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Autore: Rio    13/12/2007    9 recensioni
Cosa accadrebbe se la migliore studentessa di Hogwarts, Hermione Jane Granger, ormai cresciuta, facesse la pazzia di invitare a ballare Draco Lucius Malfoy, principe di Slytherin, sulle note di "Into the night" di Santana? Guardate un po'...
Genere: Song-fic, Suspence, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Draco Lucius Malfoy stava camminando lungo un vicolo deserto nella zona più malfamata di Londra.

Intorno a lui, babbani e stregoni ubriachi vestiti di stracci trascinavano i loro corpi verso muri viscidi di case mezze diroccate, portandosi al petto bottiglie di liquori quasi vuote , come fossero diamanti preziosi da difendere a costo della vita.
Dall'alto del suo metro e ottanta, il biondo li osservava, algido, con il solito ghigno strafottente stampato sul viso.
Due anni prima aveva ottenuto il M.A.G.O. a pieni voti e, sfruttando sia le cattive compagnie del padre, che l'offerta di lavorare in qualità di infiltrato fra i Mangiamorte per conto degli Auror, il suo nome aveva moltiplicato la fama e la potenza di cui godeva già ai tempi di Hogwarts.
Alcune signorine di dubbia reputazione lo salutarono con la mano, premurose di rivolgergli un sorriso finto.
I suoi occhi dalla particolare tonalità grigio-argentea non le degnarono neanche di uno sguardo, proseguendo nel loro cammino.
Un poveraccio si aggrappò alla costosa stoffa dei suoi eleganti pantaloni neri, costringendolo a fermarsi per non sgualcirli.
- Aiuti quest'uomo, gentile signore, la prego! Ho bisogno di soldi per poter vivere, mi aiuti!-
- Trovati un lavoro, stupido pezzente. E non insudiciarmi il vestito.- sibilò, scuotendo la gamba per toglierselo di dosso.
Incurante delle maledizioni rivoltegli, raggiunse la meta del suo appuntamento: la Taverna del Sole Storto.
Non appena aprì il pesante uscio di legno, un forte odore di fumo s'impossessò delle sue narici, denso come un banco di nebbia, quasi non permetteva di vedere la gente seduta ai tavoli o agli sgabelli del banco.
Proprio lì si diresse, invitato dal barista nella zona apparentemente più pulita e dove la luce della misera lampadina più vicina faticava ad arrivare.
I pochi presenti lo osservavano con un misto di paura e rispetto.
Al rapido movimento delle sue iridi tempestose verso di loro, essi distolsero lo sguardo velocemente, volgendolo chi sul pavimento, chi sul contenuto di uno sporco bicchiere, vuoto per metà, che aveva visto di sicuro tempi migliori.
- Cosa le porto, signore?- domandò il vecchio barista.
Draco lo squadrò da capo a piedi, soffermandosi, disgustato, sulla maglia macchiata e sudicia, i pantaloni sbiaditi e le scarpe da ginnastica bucate.
- Niente. Questo lurido posto potrebbe infettarmi con qualche vostro germe.-
- Sempre gentile, vero Draco?- lo apostrofò una voce alle sue spalle.
- Esatto, Blaise.- gli confermò - Sei cambiato molto dall'ultima volta che ci siamo visti.-
- Dici?- rispose quello, girando su se stesso.
Aveva i folti capelli neri spettinati, una camicia senza maniche sbottonata sopra una maglietta blu, dei jeans dello stesso colore a vita bassissima che gli fasciavano i fianchi stretti e delle scarpe da ginnastica senza lacci.
L'esatto contrario del mai ex Principe di Serpeverde, indossante un completo di un noto mago stilista di taglio classico, rigorosamente nero, con un ricamo argentato sull'occhiello della giacca e una camicia di seta bianca pregiata, che riluceva quanto i suoi capelli biondi pettinati all'indietro senza gelatina.
- Cos'hai di nuovo da dirmi, Drà?- chiese, serio, il moro.
- Ho fatto un patto con il diavolo in persona.-
Blaise poggiò un gomito sullo squallido bancone, spostando il peso del corpo sulla gamba sinistra e fissandolo con i suoi profondi occhi cobalto.
- A quale condizione tuo padre ti lascerà libero?-
- Non mi darà più il tormento con la sua presenza infernale, se troverò un angelo sceso in Terra.-
- Niente di più fattibile...- ironizzò l'ex compagno di Casa.
Draco ghignò, impertinente. - E a te come va'?- chiese.
- Me la passo bene da Auror in prima linea nelle battaglie più divertenti. Un giochetto per quelli come noi.-
- Con Potty e Lenticchia, dunque...-
- Già. E con la Granger-
Blaise si guardò intorno, maledicendo il fumo biancastro che lo ostacolava.
- Chi cerchi?- inquisì il biondo.
- Hermione-
- La mezzosangue è qui?- disse incurvando le sopracciglia.
- Eccola, sta venendo verso di noi- gli indicò.





