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Autore: EuphemiaMorrigan    29/05/2013    11 recensioni
AU. Comica/Romantica/Drammatica.
SasuNaru.
-Dall'ultimo capitolo-
Questa è la segreteria telefonica di Uzumaki Naruto e Uchiha Sasuke, lasciate un messaggio e vi richiameremo. Se ne avremo voglia.
Se sei Sai: Visto le vendite? Ti ho battuto ancora.
Muori.
Se sei Ino: Nee-chan, non vorrei che tuo marito si suicidasse.
Ammazzalo e raggiungilo.
Se sei Nagato: Sono in perfetto orario con la scadenza.
Non è assolutamente vero.
Se siete Sakura, Hinata o Tenten: Tranquille, ho tutto sotto controllo.
E voi che ancora ci credete...
Se sei Gaara: Amico, mi devi un caffè.
Ed io ti devo un pugno.
Se sei Hidan: Lode a Jashin!
Non riesco a capire chi è più cretino tra te e Naruto.
***
***
Gensaku-sha ripercorre, a modo proprio, alcune vicende del manga.
Con personaggi casinisti, pazzi ed eccessivamente rumorosi.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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-Mai dubitare della velocità di una lumaca-

 

Note: Ben trovate ^^'. Il titolo pare senza senso, ma non lo è. Utakata è la forza portante della lumaca a sei code, ma ne parlerò sotto di lui. Lo so, non ho un giorno d'aggiornamento, lo faccio quando mi viene l'ispirazione per un nuovo capitolo. Comunque uno dei miei “lavori” (La MadaNaru) sta quasi per concludersi per cui il tempo per questa sarà di più in futuro e potrò riprendere il seguito di MD... Il capitolo tre è pronto, dovrei solo correggerlo... E la voglia che mi manca! Bacio, buona lettura ^^'.

NB: Utakata è la forza portante del sei code, Fuu del sette code. Per lei (Visto che appare per pochissimo) non ho scelto un cognome. Per lui ho optato per Saiken (Significa sei code). Quell'uomo è molto... Mmmm... Fico (?). Hahahahaha lo adoro!

PS: Mi scuso per i sicuri errori, ma la vita sociale mi chiama al telefono e rompe un bel po' ^_^ 

 

 

Sentiva caldo e la testa pulsava forte.

Inspirò ed espirò con lentezza, osservò la sveglia a led posta sul comodino e decise di alzarsi. Le nausee erano aumentante vertiginosamente in quei pochi giorni, la vista era divenuta man mano più sfocata ed avvertiva le forze venire meno. Molte volte aveva perso l'equilibrio arrancando su una superficie piana e liscia, da tempo il suo medico le suggeriva di effettuare il ricovero definitivo, ma lei aveva sempre rifiutato.

Non poteva arrendersi, non era possibile farlo in quel momento. Doveva prima sistemare ogni cosa, compiere il suo dovere di madre.

Si lavò e vestì con lentezza, cercando di non badare al perenne mal di testa che non l'abbandonava da giorni e giorni.

Doveva svegliare Daisuke e accompagnarlo all'asilo, poi avrebbe raggiunto Naruto e Sasuke. Per firmare, finalmente, i moduli necessari per l'adozione. Sperava, con tutta se stessa, che non fossero sopraggiunti problemi.

 

«Come stai?» Le chiese Naruto, vedendola più pallida del solito.

«Abbastanza bene» Lo tranquillizzò lei scoccando un'occhiata in direzione di Sasuke. Pareva più rilassato rispetto ai giorni precedenti, meno agitato e scontroso. L'uomo ricambiò lo sguardo con un leggero sorriso ed un cenno del capo, rimanendo in assoluto silenzio.

Erano seduti nella sala d'aspetto dello studio legale del loro avvocato, e Yugito non faceva altro che martoriarsi le mani giunte sul grembo. Si era informata, sapeva che se il padre naturale riconosceva il figlio l'affidamento sarebbe aspettato di diritto a lui, ma Sasuke era sposato con un uomo. Questo avrebbe influito? E se sì, quanto? Come? Non si chiedeva altro da giorni. Era così persa nei suoi pensieri che non udì nemmeno la segretaria, una giovane donna dai capelli di un insolito verde chiaro, richiamarla.

