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Autore: KivaKi_theBlackShadow    29/05/2013    1 recensioni
E se l' Abstergo in contemporanea a Desmond avesse rapito un'altra assassina?
E se ella potesse fare la differenza per la salvezza del mondo?
Come andrebbe a finire?
Cosa ne sarebbe di noi?
E se invece fosse semplicemente inutile, un'altra insulsa vita sacrificata per un bene superiore.
Genere: Comico, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Desmond Miles , Ezio Auditore, Leonardo da Vinci , Nuovo personaggio, Warren Vidic
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Mi sveglio.
-AAH!- urlo, la mia voce rimbomba nella mia testa.
Sono in una stanza tutta bianca. Gli unici mobili sono il letto sul quale sono coricata, una scrivania, una sedia ed un armadio.
Mi alzo ed apro l'armadio. Cosa ci fanno i miei vestiti? Chi ce li ha messi? Io no di certo!!
Mi guardo di nuovo attorno e distinguo 2 porte, una da un lato della stanza e l'altra al lato opposto.
Sono massicce e senza maniglia. Credo siano scorrevoli. Mi avvicino ad una e cerco di aprirla in qualche modo ma niente.
-E dai, apriti!!-
Allora mi avvicino alla seconda ma prima ancora che la tocchi si apre emettendo uno sbuffo, scoprendo un'altra stanza anch' essa bianca.
“Un bagno. Ho scoperto l’America!”
“C' è...una grata...sopra al lavandino...Che delusione!... Aspetta! Ma quelle sono voci e provengono dalla grata!”
Mi arrampico sul lavandino appoggiando l'orecchio ad essa.
Una voce maschile, sta rimproverando qualcuno.
-Deficienti! Avete ferito il paziente, siete degl’incoscienti! Vi sembra il modo di rapire una persona! Per fortuna che non c'era nessuno che potesse vedervi. Ora filate!... Ah, e sappiate che il vostro stipendio subirà un piccolo ritocco.-
“Sono loro che mi hanno rapito? Ah, Ah!! Ci godo!”
Scendo subito giù dal lavandino e riattraverso la porta precedente per ritrovarmi di nuovo nella stanza con il letto. Sento uno sbuffo e vedo aprirsi la porta che avevo forzato precedentemente. Un uomo. Circa 40 anni, capelli grigio nero, occhiali, pizzetto e 2 occhi di ghiaccio.
“Non m’importa chi è! Voglio uscire da qui!”
-Benvenuta all’Abstergo Industries, So….. –
Prendo la rincorsa e mi butto su di lui. È per terra sotto di me, incomincio a prenderlo a cazzotti in faccia furiosa.
“Destro, sinistro, destro, sinistro! È duro a svenire questo qui!”
All’improvviso 2 mani possenti mi afferrano per le braccia ed incominciano a tirarmi all’indietro, io mi dimeno per cercare di liberarmi ma un altro uomo mi prende per le caviglie. I 2 bodyguard mi trascinano verso il muro mi mettono in piedi e m’immobilizzano.
-Smettetela i trattarmi come un pupazzo, e lasciatemi andare che vi spacco la faccia a tutti e 3! -
-Aah, che male...uuhh!... Vivace la signorina!!-
Crack! La schiena del vecchio si lamenta mentre si rialza.
-Meglio darle un tranquillizzante signore. – uno dei bodyguard si rivolge al massacrato.
-Si, decisamente. Ector! Vieni con un tranquillizzante! – il vecchio si rivolge a un piccolo microfono sul colletto del camice bianco.
-CHE VOLETE DA ME! VOGlIO TORNARE A CASA! CHE CI FACCIO QUI!? –
-La prego di smetterla di aggredire la gente. In questo modo non avrà alcuna risposta –
Nel frattempo sento uno sbuffo ed un'altra porta meccanizzata si apre dietro all’uomo in camicie. Passo dopo passo si avvicina un ragazzo minuto con una siringa in mano.
Ritorno a dimenarmi ma i 2 bodyguard mi stringono le braccia lasciandomi un formicolio lungo l’avambraccio.
La siringa si avvicina alla mia gola…
- La prego, non c’è bisogno di tutto ciò! –
Una voce irrompe nella stanza. Il 40enne si gira ed incomincia a parlare rivolto a qualcuno.
-Ah! È arrivato. Era ora! Tutti questi ritardi le costeranno parecchio , a meno che, incominci a rispettare gli appuntamenti lavorativi. Doveva essere qui alle 8.00 ed invece sono le 8 e 10. –
-Si, mi scusi capo. Tornando alla paziente, la liberi, non c’è bisogno di tutto questo baccano. –
- Paziente?! Cos’è questa storia? – r’ incomincio a dimenarmi.
-Oh, si che ce ne bisogno! Mi ha assalito ed opporre resistenza. Secondo te perchè c'ho un labbro gonfio? È chiaro che è sconvolta dal rapimento. –
Finalmente intravedo il ragazzo. Castano, occhi blu lapislazzuli, viso pallido ed angelico. “Che ci fa uno così in mezzo a 'sti pezzi di merda!”
La siringa mi trafora il collo e sento un improvvisa sonnolenza.
“Gliela farò pagare! Giuro, quanto è vero che mi chiamo Gwen Kimi Liluye!”
Stordita dall’iniezione, ricordo una giornata piovosa di settembre.
 
