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Autore: ClaudsClauds    26/05/2013    1 recensioni
Ogni anno, due ragazzi, un maschio e una femmina, tra i dodici e i diciotto anni, vengono sorteggiati per partecipare agli Hunger Games.
Mi chiamo Lexi Leight e ho diciassette anni. Vengo dal Distretto 7.
Il mio nome è stato estratto. Parteciperò agli Hunger Games.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Oggi dovrete mostrare la vostre abilità di fronte agli Strateghi. Spero che siate pronti.- Annunciò Acacia con voce piatta.

Eravamo tutti a tavola per fare colazione ed i nostri mentori ci ricordavano gli impegni della giornata, come segretari diligenti.

-Se non lo siete, è affar vostro. Ricordate solo che dal vostro punteggio potrebbe dipendere il vostro gioco nell’Arena.- Continuò la donna, spalmando un abbondante strato di burro sulla sua fetta di pane.

Non potei evitare di lanciarle un'occhiata allibita.

Come poteva parlare di argomenti così seri con tale disinteresse?

Era stata resa così incolore dagli Hunger Games? O la sua personalità era sempre stata così cinica?

Anche Basil non doveva aver apprezzato molto questo suo ultimo commento, perché la fulminò con uno sguardo e le rubò la parola.

-Vi abbiamo visto durante gli allenamenti e sappiamo in cosa siete maggiormente abili, per questo se avete bisogno di un aiuto potete venire a chiedercelo.

Darren, come al solito, sorrise confidente e, dopo aver ringraziato, lasciò la stanza.

Allora gli occhi dei due vecchi vincitori si posarono su di me.

-Cosa hai intenzione di fare?- Mi chiese Basil.

Bella domanda. Cosa avevo intenzione di fare?

Sapevo abbattere gli alberi e tagliare la legna, distinguere i vari tipi di pianta e cucire abiti.

Come qualcosa di simile avrebbe potuto dimostrarsi utile davanti agli Strateghi?

-Ho notato una cosa interessante durante gli ultimi giorni.- Mi richiamò all'attenzione Acacia, finalmente posando sul tavolo la sua colazione:- Oltre a cucire abiti, tu madre ti ha anche insegnato a disegnarli, vero?

Io annuii confusa:- Come fai a saperlo?

-Ti ho osservato mentre provavi le tecniche per mimetizzarti. Riuscivi a disegnare in modo molto realistico ciò che ti veniva chiesto. Sei molto brava in questo.

-Quindi mi stai consigliando di mostrare questo agli Strateghi?- Chiesi.

Acacia terminò il suo panino, si alzò da tavola e si diresse verso la porta della cucina.

Prima di uscire, si voltò e mi studiò con quei suoi occhi dorati.

Infine stiracchiò un sorriso e se ne andò.

-Sembra disinteressata, ma in realtà non lo è.

Voltai la testa verso Basil, sorpresa che avesse intuito i miei pensieri.

-Come ti saresti comportata tu se qui, invece che Darren, ci fosse stato Maxwell?

Tornai a guardare verso la porta dalla quale la mia mentore era appena uscita e non risposi.

Se Max fosse stato qui...

Se Max fosse entrato nell'Arena...

Se Max Fosse stato ucciso davanti ai miei occhi...

Mi alzai di scattò dalla sedia, facendola cadere, e corsi nella mia camera.

Dovevo tornare a casa.

Max mi aspettava e anche se quanto detto dal sindaco mi rincuorava, ero io che dovevo occuparmi di lui, nessun altro.

Bene! Avrei mostrato agli strateghi le mie abilità artistiche!

Ma prima dovevo fare un'altra cosa.

Uscii dalla mia stanza e mi diressi verso quella di Darren.

Il ragazzo aveva sbadatamente dimenticato la porta aperta, ma io bussai lo stesso prima di entrare.

-Lexi, a cosa devo questa visita?- Mi chiese lui quando mi vide.

Era sdraiato sul suo letto a pancia in giù, stringendo tra le mani una collana.

Chiaramente non si aspettava visite.

Senza aspettare un suo invito, voltai una sedia nella sua direzione e mi sedetti.

