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Autore: light_blue    26/05/2013    2 recensioni
C'era chi li amava.
C'era chi li odiava.
Chi credeva fossero una leggenda.
Chi pensava fossero solo uno strappo alla monotonia di Londra.
Non erano Spiderman,Superman,Batman o Wonder Woman,erano semplici ragazzi con dei poteri avuti per errore,ma è stato davvero un errore?I ragazzi dovranno affrontare ostacoli,dovranno affrontare il nemico che si trova in loro,perchè si sa: "Da grandi poteri derivano grandi responsabilità" .
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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                             Madhouse part 3
-Peyton

Ero entrata nel manicomio ad occhi chiusi,aspettandomi di trovare qualcosa di orripilante. Ma quando li aprii trovai una piccola stanza dalle pareti bianco sporco,con qualche macchia dovuta all’abbandono di quel luogo. Una stanza alta e fredda. In fondo vi era un cancello di ferro alto fino al soffitto. Alla mia destra vi era una scrivania malandata con molti fogli sparsi sopra,e qualcuno anche a terra. Non vi erano poltrone ma solo una sedia a cui mancava una gamba ed era stata buttata in un angolo. Il pavimento era di pietra. Non vi erano luci o lampadine,la stanza era illuminata solamente da due piccole finestrelle senza vetri in alto alla stanza. Mi avvicinai titubante alla scrivania,ed i miei passi rimbombarono nel vuoto. Quando mi fermai sentii solamente silenzio,a quanto pare non c’era nessuno. Incominciai a sfogliare i fogli sulla scrivania,alla ricerca di qualcosa che mi sarebbe servito,ma non trovai niente. Ad un tratto sotto un paio di fogli trovai una piccola agenda verde scuro con accanto un mazzo di chiavi,che conteneva almeno una centinaia di chiavi,ognuna contrassegnata da un numero. Aprii l’agenda trovando una lunga lista di nomi con accanto un numero e la ragione per cui erano lì. L’elenco dei prigionieri del manicomio. Incomincia a far scorrere i miei occhi sui nomi,ma non riconoscevo nessuno di loro. Cominciava a scendere la sera dovevo fare in fretta. Quando ad un certo punto trovai un nome: Johanna Thirlwall,cella n° 269,afferma di essere convinta di  visto un gigantesco disco di metallo volare. Bingo. Mi diressi verso il cancello e lo aprii con la chiave più grande del mazzo. Davanti a me avevo un lungo corridoio illuminato da una piccola lampadina appesa ad un filo. Mentre camminava ai lati scorrevano le celle,di ferro ognuna contrassegnata da un numero. Girai a destra alla fine del lungo corridoio trovandomene un altro di fronte. Guardai i numeri sulle porte a destra: 150,152,154,156... guardando a sinistra trovai i numeri 151,153,155,157.                                                                                          Girai un altro corridoio ed un altro ancora fino a quando non trovai i numeri 266,267. Prosegui di altri passi fino a quando non vidi la porta 269. Trovai la chiave nel mazzo di chiavi e la guardai per un attimo. Dovevo entrare? E se era vuota? Con alte probabilità era vuota. Magari avrei trovato indizi. Guardai a destra e a sinistra ,come a controllare se ci fosse qualcuno,ed infilai la chiave nella toppa. Girai tre
volte la chiave e sentii un piccolo schiocco metallico. Spinsi la porta spaventata da quello che avrei trovato davanti. Il buio non vi era nessuno in quella cella. Cercai il pulsante della luce sul muro e lo cliccai. Una stanza spoglia illuminata dalla flebile luce mi si porse davanti. Trasalii quando scorsi alcune gocce rosse sulla parete,probabilmente sangue. C’era un letto disfatto dalle coperte grigie in un angolo della stanza. Ed una piccola finestrella in alto come quella nell’atrio. Ad una parte del muro potevo vedere catene,ma la luce non arrivava fin lì e non potevo vedere se ci fosse qualcuno appeso ad esse.                                                                                                                                                   < Avvicinati … > sentii ad un tratto e quasi non urlai. La voce era roca e sembrava quasi quella di un … bambino. Proveniva dalle catene,infatti quest’ultime si mossero come se qualcuno stesse tentano di liberarsi da esse. < So perché sei qui … e so chi sei > continuò la voce. Ma io come paralizzata,non riuscivo a muovermi. Ad un tratto la porta dietro di me si chiuse di scatto e le catene si spezzarono,liberando quella che sembrava una bambina. Avrà avuto si e no dieci o dodici anni. Aveva lunghi capellicastani e dei tratti del viso dolci. Era magra e minuta. I suoi occhi erano due pozzi neri profondi,quasi ti ipnotizzavano. Addosso aveva soltanto una tutina arancione e dei calzini bianchi sporchi.< Tu sei Johanna? > le chiesi con la voce che mi tremava. La bambina annuì. < Conosci solo il mio nome … eppure conosci mia figlia > mi disse la bambina. Sua figlia?  