Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Gobbigliaverde    27/05/2013    0 recensioni
DAL TESTO:
La magia che si spezza, occupa due corpi diversi. Due corpi che tenderanno a cercarsi per l’eternità per completarsi a vicenda.
* * *
La storia di due studenti di Hogwarts che provengono da due mondi completamente opposti, uniti da un destino comune.
Genere: Avventura, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lisa Turpin, Theodore Nott, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

1
NON TUTTE LE SERPI SONO VELENOSE

 

Lisa camminava a passo svelto verso la sala comune di Serpeverde. I suoi piedi parevano volare sopra la pietra fredda del corridoio buio, illuminato solo dalla luce fioca della sua bacchetta. Il mantello della divisa svolazzava dietro di lei, mentre i capelli lunghi e bruni ricadevano su una spalla coprendo lo stemma della casa. Gli occhi scuri e vigili si guardavano attorno spaventati. Non c'è motivo di aver paura. Si era ripetuta nella mente questa manciata di parole tanto che ora le sembrava che non avessero alcun senso. Solo tante lettere a caso, una dietro l'altra. Un rumore di passi la fece sussultare. Si fermò di scatto e i suoi occhi frugarono il buio alla ricerca di qualcosa. Le gambe stavano per cedere sotto il suo esile peso.
    — D-Draco? Sei tu? — La voce tremante della ragazza era l'unico suono che si poteva udire. Fece un passo avanti, la mano con la bacchetta in avanscoperta.
    In meno di un secondo delle dita fredde le afferrarono i polsi e la spinsero verso il muro. La bacchetta volò in alto illuminando il viso del biondino ghignante.
    Dopo di che, buio.
    Sentiva l'energia fluire dal suo corpo a quello del ragazzo. Un dolore acuto ai polsi si stava trasferendo lentamente in tutte le braccia. Con un sorriso sprezzante, Malfoy, la guardò accasciarsi atterra.
    — Taci, Corvonero! Io per te sono soltanto Malfoy! — sputò fuori lui. La testa di Lisa stava iniziando a girare lievemente, e la sua vista, già carente per la poca luce, si stava offuscando.
    — Grazie di avermelo riferito, così saprò chi sanzionare. — Una voce di una calma fredda e dei passi riecheggiarono nel sotterraneo, facendo sobbalzare Malfoy che allentò la presa sui polsi della ragazza.
    Una figura alta e snella, nascosta nella penombra, lo osservava con le braccia incrociate avvolto nella divisa nera di Hogwarts, su cui scintillava la spilla rossa da prefetto.
    — Nott. Se sei qui per scocciare ti consiglio di andartene subito — lo ammonì il biondino con tono seccato. — Oppure…
    Lisa intravide la figura nell’ombra piegarsi lievemente scosso da una risata agghiacciante che riempì il corridoio rimbombando sulle pareti. — Fammi indovinare: tuo padre lo verrà a sapere? — Il ragazzo fece una lunga pausa, e Lisa gli fu estremamente grata di quei minuti di sollievo dalla tortura che il cercatore serpeverde continuava ad imporle. — Malfoy, che ne dici di lasciare in pace quella ragazza e crescere un po'? Il Signore Oscuro ha bisogno di persone serie al suo fianco, non bambini come te — concluse il prefetto, con un tono così freddo che sia Lisa che Draco si trovarono a rabbrividire.
    Il giovane serpeverde si rabbuiò. — Nott, non so se te ne rendi conto, ma frequentiamo tutti e due il sesto anno. Non trattarmi come un bambino — ringhiò a denti stretti, soffiando come un gatto.
