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Autore: rora02L    31/05/2013    0 recensioni
I noni Hunger Games: quelli che tutti hanno nascosto, dovevano essere i più esaltanti della storia di Panem. Ma sono stati un fallimento e una umiliazione per Capitol City. Due ragazzi del Distretto 8, che decideranno da soli il loro destino. "Non sarò una loro marionetta ... mai."
Julliet Scarlet e Romeo Whitemore.
Spero di avervi incuriosito e mi auguro che passerete a leggere ... Grazie per la vostra considerazione ! Rora-chan
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La Mietitura.

Odio questi avvenimenti scemi ... che senso ha ?
Mia madre sistema il fiocco del mio vestito rosso fuoco dietro la mia schiena ed esclama soddisfatta: "Sei bellissima, Julliet !"
Mi osservo allo specchio scettica: i miei capelli ramati e ondulati cadono sulle mie spalle scoperte e candide, finendo poi sul vestito scarlatto che mette in risalto il mio seno.
Mi piace, ma mi sembra eccessivo per la Mietitura.
Ma è inutile discutere con mia madre, non mi sta mai a sentire e fa di testa sua. È testarda, proprio come me.
Mi prendo i capelli tra le mani e sorrido a mia mamma, dicendo dolcemente: “Va bene.”
Mia madre fa un sorriso triste, è sempre preoccupata quando si tratta della Mietitura. Nessuno Scarllet è mai stato estratto, siamo i beniamini di Capitol City, dopotutto. Ma non si sa mai.
“Il destino è imprevedibile.” mi dice sempre mio padre. Ma io non credo nel destino. Credo solo nelle mie azioni. Queste determinano il mio passato, il mio presente e faranno lo stesso con il mio futuro. Non importa quale prove mi troverò davanti.
Per questo ho insistito per imparare a lanciare i coltelli, la mia arma preferita dopo l’arco. Li trovo molto più versatili di un paio di frecce.
Mio padre mi mise sotto la custodia del mio mentore, Kaidan. Lui è un uomo di colore alto quanto un albero, dai corti capelli neri ed un sorriso smagliante. Ma il so corpo è anche una perfetta macchina da guerra, dopo anni di allenamento per diventare Pacificatore e poi essere respinto perché “non idoneo.”
Kaidan è sordo da un orecchio, il destro. Sperava che non lo scoprissero, ma alla fine è successo. Ed è diventato il mio tutore e mentore, da quando avevo 5 anni. Gli voglio bene come un fratello maggiore.
Chiedo a mia madre dov’è. “Oh penso che sia con tuo padre al palco della Mietitura…”
Sbuffo, non ho la minima voglia di andare. Tutta quella gente ammassata e nervosa. Le telecamere ovunque. E quell’odioso filmato che ci fanno vedere ogni santo anno, sono davvero stanca di questo. Anche se sono solo i noni Hunger Games.
                                                                                                                        *
“Julliet !”
Mi giro e vedo la mia migliore amica, Charle, che mi saluta da lontano agitandosi tutta nel suo vestitino azzurro cielo.
Sorrido e vado verso di lei, salutandola con la mano.
“Sei stupenda !” esclama lei, guardando ammirata il mio vestito rosso. “Anche tu, ti sta bene l’azzurro, si intona con il colore dei tuoi occhi ed il biondo dei tuoi capelli …”
“Grazie !” risponde lei, trillando e sorridendomi tranquilla. A volte la detesto, è sempre così felice e tranquilla.
Nessun incubo, nessuna preoccupazione e nessuna paura. Io invece tengo sempre dentro un solo ed unico terrore: essere estratta. Non mi sono allenata per andare al macello, ma per sapermi difendere nel caso in cui succedesse.
Ma non ho mai voluto che accadesse.
Sorrido anche io e vado a mettermi in coda per il prelievo del sangue, guardando la gonna del vestito di Charle che si agita al vento. Charle ha 16 anni, un anno in meno di me. Ma sembra sempre più piccola e giovanile.
Anche lei appartiene ad un ramo della famiglia Scarlett, anche se il suo cognome non è uguale al mio. Siamo parenti alla lontana, in un certo senso. Ma non ci somigliamo per nulla.
Mi prendono la goccia di sangue senza che io me ne accorga e mi chiedono gentilmente di andare al posto. Persino i Pacificatori sanno chi sono.
Una donna dall’aspetto a dir poco ridicolo ed eccessivo sale sul palco di metallo in cui accogliamo la Mietitura silenziosi come agnellini.