"Like a gift from the heavens
It was easy to tell
It was love from above
That could save me from hell…"





Lunghi boccoli color cioccolato danzavano nell’aria, lasciandole a tratti scoperto il collo da cigno. Draco notò l’aderente canotta nera con lo stampo di una fiamma divampante, la gonna scozzese rossa e nera a pieghe che le copriva metà gamba sopra il ginocchio e gli stivali a tacco medio.
- Noi andiamo via, tu vieni con noi, Blaise?- gli chiese.
- Certo. Ti va’ di unirti a noi, Drà?-
Hermione non aveva riconosciuto da lontano il ragazzo con cui il moro ex Serpeverde stava discutendo e, quando sentì il suo nome, quasi perse un battito.
La nemesi di Harry Potter, suo migliore amico, era diventato incredibilmente affascinante, più di quanto non fosse già durante gli anni in cui avevano frequentato Hogwarts, e la fissava tanto intensamente da provocarle un insolito brivido lungo la schiena.

- Granger.- la salutò.
- Malfoy.- ricambiò lei.
- Non ho niente da fare, a parte terminare il nostro discorso, Zab.-
- Perfetto. Hermione, dove ci porti?-
- Lontano da qui. Questo posto è un Inferno. Pensavo alla Locanda dell’Eclissi Lunare.-
- Bel posto.- approvò il moro.- Andiamo.-





"…She had fire in her soul
It was easy to see
How the devil himself
Could be pulled out of me…"





- Drà, mi ascolti?-
- Uh? Scusa Blaise…che hai detto?-
Il moro seguì lo sguardo del biondo, che considerava un fratello, fino a raggiungere il motivo della sua distrazione: Hermione Jane Granger. 
Ballava tranquilla insieme a Harry e Ron, sorridendo spontaneamente e le sue iridi dorate brillavano di felicità.
- Oh oh…- commentò Blaise, - Ora capisco.-
- Cosa fai tu? Capisci?- si finse stupito, - Che cazzata colossale…-
- Certo, certo. Intanto ho scoperto l’oggetto dei tuoi pensieri.-
- Fottiti, Zab.-
- Ottima idea, ho in mente anche la candidata ideale…- rise quello, sorseggiando il suo Firewhiskey - È cambiata molto dai tempi di Hogwarts. Ora è molto più carina, non trovi?-
- Non c’è male, - concesse – ma ho visto di meglio.-
I loro discorsi vennero coperti da un ritmato battito di mani e da un finto ballo semi-serio della riccia in questione, che, salita su un tavolo, colpiva su di esso con un piede e imitava una ballerina provocante, muovendo le spalle e ruotando le mani sui polsi.





"…There were drums in the air
As she started to dance
Every soul in the room
Keeping time with their hands…"





Un ultimo sorso di Firewhiskey e Draco Malfoy si gettò nella mischia.
Incrociò lo sguardo della Granger e lasciò che oro e argento si fondessero insieme, silenziosamente e segretamente.
In silenzio, nonostante il rumore.
In segreto, nonostante la folla che li osservava stupita.
La ragazza scese dal tavolo e gli si avvicinò, senza smettere di ballare, coinvolgendolo.
Draco le diede la libertà di farlo, studiandola, intanto, per capire quanto fosse cambiata.
Non era più la secchiona impacciata, sempre china su libroni a volte anche più grandi di lei, ma si era trasformata in una donna sensuale e accattivante.

