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Autore: BieberSweat_    31/05/2013    5 recensioni
-okay. Numero preferito?- gli domando giocherellando con le sue dita guardandolo.
Arriccia il naso senza ancora guardarmi.
A tavola abbiamo più riso che mangiato e parlato. Ora stiamo più ridendo che parlando e camminando.
Okay, in sintesi ridiamo sempre. 
Qualcuno che mi ricorda da quanto non ridevo?
Ci siamo promessi di fare i seri adesso e provare a conoscerci.
-593- mi sorride afferrando il labbro inferiore tra i denti. Oh no, ragazzo mio, tu non può.
-da uno a dieci?- gli domando alzando le braccia. Sbuffa.
-devi chiedermi perchè!- sbotta facendomi zigzagare tra un tombino. Piego la testa.
-perchè?- sospiro allungando il passo.
-vieni 5 minuti con me che tra 9 mesi saremo in 3- dice quasi serio. Mi blocco e lo guardo. Santa Madonna, lui si che è simpatico.
 
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
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La giovane professoressa Udiné correva veloce lungo il corridoio: solo il suono tuoneggiante dei suoi spessi tacchi. 
Le lezioni erano già iniziate e lei era stranamente in ritardo. 
"Maledette complicazioni con l'auto!", si ripeteva, ed intanto questo voleva dire 15 minuti di ritardo a scuola. 
Saliva veloce le scale, ma arrivata al piano esatto dove la sua classe la stava aspettando si accorse di aver…
dimenticato la valigetta! 


Come aveva potuto commettere una simile dimenticanza? Non era da lei. 
Sperava solo che questa giornata finisse al più presto perché già cominciata con il piede sbagliato.
Si battè una mano sulla fronte e corse giù dalle scale in preda all'esasperazione. 

Nello stesso istante un alunno, in clamoroso ritardo anche lui, correva assente, ma veloce sulle scale nella direzione opposta della giovane professoressa. 
Appena svoltati all'angolo, il ragazzo con le cuffie e la professoressa con la fretta addosso, non si accorsero di essere in due ad attraversare un pezzo di scale così stretto. 

Si scontrarono. 

Un impatto fortissimo. 

Il giovane ragazzo riuscì a reggersi per poco in piedi aggrappandosi allo scorri mano, dopo aver sbattuto violentemente la schiena contro il muro.

La giovane professoressa di francese, avendo la discesa agevolata, precipitò dalle scale senza pietà finendo per sbattere con violenza la testa contro la parete che storceva l’angolo.
Un rigo di sangue colava dalla sua tempia destra, gli occhi erano sbarrati e il corpo inerme era a terra.


All'istante, il ragazzo corse in soccorso di lei con il busto ancora dolorante, ma rendendosi conto della situazione, chiamò disperatamente aiuto. 

Alcuni bidelli accorsero, ma non lo notarono subito.

 

Ovvio, nessuno avrebbe mai pensato che la professoressa Udiné fosse finita in coma.

 

Contemporaneamente...
 

 
-Julie, come si dice ‘posso avere questa cosa’ in francese?- chiedo impazzita o quasi.
Sicuramente disperata lo ero.
Stupida interrogazione a tappeto.
Ci finisco in mezzo. Ne sono sicura.
-che cazzo ne so! Manco l'ho aperto io il libro- urla Julie in preda al panico.
La mia migliore amica non studia mai e dopo si agita tanto.             
E' furba, mi dicono.                          

-mi sei sempre stata utile, amore- dico sarcastica.
-non so nulla- scandisce bene le parole.
-siamo in due-
-sì, ma le nostre situazioni sono piuttosto diverse. Tu dici sempre che non sai nulla, ma alla fine almeno 7 te lo becchi, e dico almeno! Io, invece, da normale ragazza, quando dico che non so nulla vuol dire che anche questa penna può parlare francese meglio di me- afferra un penna verde e me la sventola davanti al viso. Sorrido.
-figurati-
-figurati te-
-ma perché ci mette così tanto? Dovrebbe già essere in classe- dico fissando la porta ancora aperta.
E' la prima volta che penso l'impensabile con la professoressa di francese. 

-ma smettetela di studiare tanto qui non interroga nessuno, sembrate solo ancora più sfigate-
Bettany ci compare davanti ridacchiando.
Ecco la puttana.
Mi sta simpatica.
-te e le tue tette scoperte ci fate la cortesia di tirarvela più in là di qui, grazie?- chiedo ‘cortese’ sventolando una mano e rivolgendole un sorriso abbastanza antipatico.
-sì, grazie- mi fa eco Julie.
-sfigate- borbotta credendo che non l'abbiamo sentita e allontanandosi con il suo gruppetto di oche giulive.
-sua madre a novanta- borbotto anch'io facendo ridacchiare Julie.
Non credo mi abbia sentito, ma anche se fosse, meglio era. 
L'attesa dei minuti vari si fa angosciante così decido di andare a informarmi dai bidelli per vedere se riesco a rimediare qualche gossip.
-esco un attimo, per vedere perché ci mette così tanto- dico alzandomi.
-sbrigati che se poi arriva e ti becca fuori dalla classe sei fottuta- Julie mi aspetta seduta.

