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Autore: mqdefault    28/05/2013    2 recensioni
-Sas’ke, non è rimasto niente di te ormai. Riesco a vederlo nei tuoi occhi. Continuo a rimanere legato a te, ma non riesco a riportarti in vita, i giorni andranno avanti per sempre, ma non ti lascerò, possiamo scacciare l’oscurità insieme, ma se te ne andrai me ne andrò anche io-
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Ecco il primo capitolo della mia ff, ho impiegato tutto il pomeriggio a scriverlo, non so come sia venuto, spero bene, e spero anche che possa piacervi, purtroppo non sono molto brava a scrivere. Se continuerò a postare, il prossimo capitolo sarà sicuramente diverso da questo, questo è solamente un passaggio per far capire cosa fosse successo, era indispensabile. Aspetto le vostre recensioni, belle o brutte che siano. <3


Era il dieci maggio, e quel giorno il sole era alto nel cielo, soffiava soltanto un pò di vento, ma si stava bene, un piccolo bambino dai capelli biondi e occhi azzurri, stava stirato a terra a disegnare, Kushina la madre del piccolo, non sopportava di vederlo in quella posizione, ma lui era irremovibile, la donna sapeva che il figlio aveva la testa dura, così ritornando a stirare, lo lasciò tranquillo. Sia madre che figlio, continuarono a fare le loro cose, fino a quando in televisione passò una notizia che non lasciò indifferente la donna: <>
Kushina ancora turbata dalla notizia, appena il marito Minato rincasò da lavoro, non perse tempo per raccontargli quello che aveva sentito –si, è una cosa davvero triste, ma perché te la stai prendendo così a cuore?- la donna sospirando iniziò a torturarsi le mani, tentò in qualche modo di esprimere quello che desiderava –tesoro, nostro figlio, è sempre solo, sembra che in classe nessuno lo accetti..- il marito interruppe la donna –è ancora piccolo, ha tutta la vita davanti- stava per andare via, ma la moglie arrivò al dunque–adottiamolo!- il marito si voltò verso di lei, alzando una sopracciglia la fissò male –ma che stai dicendo?- lei non si arrese e continuò –ti prego, abbiamo le possibilità, Naruto non sarà più solo, e noi avremo un altro figlio!-
Minato, era una persona estramamente gentile e dolce, non sarebbe mai riuscito dir di no a Kushina, che invece si trasformava in una belva, quando si arrabbiava, alla fine sconfitto accettò.
Era il cinque giugno, quando finalmente Sasuke Uchiha mise piede nella sua nuova casa, era diventato freddo e taciturno, da quando aveva perso la sua famiglia, non riusciva più a relazionarsi con gli altri, prima dell’accaduto era un bambino vispo e allegro, ma la luce che aveva negli occhi era scomparsa per sempre, probabilmente non sarebbe mai più ritornata, anche fisicamente era tutto il contrario di Naruto, aveva i capelli corvini, che gli cadevano davanti e che tendevano verso l’alto all’indietro, gli occhi scuri e carnagione pallida, il bambino rimase sorpreso nel vedere dove avrebbe vissuto da quel momento in poi, vista da fuori era una casa grande, c’era un giardino con degli alberi, un prato fiorito, in più anche una piscina, quando entrò davanti c’era un corridoio piuttosto lungo, dopo averlo percorso tutto si arrivava al salotto, dove ci stavano due divani in pelle, un televisore piatto ai cristalli liquidi gigante e un tavolo di cristallo, uscendo da lì c’era la cucina, ci stava un tavolo di vetro, un frigorifero enorme, e la lavastoviglie, accanto c’erano delle credenze, per arrivare al piano superiore bisognava salire dieci gradini, dopo un pezzo di corridoio si arrivava alla stanzetta che condivideva con l’altro bambino, dentro era abbastanza grande, c’era un letto a castello, il suo sarebbe stato sicuramente quello in basso, la stanza era colorata di arancione, in ogni angolo si trovavano macchinine e dinosauri, sopra la scrivania c’erano tanti libri messi in disordine, anche lì ci stavano dei giocattoli, e un balcone piuttosto grande, infine la stanza da letto era abbastanza ampia, le pareti erano state dipinte solamente di bianco, c’era una poltrona e un armadio dove ci stavano tutti i vestiti della famiglia divisi per cassetti. Alla fine dell’esplorazione della casa, Kushina chiamò suo figlio che stava giocando in giardino, non si era ancora accorto dell’arrivo del suo nuovo conquilino, Naruto appena li raggiunse mise il broncio, Minato iniziò a parlare
–piccolo mio, lui è Sasuke, ha la tua età, perciò trattalo bene- il biondino nauseato, da quella frase annuì
-cucciolo mio, sono sicura che ti troverai bene con lui, portalo nella tua stanza e conoscetevi meglio- suggerì la madre, Naruto recepì il messaggio della donna, sapeva che se non si fosse comportato come gli era stato detto, lei gliela avrebbe fatta pagare lasciandolo a digiuno, così afferrando per un braccio il bambino, lo trascinò nella sua stanza –spero che ti troverai bene- disse meccanicamente, privo di sentimenti, non gli importava di avere un nuovo amico, lui stava bene così, anche se a scuola faceva di tutto per attirare l’attenzione degli altri su di sé. Il moro preferì non parlare, sedendosi sul letto aspettò che arrivasse l’ora di cena, il biondino lo studiò per tutto il tempo, da quando si erano seduti Sasuke non si era mosso neanche di un centimetro, non riusciva a capire come potesse essistere un essere vivente simile –ho capito!- esclamò tutto ad un tratto, il moro alzò lo sguardo verso il biondo e corrugando la fronte lo guardò male, ma Naruto sembrò non accorgersene –tu sei sordo, oppure muto, per questo non rispondi- quello che disse gli sembrò la soluzione esatta, ma fu smentina quando la madre chiamò entrambi per la cena
-forza andiamo-  disse il moro alzandosi in piedi, aprì la porta e scese le scale, il biondo esitò per qualche secondo, si era sbagliato, quel ragazzino sapeva parlare e ci sentiva benissimo, non riuscendo a comprendere il suo comportamento, lo seguì a ruota.
 