    Nott continuava a starsene nell’ombra, sfruttando il suo manto per coprirsi le spalle e rendendo la sua figura slanciata spettrale e misteriosa più di quanto non facesse la sua gelida voce. — Dieci punti in meno a Serpeverde — disse con funerea calma, schioccando la lingua sul palato.
    Malfoy grugnì risentito. — Quale idiota toglierebbe i punti alla sua stessa casa? — domandò con l’acidità di un distillato di morte vivente.
    Nott rise sonoramente, una risata distaccata, imperturbabile e del tutto controllata. Smise di ridere di botto, lasciando che la sua voce riecheggiasse tra le pareti di pietra umida del sotterraneo. — Venti punti in meno — disse poi. Lisa scorse un mezzo sorriso di sfida su quel volto avvolto nell’ombra.
    — Sei un idiota, ecco cosa sei! — sputò fuori Malfoy con rabbia. Il suo volto pallido era arrossato fino alla radice dei capelli biondissimi, e i suoi occhi erano iniettati di sangue. Le sue dita si serrarono nuovamente sui polsi di Lisa, che gemette quando sentì le unghie del Serpeverde piantarsi nella carne.
    Il ragazzo nell’ombra sussultò al suo gemito. — Vuoi che vada avanti? Posso continuare all'infinito! — ringhiò con rabbia rivolto a Malfoy. — Abbiamo tutta la notte per togliere punti a Serpeverde. — Nott aveva fatto un passo avanti, e ora si intravedeva un sorriso divertito, che nascondeva una buona dose di tensione.
    Malfoy accennò un sorrisino sornione. — Se è la ragazza che vuoi, io posso procurarmene anche un’altra — disse ridacchiando sommessamente. Lisa si sentì avvampare di rabbia e di vergogna per essere così impotente da non riuscire a ribellarsi a Malfoy.
    — Forse non sono stato abbastanza chiaro. — La voce del prefetto, come anche il suo viso, si erano riempiti di tenebra. Non c’era più quell’accenno di tensione, né di scherno. Solamente tenebra e ghiaccio. Nella sua mano era scivolata una bacchetta che ora stringeva saldamente, così forte da farsi diventare bianche le nocche. — Sparisci, Malfoy.
    Lisa sentì le dita di Draco tremare sui suoi polsi poco prima che allontanasse le mani. Quando la lasciò andare, la ragazza appoggiò la testa all’indietro, sulla parete, e chiuse gli occhi mentre una lacrima calda le solcava il viso.
    Malfoy si dileguò ingoiato dall’ombra del sotterraneo.
    Nott, con passo lento, si avviò verso la ragazza, ancora a terra tremante. Sembrava la creatura più fragile del pianeta. I capelli scuri sparsi sul volto umido di lacrime, i lividi violacei sui polsi… Il ragazzo si rimise in tasca la bacchetta, costringendo la mano che poco prima la stringeva convulsamente a rilassarsi. Costringendo tutto se stesso a rilassarsi. Si avvicinò alla ragazza, che sussultò quando lui si chinò su di lei per sfiorarle le braccia e aiutarla ad alzarsi in piedi.
    Lisa alzò gli occhi. Vedeva solamente il contorno sfuocato delle sue iridi nere che la osservavano senza sapere bene come agire. Il ghiaccio che poco prima inondava lo sguardo di Nott si stava sciogliendo. Troppo lentamente perché lei potesse smettere di avere timore di lui.
    — Ce la fai ad alzarti? — domandò brusco il prefetto, ritraendosi quanto bastava per non sfiorarla più. Aveva capito che lei non si fidava, e non l’avrebbe forzata a farlo, non dopo il modo in cui era stata trattata da quel bastardo di Malfoy.
    — Non… Non ce la faccio — sussurrò Lisa, con voce così flebile che perfino il raffinato udito da prefetto di Nott faticò a sentirla.
    Il giovane esitò un attimo, poi si chinò nuovamente e la raccolse dal pavimento, deciso a portarla da Madama Chips.