La musica cambiò, divenendo un lento.
Draco le porse educatamente la mano, invitandola ufficialmente a un nuovo ballo e la ragazza dagli occhi d’oro non rifiutò.
Entrambi provarono la sensazione d’esser pesci fuor d’acqua.
Era inverosimile che il purosangue Malfoy stesse ballando con la mezzosangue Granger.

Hermione sentiva la pelle bruciare sotto la stoffa leggera su cui era posata la mano di lui, inconsapevole che il suo profumo lo stava inebriando.
Sembrava fossero da soli, non in mezzo a tanti e per una sera, solo e soltanto una, vollero dimenticare il passato.
Per quelle poche ore che rimanevano prima del sorgere di un nuovo giorno, sarebbero stati solo Hermione e Draco.
Nient’altro.




"…Like a piece to the puzzle
That falls into place
You could tell how we felt
From the look on our faces
We were spinning in circles
With the moon in our eyes
No room left to move in
Between you and I
And we forgot where we were
And we lost track of time
And we sang to the wind
As we dance through the night…"





Evasero, quasi fosse diventata una prigione, dalla Locanda.
Sedevano su una panchina nascosta dalle fronde di un attempato salice piangente.
Occhi negli occhi, mani intrecciate.
Draco ruppe gli schemi che si erano tacitamente e stupidamente prefissati anni prima, baciandola sulle labbra che teneva appena dischiuse. Presto, però, desiderarono di più. Incapaci di staccarsi, anche solo per respirare, Hermione si sedette a cavalcioni su di lui, che la cinse per i fianchi, facendola aderire meglio a sé.
Le sue mani gli scompigliavano quei serici capelli biondissimi, ricevendo in cambio leggeri baci sul collo e piccoli morsi. Si impossessarono ancora delle labbra l’uno dell’altra e Draco fece vagare una mano sotto la canotta della ragazza, intenta a sbottonargli la camicia, dopo avergli sfilato la giacca.





"…And we sang a, away, away, away
And voices rang like the angels sing
And singing a, away, away, away
And we dance on into the night…"





Le mani esperte di lui le accarezzarono le gambe, salendo verso la gonna, facendole credere di sognare.
L’impossibile si stava realizzando.
Il mondo, per quella loro unica notte, aveva deciso di girare al contrario.
Due persone per tanto tempo opposte, si stavano desiderando come amanti vecchi e nuovi al contempo. Vecchi in quanto parevano conoscere i punti più sensibili l’uno dell’altra, come se si leggessero nella mente, nuovi perché avevano appena iniziato a scoprirsi.
Essendo impossibile attendere oltre, Hermione gli slacciò i pantaloni, inducendolo a un’unione completa e il ragazzo non se lo fece ripetere una seconda volta. Soddisfatto della reazione provocatale, entrò in lei con un’unica, lenta e torturante spinta.
Scossa da fremiti, strinse convulsamente le sue spalle, mentre lui le lambiva i seni, eccitandola ed eccitandosi, se possibile, ancor di più.
Dopo l’intenso orgasmo che lasciò entrambi senza fiato, la ragazza posò la testa nell’incavo del suo collo, respirando il suo odore, e si sentì sussurrare piano, come le sue carezze lungo la spina dorsale, delle parole che non avrebbe mai dimenticato…

- Mi hai tirato fuori dall’Inferno, mio angelo dagli occhi d’oro…-








" …Like a gift from the heavens
It was easy to tell
It was love from above
That could save me from hell
She had fire in her soul
It was easy to see
How the devil himself
Could be pulled out of me
There were drums in the air
As she started to dance
Every soul in the room
Keeping time with their hands
Like a piece to the puzzle
That falls into place
You could tell how we felt
From the look on our faces
We were spinning in circles
With the moon in our eyes
No room left to move in
Between you and I
And we forgot where we were
And we lost track of time
And we sang to the wind
As we dance through the night…"







Spazio Autrice:
è la mia prima fan fic, spero vi piaccia!! me lo lasciate un commentino??
Questi personaggi sono di proprietà di J.K. Rowling.
Questa storia è stata scritta senza fini di lucro.
La canzone è proprietà di Santana.

  
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