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Autore: Gyal    31/05/2013    1 recensioni
E se ti dicessi che non è tutto come sembra? Se ti dicessi che non esiste giusto o sbagliato? Ti sei mai sentito come se qualcuno ti stesse leggendo nel pensiero? Ti senti confuso, non è vero? Sei uno scherzo della natura. Come loro, del resto.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Beh, eccoci qua." dissi davanti al portone di casa. 
Mi sistemai i ricci castani. Devo ammettere che specchiarsi nel portone e non vedere il riflesso della persona con la quale si parla, è strano. Prima non era così.
Carina questa zona. Ci passavo spesso con la macchina, ma non mi sono mai soffermato a guardarla bene.
"Ti va di salire? Sempre se non hai altro da fare..."
E che dovrei fare? Teoricamente non esisto.
"Non so... Pensavo che tu seguissi il tuo corpo..."
Ma chi, Viola? Hai visto come stava? Non avevo voglia di sentirla lamentarsi. Preferisco seguire il mio cuore.

"Eh?"
Nel senso, preferisco allontanarmi dal mio corpo e dalla mia vecchia vita, anche perchè non credo di riuscire a tornarci tanto presto...
Entrammo nel palazzo e salimmo le scale. Il tutto in un imbarazzante silenzio.
"Fa' come se fossi a casa tua!"
L'avrei fatto comunque, tanto non mi vedi. Scherzò.
"Ricorda che ti sento!" gli urlai dall'altra stanza.
E come mai mi hai invitato a salire? Non è che te sei innamorata di me? Rise.
"Sai, io sono educata. E poi mi fa piacere la tua compagnia. Rispetto a star sola..." 
Vivi da sola?
"Già..."
Neanche una coinquilina? ... Amici? ... Niente?
"Eh no..." sospirai.
E... i tuoi? 
Abbassai la testa.
Toccato tasto dolente?
"E' complicato..." mi limitai a rispondere.
Mi sedetti sul divano blu e sprofondai fra i cuscini. Misi le mani in faccia e successivamente mi massaggiai la fronte con le dita.
"Dove sei?"
Seduto alla tua destra. C'è qualcosa che non va? 
"No, è tutto ok. E' che sto pensando... Che cazzo di situazione!"
Già, che rate.
"Beh, e questa Ginevra alla quale pensavi in cella?"
Stendiamo un velo pietoso. Non le piacevo davvero. Penso che fosse soltanto il potere di Andrea. 
"E come fai a dirlo?"
Ormai sono 'sparito' da un po' e non mi ha nemmeno cercato. Ma non fa niente.
"Provi indifferenza nei suoi confronti. Lo sento. Ma perchè di me non pensi niente?"
E chi ti ha detto che non penso niente? Sorrise.
"Eh, non sento niente..." aggiunsi perplessa.
Eh, mi sto esercitando. Aggiunse con tono compiaciuto.
"E cioè?" chiesi curiosa.
Sto imparando a controllare i miei poteri anche da qui dentro.
"Ma non puoi farlo! Cioè, non sei nel tuo corpo!"
Ma essendo un corpo che IO ho immaginato, lo immagino adatto al mio potere.
"Ah, quindi respingi i miei tentativi di sentirti?" chiesi scherzosa.
Esattamente.
"Ma sei stronzo! Ahahah! E perchè?"
Tu non mi lasci entrare nella tua testa, e io non ti lascio entrare nella mia. Me pare ovvio, no? Occhio per occhio... disse con tono beffardo.
"E pensiero per pensiero, no? Ahahah!"

Volevo dirglielo. Sentivo quello stramaledetto bisogno. Sentire i suoi pensieri, mi riportava indietro nel tempo. Una marea di immagini e di ricordi pervase la mente. Non potevo in quel momento. L'avrebbe saputo al momento opportuno. Lui e gli altri. Non in quel momento. Non in quel luogo. Non in quella situazione. Era troppo presto. Anche se sapevo che avrebbe capito. Ma quanto era dura sopportare quel fardello, vivere giorno dopo giorno con quel macigno sullo stomaco. Mi mancava. Mi mancava tremendamente. Avrei voluto vomitargli tutto il mio malessere lì, su quel divano. Per un attimo ho creduto perfino di farlo.

Mi voltai alla mia destra. Ovviamente il divano era vuoto. Non avrebbe avuto senso rivelargli tutto senza poterlo nemmeno guardare negli occhi. 

Maledetta VEX. Maledetti esperimenti. Perchè ci trattano così? Dannazione. Nella mia testa queste frasi si ripetevano all'infinito.

Dovevo trovare una soluzione. Dovevo fare in modo che la mia vita e quella di tutti gli altri tornasse quella di prima. 

Devo dirglielo. No, non devo. Sì, invece. Ma quando? Ora no. Non è questo il momento. Sarebbe tutto più facile se sapesse, ma devo pensare anche a lui. Devo aspettare. Gli avvenimenti devono seguire il loro corso naturale. 

E con questi pensieri, che sovrastavano quelli di Silvio, e i ricordi nel cuore, mi addormentai con una lacrima che mi segnava il viso.

  
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