 

Al suo risveglio, Lisa si trovò avvolta nelle bianche lenzuola del letto dell’infermeria. La luce del sole filtrava copiosa dalle tende candide alle finestre, e non ricordava gran ché della sera precedente. Solamente che era passata abbastanza in fretta da lasciarla sopravvivere. La testa le girava e tutti i muscoli le dolevano da impazzire. Poggiò i gomiti al materasso del lettino e sollevò la schiena, imprecando tra se per il dolore che si propagò in ogni singolo osso del suo corpo.
    Quando finalmente riprese fiato, si morse le labbra guardandosi attorno impaziente. L’infermeria era vuota, nessuno con cui chiacchierare, né dolciumi da sgranocchiare. Solamente una fila di letti bianchi e vuoti tutti identici al suo. Se solo non avessero cancellato la partita di Quidditch del giorno prima, per lo meno ci sarebbero stati alcuni studenti ammaccati a gironzolare qua e là.
    Non si cancella il Quidditch, disse tra se con disappunto. Appoggiò la schiena al cuscino in modo tale da mettersi seduta comoda, per quanto il suo corpo dolente le lasciasse fare. Si stropicciò gli occhi chiedendosi quanto mancava per l'orario delle visite. Non sarebbe sopravvissuta nemmeno un minuto di più senza le strampalate chiacchiere della sua amica Luna.
    Lentamente i ricordi della sera precedente tornavano a galla uno ad uno. Malfoy, il sotterraneo buio, la voce glaciale di quel prefetto… Come si chiamava? Ah, già. Nott.
    La porta dell'infermeria si spalancò facendola sussultare dallo spavento e strappandola dai suoi pensieri. Pregò con tutta se stessa che si trattasse di Luna, perché non aveva proprio voglia di sorbirsi una ramanzina di Madama Chips, e tantomeno un suo interrogatorio. Con sua sorpresa però, tutte le sue aspettative furono deluse.
    Un ragazzo che doveva avere circa diciassette anni, avvolto nel mantello nero dell’uniforme con sopra appuntata la spilla da prefetti un bella vista, si guardava attorno con la fronte aggrottata, mentre i suoi occhi neri dallo sguardo serio guizzavano da un lato all'altro della stanza. Infine, si parò di fronte al letto di Lisa, passandosi una mano tra i capelli corvini.
    — Dov’è Madama Chips? — chiese, senza neppure accennare ad un saluto. I suoi occhi color pece indagavano quelli nocciola della ragazza ancor più gelidi della sera precedente.
    Prima ancora del suo aspetto, fu la sua voce a far seccare la gola della Corvonero. Era il prefetto che l'aveva portata lì. La cravatta verde e argento scintillava sopra la sua camicia, e il suo sguardo impenetrabile la studiava come un predatore fa con la sua preda. Poteva già leggergli la domanda successiva sulle labbra piene e rosee.
    Il prefetto Serpeverde inarcò le sopracciglia nere, notando lo scompiglio della giovane per rispondere ad una semplice domanda. — Bene, se non sai dirmi dove si è cacciata Madama Chips, per lo meno saprai dirmi che cosa ci facevi in giro per Hogwarts a quell'ora tarda della notte.
    Lisa si morse l’interno della guancia senza sapere bene cosa dire. — Io… — tentennò, ma poi tornò a tacere. Non poteva spiegargli l'accaduto di quella notte. Non senza coinvolgerlo in fatti che non lo riguardavano. Incrociò le braccia al petto e morse più forte ancora la guancia, fino a sentire il sapore metallico del sangue sul palato.
    Il giovane si sfiorò la barbetta ispida che gli copriva il mento, studiandola ancora. — Dieci punti in meno a Corvonero. Non è permesso aggirarsi per Hogwarts durante la notte.
    Lisa si sentì avvampare. — Non è colpa mia se Malfoy… — Si bloccò appena in tempo per non aggiungere altri dettagli, e tornò a chiudersi nel suo silenzio.
    — Malfoy era la seconda domanda. Che cosa voleva da te? — domandò Nott bruscamente, osservando a lungo il suo atteggiamento ostile in attesa di una risposta. Ora non sembrava fragile come la sera precedente. Ora, anche se non indossava più la divisa ma una buffa camicia da notte a fiori e i suoi capelli bruni erano ancor più scarmigliati, i suoi occhi erano accesi di rabbia e indignazione. Non c'era traccia d fragilità.
    — Con tutto il rispetto, non è affar tuo — sbottò la ragazza, coprendosi come poteva con il lenzuolo bianco del letto. Aveva notato come il ragazzo guardasse la sua camicia da notte. Poi quando Nott riprese a fissarla dritta negli occhi color cioccolato, Lisa fu costretta ad abbassare lo sguardo, indispettita.
    — Corvonero, ti ho fatto una domanda che gradisce una risposta — sentenziò il prefetto, con le braccia ancora avvolte attorno al corpo e lo sguardo serio.
    Lisa si lasciò scappare uno sbuffo infastidito. — Per tua informazione io non mi chiamo ‘Corvonero’ — sibilò aggrottando la fronte e incrociando le braccia al petto a sua volta. Lanciò un occhiata ai colori verdi e argento della cravatta del prefetto e decise di ripagare con la stessa moneta. — Ribadisco il fatto che non è affar tuo, Serpeverde. Un semplice ‘Come stai’ poteva andare bene come prima domanda — lo schernì.
    Il giovane parve titubante, un guizzo nel suo sguardo gelido diede a Lisa l’opportunità di esultare mentalmente per pochi istanti, prima che lui decidesse di aprire nuovamente bocca. — Non mi interessa né come stai, né come di chiami, Corvonero. Voglio solo un pretesto per farla pagare a Malfoy — la informò, avviandosi verso l’uscita a passo leggero. — Se dovessi cambiare idea e decidere di dire qualcosa, sono Theodore Nott.
    Con passo altezzoso fece per uscire dall'infermeria, quando la voce di Lisa lo congelò sulla soglia. — Lisa, Lisa Turpin. Non ‘Corvonero’ — lo redarguì, mordicchiandosi le labbra nervosamente. Sapeva di aver osato, ma non era certa di aver fatto bene. Aveva voglia di fargliela pagare per la sua sfacciataggine.
    La sicurezza nel passo del ragazzo sembrò vacillare per una fazione di secondo. Si girò lentamente e squadrò la ragazza studiandola ancora, come aveva già fatto. Si stupì nuovamente di quando sembrasse forte, anche pallida come un cencio, così tanto che sembrava le lenzuola candide potessero inghiottirla. Eppure aveva la forza di rispondergli per le rime. Era piacevolmente stupito.
    Non lo faceva spesso, e quando lo faceva solitamente se ne pentiva poco dopo: decise di seguire lo stomaco. — Dimenticavo una cosa da chiedere — disse pacatamente.
    A Lisa parve vedere per la seconda volta il ghiaccio nei suoi occhi di pece sciogliersi, lasciando spazio a due pozzi senza fine colmi d’ombra e timori.
    — Non è da noi Serpeverde porgere delle scuse, ma una Burrobirra ai Tre Manici di Scopa questo fine settimana, penso che siano le migliori scuse che sono in grado offrirti — disse, sempre mantenendo il suo tono freddo e distaccato.
    Lasciò Lisa paonazza in viso, e se ne andò con aria vittoriosa.
    — Non ci contare! — gridò la giovane strega, mentre la porta si chiudeva dietro le sue spalle larghe.

