. Brad è un ragazzo molto intelligente per aver pensato a un piano per nascondere la mia identità. Sarei già morta se non fosse stato per lui.
Misi il telefono all'orecchio, sentendo squillare. Alla fine, ho finalmente ricevuto una risposta.
"Pronto?" Brad gracchiò, sembrava così stanco.
"Ehy, sono Chloe!" Strillai, guardandomi intorno per assicurarmi che nessuno mi stesse osservando, dato che ho pronunciato il mio vero nome. E' un peccato che devo stare attenta a non dire chi sono realmente.
"Ehi sorellina, che succede? Come te la passi?" Chiese mio fratello. "Dove sei in questo momento?"
Deglutii, pensando a un luogo dove avrei potuto essere. Guardai il cielo sperando in un aiuto da parte degli dèi. Non dovrei essere a Stratford in questo momento. Mi ucciderebbe. Sembrava esausto. Come se fosse a disagio per me, come se fosse 'perso' senza di me lì. Questo viaggio era la prima volta in cui mi separavo da lui per un lungo periodo. Mio fratello sa che sono una ragazza ribelle, che ama dimostrare quando qualcuno ha torto. Ecco un'idea!
"Sono a Toronto! E' così bello qui!" Mentii. Iniziai a sentire un rumore di ruote sulla strada. Mi voltai per vedere una macchina familiare. Era Justin.
Dietro quella macchina c'era un volto familiare. Era proprio dietro Justin. Scese subito dalla macchina, ignorando il ragazzo che stava camminando verso di lui. Le sue tasche sembravano eccessivamente piene e nella mano sinistra aveva un borsa di Tim Horton. Infine... il cibo.
"Beh, mi fa piac—"
"Devo andare! Ciao!" Chiusi il telefono in faccia a Brad. Mi precipitai verso la macchina più vicina a me, cercando di essere il più silenzioso e rapido possibile. Era una Ford Mustang rossa, con strisce bianche. Mi nascosi dietro, guardando attraverso il finestrino, così da poter vedere cosa stava succedendo.
Il ragazzo che mi sembrava familiare stava di fronte a Justin, sotto il portico. Il viso di Justin era pieno di rabbia. Anche il suo labbro inferiore tremava, quando il ragazzo davanti a lui sorrise. Era incazzato.  Il ragazzo doveva far parte dei Venom, per questo mi stavo nascondendo. Era il più determinato di tutta la banda, voleva uccidermi con tutto se stesso. Non capivo. E se avesse saputo che Justin mi teneva a casa sua? E se lui fosse qui per uccidermi? Che cosa succederebbe se svelasse la mia identità a Justin?
"Che diavolo ci fai qui, Jett?" Justin sputò, stringendo la mascello. Non capisco perchè si comporti così, fa parte della banda di suo fratello. Che è successo tra di loro? Mi chiedo se il fratello di Justin sa che rapporto ha con la sua banda. Justin ha forse un problema con tutti i questa città? Sembra avere un atteggiamento di merda con tutti coloro in cui si imbatte. Forse vuole sembrare complicato, o forse, è semplicemente come un bastone in culo.
"Beh, ciao anche a te, Jay." Lui ridacchiò, mettendosi le braccia sul petto. Fece un passo indietro, guardando Justin come se fosse una specie di scherzo. Quasi come nessuno in questa città potesse prendere Justin per una persona seria. Probabilmente perchè sembra più innocente di tutti gli altri ragazzi. Anche io non riesco a prenderlo in tutta serietà. 
Era evidente che stava per ucciderlo. Era ovvio che erano enormi nemici.
Perchè sono ancora sorpresa? Sembra che tutti in questa città abbiano qualcosa di maleducato da dire su Justin. Dovrei anche dipendere da lui?
"Levati dal cazzo, stronzo!" Justin abbaiò, strizzando gli occhi infastidito. "Non ho tempo da perdere con te, cazzo. Scendi dal mio portico, Jett!" Spinse il ragazzo un po' indietro, quasi facendolo cadere in terra. Si poteva notare il petto di Justin che si alzava e abbassava attraverso la camicia bianca, completamente 
Jett aveva i capelli castano scuro, una pelle pallida, e dei muscoli che si vedevano fuori dalla sua canottiera. I i pantaloni erano sotto il culo, come ogni ragazzo che si potesse rispettare oggi. Ma i pantaloni di Justin erano i peggiori di tutti.
"Fottuto fallimento!" Sputò Jett, prendendo Justin a spintoni, facendolo cadere in terra e poi guardandolo dall'alto al basso. "Se non fossi un tale cazzone che cerca di scoparsi tutte le ragazze che vede ogni cinque secondi, avresti già scoperto dove cazzo è Chloe Romano. Vuoi smettere di lavorare solo per una volta e lavorare con il resto della banda?" Mise in discussione Jett. "O allora fai il tuo lavoro, perchè siamo stanchi di aspettare il insignificante culo per trovare quella ragazza!"
Stavano parlando di me. Certo. Ero io il discorso principale della conversazione. Ero così stanca di tutto questo. Non era come essere lodati. Ero colpevole per le azioni di mio fratello. Era stato chiaro su cosa mi sarebbe accaduto. Sinceramente non vedevo l'ora di vedere cosa aveva da dire il fratello di Justin su questo. Probabilmente sarei stata fottuta.
"Ascolta, Jett." Justin puntò un dito sul petto di Jett, "Troverò quella fottuta ragazzina, fosse l'ultima cosa che faccio. La ucciderò sul posto!" Rimasi senza fiato, sentendo le mie gambe indebolirsi. Stavo per svenire o cosa? E se Justin scoprisse chi sono davvero?
 
Gli sarebbe bastato sapere che io non ero quella ragazza speciale con cui avrebbe voluto tanto dormire, ma ero invece quella ragazza che avrebbe voluto uccidere.
  
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