Ha una gonna a tubino color zafferano che ferisce gli occhi e una maglietta dalle maniche a sbuffo color blu elettrico. Una parrucca blu fosforescente troneggia sulla sua minuta testa incipriata e truccata come mai ne avevo vista una.
I suoi piccoli tacchi a spillo blu elettrico sembrano cedere da un momento all’altro, mentre sale traballante sugli scalini per fare il solito annuncio.
Nei maxi schermi, riesco a leggere il suo nome: Sotiria Gasper. Che nome assurdo, ma da dove viene ? Ah, è vero … da Capitol City
Faccio un sorriso storto e torno a guardarla. Apre goffamente una bustina bianca, stropicciandola e strappandola tutta.
Si avvicina al microfono e si schiarisce la voce con un colpo di tosse. Proprio ridicola.
“Felici Hunger Games ! E possa la buona sorte essere seeeempre a vostro favore !” esce da quella sua boccuccia a cuore, con un tono stridulo ed irritante. La odio già.
Fa un cenno della mano verso il maxi schermo accanto a lei e parte il video, con la solita tiritera sui “ribelli cattivi” che soccombono sotto la “buona e misericordiosa Capitol City”. Sotiria, alla fine del video, si lascia scappare una lacrimuccia che asciuga subito e si scusa col pubblico: “Mi commuovo sempre … Ed ora il momento che aspettavate tutti !
Scopriremo i nomi dei giovani fortunati che parteciperanno a questa edizione degli Hunger Games !”
Ci guarda, aspettandosi qualche esclamazione o cose del genere. Silenzio assoluto, ovvio.
Quasi patetica. Quasi.
Fa una faccia confusa e si guarda attorno, in cerca di sostegno. Ma poi si arrende e ricomincia: “Come da tradizione … prima le signore !”
Si avvicina inferma alla sfera di vetro ricolma di bigliettini che sta alla sua destra. Infila la mano grassoccia con enfasi e scava per qualche secondo. Vuole farci stare ancora più male … stronza.
Finalmente la sua mano emerge dalla bolla di vetro, stringendo tra le unghia finte giallo limone il biglietto. Fa che non sia il mio …
Lo apre lentamente, assaporando l’atmosfera. Fa un altro odioso colpetto di tosse e annuncia con voce squillante: “Julliet Scarlett !” Gira la sua testolina a destra e a manca, ansiosa di vedere la prima estratta. Di vedere me.
Ha detto … ha detto proprio il mio nome. No …
Il mio corpo inizia a tremare, consapevole più di me di ciò che è appena successo. Il mio cuore martella in petto e vorrebbe che io scappassi. Le persone intorno a me si allontanano, sanno il mio nome. Faccio un passo avanti, in equilibrio sui tacchi scarlatti.
Sotiria si illumina appena mi vede: “Oh ! Sali cara, sali.” Mi fa cenno con la mano di avvicinarmi. No … no … non voglio.
Costringo il mio corpo ad andare, devo. Cammino con passo di marcia, lenta ed inesorabile. Verso il mio patibolo.
Salgo sui gradini e cerco di non incrociare lo sguardo dei miei genitori e di Kaidan. Mi verrebbe l’impulso di scappare …
Arrivo accanto alla donna di Capitol, tremante come una foglia. Lei mi sorride, come se non fosse successo nulla. Mentre la mia vita ed il mio futuro sono stati appena stravolti.
Sotira zampetta come uno stambecco verso la seconda bolla. Sento la mente vuota, non riesco a pensare a nulla se non a ciò che è appena successo. Il mio incubo peggiore divenuto realtà. Le forze mi abbandonano lentamente e vorrei cadere a terra, urlare e mettermi a piangere, implorando pietà. Ma penso a ciò che mi ha insegnato Kaidan. “La loro arma migliore contro di noi è questa: umiliarci. Non permettergli di piegarti al loro volere, non trasformarti nel loro pupazzo da manovrare. Non sei una pedina, ma una persona. Anzi, una guerriera.”
Mi stropiccio gli occhi umidi e alzo il capo, orgogliosa e fiera. Guardo i miei compagni di Distretto. Tornerò.
In quel momento, la voce tintinnante di Sotiria interrompe i mie pensieri: “Ora il Tributo maschio, il giovane uomo …”
Apre con infinita calma il secondo biglietto e lo legge chiaramente: “Romeo Whiteore.” Cosa ? Romeo … Whitemore ?!
Due occhi blu come il mare si fissano su di me. Sono di un ragazzo dai corti capelli corvini e dalla carnagione chiara, che ora è ancora più pallida per il terrore. Io … l’ho già visto.
Il mio cuore perde un battito quando quel ragazzo stupendo si avvicina al palco.
 
  
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