 

Luna Lovegood entrò nell'infermeria con uno sguardo un po' preoccupato e un po' assente come il suo solito. Corse verso il lettino dove l’amica aveva ancora le labbra semi aperte e le guance arrossate dall’imbarazzo.
    — Cosa è successo? Come stai? — domandò con tono sommesso.
    Lisa però, non l’aveva degnata di uno sguardo. Continuava a fissare il punto in cui il Serpeverde era sparito, senza lasciarle l’opportunità di ribattere oltre.
    — La gente è proprio strana — sussurrò tra sé, ma Luna colse lo stesso le sue parole.
    — Sei finita in infermeria perché la gente è strana? — domandò la ragazza, inclinando la testa di lato senza capire.
    Lisa i riscosse e guardò l’amica come se si fosse accorta solamente in quel momento della sua presenza. — Cosa? — domandò scuotendo il capo. — No! Non per questo.
    Dopo aver tranquillizzato l’amica, Lisa le raccontò di Malfoy e di quello strano Serpeverde.
    — Una Serpe? — domandò la bionda scuotendo il capo e facendo dondolare le ciocche lunghe sulla schiena. — Per la barba di Merlino, ti ha salvata, una Burrobirra è d’obbligo! — sentenziò, poi prese a raccontarle dei nuovi articoli del Cavillo, della pelle che i serpenti cambiano e degli Strillotti che si nutrono di essa. — Ma in fondo, non tutte le serpi sono velenose, no? — concluse, guardando nello stesso punto in cui Lisa aveva continuato a rivolgere lo sguardo per tutto il tempo.
    E sicuramente Luna non alludeva agli animali.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Gobbigliaverde