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Autore: Aagainst    26/05/2013    5 recensioni
Due strani omicidi apparentemente senza alcuna spiegazione. Tre ragazzini rimasti orfani. Una di loro potrebbe sapere, ma non parla.
Un passato che ritorna, un presente da vivere e un futuro da scoprire.
Curiosi? Leggete e scoprirete!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5
Gibbs era esausto. Era da quasi due ore che stava provando a interrogare Rachel. Ma la ragazzina non solo non rispondeva alle domande, ma lo prendeva pure in giro, facendo la strafottente. –Sono stufo, Rachel! Qua va a finire molto male! Quindi, per l’ennesima volta, vorresti spiegare per bene che cosa hai fatto ieri pomeriggio? Abbiamo chiesto alla tua amica che ti ha ospitato la notte e ci ha detto che te la sei svignata quella mattina!-. Rachel accennò un sorriso canzonatorio. Gibbs non ci vide più. Si alzò di scatto e rovesciò il tavolo per terra dalla rabbia. La ragazza fece appena in tempo a scansarlo. –Allora, vuoi rispondere?- sbraitò Jethro. –Capo… Vance vorrebbe che lei uscisse un attimo.- -Arrivo McGee.- rispose controvoglia il caposquadra. –Non finisce qui, sia chiaro.- sussurrò alla ragazza mentre usciva dalla sala interrogatori. Si ritrovò davanti Vance, decisamente alterato. –Che c’è Lion?- gli chiese. –Che c’è? Che c’è? Mi stai prendendo in giro? Lo sai che non puoi trattare così gli interrogati, soprattutto se minorenni. Jethro, o ti calmi o tolgo il caso alla squadra.-. Gibbs annuì e si diresse nuovamente dentro la sala. Rachel era ancora seduta, come se nulla fosse, schiacciata contro la parete. Jethro rialzò il tavolo e le ordinò di avvicinarsi, senza essere, ovviamente, ascoltato. –Riprendiamo dall’inizio. Allora, due notti fa sei andata in discoteca, sei stata coinvolta in una rissa e in seguito sei andata dalla tua amica che ti ha medicata. La mattina, poi, ti sei svegliata e te ne sei andata.- -Sì, bravo, ora che ho visto che conosci la mia giornata tipo posso andarmene fuori?-  rispose Rachel,  strafottente. –Non prima di avermi detto cosa hai fatto dalla mattina alla sera di ieri!- disse Gibbs. –Non ho niente da dire!-. Jethro era nuovamente arrivato al limite. Decise di giocare al suo stesso gioco. –Vedi, io so che tra te e Jamie non c’erano buoni rapporti. Anzi, mi hanno raccontato che diverse volte sono volate parole grosse.-. Rachel capì immediatamente dove l’agente dell’NCIS stava andando a parare. –Lei non sa proprio un bel niente.- sibilò. –Beh, però posso fare ipotesi su come Jamie sia stato ucciso. Anzi, ora ti racconto una bella storia. C’era una volta una ragazza che odiava il suo patrigno. Un giorno tornò a casa dopo essere stata fuori tutta la notte e tutta la mattina. Il patrigno la sgridò, mettendola in punizione e lei, presa la pistola di questo, lo ammazzò. Fine della storia. Che ne dici? Ti è piaciuta?- -Lei è un lurido bastardo! Io non ucciderei proprio nessuno!- urlò Rachel piangendo. –Questo è tutto da vedere. Certo, se ci dai informazioni su ciò che hai fatto ieri forse potrei cambiare ipotesi.- disse Gibbs, freddo. La ragazza lo scrutava, immobile. –Bene, hai avuto la tua occasione. Ci vediamo.- la salutò. Stava per uscire dalla stanza, quando Rachel esclamò:-Ero andata da Luke. E’ il mio ragazzo e a Jamie non piaceva. Ma quando sono tornata a casa ho trovato voi, così mi sono nascosta. Quando ho capito che Jamie era morto sono scappata. Ho vagato per la città tutto il giorno. Poi sono finita in un quartiere e ho telefonato a Alex e Mitch per andare e prenderli. Il resto lo sapete. Io non ho fatto niente!