Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Knitting    27/05/2013    3 recensioni
Lidia, un'invasata di 24 anni, ha due ragioni di vita: i dolci e l'amore eterno.
Quando quest'ultimo la delude per l'ennesima volta decide di voltare pagina definitivamente, ormai le principesse sono in grado di salvarsi da sole e lei non sarà da meno.
Potranno un imprevisto, uno psicologo apocalittico e quello che sembrerebbe un principe farla ricadere nel capitolo della sua vita che aveva chiuso per sempre?
Una storia romantica immersa nell'umorismo,, meno superficiale di quello che sembra se si ha voglia di scavare.
Dal cpitolo 9:"Gli alberi divenivano viola, il cielo verde, gli occhi di un personaggio un arcobaleno empio di sfumature, di ricordi e immagini in cui poter sognare, in cui poter andare lontano."
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
fine

Almost Happy Ending
ovvero
se ce la fanno loro ce la faremo tutti

Eh già, siamo giunti alla fine! O come dice il titolo al quasi lieto fine, perché nella vita non esiste una fine, un momento in cui sei veramente al riparo ma forse per questo esiste la felicità. I filosofi ci hanno stressato troppo per non metterci in testa che ad ogni pro c'è un contro, ma anche senza contro non ci sarebbe un pro. Si, ma insomma lo sapete tutti anche senza di me u.u Grazie a tutti i lettori che sono giunti a questo punto, sarebbe da darvi un premio! Ma, ahimè per voi, questa non è la vera fine. Sto progettando un seguito ;) Magari dopo l'estate, ovviamente non troppo lungo, se no vi tramortisco.
Così, a presto! n.n