«Lei è la signora Nii?».

La donna sollevò il capo verso l'altra e rispose «Sì, sono io».

«Questi signori sono con lei?» Domandò nuovamente indicando Naruto e Sasuke.

«Sì» Confermò ancora Yugito, sentendosi lievemente intimorita.

La donna minuta e da quello strano colore di capelli sorrise cordiale ed annunciò «Il signor Saiken è libero ora. Potete andare!».

I tre si alzarono da dove erano seduti e la superarono ringraziandola educatamente. Quando entrarono dell'ufficio del loro difensore legale rimasero completamente sbalorditi, non trovandosi dinanzi propriamente la stanza in cui poteva lavorare un avvocato di successo: era estremamente disordinata. La scrivania e parte del pavimento erano pieni di fogli. Alcune piante, quasi del tutto appassite, poste di fronte alla finestra. Quattro bicchieri di cartone, in cui tempo prima avrebbe dovuto esserci del caffè, lasciati a marcire sul davanzale. Il cestino della spazzatura era pieno. Le pareti colorate di uno sgargiante verde evidenziatore e, dietro la scrivania, seduto in una posizione scomposta, un giovane di massimo venticinque anni stava sgranocchiando una manciata di patatine. Aveva lunghi capelli neri, di cui una ciocca copriva l'occhio destro, e l'altro era di un intenso color nocciola.

«Chi...? Oh, salve» Disse sorpreso di vedere qualcuno là dentro. Accartocciò il pacco di patatine ormai vuoto e, con un gesto della mano, spostò alcune carte che gli coprivano la visuale, facendone cadere qualcuna a terra ed imprecando sonoramente di questo.

Naruto sorrise tirato, scoccandosi un'occhiata eloquente con il marito e si chinò per aiutare a raccorglieli.

«No! -Lo bloccò perentorio- Sedetevi. Ci... Emmm... Penserò dopo. Ora sedetevi» Ripeté mostrandosi sempre più a disagio.

I tre si sedettero come era stato richiesto e Sasuke si sporse verso Yugito mormorando «Dimmi che non è lui».

«Mi avevano detto che era il migliore» Pigolò lei, giustificandosi.

«Ti hanno detto una stronzata!» Asserì l'Uchiha con irritazione.

Intanto il giovane avvocato cercò di accomodarsi in modo composto e di aggiustare la camicia mal abbottonata «Mi scuso, ho avuto una pessima giornata».

«Si nota» Sussurrò Naruto, completamente scioccato da chi aveva davanti agli occhi. Sembrava lui quando era in ritardo con la consegna del manga, forse anche peggio.

«Bene... -Parlò imbarazzato- ...Voi siete...?».

«Yugito Nii, ci siamo parlati per telefono qualche giorno addietro» Gli ricordò la donna, stupita dal modo trasandato in cui si mostrava l'uomo.

Lui divenne serio e dalla pila di fogli estrasse un fascicolo mal ridotto, come gli altri, poi parlò «Quando mi ha riferito del suo problema ho cercato nel Database nazionale se in passato ci fossero mai stati casi simili al suo. Purtroppo non ho trovato nulla di utile e, come sapete, l'affidamento o l'adozione ad una coppia omosessuale è proibita per legge...».

«Ma lui è il padre!» Lo interruppe Yugito, che a quelle parole si era agitata ancora di più.

«Appunto! Se mi avesse fatto finire... -Disse con tono laconico e professionale- Come ha giustamente esposto la signora Nii, Sasuke Uchiha è il padre biologico del minore. Ovviamente i servizi sociali prendono atto di questo, ma disgraziatamente il bambino non ha il cognome del signore Uchiha, né sa di essere suo figlio e non è riconosciuto come tale dalla legge. Il Tribunale crede sia un trauma per un infante scoprire di essere figlio di un omosessuale, soprattutto in così tenera età. Comunque...».