-. Gibbs sorrise. –Bene, puoi uscire ora. Ah, e tanto perché tu lo sappia, lo so che non hai fatto niente a nessuno.-. Rachel seguì Gibbs fino alla scrivania di Ziva. –Ti accompagno a scuola.- affermò l’israeliana. –Ci so andare da sola.- ribatté Rachel. Ziva sbuffò, provando a ignorarla. Si mise la giacca e prese le chiavi della macchina. –Non ci vado a scuola!- esclamò Rachel. –Tu ci vai eccome. Muoviti!-. Ziva e Rachel salirono in macchina e si avviarono verso la scuola. –Ziva, hai notato quella macchina? Non ci ha mollate un attimo da quando siamo partite.- notò la ragazza. –La Audi? Bah, vedrai che ora ci supera. Sta accostando.- rispose Ziva. Le due auto si trovarono fianco a fianco. Nell’Audi c’erano due uomini. “Aaron?” pensò Ziva, sorpresa di vedere il ragazzo nella macchina che la stava superando. Quando vide, però, che l’uomo accanto a lui aveva in mano una pistola e la stava puntando contro di lei ritornò alla realtà. –Rachel! Giù!- esclamò. I proiettili ruppero il finestrino. Ziva sbandò e la macchina finì addosso a un muro. –Rimani giù.- ordinò l’israeliana alla ragazza. –Tu dove vai?- chiese Rachel. –A sgonfiare delle ruote.- rispose. L’agente dell’NCIS uscì dall’auto e sparò alle ruote dell’Audi, colpendole. La macchina sbandò e i due aggressori dovettero scendere. Vedendo che stava arrivando la polizia Ziva decise di correre, inseguendo Aaron e il suo compagno. –Agente federale, fermatevi!- gridò, senza essere, ovviamente, ascoltata. I due uomini si separarono. L’israeliana decise di lasciar scappare Aaron e di concentrarsi sul suo complice. Mentre correva sentì il cellulare squillare. –Gibbs, che c’è?- -Dove sei?-. Ziva si guardò attorno. –Sono nei pressi del Lincoln Memorial. Gibbs, non so se..-. Ziva si interruppe, vedendo che l’uomo che stava inseguendo aveva preso la pistola. Si buttò a terra, istintivamente. Sentì l’aria spostata dai proiettili scompigliarle i capelli. Rabbrividii. Quell’uomo aveva una buona mira e finora se l’era cavata solo grazie ai suoi riflessi. Si rialzò e continuò l’inseguimento. Arrivò fino al tempio dove vi era la statua gigante del presidente Lincoln. Esortò i turisti a lasciare il luogo, mostrando il distintivo e la pistola. Si guardò attorno, per vedere dove l’uomo che stava inseguendo si era cacciato. Sentì un rumore metallico proveniente dalla statua del sedicesimo presidente americano. Si girò di scatto e si buttò di lato, evitando un proiettile. Sparò un colpo, ma non colpì il suo aggressore il quale si accorse in quel momento di aver esaurito i proiettili. –Vieni giù, lentamente.- ordinò Ziva. L’uomo si accostò all’israeliana. Approfittando di un’esitazione della donna le sferrò un calcio in faccia. Ziva si trovò per terra, con il sangue che le usciva dal naso. L’uomo le si avventò addosso , con un coltello in mano. L’israeliana lo scansò per un pelo. L’aggressore le era, però, ormai sopra. Le mise una mano intorno al collo e alzò il coltello, pronto a colpire. Ziva chiuse gli occhi, pronta ad accettare il suo destino, quando sentì uno sparo. Riaprì gli occhi. I suoi vestiti erano sporchi di sangue, ma non era il suo. Su di lei il corpo dell’uomo posava, immobile. –Ziva!-. La donna alzò lo sguardo. Sorrise quando vide Tony. L’agente dell’NCIS la aiutò a rialzarsi. –Come stai?- le chiese. –Adesso bene. Grazie, mi hai salvato la vita.-. Tony la abbracciò.
