Titolo
originale:
El acuerdo
Autore
originale: Mai
Kusakabe
Traduzione:
Lilian Potter
Fandom:
One
Piece
Pairings:
KiddxLaw (Yaoi,
Raitings Arancione)
Note: AU
Disclaimers:
I
personaggi
appartengono ad Eiichiro Oda; nessuno scopo di lucro su questa fanfic.
L’ACCORDO
Trafalgar
Law era sdraiato sul letto, la testa appoggiata al petto del suo
ragazzo,
Eustass Kidd, godendosi il momento di tranquillità.
La
mano di Kidd, che stava disegnando dei circoli sulla sua spalla, si
fermò e Law
seppe quello che stava per dire addirittura prima che parlasse.
Dopotutto,
anche lui poteva vedere l’orologio:
-Dovremmo
alzarci o arriveremo tardi.-
-Potremmo
restare.- suggerì Law, stringendosi di più contro di lui e passando una
gamba
sopra a quelle della testa rossa.
Kidd
rise, però lo scostò da sopra il suo corpo senza troppa bruschezza.
-Suona
tentante, però abbiamo già saltato troppe lezioni, potrebbero iniziare
a
sospettare.- disse la testa rossa, alzandosi dal letto.
Law
rimase sdraiato dov’era, seguendo il suo ragazzo con lo sguardo e
godendo della
visione che gli offriva il suo corpo nudo che si muoveva nella stanza.
-Non
dovremmo preoccuparci che ci scoprano se rendessimo pubblica la nostra
relazione.- disse Law, anche se sapeva già che risposta avrebbe
ottenuto.
Quella
storia era iniziata mesi fa, quando la loro relazione era diventata
qualcosa di
più serio che una sveltina occasionale tra un litigio e un altro.
Inizialmente
Law era d’accordo con quella situazione, andando a letto con Kidd in
privato ed
in pubblico continuando con la loro apparente inimicizia era risultato
anche
divertente. Però dopo che la relazione
era evoluta Kidd si era negato con decisione a renderla pubblica,
neanche con i
suoi amici intimi, ed aveva insistito nel continuare a fingere che si
odiavano
a morte.
Per
quanto divertente fosse insultarsi con Kidd ogni due su tre in classe e
spaventare i loro compagni, Law si era ormai stancato.
-Che
tu non abbia problemi ad uscire alla luce del sole non significa che
neanche io
ne abbia.-
Ed
ecco lì la risposta che Kidd gli aveva dato ogni lunedì mattina negli
ultimi
tre mesi quando, dopo aver passato un fine settimana insieme a casa
della testa
rossa, Law gli faceva quella proposta.
Sospirando
infastidito, anche Law si alzò dal letto ed andò verso l’armadio, dove
vi era riposta
abbastanza della sua roba.
-Non
che ne abbia particolarmente voglia, ma magari possiamo arrivare ad un
accordo.-
Law
si fermò e si girò a guardarlo, sorpreso. Kidd lo osservava con quel
deliziosamente distorto sorriso, e Law si ritrovò a ricambiarlo.
-Davvero?
E di che classe di accordo stiamo parlando, Eustass-ya?-
Kidd
prese da sopra al comodino un sacchetto di cui Law non si era accorto e
ne
estrasse qualcosa, mostrandoglielo. Law sentì come il suo cazzo
reazionava
davanti a quello che i suoi occhi vedevano, e si leccò il labbro
inferiore:
l’oggetto che gli stava mostrando la testa rossa sembrava una specie di
supposta nera sintetica di circa sei centimetri di lunghezza,
accompagnata da
un telecomando a distanza.
Law
sapeva perfettamente cos’era quell’oggetto, e sentì un brivido solo
vedendolo.
Quella era una pazzia, una deliziosa pazzia della quale il solo
pensiero lo
eccitava.
Con
un enorme sorriso, Kidd gli spiegò la sua proposta.
-Se
resisti con questo fino all’ora di pranzo, senza masturbarti, chiedermi
niente
o fare qualsiasi cosa per soddisfarti in generale, uscirò allo scoperto
questo
mezzogiorno.-
-E
se mi scoprono?- domandò Law, tentando di apparire indifferente anche
se il suo
corpo aveva già accettato quella sfida.
Il
sorriso di Kidd diventò considerevolmente più contorto.
-Allora
ci divertiremo un momento e la tua reputazione diventerà ancora più
strana.-
Andare
a lezione di per sé era qualcosa che a Eustass Kidd non importava, però
relazionarsi con i suoi compagni era qualcosa di completamente diverso.
A parte
i suoi amici, praticamente tutti gli studenti avevano paura di lui, e
poteva
contare su una mano quelli che avevano le palle di affrontarlo, Law tra
questi.
Kidd
dovette contenersi per non scoppiare a ridere nel vedere le espressioni
di
perfetta stupefazione, prontamente trasformate in panico, nel vederlo
sedersi
vicino a Law in classe, il moro appena alzando lo sguardo dal suo libro
per
dedicargli uno sguardo altezzoso prima di tornare alla sua lettura.
La
testa rossa si portò una mano alla tasca dei pantaloni e al suo fianco
Law andò
in tensione, le spalle completamente rigide e i pugni stretti con forza.