Ma mi rialzai subito in piedi.

Lui sembrava divertito dalla mia indecisione, ma tentò di nasconderlo.

-Sono qui per rispondere alla domanda che mi hai fatto sul treno.- Annunciai.

Il suo sguardo si fece di colpo serio ed il ragazzo si alzò a sedere.

-Mi hai chiesto se avrei avuto il coraggio di ucciderti se fosse stato necessario. Non mi importa con chi dovrò combattere, io tornerò a casa da mio fratello.- Terminai.

Darren sorrise, lo stesso sorriso stiracchiato di Acacia, e annuì.

-Era questo che volevo sentirti dire. Non fare quello che vogliono loro, combatti per quello in cui credi tu. Solo così non diventerai un burattino.

Stavo per andarmene, quando la collana che stringeva tra le mani attirò la mia attenzione.

Era un medaglione d'argento contenente la foto di una famiglia.

-Siamo io e i miei genitori il mio primo giorno di scuola. È spaventoso pensare che potrei non rivederli più.- Mi spiegò lui, seguendo il mio sguardo.

-So cosa si prova.- Risposi.

Infine lo lascia finalmente solo.

Rimasi nella mia stanza finché Acacia non venne a chiamarmi.

Era arrivato il momento di presentarsi di fronte agli Strateghi.

Noi Tributi venimmo fatti accomodare tutti e ventiquattro in un'enorme sala con un lungo tavolo.

Nella parete opposta rispetto a quella da cui eravamo entrati si apriva un grande portone metallico, da cui uscì uno degli Strateghi.

L'uomo invitò il ragazzo del Distretto 1 a seguirlo oltre la porta, che si richiuse alle loro spalle.

Ci avrebbero chiamati in ordine di distretto, prima il maschio e poi la femmina, quindi sarei entrata per quattordicesima.

I Tributi che entravano prima di me mostravano le più svariate espressioni: paura, incertezza, insicurezza, preoccupazione, disagio.

Quando arrivò il turno di Darren, il suo volto era inintelligibile.

Avanzò senza guardarmi e scomparve oltre la porta.

Fu allora che la ragazza del Distretto 8 mi si avvicinò.

-Ciao, io sono Karrie.

Inarcai un sopracciglio confusa.

Non mi sembrava questo il momento per fare nuove conoscenze.

-Io e il mio compagno del Distretto 8, Adam, ti abbiamo visto durante gli allenamenti e volevamo chiederti se potrebbe interessarti allearti con noi.

Anch'io li avevo visti allenarsi ed avevo notato che erano molto forti e veloci, cosa che dava loro un punto a favore, ma perché avevano aspettato che Darren mi lasciasse sola per venirmelo a chiedere?

-Devo parlarne con il mio compagno prima.

Karrie si voltò a guardare Adam, come se cercasse aiuto.

Il ragazzo annuì e lei tornò a guardarmi.

-D'accordo, aspetteremo.

Proprio in quel momento la porta si aprì e io fui invitata ad entrare.

La stanza in cui mi accompagnarono ricordava quella di un ospedale: bianca, inodore e silenziosa.

Gli Strateghi mi guardavano da una terrazza sopraelevata, scambiandosi occhiate e sussurri.

Avanzai fino al centro della sala e mi presentai:- Sono Lexi Leight del Distretto 7.

-Mostraci cosa sai fare.- Mi invitò un uomo grassoccio e pelato, probabilmente il capo.

Presi l'occorrente ed iniziai a disegnarmi sulla pelle la complicata struttura della corteccia chiara di un faggio.

Gli uomini smisero per un istante di parlare, interessati ai movimenti sicuri che compievo col pennello e che trasformavano la mia pelle in ruvido legno.

Prima che potessi iniziare il secondo braccio, l'uomo grassoccio mi fermò:- Basta così, sappiamo già quale valutazione meriti. Puoi andare.

Detto questo, mi venne indicata un'altra piccola porta da cui uscire, mentre lo stratega che mi aveva accompagnato dentro, andava a chiamare il prossimo Tributo.

Augurai mentalmente un buona fortuna per Karrie ed uscii dalla porta.

  
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