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Autore: Roxanne Potter    30/05/2013    3 recensioni
Tre momenti per Paul e John. Le loro mani che si stringono sotto la neve. [Raccolta di FlashFic.]
Liverpool, 8 dicembre 1958.
-Eri davvero talmente impaziente di vedermi?
-Certo.- ride Paul. -Quindi la colpa è tua che mi hai fatto quasi correre fino a qui senza guanti e con la custodia della chitarra sulle spalle.

Londra, 8 dicembre 1967.
-Sai che da piccolo avevo paura della neve?- dice Paul a un certo punto, lo sguardo che si fa pensieroso. -Credevo che, se mi fossi allontanato troppo, mi sarei perso per sempre in una landa bianca e non avrei ritrovato mai più la strada di casa.
New York, 8 dicembre 1980.
John ha quasi smesso di respirare. Yoko grida cose che non può udire. Paul è lontano.
E la morte avanza, avanza su di lui che riesce a sentire solo la pressione della neve soffice e desidera solo che Paul lo raggiunga, gli stringa le mani e lo riscaldi per l'ultima volta.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Liverpool, 8 dicembre 1958.

Nevica, nevica così fitto che il giardino della casa di John si è trasformato in un soffice, scintillante manto bianco. Nella fretta di venire da lui, Paul ha dimenticato di indossare i guanti e ora le sue mani sono tutte arrossate a causa della gelida aria invernale.
-Sei proprio un idiota.- ridacchia John, seduto sui gradini del portico di casa. -Adesso non possiamo suonare finché non ti riscaldi...
Paul risponde con uno sguardo accigliato, mentre si spazzola via la neve dal cappotto.
-Ero così di fretta che mi sono dimenticato i guanti, ok?
Un sorriso luminoso si fa strada sulle labbra di John.
-Eri davvero talmente impaziente di vedermi?
-Certo.- ride Paul. -Quindi la colpa è tua che mi hai fatto quasi correre fino a qui senza guanti e con la custodia della chitarra sulle spalle.
-Beh, allora inizio a fare qualcosa per riscaldarti, così mi perdoni.
John si sfila i guanti blu che ha indossato fino a quel momento, mentre aspettava Paul sotto il portico, e li lascia cadere a terra. Poi si alza, afferra le mani del ragazzo, tutte intirizzite per il freddo, e inizia a sfregarle lentamente tra le sue. Paul arrossisce, mentre un calore piacevole inizia a pervadere ogni angolo del suo corpo.
-Perché te li sei tolti?
-Perché così posso toccarti davvero.- risponde John, stringendogli le mani ancora più forte. -Non è più bello così?
-Ma ti gelerai anche tu.
-Lo so.
-E poi come facciamo a suonare?
John gli rivolge uno dei suoi sorrisi ironici e gli si avvicina ancora di più per posargli un rapido bacio sulle labbra.
-Le chitarre possono aspettare quando ci sei tu, Paul.- mormora. -Le chitarre possono aspettare.
   
 
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