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Autore: _TheWayILovedYou    28/05/2013    1 recensioni
Sunshine (selena) quella ragazza che proprio come dice il suo nome (raggio di sole) riesce ad illuminare col suo sorriso una città intera, all'apparenza può sembra dolce e sensibile, ma dietro quella maschera c'è una ragazza forte e determinata che non si ferma al primo ostacolo. Nel susseguirsi della storia incontrerà un ragazzo e lì avrà tutto inizio. Non è una delle solite storie d'amore tutta rose e fiori, beh che dirvi leggete e recensite in tanti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il medico entrò in stanza e mi disse che era ora di andare, non potevo rimanere lì con Dems, ma io non volevo, non potevo lasciare Dems lì e girovagare per la città sperando che Alien non ci avrebbe trovati, ma non potevamo neanche scappare e rimanere Dems in ospedale. Provai a supplicare il medico per rimanere, lui mi scaraventò fuori e Juss mi convinse ad uscire dall'ospedale. 

S: Justin non possiamo lasciare lì Dems.

J: Sun lo so.

S: E perché stiamo uscendo da qui? Dove andiamo? 

J: Sun non possiamo rimanere in ospedale e non possiamo rimanere qui fuori. Presto Alien ci rintraccerà ed… è meglio che prendi questa, nascondila sotto alla felpa, fa in modo che non la trovi nessuno. 

S: Justin ma è una pistola? E' vera?

J: Si, fa attenzione! 

S: Bieber non siamo assassini. 

J: No, infatti siamo inseguiti da assassini, credimi ci serviranno. 

S: Bieber io non ucciderò nessuno. 

J: Gomez sei ancora in tempo per andartene via da qui, non ci vedremo più, ma se decidi di rimanere dovrai usarle e anche spesso. 

S: Justin… 

J: Sunshine… 

S: Dammi quella cosa… 

J: Questa è la mia ragazza. 

S: Ricordi "salti tu, salto io? "

J: Titanic? 

S:Si, è così anche per noi. 

J: Ti amo piccola. 

S: Anche io, ma Bieber lasceremo davvero Dems qui? 

J: Sun siamo in tema Titanic quindi "Ti fidi di me?" 

S: Oh certo Jack… hahaha Juss. 

J: Bene, allora seguimi. 

Così feci. Uscimmo dall'ospedale e ci dirigemmo nel retro di esso. Ci ritrovammo difronte un cancello in ferro con estremità a forma di lancia, grigio e oro, con l'aiuto di Juss scavalcammo quel cancello e ci intrufolammo nella porta che si trovava sul retro e che conduceva ai reparti riservati ai pazienti più gravi, quelli con malattie più pericolose, passato quel reparto saremmo arrivati alla camera di Dems. 

Camminando con cautela ci dirigemmo lungo questo corridoio. Justin camminava a pochi passi di distanza da me, lui era quello che dirigeva e io lo seguivo. Percorrendo il reparto mi accorsi di quanti bambini ci fossero, non immaginavo ci fossero così tante piccole creature innocenti che erano state colpite da queste gravi malattie, come leucemia, cancro e SLA… volevo in qualche modo aiutarli ma mi sentivo impotente, quasi piangevo pensando a quanto fossi stata fortunata io e a quante volte mi fossi lamentata per cose da niente quando invece c'è chi sta molto peggio di me come questi bimbi e nonostante tutto continuano ad avere quel sorriso splendido sulle labbra, non so davvero come facciano. Anche il viso di Justin, che si comportava sempre da duro, a veder quei visini angelici quasi si commuoveva. Tra tutti questi bambini mi colpì una bimba all'apparenza molto piccola. Si chiamava Hana, a vederla sembrava esser molto piccola, ma in realtà aveva 13 anni. Hana soffre di una malattia genetica letale chiamata progeria, una rara malattia genetica che fa crescere i bambini più velocemente del solito quasi di 8-10 volte. Questa bimba aveva qualcosa di diverso, qualcosa che mi legava a lei, non sapevo cosa fosse, ma in quel momento non potevo stare lì con lei, così mi regalò un braccialetto e le promisi che presto, appena avrei potuto, sarei tornata a trovarla. Passato quel reparto vidi la stanza di Dems e mi ci catapultai all'interno, lo stesso fece Juss e chiuse, per bene e senza far rumore, la porta alle sue spalle. Dems era ancora lì nel suo letto d'ospedale, lei non doveva trovarsi lì, ora lei doveva essere a casa da sua madre in Italia, io e Juss dovevamo essere partiti per un posto sconosciuto e boh, ovunque dovevamo trovarci tranne che in quella camera d'ospedale. Presi una sedia e mi sedetti accanto a Dems, anche Justin lo fece, mi prese la mano e poi anche quella di Dems. Incominciai a pregare, a cercare aiuto da qualcuno che mi stava guardando dall'alto. Poi pensai a mio padre e cominciai a parlargli ad alta voce facendo si che anche Justin potesse sentirmi. Cominciai a salutarlo e a ringraziarlo per ciò che aveva fatto quando era ancora con me e per quello che stava facendo proteggendomi dall'alto. Poi proseguii parlandogli di Dems, lui l'aveva conosciuta e la trattava come una figlia, gli chiesi di vegliare su di lei e far sì che si risvegliasse dal coma, poi pensai ad Hana e feci una preghiera anche per lei e tutti quei bambini affetti di gravi malattie, richiesi quasi disperatamente a mio padre di aiutarmi a farli guarire e appena finii la mia "supplica" sentii la mano di Dems muoversi sotto la mia e quella di Justin. Guardai in viso la mia migliore amica e lentamente lei aprì gli occhi. Non potevo crederci, le mie preghiere avevano funzionato, sapevo che potevo sempre contare in Dio e su mio padre, forse loro erano le uniche persone che non mi avrebbero abbandonato mai. Appena mi resi conto che Dems si stava risvegliando saltai in piedi corsi verso la porta la spalancai e urlai al primo medico che era in corridoio che Dems si era risvegliata, questo entrò a verificare e mi disse che presto lei sarebbe potuta uscire da lì. Mi sentivo alle stelle, anche Juss era felice, Dems un po' stordita e ancora non aveva realizzato cosa le fosse accaduto, le spiegai tutto e mi disse di ricordare solo che si trovava in strada e all'improvviso un forte bagliore e poi più nulla. Finalmente ora le cose si stavano aggiustando e appena Dems sarebbe uscita da lì l'avremmo riportata in Italia e poi saremmo partiti per non so dove. Passarono alcune ore e fecero uscire Dems dall'ospedale, andammo in aeroporto e prendemmo il primo volo per l'Italia disponibile. Dopo qualche ora atterrammo e accompagnammo Dems dalla madre, entusiasta di riveder la figlia sana e salva. Poi io e Juss andammo da mia madre, lì sarebbe stata dura spiegarle tutto e convincerla a farmi partire. 