«Cosa significa? Che solo per questo sarebbe preferibile farlo crescere in un orfanotrofio?» Lo bloccò nuovamente, questa volta Naruto, con tono grave e scocciato.

Il giovane lo scrutò per qualche secondo poi chiese «Lei chi è?».

«Naruto Uzumaki-Uchiha. Il marito di Sasuke» Lo informò duramente.

«Oh, sì certo. Giusto! -Affermò Utakata come illuminato da quelle parole- Se non sbaglio la signora Nii mi disse che avrebbe gradito anche la sua firma per l'adozione».

Naruto si voltò confuso verso la donna. Non ne sapeva nulla. Credeva che solo Sasuke avrebbe dovuto farlo. Perché anche lui? Per quale motivo complicare ancora di più le cose?

«Vorrei che mio figlio considerasse entrambi suoi genitori!» Informò seria Yugito, senza spostare il viso in direzione di Naruto, ma continuando ad osservare dinanzi a lei.

Sasuke s'inumidì le labbra, poi si rivolse a Saiken «Potrebbe rispondere alla domanda di mio marito?».

«Certo, scusatemi. -Si riprese lui, che era impegnato a seguire la conversazione silenziosa tra Yugito e Naruto- Dicevo: le cose si erano complicate un poco. Sapete, per la questione del vostro orientamento sessuale ed altre cose leggermente assurde, ma alla fine... -Estrasse alcuni fogli dal fascicolo- ...Dovete firmare qui».

«Come?!» Ansimò Naruto. Non ci stava capendo nulla di tutto quel discorso e non era il solo in quella stanza: Yugito guardava Utakata con occhi fuori dalle orbite e Sasuke stava per saltargli al collo e sbranarlo, visto che la sua voce annoiata e laconica mentre parlava di suo figlio lo irritava dal più profondo del cuore.

«Dovete firmare qui» Ripeté indicando un punto della fotocopia, come se stesse parlando a tre scimmie ritardate.

«Lei aveva detto che si erano verificati problemi» Ringhiò Uchiha, incapace di controllarsi.

L'uomo sorrise «Appunto “Si erano” non ho mai detto di non aver risolto».

«Significa che possono adottarlo?» Domandò la donna speranzosa.

«Sì. -Annuì il giovane- Ovviamente sarà un affidamento pre-adottivo. Questo significa che per un anno, dopo la sua morte... -Pareva stesse parlando del tempo- ...I servizi sociali seguiranno con costanza la nuova famiglia e, al termine del suddetto periodo di tempo, il Tribunale dei minori, se lo riterrà il caso, rilascerà il decreto di adozione. Così che il bambino potrà cambiare cognome prendendo quello paterno e divenire ufficialmente figlio di... Emmm... Non ricordo i vostri nomi» Concluse rivolto ai due uomini.

«Naruto Uzumaki-Uchiha e Sasuke Uchiha» Sibilò il giovane dai capelli corvini con astio.

Il marito gli scoccò un'occhiataccia e cercò di dire insicuro «Quindi Daisuke è...»

«Daisuke? Oh, il bambino. -Rispose, ricordando d'improvviso di cosa stavano parlando- Sì, sì. È tutto risolto. Sentite... Potreste firmare? Tra poco è la mia pausa pranzo e... Vorrei mangiare!» Esclamò indicando nuovamente alcuni fogli.

«Sì. Certo!» Parlò euforica ed incredula Yugito, firmando con mano tremante il suo consenso per l'adozione del figlio. Successivamente fu il turno di Naruto che, completamente scioccato, per un attimo si dimenticò perfino il suo nome. Quando fu il turno di Sasuke, fece la sua firma velocemente e si alzò dalla sedia; voleva andarsene da quel luogo il prima possibile.

«Un'ultima cosa... -Lì bloccò ancora una volta Utakata- Ecco... Non è consigliabile cambiare avvocato. Quindi se ci saranno problemi dovrò seguirvi io».

