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Autore: AnnieRuthCatcher    27/05/2013    1 recensioni
Cosa succederebbe se per caso qualcuno dovesse abbandonare per sempre i Malfoy? Come cambierebbe la loro vita? Cambieranno il carattere e le abitudini dei Malfoy?
Genere: Drammatico, Fluff, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Albus Silente/Minerva McGranitt, Bellatrix/Voldemort, Draco/Hermione, Lucius/Narcissa
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Al numero 12 di Grimmault Place ci fu una gran confusione quando i due fratelli e gli elfi entrarono. Albus, nella fretta di trovare un posto sicuro, si era Spezzato durante la Smaterializzazione, e ora si aggrappava al fratello per camminare, dato che gli mancava una parte di carne della gamba. Era pallido come la morte e a malapena riusciva a muoversi.
Appena entrarono, Minerva McGranitt corse loro incontro. In un impeto di gioia, abbracciò i due fratelli, felice di trovarli vivi, senza notare la gamba di Albus. Quando se ne accorse, impallidì peggio del ferito e cominciò a balbettare
-Co…co…corro a chi…chi…chiamare Po…Po… Poppy!-
-No, andiamo noi, Minerva. Tu sei sotto shock e le riuscirebbe difficile capirci qualcosa.-si intromise Abeforth, indicando se stesso e gli elfi domestici.
Minerva diede il cambio ad Abeforth, che corse a chiamare l’infermiera. Non era solo perché Minerva era sotto shock che li aveva lasciati soli. C’era qualcosa fra quei due, ci avrebbe messo la mano sul fuoco… Così tutto l’Ordine (eccetto gli interessati, ovviamente) si era messo d’accordo per creare… l’ambiente adatto, diciamo.
Minerva era spaventata. Non le era mai capitato di vedere il Preside in quello stato. Lo amava, è vero da tanti anni, forse troppi, ma non glielo aveva mai detto, per paura di non essere ricambiata. E poi, non voleva rovinare la loro amicizia. Si sarebbe impiccata, piuttosto che vivere senza lui. E se non avesse funzionato?! Così lo ammirava da anni, in silenzio, lasciando che il suo cuore battesse a mille quando la guardava. Lasciando che le lacrime cadessero dai suoi bellissimi occhi verdi, quando pensava ai suoi occhi azzurri. Lasciando il suo cuore urlare e disperarsi, per dare ragione alla sua testa.
Albus era spaventato ma felice. Spaventato per la gamba, ma felice di essere con la sua Minerva. Stimava moltissimo quella donna, e avrebbe voluto essere per lei qualcosa più di un amico. Non glielo aveva mai detto, per paura della sua reazione. Cosa avrebbe fatto? E poi, era sicuro di non essere ricambiato. Come poteva lei, così coraggiosa, onesta, forte, intelligente, perfetta, amare un assassino? E il suo passato con Gellert non lo aiutava di certo!
Albus si girò a guardarla: basta, glielo avrebbe detto, per Merlino! Aveva ucciso Gellert e non aveva il coraggio di dire a una donna che la amava? “E’ il colmo!” pensò.
-Minerva?-
La McGranitt si girò, per guardarlo negli occhi.
-Si, Albus? Cosa c’è?-
Non c’era bisogno di chiederlo. Dai suoi occhi aveva già capito tutto.
Nonostante il dolore alla gamba, Silente la strinse a sé, per poi chinare il viso verso quello di lei. Le loro labbra erano a pochi, stupidi centimetri di distanza. I loro occhi in contatto. Quelli azzurri avevano fatto una domanda e quelli verdi avevano risposto. Non c’era bisogno di usare delle parole.
A un tratto sentirono dei rumori di passi verso di loro: Madama Chips. Si staccarono immediatamente, confusi e imbarazzati, ma felici. L’infermiera prese subito il Preside sotto la sua protezione. Dietro di loro, Abeforth si stupì che non fosse successo niente, ma quando vide gli occhi di Minerva, capì che qualcosa era successo.
- Albus.- sussurrò la McGranitt.
-Tornerò… da te.- rispose l’altro.
Abeforth guardò Madama Chips. Se ce l’aveva fatta Albus, perché non lui?
“Perché sei maledettamente stupido! Smettila di avere simili pensieri, e pensa a tuo fratello, che molto probabilmente perderà la gamba, pensa!” gli disse una vocina dentro. E pensò che, forse, aveva ragione.
*************
Per parecchi minuti, Minerva camminò su e giù per il corridoio della stanza dove era ricoverato Silente. Ripensava a quel dolce momento, e la sua domanda era sempre la stessa: “Cosa sarebbe successo se non fosse intervenuta Poppy? E se avessi capito male? Era anche lui sotto shock e ha fatto tutto questo per puro delirio?”
A un certo punto Poppy uscì dalla porta, esausta ma con un sorriso sulle labbra.
-Ce l’abbiamo fatta e chiede di vederti immediatamente. Ti prego solo di non sottoporlo a un grosso stress, ma credo sia difficile, dopo quel che ho sentito…-
Minerva arrossì violentemente, ringraziò l’amica e entrò quasi correndo nella stanza, chiudendo la porta alle sue spalle.
Si precipitò letteralmente verso Albus ,e si sedette sulla sedia lì vicino, scoppiando in singhiozzi.
:- Albus Percival Wulfric Brian Silente! Vedi come mi hai ridotta? Come hai potuto farlo?-.
Albus si irrigidì, e la professoressa lo notò.
-Va bene, puoi andare ora? Mi fa male la testa, grazie.- disse con tono distaccato, quasi glaciale.
La McGranitt delusa e arrabbiata per quella risposta, esplose, rivelando tutto la sofferenza serbata per più di 20 anni:
- Ah, d’accordo! Quindi per te è stato un errore quello che mi hai detto? Ti sei divertito a giocare con i miei sentimenti? Ti sei divertito a prendere in giro me, che ti amo da più di vent’anni? Ti sei divertito, tu brutto…-
Non riuscì a terminare la frase, perché il vecchio mago la attirò a sé, delicatamente, e la baciò con passione, con tutto l’amore maturato per 20 anni. La professoressa rispose con tanto trasporto che gli occhiali a mezzaluna del mago per poco non caddero sulle coperte. Il mago portò le sue mani alla nuca della donna e le sciolse la crocchia, rivelando così i suoi bellissimi e lunghi capelli castani.
Fu così che li trovarono i membri dell’Ordine della Fenice. Si staccarono solo quando uno scroscio di applausi e dei potenti fischi di approvazione giunsero alle loro orecchie. Entrambi arrossirono per l’imbarazzo e la professoressa si alzò all’improvviso, con il rischio di far ribaltare la sedia.
Silente le prese la mano, incurante degli altri, e le chiese:- Minerva McGranitt, se riusciremo a sopravvivere, vuoi prendere questo stupido vecchio come tuo sposo?-
Ci fu un coro di: “OHHH!”, ma la più stupita era la McGranitt.
- Non pensare nemmeno un minuto di essere stupido!- rispose la professoressa, piangendo.
C’erano più o meno quarant’anni di differenza a separarli, ma un grande amore ad unirli, e, si sa, l’amore, se sincero, vince qualsiasi cosa.
 
  
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