Era una normale sera di maggio, il piccolo Sasuke insieme ai suoi genitori e a suo fratello maggiore Itachi, erano andati a cena fuori in un fast food, avevano ordinato e stavano aspettando con pazienza l’arrivo del cibo, nel giro di pochi secondi un uomo bendato entrò dentro al locale, puntando la pistola contro tutti i presenti
–tutti fermi o sparo!- la gente spaventata ascoltò gli ordini che erano stati dati, l’uomo insieme ad altri due si avvicinarono alla cassiera –apri la casa e dammi tutti i soldi- la donna spaventata fece come gli fu detto. Sasuke terrorizzato iniziò a piangere, il fratello lo strinse a sé cercando di infondergli coraggio e i genitori pensarono ad un piano di fuga, uno degli uomini preso di rabbia per la lentezza della donna, sparò in aria, senza neanche vedere dove sarebbe arrivato il proiettile, Itachi preso dalla paura iniziò a correre via verso l’uscita, doveva andare a chiamare la polizia, immaginava che ci sarebbe stato un massacro lì dentro, non poteva permettere alla sua famiglia di morire e delle gente innocente di soffrire, ma purtroppo per lui fu colpito da uno degli uomini mascherati, il ragazzino cadde a terra, intorno a lui c’era solo sangue, la sua vita era stata stroncata in cinque secondi, lasciando sconvolti tutti i presenti. Fugaku  e Mikoto raggiunsero il figlio in lacrime, la donna urlò disperatamente, il marito addolorato per la perdita del figlio, decise di affrontare i due malviventi, che appena lo videro a pochi centimetri di distanza, gli spararono atrocemente, Mikoto sbraitò agli aggressori, loro spaventati che attirasse l’attenzione di qualcuno, spararono anche a lei, e dopo prendendo quello che voleano, scapparono via, per la fretta si scontrarono con Sasuke, il bambino arrivò in terra, rivolse lo sguardo a colui che l’aveva spinto e lo fissò negli occhi, erano azzurro come il mare, l’uomo ghignando corse via. Alzandosi il bambino si avvicinò ai corpi ormai inermi della sua famiglia, non riusciva a credere ai suoi occhi, iniziando a singhiozzare, tentò di svegliarli –mamma! Apri gli occhi, ti prego!- la donna, non avrebbe mai più rivisto la luce del sole e neanche il volto di suo figlio, il bambino tentò di chiamare anche il padre –papà! Papà!- né un cenno, né un movimento di mano, niente di niente, l’ultima speranza che gli rimase fu Itachi, il suo adorato fratello –fratellone! Svegliati, dai! Dobbiamo tornare a casa!- lui fu il primo ad aver smesso di respirare, Sasuke alzandosi in piedi, ormai in preda al panico, cominciò ad urlare tutto il dolore che aveva dentro, la gente che stava lì era ancora sotto shock, ma alcuni di loro ebbero il coraggio di chiamare i soccorsi e le forze dell’ordine, nessuno però riuscì a placare l’ira del piccolo Uchiha, ormai rimasto orfano
-sono solo, solo..
-terribilmente solo..
-mam
ma, papà, Itachi..-

 

Sasuke si alzò violentamente dal letto, era notte fonda, si accorse di aver fatto un incubo, no, non era un incubo, era stato tutto vero, guardandosi in torno si accorse di non essere a casa sua, ma stava da gente estranea, che già non sopportava, cercando di cacciare indietro le lacrime, ritornò a dormire, nella speranza di non sognare nulla, perché ormai non aveva più sogni, l’unico desiderio era stato esaudito, i due rapinatori erano stati arrestati, perciò ormai non voleva più niente, ma solamente stare in pace. Da quel giorno, la sua vita era cambiata inesorabilmente.

  
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