«Sì. Ovviamente sì. La ringraziamo molto è stato fantastico» Affermò Naruto con un immenso sorriso. L'aveva completamente rivalutato.

Quando finalmente potettero uscire, Sasuke lo imitò risentito «È stato fantastico».

«'Suke... -Lo sgridò il compagno- Ha praticamente fatto un miracolo!».

Yugito sospirò rilassata e disse «Mi avevano detto che era bravo, ma non credevo così tanto».

«È un folle» Dichiarò Uchiha infilandosi le mani in tasca.

Naruto fece finta di non sentirlo e rimbeccò verso la donna «Ed è anche un bell'uomo».

«Naruto!» Lo riprese il marito, irritato.

«Hai ragione! -Esclamò lei ignorando completamente Sasuke- È veramente bello, ma credo che abbia qualcosa in corso con la sua segretaria, sai?» Gli fece l'occhiolino.

«Peccato» S'imbronciò Uzumaki, buttando un occhio verso la faccia furiosa del marito.

«Idioti» Li insultò lui, voltandosi dall'altra parte e digrignando i denti.

Naruto e Yugito scoppiarono a ridere per l'espressione inacidita di Sasuke, poi la donna disse «Che ne dite di passare il pomeriggio con Daisuke?».

«Sei sicura?» S'informò Uzumaki.

Lei annuì piano «Sì. È il momento che impari a conoscervi. E poi sono terribilmente stanca, ne approfitterò per riposare un po'».

«Se per te non è un problema...» Dichiarò atono il ragazzo dai capelli corvini.

«No, per niente!» Riferì lei con un caldo sorriso rassicurante. Il pensiero che tutto sarebbe andato bene la rendeva estremamente felice.

 

Dopo aver salutato la donna, i due, aspettarono Daisuke all'uscita dell'asilo. Ovviamente Yugito aveva informato le insegnati del fatto che quel giorno il bambino sarebbe tornato a casa con due uomini fino a quel momento sconosciuti a loro.

«Dov'è mamma?» Domandò il piccolo quando li vide, accostandosi a Sasuke e sorridendo leggermente in sua direzione.

Uchiha gli scompigliò i capelli bruni e rispose gentilmente «Aveva da fare. Starai un po' con noi».

Il bambino annuì, poi gli tese la mano e cominciarono a camminare lentamente per le vie di Konoha. Naruto li osservò per qualche secondo poi chiese cordiale «Com'è andata a scuola?».

«Bene... Ma è noiosa» Rispose il piccolo, imbronciandosi lievemente. Dopo l'ultima volta che si era visto con Naruto e Sasuke aveva deciso che, in fondo, l'uomo dai capelli biondi non era così male come pensava. E poi la sua mamma ne parlava sempre bene.

«Nemmeno a me piaceva» Sospirò solidale.

«Daisuke... -Richiamò Sasuke- ...Ti consiglio di fartela piacere, o diventerai scemo come Naruto» Ghignò in sua direzione. Doveva fargliela pagare per il commento fatto sull'insulso avvocato che, purtroppo, li seguiva.

Il bambino rise, mentre Uzumaki lo fulminò con un'occhiataccia. Sbuffò irritato e borbottò quasi inudibile «Stupido teme, con un fascio di bastoni piantato in culo. Damerino del cavolo...».

Daisuke, che aveva un ottimo udito, l'aveva sentito perfettamente e rise ancora più forte. Tirò la manica della maglia dell'adulto e disse innocentemente «Ti ha insultato».

«Poi a casa me la paga» Minacciò Sasuke.

L'uomo dai capelli biondi deglutì spaventato, ricordandosi della sua ultima vendetta: ancora gli doleva il fondo schiena. Agitò la testa scacciando quei pensieri e si rivolse al bambino «Che ne dici di un gelato?».

Questo storse le labbra in una smorfia e, sorprendendo i due, affermò «Non mi piacciono le cose dolci».