-Trentunesima legge: non perdere mai la calma davanti ad un templare-
La voce di mio padre mi rimbomba ancora nelle orecchie.
Ricordo quel giorno come se fosse ieri.
Io, mio padre e mia madre sotto un albero sulle sponde del fiume Bell. Mi avevano appena marchiato l’ anulare sinistro. Una cicatrice a forma di A, ma diversa da quella dell’ Abstergo, era quella degli Assassini. Mio padre mi stava dettando le leggi ed il credo degli Assassini,
-Nulla è Reale, Tutto è Lecito.
Dire che nulla è reale, significa comprendere che le fondamenta della società sono fragili e che dobbiamo essere i pastori della nostra stessa civiltà. Dire che tutto è lecito invece, significa capire che siamo noi gli architetti delle nostre azioni e che dobbiamo convivere con le loro conseguenze sia gloriose sia tragiche.-
Avevo 17 anni. Da quel giorno la mia vita cambiò, facevo parte della Confraternita, ero pronta all’azione.
 
-Forza! Stendetela sull’ Animus –
Torno con la testa al presente ma ancora troppo stordita per reagire.
Sento che mi stendono su qualcosa di rigido e freddo. Non reagisco ma mi guardo attorno. È una sala molto grossa, piena di finestre ed anch’ essa completamente bianca.
“Che due maroni sto bianco!! Mi fa girare la testa!”
-Caleb! Avvialo. – il vecchio riapre bocca con tono aspro rivolto verso il giovane col volto da bravo ragazzo.
Nel frattempo sento dei passi allontanarsi. I 2 bodyguard e Ector spariscono dietro la stessa porta di prima.
-Non volevo arrivare a ciò Soggetto 18. Ma sappi che non è nulla in confronto a quello che posso fare. Perciò cerchi di collaborare! – il vecchio sta volta rivolto a me.
- So...Soggetto dicio…diciotto? – le uniche parole che riesco a pronunciare.
- Si, signorina Gwen Kimi Liluye, lei è il Soggetto 18… qui – la sua risposta in tono sempre più aspro.
- Come fa a… a sapere il mio nome?-
-Sappiamo molte cose su di lei. Soprattutto... che sei un' assassina – mi prende la mano sinistra e scruta in silenzio il marchio sull’ anulare.
Improvvisamente il vecchio lascia la mia mano e torna a blaterare.
- Ma insomma! Quanto ci metti ad avviare l’animus? –
- Tranquillo non si irriti!...Ce l’ho fatta, ha avuto qualche problema a rintracciare l’antenato. – Caleb, ora si trova in fondo ai miei piedi, continua a battere le dita su una tastiera di un computer senza scollargli gli occhi di dosso.
Poi…
 
  
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