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Autore: Bale    26/05/2013    1 recensioni
Il famoso scrittore Noah Gallagher (già protagonista della mia FF "Amori Sbagliati") si trova in un grave momento di crisi.
Non sa più chi è, non scrive più. Si sente solo e smarrito nel mondo.
L'unica persona che potrebbe risolvere tutti i suoi problemi si trova a Roma, ma lui non ha il coraggio di tornare da lei.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Romanzo Senza Titolo







Era filato tutto liscio. Forse anche troppo.

Il suo editore aveva dato il via alla pubblicazione. Il romanzo di Noah gli era piaciuto molto. Lo aveva letto in pochi giorni, anzi in poche ore, e aveva subito avviato tutte le pratiche necessarie alla pubblicazione in contemporanea in molti paesi europei e in America stessa.

-Manca il titolo-   aveva detto Trevor togliendosi gli occhiali e lasciandoli penzolare sul suo petto appesi ad una ridicola catenella colorata.

-Suggerimenti?-   aveva chiesto Noah con un sorriso imbarazzato.

Non era riuscito a trovarne uno soddisfacente. Il romanzo parlava di una ragazza che affrontava molte sfide nella sua vita e che, alla fine, riusciva a rimanere a galla, anche se con un po’ di fatica. Non era proprio un lieto fine il suo, ma d'altronde Noah non amava affatto i finali belli. Nella vita non ce n’erano. Non esisteva la felicità assoluta, qualcosa andava storto prima o poi, sempre.

-Ti fidi di me?-   aveva chiesto Trevor osservandolo divertito.

Noah aveva annuito ed era andato via.

Il suo dovere lo aveva fatto. Aveva scritto il romanzo, ora doveva passare la palla alla casa editrice.

Era tornato a casa e si era sdraiato sul divano. Si sentiva distrutto. Dopotutto aveva passato una notte in bianco a scrivere e quella successiva a rileggere e risistemare il tutto.

Chiuse gli occhi con l’intenzione di riposare solo qualche minuto, ma sprofondò in un sonno profondissimo.

Si risvegliò l’indomani, alla medesima ora, con un terribile mal di schiena. Il suo divano non era proprio ciò che può definirsi un giaciglio comodo e confortevole.

Andò in cucina e si versò del latte.

Fu proprio nell’istante in cui richiuse il frigorifero che udì il suo cellulare squillare.

Rispose meccanicamente, con la voce ancora assonnata, strofinandosi gli occhi ancora impastati dal sonno.

-Abbiamo il via libera da Italia, Inghilterra e Irlanda-   comunicò allegro Trevor.

Noah annuì, poi, rendendosi conto che il suo editore non poteva vederlo attraverso il telefono, mugugnò un verso affermativo.

-In Italia abbiamo cambiato casa editrice-

-Come mai?-

Ora Noah era completamente sveglio.

-Quella vecchia non ti voleva più-    rispose lui diretto    -Ma non farci caso, non capiscono proprio un fico secco quelli là. Il tuo sarà un grande ritorno e, quando loro se ne accorgeranno, si mangeranno le mani-

-Chi mi pubblica?-   chiese Noah curioso.

-La S&M-

Noah si grattò la testa pensieroso.

-Mai sentita-    sentenziò poi.

-Sono forti-    rispose l’altro    -Hanno una bravissima editrice. Lavora per loro da poco, ma ha già scoperto un sacco di nuovi romanzieri davvero promettenti-

-Se lo dici tu-

Noah era stanco. Non amava quel tipo di conversazioni. Lui era uno scrittore e non gli interessava molto la fase intermedia tra la fine del suo lavoro e l’inizio delle vendite. Purtroppo, però, non aveva un agente che potesse occuparsi di quella particolare parte del lavoro. Ne aveva avuto un paio in Inghilterra, ma quando si era trasferito in America non si era affatto premurato di trovarsene un altro. Dopotutto non scriveva più e non voleva certo avere un avvoltoio che gli piombava addosso ogni giorno per chiedergli un nuovo libro. Se l’era presa comoda, aveva deciso di rilassarsi e respirare un po’. Si era dedicato al suo blog con calma e pazienza, scrivendo pezzi soltanto quando ne aveva voglia o ne sentiva il bisogno. Lo aveva usato come una sorta di diario, nulla di più.

-Ed è anche una gran bella donna a quanto dicono-    riprese Trevor dall’altro capo del telefono.

Noah annuì di nuovo.

-Si tratta di una certa Olga Ranieri. E’ stata lei a leggere il tuo romanzo in lingua originale visto che conosce bene la lingua. Ora attendiamo la traduzione-    proseguì l’altro con tono noncurante.

Il cuore di Noah smise di battere per istanti che parvero eterni. Sgranò gli occhi e scivolò lungo il muro con la schiena, fino a ritrovarsi seduto sul pavimento della cucina.

-Come hai detto?-    chiese incredulo.

-Olga Ranieri-    ripeté lui    -La conosci?-

La pronuncia di Trevor non era proprio esatta, ma per un americano che non ha idea di cosa sia la lingua italiana era del tutto normale. Era anche un po’ troppo esatta forse.

Tuttavia, Noah, era sicuro di aver capito “Olga Ranieri”, la donna che aveva incontrato durante una sua visita a Roma. La donna che aveva detestato all’inizio, ma che aveva amato follemente dopo.

Era un segno del destino?

Era da mesi che non faceva altro che pensare a lei, pianificando in continuazione un suo viaggio in Italia.

Era quasi partito una volta, ma poi Katherine lo aveva bloccato all’aeroporto.

Si era poi messo a scrivere, accantonando in un angolo della mente il suo viaggio. Non lo aveva affatto dimenticato, però. Aveva fatto tutto per lei e solo per lei. Aveva scritto, aveva riprovato a scalare quella montagna chiamata vita solo per poter raggiungere lei sulla vetta.

-Ranieri?-    ripeté boccheggiando come un pesce.

-Si, credo si pronunci così-    riprese Trevor   -Tu conosci l’italiano dopotutto. La conosci?-

Noah non rispose alla domanda. Lasciò andare il telefono e rimase seduto sul pavimento finché fuori non divenne buio.

-Olga-   sussurrò dopo ore passate a pensare a lei, prima di addormentarsi accovacciato sulla moquette.

Dormì sogni tranquilli, del tutto ignaro del fatto che la sua Olga stava andando all’aeroporto proprio in quell’istante. Era ora di partire, di riprendere tutto da dove lo avevano lasciato. Era ora di dare una svolta alle loro vite.




   
 
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