«Ah...» Disse solo Naruto, rimanendo a bocca aperta.

Sasuke si costrinse a non sorridere come un ebete a quella rivelazione ed esclamò «Meglio così! Nemmeno a me piacciono i dolci».

«Uffa. -Sbuffò Naruto, lamentandosi in modo infantile- Io volevo andare in gelateria».

«Dobe, ma quanti anni hai? Cinque?» Lo riprese l'Uchiha, allungando la mano libera e dandogli un leggero pizzico su un fianco.

Naruto mugolò infastidito da quel gesto e, prima che potesse parlare, Daisuke propose «Andiamoci lo stesso».

«Sì. -Festeggiò l'uomo- Muovetevi voi due» Ordinò accelerando il passo, saltellando quasi per la strada e lasciandoli indietro.

«Idiota» Sbuffò l'Uchiha osservandolo con un cipiglio sul viso.

Il piccolo sorrise e dichiarò «Però è divertente».

«Ma è scemo» Gli comunicò l'uomo, avanzando lentamente verso il compagno senza lasciare la sua mano.

Daisuke sbatté le palpebre leggermente confuso, a volte non capiva se quei due si volessero bene o no, poi concordò «Sì, un pochino».

Quando il bambino (Naruto) finalmente prese il suo benedetto gelato, si avviarono al parco della città. Era una calda giornata di Sole e Sasuke si sedette sull'erba, mentre Naruto e suo figlio si accomodarono accanto a lui su una delle tante panchine. Il piccolo incrociò le gambe su questa ed osservò per un po' i due adulti. Erano leggermente strani. Certo non aveva molti termini di paragone, visto che l'unico adulto che frequentava assiduamente era la sua mamma, però non parevano comportarsi come gli altri.

«Teme, ne vuoi un po'?» Lo richiamò Naruto, sporgendosi verso di lui ed avvicinandogli il cono alle labbra.

Sasuke si ritrasse con un'espressione schifata e rifiutò «No».

L'altro gonfiò le guance, si alzò da dove era seduto e si accomodò tra le sue gambe «Su, non mi va tutto» Lo pregò con sguardo languido.

«Sei una piattola, buttalo» Rimbeccò Uchiha, posando le mani sul terreno erboso per non perdere l'equilibrio.

«Poi si spreca, almeno assaggialo» Riferì il biondo con un sorriso. Era come se si fossero dimenticati della presenza di Daisuke, ed in fondo era proprio quello che sperava Naruto. Dovevano comportarsi normalmente, niente recite. Solo loro due ed il vero modo che avevano per stare insieme.

Sasuke imprecò a mezza bocca, poi diede una veloce leccata alla parte al gusto di vaniglia «Soddisfatto?».

«Quasi» Mormorò l'altro, sentendo crescere dentro di lui la voglia di baciarlo, ma decise di rialzarsi e tornare al suo posto. Forse un bacio sarebbe stato troppo per quel giorno.

Il bambino inclinò la testa e domandò curioso «Siete amici da tanto?».

Naruto gli sorrise serenamente e rispose pensieroso «Ci conosciamo da un anno, o poco di più... Ma non siamo amici».

«No? Sas'kè mi aveva detto di sì» Pigolò confuso.

Uchiha si rialzò, si passò una mano sul collo e fece cenno al compagno di tornare in piedi, occupò il suo posto facendo accomodare Naruto sulle gambe e lo strinse in vita. Poi rispose leggermente incerto «Diciamo che... Stiamo insieme» Prima affrontavano il discorso, meglio era. Non potevano rimandare ancora per molto.

«Non capisco» Disse sinceramente il piccolo.

Uchiha sospirò e si osservò intorno, poco lontano da loro notò una coppia tenersi per mano e scambiarsi gesti affettuosi, storse la bocca riluttante. Odiava dar al rapporto che aveva con Naruto una visione globale. Era differente, completamente diverso da ogni altra coppia: Naruto per lui era tutto. Il tutto che respirava, toccava, vedeva. Ogni cosa che lo circondava non avrebbe avuto senso in sua assenza, ma capiva che per la mente di un bambino sarebbe stato troppo complicato da spiegare. Così li indicò e disse «Simile a loro».

