Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Chibi_saru    14/12/2007    2 recensioni
[Post DH] Draco ed Harry diciannove anni dopo. Perchè la fine non è ancora stata scritta.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo del capitolo: La decima parte di noi

Prompt: 010. 10#

Capitoli: 3/30

Note: Era da tempo che volevo creare una storia post DH e beh, eccola! Ammetto che non era nata così ma non importa. La storia sarà composta da trenta capitoli, tenterò di aggiornare il più regolarmente possibile :3

Questa storia è nata, essenzialmente, come regalo per una persona meravigliosa :* La mia Lady *^*/ Spero che le piaccia e non mi lanci troppi impropri XD

Ti amo!

E, beh, al prossimo capitolo :D

La decima parte di noi

«Che hai da sogghignare, Potter?» disse Draco, bevendo un altro sorso di vino. In queste tre settimane ha bevuto più che in un anno intero, quante altre prove gli servivano per capire che Potter gli faceva male?

«Niente…» gli rispose Potter, continuando a sbocconcellare un pezzo di pane – Draco era ormai stanco di tentare di insegnargli le buone maniere – e guardandolo di sottecchi; Draco però lo vedeva, quello stupido sorrisetto idiota era ancora lì.

«Sputa il rospo, Potter, o giuro che avrai un buon motivo per smetterla di ridere» gli intimò il biondo inorridendo quando, il sorriso del cretino, si allargò ancora di più. Da quando aveva perso tutto il meraviglioso timore che si portava dietro? Ecco un altro dei motivi per odiare Potter.

«Oh avanti, Malfoy, non ti agitare» disse l’altro aggiustandosi un po' gli occhiali sul naso «è solo che stavo pensando»

Draco fece un ghigno sarcastico e Potter lo guardò male, stava diventato ricettivo ai suoi sorrisetti, il wonder boy.

«Tu, che pensi?» gli disse infatti il biondo, poco dopo, cercando di infilare in tre parole tutto il sarcasmo possibile.

Harry sbuffò infastidito e piegò la faccia in una smorfia «Ma non ti stanchi proprio mai, tu?» gli chiese guardandolo negli occhi. Draco continuò a fissarlo, sfoggiando il suo migliore sorriso strafottente, ed Harry alzò gli occhi al cielo esasperato.

«Lascia perdere, Malfoy, lascia perdere» gli disse pacato e Draco si trattenne dal ridere. Sì, recentemente rideva, e non aveva ancora capito se era un qualcosa che avrebbe dovuto fargli odiare Potter.

«Comunque, mi dici cosa stavi uhm… brucando?» gli chiese – non perché fosse curioso, i Malfoy non sono mai curiosi, ma solo perché lui doveva sapere sempre tutto.

Potter aveva alzato le spalle e poi aveva abbassato lo sguardo verso le molliche di pane, arrossendo. Draco si meravigliava ancora della facilità con cui Potter arrossiva, sembrava quasi che le sue guance avessero scorte di sangue personali.

«E’ che…» cominciò il moro guardandolo di sottecchi «è la decima volta che usciamo, mi stavo chiedendo come avessimo fatto a non picchiarci nemmeno una volta»

Draco si bloccò e alzò lo sguardo, inorridito. Potter stava ridacchiando, che cosa ci trovasse di così divertente gli sfuggiva, ma ridacchiava e, Draco, non aveva alcuna voglia di picchiarlo o insultarlo o nient’altro.

Uscivano da tre settimane, tre, e si erano visti per dieci volte – nove pranzi, rubati da riunioni e momenti liberi, e una cena, quella, nata non si sa come – e Draco non l’aveva mai picchiato.

Oddio, Draco si alzò da tavolo, con un solo colpo di reni e si diresse, senza nemmeno badare ai camerieri, che lo guardavano inorriditi, all’uscita. Veloce, non abbastanza.

Aveva già la mano alla maniglia quando il braccio di Potter l’aveva afferrato per il gomito. Draco avrebbe voluto divincolarsi, perché non era ancora pronto ad affrontare tutto quello, ma la presa del moro era forte e calda.

«Malfoy, ma che cazzo ti prende?» disse Potter, guardandolo negli occhi, e Draco sapeva di avere una faccia orribile e scandalizzata, ma aveva la nausea e tutto quello era così sbagliato.

Non era come quella sensazione di bello e sbagliato del primo giorno, c’erano solo tanti tanti sbagli uno sopra l’altro che formavano un cumulo di sbagli insormontabile e Draco non ce l’avrebbe mai fatta a scalarli, doveva aggirarli e, per farlo, doveva allontanare Potter.

«Nulla che ti riguarda, Potter» sputò acido e Harry corrugò le sopracciglia dissentendo.