-Allora, chi era il mio aggressore?- chiese Ziva a Gibbs, in ufficio. –Beh, a dire il vero speravo che me lo dicessi tu.-. L’uomo le porse un foglio. –Qui c’è scritto che si chiamava Yona Haas ed era un… Ex agente del Mossad? Gibbs, che significa?- -Oh, beh, io non ne ho idea. C’è qualcuno che ti vuole morta?-. Ziva era rimasta senza parole. –Di sicuro molta gente. Ma la maggior parte è tutta in galera.- rispose. Gibbs sospirò. Poi le porse un altro foglio, con scritti i dati del conducente dell’auto. –Aaron Issel. Lo conosci?- gli chiese Jethro. –Io… No, mai sentito.-  mentì l’israeliana. –Quindi non conosci nessuno degli uomini che ti hanno aggredita?- domandò lui. –No.- mentì ancora. –Strano. Anche lui era del Mossad.- spiegò Gibbs. –Era?- si lasciò sfuggire Ziva. –David, mi nascondi qualcosa?- le chiese Jethro, accortosi della strana reazione. –No. Assolutamente no. Gibbs, non li conoscevo. Ora, se permetti, dovrei andare a prendere Alex e Mitch a scuola.-. Fece per andare, ma Jethro la fermò. –Li andranno a prendere gli agenti Jamson e Lee. Tu invece vai a casa con Rachel. Tony e McGee verranno con voi.-. Ziva sbuffò. Odiava dover avere bisogno di protezione. Tuttavia disse:-Va bene. Grazie Gibbs.-. Poi andò a mettersi da Rachel, che era seduta su una sedia accanto alla finestra. –Andiamo?- -L’ultima volta che mi hai detto così ci hanno sparato addosso mentre eravamo per strada. E sto parlando di prima.- rispose la ragazza. Ziva alzò gli occhi al cielo.  –Beh, che intenzioni hai allora? Non puoi restare qui.-. Rachel si alzò e si diresse alla macchina, seguita da Ziva, Tony e McGee. Quando arrivarono a casa la ragazza si chiuse in camera sua a parlare al telefono. –Però, osso duro la ragazzina!- osservò Timothy. –Lascia perdere McGee. Non so proprio da che parte prenderla.- si lamentò l’israeliana. –Per me devi lasciarla perdere.- le suggerì Tim. –Secondo me, invece, ti assomiglia un po’. Devi solo conquistare la sua fiducia.- disse Tony. –Questa da dove ti esce? Come fa ad assomigliarmi Tony? Non siamo parenti!- ribatté Ziva. –Magari sì!- la canzonò DiNozzo. L’israeliana gli diede un pugno sul braccio, poi andò ad aprire, dato che qualcuno aveva bussato alla porta. –Oh, agente Lee. Buongiorno.- -Buongiorno. Ecco qua i due ragazzi.-. Mitch entrò di corsa, saltando in braccio di Ziva. Seguì poi Alex che sembrava un po’ più serena. –Ciao. Mitch ha fatto un disegno oggi a scuola.- annunciò la quindicenne. –Dai, fallo vedere.- esortò poi il fratellino. Il piccolo tirò fuori dallo zainetto un foglio e lo porse a Timothy. –Uhm.. Vediamo… Chi sono queste persone?- gli chiese. –In mezzo ci siamo io e Alex con Ziva. Poi vicino a noi c’è Rachel, perché anche se è arrivata dopo comunque è mia sorella lo stesso e le voglio tanto bene. E in cielo ci sono papà, mamma e Helen perché per me è un po’ come se fosse stata mia mamma.- spiegò il bambino. Gli agenti dell’NCIS gli sorrisero. –E’ bellissimo.- constatò Tony. Ziva sentì qualcuno singhiozzare. Si girò. Rachel si nascose dietro alla porta. L’israeliana fece per andare, ma DiNozzo la fermò. –Vado io.- le propose. Bussò e la ragazzina gli aprì. –Che vuoi?- -Nulla. Solo darti un paio di fazzoletti.- rispose lui. –Grazie. Ora vattene!- sbottò lei dopo aver preso  i fazzoletti. –Come vuoi. Ci vediamo.- -Aspetta!- fece lei. Tony si voltò. La ragazza aveva uno sguardo profondissimo. I suoi occhi azzurri sembravano due angoli di cielo. –Io… Cioè… Ringrazia Ziva per avermi salvato la vita. E dì ad Alex che mi dispiace di non essere tornata a casa.-. Tony sorrise. –Sarà fatto.- promise. Poi andò verso gli altri, avendo ormai capito che la vera Rachel era, in realtà, molto meno forte di quanto volesse apparire.

Angolo dell'Autrice

Good Morning! Ma quanti nuovi personaggi da queste parti! Allora, piaciuto il capitolo? Spero di sì, anche se forse è troppo  lungo. Mitch è il mio nuovo personaggio preferito, sia chiaro! E Ziva invece... Come mai ha mentito? Eh, vorreste saperlo subito... E io invece non ve o dico muahahah (risata malefica). Che cattiva che sono ;). Per consolarvi ho deciso di inserire un Tony che riesce a far trapelare (adoro sto verbo!) la vera Rachel... Che ne pensate?
Passiamo ai ringraziamenti:
grazie a:
  • AleTiva95
  • Anny_97
  • Scrittriceincanna
che hanno recensito lo scorso capitolo!
Un grazie poi a tutti coloro che leggono e basta. Ripeto: mi piacerebbe sappere anche il vostro parere, solo per capire se la storia piace o no.
Bueno, non vi annoio oltre!
Hasta la vista :)
   
 
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