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Autore: Hailiswords    28/05/2013    1 recensioni
Dove sei diretto?
Ovunque abbia voglia… e ti porterò con me!
Genere: Commedia, Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
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2.
Rimuginamenti

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Gennaio 1995, appartamento di Emily e Mallorie.

Emily era abbandonata sul divano di pelle marrone, fra una coperta di lana e le, ormai a memoria, pagine dell’ennesimo libro di Thomas Harris.
Il silenzio degli innocenti era un libro che le piaceva e ogni volta che poteva ne leggeva qualche pagina. Si immedesimava in Clarice e l’aveva anche molto ammirata per il suo coraggio; Lecter non era certamente un uomo tranquillo. Però le piacevano quel genere di cose. Per questo aveva sempre voluto fare la giornalista di cronaca nera. Era il mestiere di suo padre, ormai in pensione, e quando Emily era piccola le rivelava tutti segreti per la buona stesura di un articolo. « Emily, ti va un po’ di caffè? » domandò Mallorie.
« Sì, grazie. Ci vuole proprio, non riesco neanche a leggere. » disse Emily facendosi dei movimenti rotatori sulle tempie.
« Cosa leggi? » chiese l’amica.
« Il silenzio degli innocenti. Di nuovo. » rispose, enfatizzando sul di nuovo come per rimproverarsi.
Una parte di lei credeva che leggere lo stesso libro anche due volte era una perdita di tempo. Quello che ci impiegavi per farlo potevi sfruttarlo per un altro libro; ma adorava troppo quelle pagine e non se ne liberava vai. Ormai da tre anni a quella parte.
« E non riesci a leggerlo? » si chiese stupita Mallorie « E’ il tuo libro preferito di sempre! » esclamò.
« Triste verità, eh? »
« E’ come se Winnie the Pooh non riuscisse più a mangiare il miele. » ironizzò Mallorie.
« Ottima metafora, me ne compiaccio. » ridacchiai « Forza, portami questo caffè. »
Mallorie versò un po’ di quel liquido bruno dentro la tazza di Emily e gliela porse, era la sua tazza preferita; nera all’esterno, mentre la parte interna era color panna. Amava berci il caffè perché le piaceva il contrasto con il chiaro della porcellana. E il suono che si creava quando agitava il cucchiaino per far scogliere lo zucchero nel caffè le ricordava sua zia Molly. La sorella di sua madre che dopo la morte di quest’ultima si prese cura di lei. Le preparava sempre il tè verde con lo zucchero di canna e le faceva mescolare il tutto con un cucchiaino che aveva il manico lungo quanto quello di cucchiaio normale.
« Che hai? » chiese Mallorie, dopo essersi seduta sul tavolino di fronte a Emily.
« Nulla. » rispose secca mentre chiudeva il libro tanto amato.
« Ci conosciamo da sette anni circa e so quanto hai qualche pensiero che non va. Che succede? » insistette Mallorie preoccupata.
« Vorrei solo che Johnny avesse letto il mio libro. Ci credevo davvero. Forse hanno ragione quando dicono che i VIP se ne fregano della gente comune, che pensano solo a se stessi. » confessò Emily.
« E' ancora preso dalla sua storia con quella drogata di Kate Moss, magari ha solo rimandato. »
« Non illudermi. Tanto non lo leggerà mai. » si demoralizzò Emily avvolgendosi nella coperta « Io, se qualcuno avesse scritto un libro su di me l’avrei letto immediatamente. Non li capisco davvero questi very important person. Important un fico secco! » sbuffò.
Mallorie voleva molto bene a Emily, e si sentiva sempre un po’ triste quanto era così giù di morale. Dopo tutto erano passati solo due giorni. Lei impiegava un mese per leggere un libro. Anche se lei, dopotutto, sarebbe andata subito a leggere un libro del genere.
Questo Johnny Depp è un mascalzone.


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Appartamento di Johnny Depp.

