Give me love.

 

La prima volta che Luke si era esibito in concerto insieme ai ragazzi tremava così tanto da non riuscire quasi a parlare, ma gli era bastato un "Sarai perfetto, te lo prometto" da parte di Calum a dargli la carica e farlo salire sul palco senza alcuna esitazione. Forse è stato quello il momento in cui Luke aveva capito di essere innamorato del suo migliore amico, perché più  guardava Calum, le gambe fasciate da  skinny - fin troppo skinny, per i suoi gusti - jeans, le camicie che molte volte si erano scambiati e un cappello che gli nascondeva gran parte dei capelli, e più si sentiva lo stomaco sottosopra e il sangue che schizzava verso le goti. O forse si era innamorato di lui quando quella volta in cui, per scherzo, in twitcam, si erano quasi baciati avanti ad un numero assurdo di persone, cinquemila forse. E Luke sapeva che quella era l'ennesima persona sbagliata di cui si era innamortato; prima c'era stata Aleisha, una biondina che lui considerava la persona più bella dell'universo, ma che, dopo essersi accorto di cosa provava per Calum, gli era sembrata così banale da non poter essere neanche paragonata ad un capello del suo migliore amico. Prima ancora c'era stata una brunetta di cui non ricordava neanche il nome, che l'aveva lasciato prima di compiere un mese insieme. C'erano state altre persone prima, ma Luke non voleva proprio ricordarle perché aveva altro a cui pensare. E quell'altro aveva un nome: Calum Thomas Hood.

«Pianeta terra chiama Luke, ci sei?» sorrise Calum e Luke sentì le farfalle nello stomaco svolazzare insistentemente. Anche se più che farfalle, sembravano elefanti su un paio di Chanel. Poi si ricordò di annuire, per non apparire ancora più scemo di quello che già sembrava. «Non sembra, dato che ti sto stracciando!» Luke diede un'occhiata allo schermo che raffigurava un campo verde con due porte - giocavano a Fifa, si ricordò - e fece scorrere lo sguardo sul punteggio: dieci a tre. «In realtà non ho molta voglia di giocare» aggiunse dopo un po'. Calum lo guardò per un secondo, poi, senza dire niente si alzò e spense la Play Station. «In questi giorni ti vedo un po' giù, c'è qualcosa che non va?Hai conosciuto una ragazza?» domandò Calum, sedendosi più vicino a Luke. Quest'ultimo avrebbe voluto dirgli che no, non c'era alcuna ragazza, che voleva stare solo con lui, che voleva baciarlo fino a rimanere senza respiro, fino a quando le labbra gli avrebbero fatto male, ma disse solo «Tranquillo Cal, sono solo stanco».

La prima volta che Luke baciò Calum si trovavano all'aereoporto di Londra, per ritornare a Sydney. Luke sapeva che quella sarebbe stata l'ultima chance per baciarlo perché, dopo aver preso quell'aereo, si sarebbero visti pochissimo e non poteva certo dirgli quello che provava tramite webcam. Michael aveva annunciato che sarebbe andato a prendere un panino e Ashton che doveva andare al bagno - in realtà aveva canticchiato qualcosa come «Mi sto pisciaando soootto!» sulle note della canzone del pinguino di una pubblicità, prima di dileguarsi tra la folla - ed erano rimasti solo Luke e Calum, seduti sui loro trolley perché i sedili dell'aereoporto erano tutti occupati. Luke si guardò intorno e si ripetè che poteva farcela, era solo un bacio,  prima di sporgersi un po' e baciare il suo migliore amico. Si accorse della gran cagata che aveva appena commesso solo quando si mise a correre verso il bagno, lasciando Calum del tutto sconvolto.

Era passata poco più di una settimana dal bacio e Luke l'aveva trascorsa giocando a GTA uccidendo tutti i poveri malcapitati che gli bloccavano il passaggio o che lo urtavano. Si era ripetuto più e più volte che era un membro di una band australiana, ma in quel momento sembrava una dodicenne in piena crisi amorosa. Ashton e Michael l'avevano chiamato almeno un centinaio di volte e ogni volta si ripeteva la stessa conversazione. Quel lunedì, Luke si rese conto che non sarebbe riuscito a sopportare ancora per molto il blu delle pareti della stanza o le urla della madre che gli dicevano di smetterla di giocare con la Play Station e di pulire la stanza, per cui decise di uscire. L'aria fredda gli sferzò il viso e si sentiva odore di pioggia. Camminò fino al parco, incredibilmente vuoto e solitario, e si sedette su una delle altalene, dondolandosi piano. Una voce, l'unica voce tra tutte che voleva sia ascoltare che evitare, gli fece girare la testa di scatto; Calum era di fronte a lui, il cappello che Luke gli aveva regalato il Natale precedente, con lo sguardo fisso. «Lukey» si avvicinò e si sedette sull'altro sedile dell'altalena. «Cal, mi dispiace» c'erano fin troppe cose che voleva dirgli, ma questo fu tutto quello che gli uscì. Calum scosse la testa «Sì invece. Non avrei dovuto baciarti, non ora che stiamo finalmente diventando famosi. Anzi né ora né mai» si nascose la faccia tra le mani. «Hey Lukey» adesso Calum era in piedi, avanti a Luke. «Ma io voglio baciarti» al suono di quelle parole Luke balzò in piedi, un sorriso gli illuminava il volto e lo baciò, poi ancora e ancora e capì che, per la prima volta, non si era innamorato dell'ennesima persona sbagliata.
 

My corner.
So che probabilmente siete già pronti coi pomodori in mano e vorreste lanciarmeli addosso, ma è tipo un esperimento.
É la mia prima fanfiction in assoluto e l'ho voluta fare sui Cake perché sono l'amore (ammettetelo lol), e niente, spero vi piaccia almeno un poco.
P.S:Se c'è un'enorme quantità di errori è perché l'ho letta troppe volte e perché non ho nessuno che me la controlli lol.
Un bacio :)