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Autore: Hagne    16/12/2007    8 recensioni
Estratto dal primo capitolo:
"Alzò il capo con rabbia, guardandosi intorno per cercare il responsabile di quell' arte magica quando, tra la nebbia, vide gli occhi verdissimi di Sakura brillare nel polverone, unica fonte di calma, di candore, in quel luogo di morte.
E quando incrociò lo sguardo della ragazza sentì la mente venire invasa da mille voci flautate, bisbigli e sussurri pungenti come se mille paia d'occhi lo stessero fissando.
Cercò di distogliere lo sguardo, di sottrarsi all'arte magica, ma c’era qualcosa in quegli occhi che lo costringeva a guardarli fissi, non lasciandogli alcuna via di scampo.
Di scelta.
[...]
E lui lo accontentava come ormai faceva fin dalla tenera età.
Racchiuse in una gabbia di sabbia quattro ninja che ancor prima di capire cosa stesse succedendo si ritrovarono a terra, gli occhi ormai abbandonati dalla vita.
Ormai divorati dal demone della sabbia ."
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Sabaku no Gaara , Sakura Haruno
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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capitolo 1 (Naruto) Un'altra esplosione, forse più forte delle precedenti,  fece traballare pericolosamente gli edifici circostanti, distrutti in parte dai combattimenti che si stavano susseguendo senza sosta nella cittadina.
 Il cielo azzurro e limpido, calmo come le acque di un lago, tradiva l'orrore e la distruzione della quale Konoha era divenuta vittima, messa sotto assedio dai ninja di Orochimaru.
In mezzo a tutta quella confusione, attraverso l’immenso polverone che si era alzato  rendendo l’aria irrespirabile, due occhi di giada si guardavano intorno circospetti, cercando di captare il pericolo.
La ninja camminava con calcolata lentezza,  tenendo  stretta a sé una ragazza dai capelli biondi che, priva di coscienza, giaceva sulla sua spalla.
Un fischio e la ragazza fece appena  in tempo ad abbassarsi,  schivando così  uno shuriken che si piantò nel muro   mentre piccole e sottili ciocche rosa cadevano al suolo.
Sakura Haruno si voltò di scatto,  stringendo gli occhi verdi per cercare tra la nebbia chi  le aveva scagliato quell’arma contundente.
Tese meglio l’udito per ascoltare eventuali mosse del nemico, e quando percepì  un movimento sospetto alla sua destra   mosse  velocemente le mani, bisbigliando qualcosa che l’ombra non riuscì a sentire e che lo fece cadere disteso per terra.
Sakura, cercando di non far cadere l’amica   si avvicinò alla figura per terra, aguzzando la vista nel tentativo di riconoscere il suo aggressore, e quando vide la nebbia diradarsi   trattenne il fiato nel vedere un giovane ragazzo di circa tredici anni alzarsi in piedi con un movimento agile, muovendo i corti capelli neri e alzando così il capo  verso di lei.
Il cuore della ragazza gelò come il suo animo quando vide un ghigno perverso curvare le labbra del suo compagno di squadra.
Sasuke Uchiha sorrise malignamente alla ragazza dai capelli rosa, giocando pigramente con uno shuriken.
- Bel colpo Sakura, ma puoi fare di meglio.
La ninja rabbrividì alla voce pungente del ragazzo.
Cosa stava facendo Sasuke, il suo Sasuke?  
Perché l’aveva attaccata?
Fece un passo avanti,  cercando nella sua mente una giustificazione al gesto del compagno  che purtroppo, per quanto vi tentò, non riuscì a trovare.
Forse,  si disse, aveva sbagliato bersaglio.
Sì, doveva essere così per forza, non poteva credere a nessun altra spiegazione possibile.
 - Sasuke perché sei qui? Il maestro ti ha detto di non uscire dal tuo nascondiglio, perché sei venuto?
La voce accorata della ragazza sembrò far ridere il giovane che, continuando a ghignare mellifluamente, portò lo sguardo su Ino  ancora svenuta.