Mi avvio nel corridoio silenzioso finché una voce non mi blocca.
-dove stai andando?- la bidella mi viene incontro.
-ciao Esme, volevo solo sapere che fine aveva fatto la nostra professoressa-
-chi?- chiede guardandosi intorno. La imito sentendo del movimento dall'ultimo corridoio.
-Udinè, quella di francese- confermo tornando con lo sguardo su di lei.
-aspetta qui- senza calcolarmi, si allontana e torna dopo qualche minuto.

-è successa una cosa terribile- dice facendosi aria con una mano.
Ma che cazz...?
-cioè?- chiedo accigliata.
-la professoressa è precipitata dalle scale!- sbraita agitando le mani e portandosi le mani tra i capelli.
-cosa?!- chiedo abbastanza allarmata.
-l’ambulanza l’ha portata via pochi minuti fa- sussurra impercettibilmente.
Pensare l’impensabile? Buono.
-ommioddio- mi fingo disastrata come lei, ma in realtà l'unica cosa che ripeto nella mia mente è 'never say never!'.
-andiamo in classe, così andiamo a dirlo subito alle tue compagne-
Voleva dire ‘così andiamo a prendere le birre e lo stereo per il festone’, vero?
-okay...- dico allontanandomi con Esme affianco.

Appena metto piede in classe, mi sento gli occhi di tutte puntati addosso.
-allora?!- chiedono in coro curiose.
-sorpresa!- alzo le braccia al cielo sorridendo stile clown.
-ma quale sorpresa! Contieniti, Jude! Non sono cose su cui scherzare, eh- mi riprende Esme.
-che sorpresa?- chiede confusa Alexis.
-la professoressa ha avuto uno spiacevole incidente, l’ambulanza l’ha portata d’urgenza all’ospedale più vicino-
Dopo alcuni secondi di attesa, probabilmente per immagazzinare le parole di Esme, fatti di sguardi increduli tra di loro, in classe si leva una risata generale.
Tutte depravate, penso roteando gli occhi.

Nella classe prende a regnare il più totale caos, gente che si lancia dal banco, che salta sul banco, che si sbatte contro il banco, che alza un banco, volano in aria oggetti e l'aula si riempie di schiamazzi un po' come un pollaio, perché infondo sono tutte galline, a parere mio.
Il giudizio universale.
Io, Esme e Julie rimaniamo sulla porta a sorbirci lo 'spettacolo'.

-ragazze, smettetela di fare tutto questo casino! Ci sono le altre classi che fanno lezione!- le ammonisce Esme da dietro di me, ma con scarsi risultati.
Che bidella dolcina, penso guardandola da capo a piedi.
-è caduta dalle scale, ragazze, non scherzate. Può essere seriamente grave- Esme agita le mani verso Bettany che al momento è quella che ha perso più il controllo tra tutte.
-e chi scherza... piuttosto si festeggia!- Bettanycervellomunitodinoccioline prende a saltellare e ad improvvisare qualche passo di danza con Esme.
Gesù, placcatela. 

-se la cosa è davvero grave, arriverà il supplente, gente! Ci arrivate o fate finta?- urlo scazzata alla classe.
Un coro di delusione riecheggia tra le quattro pareti dell'aula.
Sorrido.
Come smontare i sogni di ventidue alunne in una mossa. 
 

Due settimane dopo...


-secondo me è ancora peggio della Udinè... i supplenti sono sempre peggio-!
Julie si tortura una ciocca di capelli tirandola e poi lisciandola con la punta delle dita.
-mm- mugolo io.
Stavamo aspettando che la nuova professoressa varcasse la soglia della porta.

One moment.

Ma voi non mi dite nulla?
Devo ancora presentarmi, minchia!
Piacere, sono Judit Kylepase, ma per tutti Jude Kylepas.
Bene.
Tra un po’ compirò i miei bellissimi e attesissimi 18 anni e vivo a Gatwich, Londra.
Che altro?
Beh, dovrebbe bastare per ora. 
Ora sto aspettando con ansia quella nuova, se vi interessa.
Oh, eccola sta arrivando.


-buongiorno a tutte!-
 

Una voce maschile.
Un esemplare maschile.
Sì, è proprio un maschio.

Sì, ma... CHE MASCHIO.



 
 





 

 
V A M O S  A L L A  P L A Y A, OH OH OH.


CHE NE DITE?
RECENSIONI ON THE ROAD.

LOLA.

   
 
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