«Se decidi di fare il furetto isterico quando sei da solo non ho problemi ma mi stavi lasciando, da solo, al tavolo» gli disse, alterato, ma Draco non abbassò lo sguardo, che rimaneva grande e spaesato su di lui «quindi mi riguarda, che cosa ti è preso?»

Come faceva a spiegare a Potter che, il problema, era proprio quella loro strana amicizia e quello strano sogno della prima volta? Che in quelle dieci volte in cui erano usciti insieme il loro mondo si era assottigliato tanto, incontrandosi così spesso, che Draco aveva paura di non sapere più distinguere il suo da quello del moro?

Draco era un codardo, non era uno stupido Grifondoro pronto ad affrontare qualsiasi ostacolo, non lo era per nulla. Tutto quello lo spaventava, enormemente, perché stavano sconvolgendo tutte le regole.

Potter avrebbe dovuto essere quello da odiare e lui quello da disprezzare, era così che erano andati i giochi fino a quel minuto e ora invece si rendeva conto che non era più così, e che lui non sopportava le cose incerte.

Sentì la rabbia della frustrazione montare dentro di lui mentre Potter lo guardava preoccupato – Potter, preoccupato per lui – e mandava tutto a puttane. Tutto il suo autocontrollo, tutte quelle possibilità di fingere; stavano andando troppo in là e, questo troppo in là, non li avrebbe portati da nessuna parte.

«Credi che possiamo divertirci a fare gli amiconi, Potter?» disse acido e sarcastico, tentando di ferire e di graffiare e di indebolire la presa dell’altro sul suo gomito «Non si può, non dopo tutto…»

«Ma avevamo detto che avevamo superato e…» lo aveva interrotto Potter e Draco l’aveva guardato, con odio.

«E’ qui il problema, Potter. Abbiamo messo una pietra sopra a tutto ma non possiamo comportarci come amici di vecchia data» si fermò, squadrandolo e stringendo gli occhi «io non voglio essere un tuo amico» concluse, non capendo più quale fosse la menzogna e quella la verità, almeno fino a che il pugno di Potter non lo colpì in pieno viso.

Fu un pugno forte, sordo, che lo fece cadere col culo sulla strada ghiacciata e Draco digrignò i denti, a quello sapeva reagire.

Potter si stava avventando su di lui ma Draco spinse in avanti il pugno colpendolo alla mandibola, Potter ricadde a terra mentre Draco si alzava ma, il bastardo, attanagliò le sue stupide gambe nodose sulle sue e lo fece cadere, di nuovo.

Potter salì a cavalcioni su di lui, colpendolo quattro o cinque volte, sempre più forte, prima che Draco invertisse le posizioni e infierisse sull’altro.

Il sangue gli imbrattava la bocca e le mani e il sangue di Potter gli riempiva le narici, si sentiva semplicemente meglio e quel senso di orrore era sparito. Era uscito dieci volte con Potter ma sapeva ancora prenderlo a pugni e fargli sputare sangue, erano ancora Draco Malfoy ed Harry Potter, potevano esserlo se volevano.

Gli sembrava, ora, di vedere tanti punti di discontinuità in quello strano mondo che si stavano creando e, ora come ora, pensava che, la presenza dell’ameba, non era poi così insopportabile.

Smise di picchiarlo e si alzò dall’altro tendendogli una mano. Potter lo guardò un minuto, squadrandolo sospettoso, prima di ghignare ed accettare l’aiuto.

«Devo stare attento a quello che dico» disse, il moro, togliendosi un rivolo di sangue dal mento «se arriviamo a questo ogni volta…»

«E’ che porti sfiga, Potter, avresti dovuto capirlo un po' di tempo fa…» gli rispose Draco, curvando le labbra in un sorrisetto divertito e si accorse, in un lampo di lucidità, che a forza di pugni si erano infilati in una stradina, stretta e vuota.

Se n’era accorto anche Potter, evidentemente, sembrava nervoso e continuava a saltellare da un piede all’altro, strano comportamento.

«Beh, Potter, direi che abbiamo festeggiato la nostra decima uscita insieme in maniera classica» disse, sorridendo sghembo e Potter rispose al sorriso, con le guance rosse d’imbarazzo.

Poi, veramente, Draco non ci aveva capito più nulla. Si era ritrovato sulle labbra di Potter prima di rendersene conto; con le mani di Potter sul culo, e le sue dentro la maglietta dell’altro e non ci aveva trovato niente di sbagliato.

Mentre smaterializzava entrambi nella sua casa vuota – sua moglie era partita quel giorno stesso – pensò, in un barlume di coscienza, che il numero dieci gli portava evidentemente sfiga.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Chibi_saru