Daisuke osservò per un po' la coppia di estranei, poi spostò lo sguardo su di loro, successivamente di nuovo verso gli altri due ed infine, osservando Naruto e Sasuke, chiese sorpreso «Vi baciate?!».

«Sì, capita» Rispose Uzumaki portandosi una mano tra i capelli e scompigliandoli ancora di più, sentendosi in imbarazzo.

L'altro si limito ad osservare le reazioni di suo figlio senza dire nulla, l'unica cosa che lesse nei suoi occhi fu la genuina sorpresa e questo lo fece rilassare impercettibilmente.

«Ma siete due maschietti» Esclamò scrutando attentamente la figura di Naruto, come se si potesse trasformare in una donna da un momento all'altro.

Sasuke sorrise e riferì serio «L'affetto, il bene o l'amore non ha un sesso. Non è quello l'importante, conta soltanto ciò che provi».

«Quello che vuole dire Sasuke... -Continuò Naruto in tono calmo- ...È che, a volte, può capitare che una donna o un uomo s'innamorino, vogliano bene, a qualcuno del loro stesso sesso e... Non c'è nulla di male in questo!».

Il bambino li guardò per qualche secondo poi pigolò «Non credo di aver capito tutto... -Naruto stava per parlare ancora quando la voce di Daisuke lo bloccò- ...Però va bene. Siete... -Si sforzò di trovare la parola adatta- ...Carini» Concluse scollando le spalle.

«Sei sicuro che non ti da fastidio?» S'informò nuovamente Sasuke.

«Sì. -Rispose rapido, poi si fece pensieroso- ...Però sono curioso».

«Di cosa?» Domandò Uchiha, rilassandosi sulla superficie fredda della panchina. Almeno un problema era stato superato.

«Datevi un bacio» Chiese facendo oscillare i piedi verso il terreno ed osservandoli con curiosità.

Sasuke arrossì d'improvviso e boccheggiò sconvolto, mentre Naruto era scoppiato a ridere cristallino a causa dell'espressione imbarazzata del marito, si avvicinò al suo viso ancora sghignazzando e l'altro si ritrasse basito «Che fai?».

«Teme! Ti bacio...» Riferì sfiorando le labbra fine con le proprie per qualche secondo, poi tornò comodo tra le braccia del compagno che si era completamente paralizzato a quel gesto e faticava a riprendersi.

«Quindi?» Domandò al bambino.

Questo indicò la coppietta poco distante da loro e disse sinceramente «Quelli sono strani! Sembra che gli stia per mangiare la faccia».

Naruto si aprì un grande sorriso e circondò le spalle di Sasuke con un braccio «Svegliati, bell'addormentato» Affermò baciandogli una guancia.

«Mi hai baciato davanti a lui» Parlò ancora scioccato.

Uzumaki scosse la testa e si piegò sul suo orecchio sussurrando divertito «Tranquillo! A tuo figlio fa più schifo una coppia di etero».

«Mmh... Nostro!» Borbottò Sasuke accentuando la presa sui suoi fianchi.

«Come?» Domandò il marito che non l'aveva udito bene.

«Nostro figlio» Ripeté l'altro al suo orecchio, baciando poi teneramente una sua tempia.

Naruto si accoccolò su di lui posando la testa sulla sua spalla e sospirò sereno, felice della giornata appena passata.

Daisuke si avvicinò a loro «Anch'io voglio venire in braccio a 'Suke» Squittì usando il soprannome con cui di solito lo chiamava Naruto e arrampicandosi su di loro aiutato dal biondo.

Uchiha fece una smorfia dolorante e sbuffò «Mi state schiacciando!» Però non li allontanò da lui, anzi, li strinse ancora di più tra le braccia. Per la prima volta da quando aveva scoperto di essere padre si sentiva parte di una famiglia. La sua.

   
 
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