Almost
Happy Ending
ovvero
se
ce la fanno loro ce la faremo tutti
Eh
già, siamo giunti alla fine! O come dice il titolo al quasi lieto
fine, perché nella vita non esiste una fine, un momento in cui sei
veramente al riparo ma forse per questo esiste la felicità. I
filosofi ci hanno stressato troppo per non metterci in testa che ad
ogni pro c'è un contro, ma anche senza contro non ci sarebbe un pro.
Si, ma insomma lo sapete tutti anche senza di me u.u Grazie a tutti i
lettori che sono giunti a questo punto, sarebbe da darvi un premio!
Ma, ahimè per voi, questa non è la vera fine. Sto progettando un
seguito ;) Magari dopo l'estate, ovviamente non troppo lungo, se no
vi tramortisco.
Così,
a presto! n.n
Quando
era bambino spesso sua madre lo portava in quel luogo. Si sedeva su
una roccia o sotto un solitario arbusto e l'osservava mentre si
orientava in quel luogo meraviglioso, mentre lo esplorava e veniva
attirato dalle stelle alpine.
La
montagna era vicina ma non abbastanza, permettendo al prato di
crescere ancora.
Era
un lontano ricordo come fosse stato una vita fa, uno di quelli che
conservi dell'estate tinto da quei raggi che rendono tutto più
bello, di quel colore caldo che non vedi in nessun'altra stagione e
ti fa sentire giovane. Quel tipo di sole che ti porta alla mente
eventi passati provocandoti fitte al cuore, lacrime represse e una
triste sensazione che ti ricorda che non puoi tornare indietro e che
puoi solo andare avanti.
Non
aveva nessuna cognizione di tempo allora quindi non riusciva
veramente a cogliere quale effetto quel luogo gli facesse. Nella sua
testa pensava semplicemente che era bello, che aveva un buon profumo,
che il vento era piacevole e che poi sua madre gli avrebbe comprato
un brezel.
Poi
un bel giorno, non si ricorda nemmeno come, tutto era cambiato. Era
arrivato, dopo un'immensa scarpinata, e si era sentito come in un
altro mondo, come se la realtà circostante non esistesse benché ce
l'avesse esattamente di fronte.
E negli anni a seguire quella
sensazione si intensificò sempre di più portando con se altri
sentimenti come una pungente nostalgia.
E
così aveva smesso di andarci.
Perché
andare in salita per quel sentiero disconnesso era diventata troppa
fatica, perché non valeva la pena puntare in alto, perché alla
bellezza si sarebbe affiancato il dolore.
La
meta era troppo lontana e lui era troppo stanco.
Una
volta arrivato in cima si sarebbe sentito confuso, una volta arrivato
in cima non avrebbe più avuto una realtà a cui aggrapparsi e solo
un passato da rimpiangere.
E
rimpiangere era essere deboli, essere deboli era la fine di tutto. E
lui non voleva essere debole ma non aveva compreso che le cose
sarebbero potute finire male anche in un altro modo, quello che aveva
intrapreso.
Se
avesse puntato in alto si sarebbe dovuto confrontare con se stesso,
con quello che non era più e avrebbe dovuto convenire che un tempo
era meglio. Doveva ammettere di essere solo un ombra di quello che
avrebbe dovuto essere.
E
così aveva anche smesso di guardare la cima, di pensarci nonostante
continuasse ad agitarlo nei sogni, persistesse in fondo al suo cuore
dove finiscono le cose che vorremmo dimenticare. Ma quello che
nessuno ha mai capito è che noi non possiamo dimenticare.
Tutto
si depositerà sul fondo ma rimarrà lì, certamente sepolto, ma
starà lì e non avremo nessun potere per rimuoverlo.
E
Lorence non poteva esimersi, era un uomo impotente nei confronti di
se stesso, come tutti gli altri, forse ancor più di tutti gli altri
perché si rifiutava di auto confrontarsi e di accettarsi, almeno un
poco.
Forse
era quello che dicevano.
Siccome
non era in grado di farlo da solo aveva bisogno che qualcuno lo
facesse per lui, il problema era che nessuno ci era mai riuscito.
Ma
Lorence pensava che non vi erano dilemmi irrisolvibili mentre
aggiustava l'inquadratura della macchina fotografica in quel luogo
che per tanto tempo aveva dimenticato.
Aggiusta
lo zoom, nel suo obbiettivo il viso di Lidia è armonioso nella
natura, inconsapevole di essere ripreso. Poi lei sbadiglia e tutti i
tentativi di farle una foto vanno in fumo.
Alza
gli occhi al cielo.
Lei
corruga la fronte. << Cosa stai cercando di fare? >>
<<
Sai com'è, non ho nessuna foto della mia fidanzata. >>
<<
Noo, non voglio che finisca nel tuo portafoglio, mi sa tanto da film
strappa lacrime. A tutti i protagonisti che ce l'avevano finisce
male, se non lo hai notato! >>
<<
Oh, andiamo! Non vorrai dirmi che quando sarai vecchia non vorrai che
io ti ricordi come sei diventata! >>
<<
Non voglio che tu abbia nostalgia di come eravamo un tempo! >>
Lei incrociò le braccia come una bambina viziata.
<<
Non accadrà, in un presente con te il passato sarà solo un
splendido ricordo a cui guarderò per avere la forza per andare
avanti, non più il desiderio di tornare indietro. >>
<<
Wow...davvero profondo, hai trovato un modo per tramortirmi, dovresti
fare un corso ai miei genitori. >>
E
Lorence sorrise, anche con gli occhi, se possibile persino con le
orecchie, con ogni parte del suo corpo e della sua anima.
Aveva
trovato qualcuno che aveva bisogno di lui, che aveva amato il suo
riflesso e avrebbe amato il vero lui, quello codardo che si era
nascosto per anni, quello con ambizioni e sogni. Quello che disegnava
la propria vita piena di sfumature.
Le
favole avevano un lieto fine, la vita ne aveva uno?
Di
fatto le fiabe erano legate alla vita, erano i desideri dell'uomo che
si proiettavano su carta e non era vero che lì tutto era semplice.
Gli eventi erano ardui com'erano sempre quando si parla di
raggiungere i propri sogni.
Perché
le principesse prima di essere salvate erano rimaste chiuse in una
torre per tutta la loro vita, al buio, da sole. I principi magari non
erano sempre stati principi, magari erano stati tristi ranocchi o
chissà cos'altro. E magari non per tutti arrivava l'happy ending.
Ma
c'è chi diceva che non sia aveva diritto alla felicità ma la si
poteva desiderare, altri sostenevano che il mondo era caos ma alla
fine tutto aveva un senso e che tutto arrivava a suo compimento, per
altri ancora era solo confusionario. Poi c'era qualcuno che sosteneva
che la felicità era solo un illusione.
Una
bella illusione.
Ma
Lorence era felice, perciò se lo provava, quel sentimento non doveva
essere poi così irreale. Per quanto riguarda la fine, bè su quello
le favole si sbagliavano, perché non era assolutamente la fine.
Perciò
il suo era più un almost happy ending. Il suo quasi lieto
fine.