Sogghignando,
Kidd domandò:
-Che
c’è, Trafalgar, ti rendo nervoso?-
Il
moro strinse i denti prima di rispondere, riuscendo a far suonare la
sua voce
annoiata.
-Per
niente, è semplicemente che avere tanta stupidità vicino non mi si
addice.-
-Oh,
davvero?-
Kidd
premette nuovamente uno dei bottoni del comando a distanza nella sua
tasca e
Law si tesnsò ancora di più, stringendosi segretamente contro la sedia
e
fulminandolo con lo sguardo.
Trattenendo
la voglia di ridere apertamente e cercando di non pensare a quello che
stesse
sentendo Law in quel momento, Kidd ringraziò mentalmente chiunque fosse
quello
che aveva pensato un’idea simile, e che lui fosse abbastanza silenzioso
da non
farsi sentire sopra il mormorio della classe.
Si
abbassò per aprire il suo zaino ed iniziò a tirar fuori le sue cose
proprio
quando il professore stava entrando.
I
cambi aule erano i momenti che meno piacevano a Law in tutta la
giornata. I
corridoi si riempivano di alunni che si affrettavano ad andare alla
prossima
lezione e molte volte bisognava aprirsi il cammino a spintoni.
-Tutto
bene, Trafalgar?- domandò Smoker di mala voglia, e Kidd si abbassò,
fingendo di
cercare qualcosa nello zaino, per nascondere il sorriso.
Smoker
aveva preso di mira Law dall’incidente del ratto morto che gli aveva
trovato in
un cestino del pranzo, ed il disappunto era reciproco.
-Si,
ho solo avuto uno strappo al collo.-
Da
sotto il banco, Law diede un calcio a Kidd nello stinco.
Smoker
doveva avere un’espressione scettica, perché il suo ragazzo specificò:
-Ho
dormito male questa notte.-
Uno
sbuffo, e Kidd vide i piedi dell’uomo allontanarsi.
La
testa rossa si rialzò e dedicò un ampio sorriso a Law.
Law
gli tirò un altro calcio.
Questa
volta sì, Kidd iniziò a ridere fragorosamente quando, in piena partita
di
basket durante la lezione di educazione fisica, Law cadde sul
pavimento.
Probabilmente non avrebbe dovuto premere il pulsante mentre il moro
correva, però
la scena fu tanto divertente che ne valse la pena.
Qualche
urla del professore più tardi i due ragazzi erano nel corridoio,
diretti
all’infermeria perché gli esaminassero i colpi, senza nessuno in vista.
Kidd
camminava con le mani in tasca e Law, lanciandogli un’altra occhiata
assassina,
aveva deciso di camminare davanti a lui, dandogli un’eccellente vista
del suo
sedere, che sarebbe stata decisamente migliore se il moro non si fosse
messo il
cappotto non appena uscito dalla lezione.
-È
stato pericoloso, Eustass-ya. Potevo farmi male sul serio.-
Kidd
sapeva che aveva ragione, e schioccò la lingua prima di rispondere.
-Non
ho detto in nessun momento che non avrei fatto tutto il possibile per
farti
perdere.- Allora, sorrise ampiamente –Se vuoi che la smetta, devi solo
chiedermelo.-
-Sai
che non ne ho intenzione.-
-Davvero?-
Kidd percorse il comando con una delle sue dita ed attivò uno dei
programmi,
sorridendo quando per questo Law si fermò di colpo e le sue spalle si
contrassero.
Kidd
continuò ad avanzare fino a quando poté fermarsi davanti a lui e
girarsi a
guardarlo. Le labbra di Law erano fermamente chiuse e i suoi occhi
brillavano
di determinazione.
-Se
me lo domandassi, potremmo entrare in quei bagni.- segnalò una porta a
pochi
metri –e mi assicurerei di ripagarti per il brutto momento. Potrei
succhiartelo
fino a quando non mi vieni in bocca, o scoparti fino a quando non urli
il mio
nome, oppure entrambe le cose.- parlò Kidd, cambiando varie volte
l’intensità e
la velocità delle vibrazioni mentre finiva.
Law
rimase in silenzio un attimo, e Kidd credette quasi di averlo convinto,
però
allora il moro sorrise.
Sogghignando,
Kidd premette il bottone per spegnere e ricominciò a camminare.
Da
quando gli era venuta in mente l’idea, era stato chiaro per lui che Law
sarebbe
riuscito a sopportare, però non perdeva nulla nel provarci.
In
un certo senso, sarebbe stato un sollievo che la sua relazione
diventasse
pubblica.
-Hai
vinto, fai quello che vuoi.- disse Kidd, e molti si guardarono,
straniti,
davanti a queste parole.
-Saltiamo
il resto delle lezioni?-
-È
la migliore idea che sento in tutta la giornata.-
FINE
Ed
ecco qui una delle chicche di Mai Kusakabe; personalmente, non ho
resistito a
tradurla per poterla condividere con voi. A me è piaciuta moltissimo,
voi che
ne pensate?
Se
vi va, v’invito a commentare per rendere felici me e l’autrice
originale (: