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Autore: VooJDee    30/05/2013    7 recensioni
Jamie ha sedici anni, fa uso di droga e scompare da Quantico dove vive con suo padre, marine degli stati uniti. La squadra di Gibbs nel cercarla si troverà coinvolta nel difficile mondo delle droghe e della prostituzione, cosa che metterà a dura prova il carattere dell'agente Leeroy Jethro Gibbs. 
Intanto Tony e Ziva intraprendono una relazione segreta e cercano in ogni mondo di nasconderlo a Gibbs. 
 
Gibbs si sedette accanto al marine: “Non ha pensato che potrebbe.. essere morta per un’overdose?”
“No.” Lo disse con fare sicuro: “Me lo sentirei se fosse morta. La mia bambina è viva, nelle mani di qualche spacciatore, magari aveva dei debiti con qualcuno.. però è viva, io lo so. Insomma.. è una cosa che i padri sanno. Lei ha figli, agente?”
“..Sì”
“E allora capirà che intendo. La prego, trovi la mia  Jamie e me la riporti a casa.”
Genere: Drammatico, Erotico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Leroy Jethro Gibbs, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Quando Tony e Ziva arrivarono nell’open office Gibbs scattò in piedi dalla scrivania: “Dove diavolo eravate finiti?”
Ziva si girò con velocità verso Tony: “Non gliel’hai detto?” sussurrò: “Ti avevo detto di chiamarlo!”
Tony cercò di giustificarsi: “Scusa capo io..”
Gibbs si avvicinò e lo guardò con intensità negli occhi prima di colpirlo sulla nuca: “Mai chiedere scusa, DiNozzo. Ziva, cos’hai scoperto?”
Lei si avvicinò alla sua scrivania: “Un uomo, Brad Nicholson, dice di averla vista in una strada di prostitute. Si è avvicinato a chiederle il prezzo ma lei si è messa a piangere, ed è stata trascinata via da quello che lui ha creduto essere il suo protettore.”
Gibbs sospirò: “Prostitute, eh?”
Ziva annuì: “Ok, quindi? Che si fa adesso?”
Improvvisamente Tony scattò in piedi, con un sorriso divertito sul volto: “Io avrei un’idea niente male..”


“Finisce sempre così..” disse sconsolato McGee: “Loro sul campo, e io rilegato ai lavori d’ufficio.”
Abby lo abbracciò dolcemente: “Timmy, non sei proprio il tipo che ci si aspetta di trovare in una strada di prostitute, non credi?”
Lui sbuffò: “Perché no? Cos’ho di diverso da Tony o da..”
“Gibbs?! Oh, Tim! Siete due mondi distanti, davvero molto, molto distanti! Non puoi fare paragoni con il grande capo!” esclamò, facendo muovere i codini: “E poi Tony.. Tony guarda i porno, esce con ragazze diverse ogni due giorni, fa battute di pessimo gusto.. mentre tu passi il sabato sera a scrivere romanzi. Insomma, McGee.. sei troppo.. McGee per essere il tipo che ci si aspetta di trovare laggiù.”
Lui sospirò, e decise di non insistere; per quanto il discorso della scienziata fosse contorto era anche veritiero, probabilmente si sarebbe sentito a disagio.
In quel momento il suo cellulare squillò facendolo sobbalzare: “Uh.. capo?”
“McGee.. ho bisogno che tu faccia qualche indagine su Brad Nicholson, scopri che tipo è e richiamami appena possibile.”
Chiuse il cellulare e raggiunse la scienziata: “Forza, Abs, abbiamo del lavoro da fare.”


“Non posso crederci..” sibilò Ziva, tirandosi la gonna il più possibile: “Anthony DiNozzo giuro sul mio onore che questa me la pagherai cara..”
Appoggiata sotto un palo fulminò con lo sguardo la macchina del collega parcheggiata poco più in la a sinistre, infine guardò con disperazione quella Gibbs, messa invece sulla destra.
Attivò la piccola auricolare che aveva nell’orecchio: “Gibbs, qui non vedo la ragazza. E’ da oltre due ore che mi guardo intorno, di lei non c’è traccia.”
Continua a guardare Ziva,” fece la sua voce accigliata dall’altra parte della ricetrasmittente: “e smetti di agitarti come se avessi le pulci.
Non sei affatto credibile, se continui a tirarti giù la gonna..” aggiunse DiNozzo, divertito.
Lei si lasciò sfuggire un ringhio: “DiNozzo, quando questa pagliacciata sarà finita ti conviene scappare lontano da me perché potrei ucciderti in malo modo.”
Sia lui che Gibbs, dalle rispettive vetture, si concessero una risata prima di spegnere le ricetrasmittenti.
Circa mezzora dopo Jethro si avvicinò a Ziva con la macchina, e lei ci si infilò dentro. Afferrò il caffè che lui le stava porgendo e lo sorseggiò piano, per quanto non lo amasse particolarmente.
“L’hai vista?”
Ziva scosse il capo: “Nemmeno l’ombra. Abbiamo un problema, comunque.. le mie vicine iniziano a sospettare di me perché ho declinato ogni cliente.”
Gibbs attivò la ricetrasmittente: “DiNozzo!”
I due sentirono qualche rumore confuso, un rantolo, poi silenzio: “..capo?
Ziva cercò in ogni modo di non scoppiare a ridere, Gibbs si concesse un sorrisino: “Dormito bene?”
..si. Grazie capo.
“Ora ho bisogno che tu ti finga un cliente e carichi Ziva con te in macchina.”
Ci muoviamo?
“No. Però dobbiamo evitare che le prostitute che sono qui intorno sospettino che Ziva stia organizzando una retata.. se contattassero i loro protettori le toglierebbero dal campo immediatamente e addio Jamie.”
Capito. Faccio subito, capo.
Gibbs sospirò, e scrutò Ziva che in velocità usciva dalla macchina infilandosi alcuni dollari nel reggiseno.
 

“Tim..” fece Abby una volta tornata al laboratorio con un nuovo bicchiere di Caf-Pow. Non ricevendo risposta, tentò ancora: “Tim.. Timmy.. Timothy!”
Camminò per tutto il laboratorio fino a trovarlo addormentato, con la faccia sulla tastiera, e la ricerca ancora in corso. Tornò nella sala principale  e continuò il lavoro che aveva interrotto prima. Improvvisamente decise di fare un giro sul dossier del caso, e rimase a scrutare una foto di Jamie.
“Sono sicuro che sta bene..” disse una voce calda e pacata alle sue spalle.
Lei sospirò senza girarsi: “Chissà dov’è.. credi che Gibbs riuscirà a trovarla, Ducky?”
L’anziano uomo si concesse un sorriso: “Sono fiducioso.”
 

Mentre aspettava Tony, Ziva aveva notato che una ragazza, poco più giovane di lei, la osservava con attenzione, senza distogliere mai lo sguardo.. sembrava piuttosto sospettosa.
Quando finalmente la macchina del collega la raggiunse cercò di non farci troppo caso e ci si infilò velocemente.
Lui ridacchiava sotto i baffi, cercando di non farsi notare, ma senza riuscirci.
“Anthony DiNozzo Junior, che diavolo ti è saltato in mente?!” gridò a pochi centimetri dal suo viso.
Tony ridacchiò ancora: “E’ una normalissima operazione sottocopertura, agente David.”
Stava per replicare sentì un brivido sulla schiena, si voltò appena e notò che quella ragazza che prima la fissava, ora passeggiava, fingendo indifferenza accanto alla macchina.
“Vuoi il servizio completo, tesoro?” disse con malizia: “Prometto che non te ne pentirai.”
Tony aggrottò le sopracciglia: “Che diavol-“
Non riuscì a finire che la collega si avventò con sicurezza sulle sue labbra. Tony rimase stupito, mentre Ziva, con un gesto rapido, spingeva indietro il sedile. Si mise a cavalcioni su di lui, poggiando la schiena al volante, e continuò a baciarlo senza fermarsi. Baciò le labbra, poi scese al collo, iniziando a sbottonare la camicia, e Tony infilò le sue mani sotto la maglietta, ricambiando ai baci.
Improvvisamente Ziva si fermò, guardò furtivamente fuori dal finestrino e poi posizionò il viso accanto al suo orecchio: “Puoi fermarti, Tony.”
“Mh?” fece lui, in dubbio: “Perché mi sei saltata addosso Ziva?”
Lei sorrise: “Ti è forse dispiaciuto, DiNozzo? Una squillo mi spiava per vedere cosa facevo. Credo di averla convinta perché è tornata alla sua postazione.”
“Oh, peccato..” appuntò lui.
La donna ridacchiò, e prese posto nel sedile del passeggero: “Già. Devo comunque ancora fartela pagare per questo, Anthony.”
Lui sbuffò, sorridendo. Rimasero a parlare una decina di minuti, poi Gibbs li contattò.
Ziva, DiNozzo, tornate alle vostre postazioni adesso.
“Ricevuto, capo..” fece Ziva, prendendo la borsetta che aveva poggiato sul parabrezza. Spense l’auricolare e si girò verso Tony: “Avanti, dammi cento dollari.”
“Eh?!” fece lui: “Cento dollari? Ma sei forse impazzita? Mi hai dato un bacetto! Ho uno stipendio misero, non posso permettermi un bacio da cento dollari, Ziva David!”
“Sta zitto e dammeli,” sbottò lei: “te li rendo più tardi, cretino.”
Con fare annoiato Tony prese il portafogli e le allungò una banconota da cento, lei scese con soddisfazione dalla macchina infilando anche quelli nel reggiseno, e prima di chiudere lo sportello si voltò, ammiccando: “Spero di rivederti da queste parti, dolcezza.”
Tornò sotto il palo e si poggiò di peso su di esso. Guardò verso la ragazza di prima, che continuava a guardarla con insistenza. Infine prese coraggio e si avvicinò: “Ehi, scusa, hai una sigaretta?”
Ziva finse di controllare la borsetta: “No, mi dispiace. Le ho finite.”
La ragazza si avvicinò ancora: “Sei nuova di queste parti, vero?”
“Si vede così tanto?” chiese Ziva, sospirando: “Sì, in effetti sono una novellina.”
Lei sorrise: “Non te la prendere. Le so riconoscere le nuove. Non hai la faccia di una che fa questo lavoro da tanto.. meglio per te, trovi molti più clienti così. Che fai qui?”
“Mi chiamo Sarah..” fece Ziva, sorridendo: “Ho una figlia da crescere e nessun lavoro. Mi sono dovuta adattare. Tu, invece?”
“Piacere, Ella..” disse lei, porgendole la mano: “Io lo faccio per la droga. Ho bisogno di soldi per farmi. Il mio pusher mi ha portata in questo mondo quando avevo solo quindici anni, ormai ne ho ventitré e nessuna prospettiva..”
Ziva scrutandola notò un sorriso dipingersi sul suo viso: “Perché non provi a smettere?”
“Impossibile..” sussurrò lei: “I papponi non te lo permettono. A loro serve che tu sia drogata, così lo fai senza troppe lamentele.. se ci fosse una via di fuga da questa vita, credimi, sarei già scappata. Ti consiglio di non fare la mia fine, Sarah.. smetti con questa vita al più presto e pensa a tua figlia.”
Ziva annuì fievolmente, poi Ella si voltò di scatto in direzione di una macchina che si era fermata poco più in la: “Ora devo andare. Quello è un cliente abituale.. il lavoro chiama! Ci vediamo.”
L’agente la guardò allontanarsi e rimase distratta per qualche secondo finché una macchina nera lucida si fermò accanto al marciapiede, proprio di fronte a lei. Il finestrino calò lentamente, un ragazzo dalla pelle scura, le sorrise: “Ehi, bella.”
Ziva si avvicinò: “Mi dispiace, il mio turno finisce ora.”
Lui ammiccò: “Non sono qui per questo, tesoro.”
“E allora che vuoi?” fece lei scontrosa, spostando lo sguardo sul sedile posteriore.
Si avvicinò a lei: “Io nulla, ma penso che a te serva un protettore, vero tesoro?”
Ziva sorrise: “Proprio quello che cercavo..” aprì lo sportello ed entrò nella macchina, che partì a gran velocità.
 
 


Spazio autrice:

Come ho detto l’ultima volta perdonate i secoli che faccio passare tra un capitolo e l’altro ma le ultime due settimane di scuola sono un viaggio di sola andata per l’inferno.
Spero almeno di riuscire a passare l’anno senza debiti, auguratemi buona fortuna D:
Oltre ciò.. suppongo che ora la vostra mente sia di nuovo annebbiata e che, insomma, non abbiate esattamente capito perché cavolo Ziva è salita sulla macchina o roba così.
Beeeeeh scoprirete molto presto che cosa combina la nostra intrepida agente del Mossad! :D
E intanto, nonostante l’operazione sottocopertura di Jamie ancora nessuna traccia.. chissà che fine avrà mai fatto la ragazza! Beh, anche questo non tarderete a scoprirlo ma.. siamo solo agli inizi!
Un bacione, VooJDee. 
   
 
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