Cold and Mercy
Un mondo intero.
Un’umanità disperata,
Uomini senza una guida.
Cercando di dare un senso alla propria esistenza.
Un’infinita vittima sacrificale agli Dei.
Dei che disprezzano, perché da essi disprezzati.
Ma non
Lei.
Ma non tutti.
Alcuni cercano nel suo sguardo le risposte.
Ma che risposte può
avere una gelida pietra?
Artefici del loro destino.
Discepoli delle stelle.
Offerte inconsapevoli ad
un fato avverso.
Pronti a morire.
Per Lei.
Nel Suo nome.
Allora, invocava la pioggia.
A lavare il sangue.
A spengere le braci delle devastazioni.
A donarle
lacrime.
A concederle il
pianto.
A farla sentire più umana.
E meno
Dea.
Altre 100
parole.
Risultato di una serata
alla ricerca dell’ispirazione per “Cosa cerchi
veramente”…
L’ispirazione è
arrivata… ma non come volevo io…ovviamente…
Mi sto abituando che
anche il mio cervello non fa quello che voglio… Come tutto
ormai…
Tuttavia non mi lamento…
a volte, quando i progetti saltano, vengono fuori risultati
migliori.
Cosa dire? Intanto,
grazie a tutti voi che avete letto, magari anche commentato. Una risposta
generica a chi mi ha chiesto perché non son soddisfatta della drabble: perché
l’ho scritta.
La realtà è che, per
quanto possa produrre delle fanfic, io sono nata lettrice e morirò
lettrice.
Leggere dà vita alle
parole che ho davanti: ma questo con lo scrivere invece non mi accade con la
scrittura.
Anzi il contrario:
uccido progressivamente le parole. Conoscere il processo di creazione del testo
che ho di fronte toglie lo “stupore” del nuovo che sorge in me durante la
lettura. Il sapere come il testo si è evoluto, quali pensieri c’erano
inizialmente e quali son stati aggiunti, mi toglie il fascino di cercare dietro
al testo.
Io voglio vedere un
falco volare: non m’interessano i muscoli ed i tendini delle sue ali, come sono
le sue cellule ed il suo apparato digerente.
Io voglio vedere le sue
piume scintillare al sole, il vento sfiorarle: sennò, era meglio non
sapere.
Per quanto riguarda di
quale cloth si tratti, non è uno ben preciso, o almeno io non l’ho pensata così.
Tuttavia, mi rendo conto che può piacere pensarla come quella di una
costellazione ben definita.
Se io dovessi scegliere,
direi Pegasus: non è uno dei miei Saint preferiti, anzi. Tuttavia, il suo
ardore, la sua venerazione per l’armatura, la dedizione alla sua Dea ne fanno il
prototipo del Cavaliere di Athena. E penso che quando morirà il suo cloth lo
piangerà: più di Athena, più dei sui amici, più di chiunque altro. Perché era
una cosa sola con lui, bruciavano dello stesso fuoco. Ed ora il fuoco si è
spento. Anche per causa sua.
Torniamo a queste 100
parole: forse è ancora più complesso capire chi parla…
Questa volta è la statua crisoelefantina di Athena… Ve lo
aspettavate?
Anche lei mi affascina…
Ed anche lei dovrebbe essere la mia ultima drabble…
Dovrebbe… perché è una
faticaccia scriverle… e quel processo di vivisezione del testo, cui ho sopra
accennato, è ancora più sentito per me nelle drabble.
Tuttavia già adesso mi
ruota in mente un altro soggetto…
Ma è difficile… Non so…
veramente non so… Vorrei almeno completare prima l’altra fic…
Ma è lunga… E sono a
mala pena a metà…E il tempo è tiranno…
Vedremo…
Grazie a tutti voi… per
le letture e per i commenti…