 - Non sono un coniglio, non scappo mai, e poi lui mi ha chiamato.
 Sakura vide gli occhi color petrolio del ragazzo farsi vuoti, bui come la notte, privi di qualsiasi sentimento a parte quella luce oscura che brillava minacciosa.
Sentì le gambe molli quando, abbassando lo sguardo, notò le mani del ragazzo macchiate di sangue, e capì che ciò che aveva visto nei suoi occhi era vendetta, follia, e voglia di uccidere.
Tremante e sconcertata dall’aspetto inquieto del ragazzo e dal suo radicale cambiamento cercò di trovare un'altra scusante.
Scappa, o ti ucciderà!
La vocina insistente della sua coscienza  la pregò di allontanarsi da lui, perché quello non era più il suo Sasuke, ma solo una macchina per uccidere.
Non fece in tempo però  a muovere un muscolo che il ragazzo le scagliò improvvisamente un altro shuriken, e per schivarlo,  Sakura fece cadere Ino per terra  mentre lei traballava su se stessa sentendo il cuore fremere.
Guardò negli occhi il compagno, completamente terrorizzata.
Che cosa gli era successo?
Doveva saperlo, doveva trovare una spiegazione  e così, facendosi forza, diede voce ai suoi pensieri.
-  Cosa ti è successo? Tu non sei il vero Sasuke! Non puoi esserlo!
 Gli occhi neri del ragazzo brillarono di follia  mentre incrociava le braccia, ghignando.
- Ho aperto gli occhi stupida ragazzina, ora io sono il braccio destro di Orochimaru, e distruggerò il villaggio della foglia.
Sakura sentì il suo cuore sgretolarsi definitivamente mentre il tintinnio delle sue lacrime veniva zittito dalle urla disperate di alcuni ninja.
No, non poteva essere vero.
I lunghi capelli le  coprirono il volto,  lasciando scoperti solo gli occhi lucidi  dai quali uscivano irrefrenabili calde lacrime.
Sentì i pezzi del suo cuore staccarsi uno ad uno, lentamente,  rendendo il dolore talmente forte da farle dimenticare che intorno a sé era in atto la lotta contro quel serpente di Orochimaru e i suoi seguaci, ma sapere che il suo Sasuke era diventato uno di loro, venuto lì non per aiutare i suoi amici ma per distruggere il suo stesso villaggio le aveva tolto tutte le forze.
Il ragazzo smise di ghignare nello scorgere le lacrime della ragazza, arricciando la bocca  come disgustato da quella visione.  
-  Sei una sciocca bambina Sakura, non fai altro che piangere. Sei debole, ecco perché nelle missioni sei tu quella che i nemici attaccano per primi, perché tu  sei l’anello debole . Sei solo un' insulsa ragazzina che non fa altro che piagnucolare, anche quando il suo villaggio sta per essere raso al suolo.
Le parole di Sasuke colpirono come uno schiaffo Sakura, risvegliandola dallo shock nel  quale era caduta.
Qualcosa dentro di lei cominciò a bruciare per le parole crudeli del compagno.

Non era debole, lei non era assolutamente debole.
Strinse i pugni così forte da conficcare le unghie nella carne, facendo zampillare qualche goccia di  sangue mentre le lacrime ormai senza alcun controllo cadevano come un fiume in piena dalla sue gote.
Il ragazzo prese un altro shuriken tra le mani,  fissandola maligno.
- Visto che ti piace tanto piangere ti darò qualcosa di più sensato per cui versare le tue lacrime.
Così, con uno scatto fulmineo, il ninja lanciò la lama contro la povera Ino  ancora svenuta, senza lasciare  il tempo a Sakura di poter contrattaccare  e costringendola, per proteggere  l’amica, a coprirla con il proprio corpo.
Chiuse gli occhi con rabbia, abbracciando stretta la bionda,   pronta a sentire l’arma piantarsi nella sua carne, ma non accadde nulla.

Aprì gli occhi lucidi, confusa, e  nel vontarsi vide una schiena familiare stagliarsi tra lei e il compagno.
-  Provaci di nuovo e sei morto Sasuke.
- Naruto.
Il bisbiglio della ragazza arrivò flebile e triste alle orecchie del ninja che,   voltandosi,  squadrò l’amica in preda alla preoccupazione.
E quando vide gli occhi verdi gonfi a causa delle lacrime  sentì la rabbia montargli dentro.