 
 
« Sebastian! » urlò Johnny.
« Sì, signore. » rispose l’uomo in giacca e cravatta proveniente dalla cucina.
« Sebastian, quante volte ti ho detto di non chiamarmi signore. Non ho cinquant’anni, ne ho trentadue. Quindi chiamami John. »
« Sì, John? »
« Portami un caffè, per favore. »
« Non vuole la colazione, signore? Ehm, John! » domandò impacciato il maggiordomo.
« No, voglio qualcosa di meno impegnativo. Ho intenzione di finire questo libro. » lo informò.
« E’ la quarta volta in tre giorni che salta un pasto. Non è una cosa buona. »
Ormai Sebastian aveva rinunciato a chiamarlo. Evitava di dire il suo nome, gli creava imbarazzo. Anzi, chiamarlo signore non lo faceva sentire impari, era solo un gesto di galanteria.
« Chi sei mia madre? » domandò Johnny ironico fingendo rigorosità.
« No … John. »
Sebastian fece una pausa prima di dire il suo nome. Gli veniva proprio difficile.
« Allora portami quel dannato caffè! »
« Certo, arriva! » esclamò impaurito il maggiordomo e andò via.
Finalmente un attimo di pace.
Mr Depp ormai era talmente preso dalla storia che doveva per forza leggere anche una pagina al giorno. Negli ultimi due giorni l'aveva portato sempre con se; per negozi, alle serate di gala, ristoranti e set cinematografici. Però questo si avvicinava alla fine e Johnny sapeva perfettamente che sarebbe rimasto con quel classico senso di disorientamento. Tuttavia, lui conosceva la scrittrice, poteva rintracciarla e chiederle qualche approfondimento.
Cosa c’era di male?
« Ecco il suo caffè, Johnny. »
L’uomo gli porse il caffè e si congedò.
« Caffeina pensaci tu! » esclamò tra se e se e buttò giù un sorso.
« Oh diamine! » esclamò ancora dopo che una goccia consistente di espresso gli cadde sulle pagine del libro di Emily. Cercò di asciugarle con il lenzuolo, ma ottenne solo altro da mettere in lavatrice.
« Sebastian!! »
« Arrivo! » rispose Sebastian dalla cucina « Arrivo subito! » ripeté fattosi più vicino.
« Dammi un consiglio. » disse Johnny, che nel frattempo si era alzato e aveva lasciato il libro aperto e macchiato sopra il letto « Come lo pulisco? »
« Mi spiace informarla che non si può togliere il caffè dalle pagine dei libri. »
« Bene. » Johnny si toccò il mento pensieroso « Bhè, non è grave vero? » chiese conferma Johnny.
« No, se è un libro che non le interessa, qual'è il problema? »
Quella frase fece scaturire molti dubbi nella mente di Johnny.
Gli interessava quel libro? Ma soprattutto, gli interessava chi l’aveva scritto?
Non che quella donna, Emily Florence, l’avesse così tanto colpito o fulminato o abbagliato o pietrificato, era solo una comune giornalista; però il fatto che avesse scritto un libro su di lui, bhè, quello sì che lo incuriosì. Almeno, non immediatamente. La notte degli Oscar aveva tutt’altro a cui pensare, ma la sera, dopo essere tornato a casa, ci pensò, e ripensò e rimuginò.
Perché si chiese più volte.
Nessuno gli aveva mai dedicato così tante attenzioni, o almeno, non così tante attenzioni vere, genuine.
Sicuramente non poteva averlo fatto per interesse, doveva essere qualcosa di più profondo.
Probabilmente se quel libro non fosse stato scritto con così tanto sentimento e passione neanche avrebbe avuto così tanta voglia di leggerlo.
Johnny stesso si stupì del suo tanto rimuginare.
« Signore? » chiese Sebastian « Si sente bene? »
John tornò alla realtà.
« Sì, sto bene. Potresti farmi un favore? » domandò Johnny.
« Certo! » rispose Sebastian.
« Chiama la casa editrice … » si diede il tempo di leggere quel nome dalla copertina « … Hay House e fatti dire tutto ciò che sanno riguardo Emily Florence Cecil. »
« Certo signore, vado subito. » si congedò Sebastian.
« Ah! E non fare il mio nome. » concluse Johnny.
Sebastian annuì e corse in salotto.




I personaggi:

Johnny Depp as Johnny Depp
(32 anni)


Emily Florence Cecil as Nina Dobrev
(25 anni)


Mallorie Adams as America Ferrera
(24 anni)


Sebastian Winter as Metthew Perry
(40 anni)


Delucidazioni & CO.
Bene, anche questo secondo capitolo è stato sfornato.
Vi avviso solo su una cosa. Non so quanto sarà lunga questa storia, forse sarà breve, una decina di capitoli.
Spero che anche questo secondo vi sia piaciuto. Recensite!
Un bacio.
   
 
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