Bussai alla porta di casa e lei mi aprì. 

M: Sun cosa ci fai qui? Non dovresti essere a Londra? Ciao Justin da quanto tempo che non ti vedo, ma cosa ci fate qui? 

J: Salve signora è una storia lunga che le racconteremo una volta accomodatici in cucina. 

M: Certo entrate. 

*Entrammo e ci sedemmo* 

S: Allora inizio io… *feci una breve pausa* 

Sai mamma a Londra sono successe varie cose, Dems è stata investita e fino a qualche ora fa era ancora in coma, ora è sana e salva fortunatamente e l'abbiamo riaccompagnata dalla madre, poi io e Justin avremmo deciso di vivere insieme. 

M: EH? Cosa? Ma non siete troppo giovani? 

S: Si mamma, ma ci amiamo. 

M: Si beh, avrete un'appartamento qui? 

S: No mamma. 

M: Sunshine non dirmi che vivrete a Londra. 

S: No mamma penso che vivremo più lontano. 

M: SELENA MARIE GOMEZ ma ti sei fumata il cervello? 

J: Lo so signora, le sembrerà strano ma è per il bene di sua figlia. 

M: Justin seriamente non ti capisco, il bene di mia figlia? Cosa sta succedendo. 

J: Sun credo che dovremmo raccontarle tutto. 

S: *io non volevo dirglielo, perché conoscevo mia madre ma ormai il guaio era stato fatto* ok raccontale tutto tu. 

J: Allora *sospirò* c'è… come dire un… pazzo? Si un pazzo, che… vuole uccidermi…ma questo non gli basta. 

M: JUSTIN! Questi sono problemi tuoi, lascia mia figlia fuori. 

J: Signora vostra figlia ed io ci amiamo e ormai questo pazzo se non andiamo via da qui ucciderà anche Sun e ne io e ne lei, signora, vogliamo che succeda qualcosa del genere a Sun. 

M: Justin vattene immediatamente via da questa casa, non farti più vedere, sta alla larga da mia figlia! 

S: Mamma tu non capisci, io amo Justin, ormai ci sono dentro e voglio proseguire la mia vita con lui. 

M: SUNSHINE non capisci, vattene in camera tua e non osare uscire da lì… e tu Bieber non farti più vedere. 

Sapevo che si sarebbe concluso così e piangendo entrai in camera mia chiusi la porta a chiave,  presi il telefono e scrissi a Justin. "Aspettami sotto la mia finestra, vengo con te". Poi presi carta e penna e decisi di lasciare un biglietto a mia madre: "Cara mamma, grazie per esserci sempre stata, per avermi cresciuta da sola e per avermi dato tutto ciò che desideravo, ora è un momento difficile della mia vita, conosco Justin da piccoli e l'ho sempre amato ed ora ho scoperto che il mio amore è corrisposto, devi sapere che Justin è malato ed è solo, ha bisogno d'aiuto e solo partendo con lui potrò aiutarlo. So che partendo non sarò la figlia migliore, so che trascorrerai ore ed ore in lacrime, ma non preoccuparti per me, non cercarmi, mi farò sentire io, lascerò qui il mio cellulare e appena potrò ti chiamerò dal luogo in cui andrò a vivere. Ora la mia vita sta totalmente cambiando, ma non voglio lasciarti sola. Quando ero a Londra ho conosciuto una bimba con una malattia genetica molto grave, questa si chiama Hana ed è in cerca di una famiglia che le voglia bene, le ho promesso come sto facendo con te, che sarei tornata da lei, non so se potrò quindi ti chiedo di andare lì da lei e so che lo farai. Adottala, quando tornerò, se ci riuscirò, voglio vedervi felici insieme. Ti amo, la tua piccola, che ormai non è poi più così piccola… Sunshine." 

Lasciai attaccato alla porta questo biglietto e scesi dalla finestra dove Justin già mi aspettava. Tornammo in aeroporto e partimmo con nuova destinazione: AUSTRALIA. 

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