Si voltò furioso verso il suo compagno,  stringendo tra le mani lo shuriken che il ragazzo poco prima aveva lanciato contro le due ragazze a terra.
 -  Sei un vigliacco Sasuke! Combatti con me se ne hai il coraggio.
L'Uchiha assottigliò lo sguardo,  minaccioso e irritato.
-  Facciamo i cavalieri Naruto? Se hai tutta questa voglia di morire, ti accontenterò subito - e con queste parole congiunse le mani  mentre il segno maledetto sul suo collo cominciava ad espandersi in tutto il suo corpo e, nello stesso momento,  il demone della volpe risvegliava la sua potenza distruttrice contro il compagno.
Sakura abbracciò l’amica con forza  quando   il  vento furioso sprigionato dalla forza dei due scosse  con violenza gli edifici  ormai sul punto di cadere rovinosamente.
 Alzò lo sguardo  smeraldo, lucido di lacrime,  vedendo i due scagliarsi l’uno contro l’altro con una furia inaudita.
Non li aveva mai visti combattere con tanto accanimento e rabbia, come non aveva mai visto negli occhi di entrambi un simile odio, un odio profondo che ora li portava a lottare con l'intento di uccidere l'altro.
Sollevò il volto impolverato di Ino con delicatezza, notando un piccolo taglio sul sopracciglio della ragazza.
Doveva portarla via di lì, ma come?
Si guardò intorno con circospezione,  notando i ninja lottare tra loro infliggendo tante di quelle ferite che ormai ai loro piedi si estendeva una pozza di sangue.
 Si alzò,  sentendo le gambe tremarle per i  combattimenti avuti con alcuni nemici poco prima, ma non si diede pena, e cominciò a cercare una qualche via d’uscita.
Purtroppo però,   non vedeva altro che fumo e un sottile strato di sabbia che si librava nell’aria avvolgendo alcuni ninja.
Non una via di uscita.
Non una possibilità di salvezza.



§







Sbuffi di sabbia rendevano ciechi chi in quella tempesta si addentrava e si perdeva, ma se ci si guardava meglio dentro, si poteva notare una macchia scarlatta nel fiume dorato, i capelli rossi di chi quell'aria polverosa l'aveva respirata fin da bambino, ciuffi disordinati mossi dagli spostamenti d’aria causati dai suoi attacchi  mentre gli occhi azzurri, glaciali, fissavano indifferenti un ninja della terra della musica chiedere la sua pietà.
Disgustato da quella vista alzò la mano stringendo le dita a pugno,  e da quel semplice e naturale movimento,  la sabbia inghiottì completamente l’uomo, interrompendo così  le sue grida disperate e irritanti.
- Gaara.
Il ragazzo volse con lentezza il volto pallido verso Temari  che  con il suo enorme ventaglio stava spazzando via un'infinità di ninja, i capelli biondi macchiati dal sangue delle sue vittime.
La giovane ninja  si affiancò  al ragazzo,  impugnando la sua arma micidiale e calcolando con lo sguardo azzurro quanti di quei poveri pazzi che avevano osato attaccarli rimaneva ancora in vita.
Con la coda dell’occhio vide Kankuro affiancarsi a loro   tenendo lo sguardo scuro vigile, attento ad ogni minimo spostamento.
-  Ci mancava solo questa! Stiamo aiutando il villaggio della foglia!
 Temari gli scoccò un' occhiataccia.
-  Stupido! Non stiamo aiutando nessuno, ma se in tutta questa confusione ci attaccano non possiamo mica stare fermi aspettando che ci uccidano.
Il ragazzo sbuffò,  guardando il giovane Gaara che con le braccia conserte e il volto calmo sembrava terribilmente statico, e inquietante, come se non si trovasse in una mezzo ad una battaglia, circondato da cadaveri.
 Un movimento sospetto attirò l’attenzione di Temari e di Kankuro  che intravidero  al di là dei vari  combattimenti  l’Uchiha e l’Uzumaki scagliarsi l’uno contro l’altro con sempre più accanimento, sfoderando tanta di quella potenza da far sbiancare qualsiasi ninja, anche loro.
- Perché stanno combattendo? Sono diventati tutti pazzi?
 Kankuro guardò sconcertato i due ragazzi colpirsi con una violenza senza eguali, causando gravi ferite all’avversario, ma oltre alle due  figure ne notò un'altra di spalle, una ragazza  da ciò che riusciva ad intravedere da lì.
Cosa credevano di fare?

- Gaara, dobbiamo andarcene al più presto  o qui non ne usciremo più!
Il ragazzo però non dava ascolto al compagno, troppo occupato ad appagare la sete di sangue del suo demone interno  che,  ingordo, chiedeva sempre più vittime.
E lui lo accontentava come ormai faceva fin dalla tenera età.
 Racchiuse in una gabbia di sabbia quattro ninja che   ancor prima di capire cosa stesse succedendo  si ritrovarono a terra, gli occhi ormai abbandonati dalla vita.
Ormai divorati dal demone della sabbia .





