Premessa. Seguendo
l’idea che avevo avuto per “Cappuccetto Rosso
e altri racconti” trilogia che vedeva le favole di Cappuccetto Rosso e
Peter Pan reinterpretate in base ai personaggi di Jeremy, Caroline e Tyler, ho
pensato di estendere quest’idea a tutti i personaggi di TVD, tracciando un
parallelismo con le favole più famose e i protagonisti del telefilm.
Buona lettura!
Once Upon a Time in Mystic Falls.
1 # Pinocchio (Rebekah e Matt).
Partecipa al 500themes_ita
con prompt 123. Un cuore, un respiro.
Questa
storia si è classificata quinta al contest La fiera degli OTP
indetto da Postergirl84.
Cuore di
legno.
“Copenaghen…”
Matt si guardò attorno con espressione confusa, lasciandosi guidare da
Rebekah fuori dall’aeroporto. “…Pensavo
che avremmo incominciato con l’Italia.”
La vampira continuò a camminare
spedita, dirigendosi verso il lungomare.
“Un ripassino delle varie capitali europee era
d’obbligo, visto i tuoi risultati disastrosi in geografia.” commentò, esibendo
un sorriso furbo.
“Ehi!” , si lamentò il ragazzo, pur abbozzando a sua volta un sorriso. “…intanto
sono riuscito a diplomarmi.”
“Per il rotto della cuffia.” specificò
Rebekah, inarcando appena un sopracciglio. “Tra l’altro, è strano che nessuno si sia fatto
delle domande a riguardo…”
“Beh, io me ne sono fatte.” ammise Matt, rimuginando sulla sua media scolastica
dell’ultimo anno; a stento era riuscito ad arraffare qualche sufficienza, ma i
risultati ottenuti alla fine del semestre si erano rivelati fin troppo buoni,
rispetto a quelli che si era prospettato. D’un tratto, assunse un’espressione
perplessa. Si voltò verso la ragazza, concedendole un’occhiata di rimprovero. “Rebekah, non avrai mica…”
“No, non ho fatto nulla.” rispose con tranquillità la ragazza, fermandosi di
fronte alla scogliera. Lo sguardo della vampira si perse nell’esaminare la
statua della Sirenetta, il simbolo di Copenaghen: la città che stava tracciando
l’inizio del loro viaggio.
“Mi hai portato qui per vedere
questa?” domandò a quel punto Matt, osservando la statua con scarso interesse.
L’espressione decisa della
giovane si attenuò ad ospitare un lieve sorriso.
“Se Andersen fosse vissuto nel
periodo in cui ero bambina, avrei adorato la favola della Sirenetta.” spiegò,
portandosi dietro l’orecchio una ciocca di capelli stuzzicata dal vento. “L’eterno
e straziante tormento di una ragazza che voleva solo appartenere al mondo degli
uomini - e al cuore di un principe: amavo questo genere di storie.”
“L’ho sempre trovata un po’
macabra come favola.” ammise Matt, stringendosi nelle spalle. “Non mi piaceva
la questione della lingua mozzata della sirenetta…E il finale non è di certo
dei migliori.”
“Più un finale non è lieto, più
rispecchia la realtà.” commentò la ragazza; Matt si strinse nelle spalle,
riprendendo ad osservare la statua.
“Ti avrei fatto più un tipo da pinocchio.” buttò
lì a un certo punto, voltandosi, per osservare la reazione della ragazza. Rebekah
lo squadrò con scetticismo.
“Stai scherzando?”
Matt abbozzò un sorrisetto
divertito.
“Pinocchio aveva un cuore di legno…Che di conseguenza non batteva.” spiegò. “I
burattini possono durare a lungo, se non li si getta nel fuoco: un po’ come i vampiri
Eppure, tutto ciò che voleva Pinocchio era diventare…”
“…Umano.” completò la frase per lui la ragazza, rivolgendo un’ultima occhiata
alla statua della Sirenetta. I lineamenti decisi del suo sguardo presero a
intingersi d’un tratto di una lieve malinconia. Allungò la mano, a sfiorare
quella di Matt; il ragazzo la strinse, senza dire nulla.
“Il paragone con Pinocchio era
un modo carino per darmi della bugiarda?” domandò all’improvviso la vampira, inarcando
un sopracciglio; Matt rise.
“No: era un modo carino per suggerirti
che, forse, è arrivato il momento di andarcene in Italia.” ammise, attirando la
ragazza a sé. “Magari potremo proprio cominciare dal paese di Collodi.”
Rebekah sorrise, appoggiando il capo al petto del ragazzo; il cuore di Matt
batteva per due, scandendo il ritmo del respiro di entrambi. La vampira rimase immobile
per un po’, intenta ad ascoltare il rincorrersi regolare dei suoi battiti. Il
cuore di Matt non era immobile, perché lui, burattino, non lo era mai stato. Cercava sempre di aggrapparsi con forza alla
propria umanità, rifiutando di cedere a ciò che lo avrebbero reso di legno.
Matt era quel bambino vero che
Pinocchio – Rebekah - aveva sempre
sognato di diventare.
Note dell’autrice.
Era da un po’ che mi stuzzicava l’idea di incominciare una raccolta simile.
Avverto che non penso di aggiornare spesso, ma mi piace il pensiero di avere
questo spazietto aperto per tornare a scrivere in questo fandom
su argomenti slegati alla long sulla Next Generation.
Per quanto riguarda le fiabe, credo che i collegamenti che farò, alle volte
saranno un po’ inusuali, come questo fra Rebekah e Pinocchio. La prossima
storia, probabilmente, sarà su Jeremy o su Klaus, visto che mi sono venute un
paio di ideuzze su di loro.
Un abbraccio a chi ha letto!
Laura