Non era un po’ piccola per avere una figlia? < Sono stata violentata all’età di dieci anni,un anno dopo nacque la mia piccola Anne. Però dopo la nascita incominciai a vedere volare in cieloun disco gigantesco. Incominciai a sognarlo ed intuii che voleva portarmi via la mia piccola Anne. Quando una sera sognai che si abbatteva sul London Eye del Racing Park. Mia madre e mio padre  non mi credevano,e ai quei tempi c’era la credenza delle streghe. Così mi rinchiusero qui dentro e mi portarono via Anne,che fu consegnata al padre. Il giorno dopo quello che avevo sognato successe > incominciò a raccontarela piccola Johanna. < Impossibile. Quello che dici è successo qualche mese fa,e tu da come ho capito sei qui da molto tempo > le risposi,< La storia si ripete,mia cara. Sono qui dal 1990 > mi rispose scoppiando in una risata amara. Da ventritrè anni era lì? < Anche questo è impossibile. Ora dovresti avere più di trent’anni,ma sembra che tu ne abbia 12 > le dissi dubbiosa. Lei mi guardò negli occhi e gelai all’istante. < Io ho 12 anni. Qui non si cresce. > mi rispose. Ero davvero spaventata,tutto questo era inquietante. < Hai capito chi è la mia figlioletta?Qualche mese fa l’hai incontrata al Racing Park,con quel ragazzo,Zayn. Ti chiederai come lo faccio a sapere … beh l’ho mandata io lì. L’ho tormentata finchè non ha ceduto. Come te anche io avevo bisogno di scoprirci qualcosa quando tutto questo è successo venti anni fa,ma quella cosa,quell’ombra senza padrone ha cancellato tutto,e si è presa quello che apparteneva anche a te > mi disse la bambina. Qualche mese fa con Zayn al Racing Park. < Leigh-Anne? > sussurrai più a me che a lei. < La mia piccola Anne. Il padre le avrà cambiato il nome per dimenticarsi di me,ma non l’ha fatto del tutto per rimanere Anne > sputò fra i denti la bambina. < Non  avevi detto che l’ombra aveva cancellato ogni traccia dell’accaduto,quindi anche di te,perché Leigh-Anne è ancora qui? > le chiesi, < L’ombra non sa dell’esistenza di Leigh-Anne ed è per questo che devi proteggerla > mi rispose la bambina dirigendosi verso le catene. < In che modo? > le chiesi mentre lei si rimetteva le catene, < Nascondi la sua vera identità,scoprì cos’è quella cosa e distruggila. Distruggi l’ombra. L’ombra ha rubato il tuo amuleto,la chiave di tutto. Trova l’ombra e riprenditi ciò che è tuo. Prima che sia troppo tardi > mi disse velocemente,mentre guardava alla finestra scorgendo il tramonto. < Che significa prima che sia troppo tardi? > le chiesi anch’io velocemente, < L’ombra distruggerà tutto di nuovo,e quindi anche te ed i tuoi amici. Ora và,muoviti! Chi resta qui dopo il tramonto ci resterà per sempre! Qui le ore sembrano attimi,e le eternità sono secondi > mi disse la bambina scomparendo nel buio della stanza. Mi affrettai ad aprire la porta e richiuderla correndo per i corridoi,ma ad un tratto le lampadine appese al muro si spensero e l’unica luce era quella della luna appena spuntata. “Gli attimi sono ore” aveva detto la bambina,aveva ragione. Mi precipitai al cancello appena trovato ma era chiuso. Cercai le chiavi,ma non le trovai. Le avevo perse. Sentii un insieme di porte metalliche che si aprivano. Oh,no. Davanti a me girovagavano corpi vestiti d’arancione,che sembravano non avere anima. Sentii una strana sensazione dalla punta dei capelli fino a quella dei piedi,così forte che quasi mi frantumava le ossa. Avanzai con cautela evitando di toccare tutta quella gente. Ed imboccando un corridoio vuoto. Mi guardai:addosso avevo anche io una tuta arancione. Quasi gridai a quella vista,non potevo rimanere lì dentro. Incomincia a correre ma appena vedevo una finestra quella si chiudeva. Non volevano lasciarmi andare via. Stavo perdendo le forze e sentivo che ciò che mi serviva era dietro di me. Ma non potevo tornare indietro dovevo rimanere lucida. Stavo bruciando dentro e sarei caduta da un momento all’altro. Sentivo delle grida agghiaccianti, e non riuscivo a capire se erano le mie. Poi imboccai un altro corridoio: sangue,ovunque. Gente decapitata ed un pesante odore di putrefazione. Ero come un fuggitivo che cercava di scavalcare i muri,ma le mie mani erano così dure. Infondo trovai una finestra. Saltai su di essa ma vi erano delle sbarre di  ferro. Cercai di forzarle ma erano troppo pesanti. Sentii dei passi dietro di me,mi voltai. Erano loro,venivano verso di me. Non mi avrebbero lasciato andare,stavano venendo a prendere me. Velocemente forzai le sbarre ma non davano segno di cedimento. Ad un tratto l’esercito di tute arancioni si fermò e un uomo in camice bianco proseguì verso di me. < Non farmi del male! Liberatemi,vi prego! > continuavo a pregarli,ma era come se non sentissero la mia voce. Incominciai ad urlare e piangere. Non sarei rimasta lì. Un vortice di fuoco invase la mia schiena sbattendo contro le sbarre di ferro a cui ero appoggiata,lasciandomi cadere fuori dal manicomio nel buio e nel silenzio della notte.

Halloween’s penguin
Pinguine mieeee! Sono tornata con il tanto atteso capitolo,quello ispirato a “ Madhouse” delle Little Mix. Vi piace? Spero che non sia troppo inquietante,mi sono spaventata persino da sola. Avete scoperto nuove cose sull’accaduto al Racing Park e sull’ombra,ch credo avevate dimenticato. Johanna Thirlwall è la madre di Leigh-Anne,strano a credersi,vero? Chi ha notato la scelta del numero 269? Mlmlmlmlm
Avete visto come è lungo il capitolo? Ciauuuuuuuuuu <3                        

#yourfavoritepenguin
  
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