Quando era bambino spesso sua madre lo portava in quel luogo. Si sedeva su una roccia o sotto un solitario arbusto e l'osservava mentre si orientava in quel luogo meraviglioso, mentre lo esplorava e veniva attirato dalle stelle alpine.
La montagna era vicina ma non abbastanza, permettendo al prato di crescere ancora.
Era un lontano ricordo come fosse stato una vita fa, uno di quelli che conservi dell'estate tinto da quei raggi che rendono tutto più bello, di quel colore caldo che non vedi in nessun'altra stagione e ti fa sentire giovane. Quel tipo di sole che ti porta alla mente eventi passati provocandoti fitte al cuore, lacrime represse e una triste sensazione che ti ricorda che non puoi tornare indietro e che puoi solo andare avanti.
Non aveva nessuna cognizione di tempo allora quindi non riusciva veramente a cogliere quale effetto quel luogo gli facesse. Nella sua testa pensava semplicemente che era bello, che aveva un buon profumo, che il vento era piacevole e che poi sua madre gli avrebbe comprato un brezel.
Poi un bel giorno, non si ricorda nemmeno come, tutto era cambiato. Era arrivato, dopo un'immensa scarpinata, e si era sentito come in un altro mondo, come se la realtà circostante non esistesse benché ce l'avesse esattamente di fronte.
E negli anni a seguire quella sensazione si intensificò sempre di più portando con se altri sentimenti come una pungente nostalgia.
E così aveva smesso di andarci.
Perché andare in salita per quel sentiero disconnesso era diventata troppa fatica, perché non valeva la pena puntare in alto, perché alla bellezza si sarebbe affiancato il dolore.
La meta era troppo lontana e lui era troppo stanco.
Una volta arrivato in cima si sarebbe sentito confuso, una volta arrivato in cima non avrebbe più avuto una realtà a cui aggrapparsi e solo un passato da rimpiangere.
E rimpiangere era essere deboli, essere deboli era la fine di tutto. E lui non voleva essere debole ma non aveva compreso che le cose sarebbero potute finire male anche in un altro modo, quello che aveva intrapreso.
Se avesse puntato in alto si sarebbe dovuto confrontare con se stesso, con quello che non era più e avrebbe dovuto convenire che un tempo era meglio. Doveva ammettere di essere solo un ombra di quello che avrebbe dovuto essere.
E così aveva anche smesso di guardare la cima, di pensarci nonostante continuasse ad agitarlo nei sogni, persistesse in fondo al suo cuore dove finiscono le cose che vorremmo dimenticare. Ma quello che nessuno ha mai capito è che noi non possiamo dimenticare.
Tutto si depositerà sul fondo ma rimarrà lì, certamente sepolto, ma starà lì e non avremo nessun potere per rimuoverlo.
E Lorence non poteva esimersi, era un uomo impotente nei confronti di se stesso, come tutti gli altri, forse ancor più di tutti gli altri perché si rifiutava di auto confrontarsi e di accettarsi, almeno un poco.
Forse era quello che dicevano.
Siccome non era in grado di farlo da solo aveva bisogno che qualcuno lo facesse per lui, il problema era che nessuno ci era mai riuscito.
Ma Lorence pensava che non vi erano dilemmi irrisolvibili mentre aggiustava l'inquadratura della macchina fotografica in quel luogo che per tanto tempo aveva dimenticato.
Aggiusta lo zoom, nel suo obbiettivo il viso di Lidia è armonioso nella natura, inconsapevole di essere ripreso. Poi lei sbadiglia e tutti i tentativi di farle una foto vanno in fumo.
Alza gli occhi al cielo.
Lei corruga la fronte. << Cosa stai cercando di fare? >>
<< Sai com'è, non ho nessuna foto della mia fidanzata. >>
<< Noo, non voglio che finisca nel tuo portafoglio, mi sa tanto da film strappa lacrime. A tutti i protagonisti che ce l'avevano finisce male, se non lo hai notato! >>
<< Oh, andiamo! Non vorrai dirmi che quando sarai vecchia non vorrai che io ti ricordi come sei diventata! >>
<< Non voglio che tu abbia nostalgia di come eravamo un tempo! >> Lei incrociò le braccia come una bambina viziata.
<< Non accadrà, in un presente con te il passato sarà solo un splendido ricordo a cui guarderò per avere la forza per andare avanti, non più il desiderio di tornare indietro. >>
<< Wow...davvero profondo, hai trovato un modo per tramortirmi, dovresti fare un corso ai miei genitori. >>
E Lorence sorrise, anche con gli occhi, se possibile persino con le orecchie, con ogni parte del suo corpo e della sua anima.
Aveva trovato qualcuno che aveva bisogno di lui, che aveva amato il suo riflesso e avrebbe amato il vero lui, quello codardo che si era nascosto per anni, quello con ambizioni e sogni. Quello che disegnava la propria vita piena di sfumature.
Le favole avevano un lieto fine, la vita ne aveva uno?
Di fatto le fiabe erano legate alla vita, erano i desideri dell'uomo che si proiettavano su carta e non era vero che lì tutto era semplice. Gli eventi erano ardui com'erano sempre quando si parla di raggiungere i propri sogni.
Perché le principesse prima di essere salvate erano rimaste chiuse in una torre per tutta la loro vita, al buio, da sole. I principi magari non erano sempre stati principi, magari erano stati tristi ranocchi o chissà cos'altro. E magari non per tutti arrivava l'happy ending.
Ma c'è chi diceva che non sia aveva diritto alla felicità ma la si poteva desiderare, altri sostenevano che il mondo era caos ma alla fine tutto aveva un senso e che tutto arrivava a suo compimento, per altri ancora era solo confusionario. Poi c'era qualcuno che sosteneva che la felicità era solo un illusione.
Una bella illusione.
Ma Lorence era felice, perciò se lo provava, quel sentimento non doveva essere poi così irreale. Per quanto riguarda la fine, bè su quello le favole si sbagliavano, perché non era assolutamente la fine.
Perciò il suo era più un almost happy ending. Il suo quasi lieto fine.


  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Knitting