§





Sakura continuava imperterrita a cercare una via di fuga, ma con suo rammarico non riusciva ad orientarsi abbastanza bene per  potersi  difendere in caso di evenienza  da eventuali attacchi.
Ad un tratto però vide un piccolo foro  spalancarsi davanti ai suoi occhi e stringendo Ino sulle sue spalle si mise a correre verso l’apertura.
Prima di oltrepassarla però,  un urlo di dolore la costrinse a voltarsi, e  sbarrò gli occhi quando vide Naruto a terra, la gamba sanguinante, ustionata dalle palle di fuoco dell’Uchiha che, vittorioso,  era pronto a scagliare il colpo di grazia.
- Fermo!
Sakura urlò, urlò con tutta l’anima, con tutta la sua disperazione  mentre piccole lacrime cadevano sul terreno, mischiandosi al sangue dei ninja, al suo.
E quando la voce della ragazza risuonò nell’aria fu come se il mondo si fosse cristallizzato, come se quella voce avesse bloccato l’orologio del tempo per un attimo.
Sasuke,  pronto a scagliare il colpo fatale si ritrovò immobile, congelato da una paralisi che gli tolse improvvisamente il controllo dei suoi arti, dei suoi movimenti.
Senza capire guardò il giovane Uzumaki agonizzante per terra, la gamba gravemente ferita, inerme, debole e alla sua mercè.
Doveva  ucciderlo ora, sapeva di poterlo fare, ma perché non ci riusciva?
Cosa lo stava bloccando?
 Strinse i denti,  cercando di muovere il braccio,  ma con sua sorpresa non vi riuscì.
Cosa stava succedendo?
Alzò il capo con rabbia, guardandosi intorno  per cercare il responsabile di quell’arte magica quando, tra la nebbia, vide gli occhi verdissimi di Sakura brillare nel polverone, unica fonte di calma, di candore, in  quel luogo di morte.
E quando incrociò lo sguardo della ragazza  sentì la mente venire invasa da mille voci flautate, bisbigli e sussurri pungenti  come se mille paia d'occhi  lo stessero fissando.
Cercò  di distogliere lo sguardo, di sottrarsi all'arte magiaca, ma c’era qualcosa in quegli occhi che lo costringeva a guardarli fissi, non lasciandogli alcuna via di scampo.
Di scelta. 





§






Gaara si portò le mani tra i capelli con un gemito,  sentendo il demone della sabbia urlare di dolore come se fosse stato ferito da qualcosa, ma era cinto dalla sabbia, era al sicuro.
Incolume.
 - Gaara?Cosa ti prende?
La voce preoccupata di Temari non arrivò alla mente del ragazzo tanto forti erano le urla di  disperazione che tuonavano nella sua testa.
Cosa gli stava succedendo?
Ma soprattutto, cosa stava succedendo al demone della sabbia che  sentiva dimenarsi nel suo corpo con tanta sofferenza? 
Aprì gli occhi a fatica, respirando affannosamente per il dolore, giusto in tempo per vedere alcuni ninja della terra della musica scappare via inseguiti da quelli della foglia.
Si stavano per caso  ritirando?
Avevano forse vinto?
Un'altra fitta gli colpì il petto, un colpo che lo piegò assieme alle urla del demone della sabbia che sembrava essere stato trafitto.
Cadde in ginocchio,  scuotendo con le mani la testa  nel tentativo di diminuire la propria  sofferenza, quella del demone, quella di entrambi quando, d’improvviso, le urla del demone si affievolirono fino a scomparire del tutto.
Riportò le mani davanti agli occhi a fatica, il respiro ansante, sentendo la presenza del suo demone quasi inesistente all'interno della sua testa così come il desiderio di quest’ultimo di altro sangue, di altre vittime da uccidere.
Silenzio.
Per la prima volta nella sua vita Gaara sentiva la mente sgombra dalla voce  del demone della sabbia e il suo cuore libero dalla morsa d’acciaio di cui era sempre stato vittima.
 Si mosse cauto,  sentendo una strana sensazione mai provata prima, come di pace, allagarsi all’altezza del petto.
 Si rialzò  guardandosi intorno  come spaesato, le voci degli altri ninja finalmente chiare, udibili.
 Perché riusciva ad ascoltare le loro voci?
 Il suo udito era sempre stato oppresso dalla voce del demone della sabbia, e oltre ad essa ,  non aveva mai sentito nient’altro.
Nessuna voce umana, solo bisbigli inconsistenti.
E d’improvviso, così come fulmineo era stato quel silenzio, nella sua mente passò un urlo disperato, una voce che fu impressa a fuoco e fiamme nella sua anima, nel suo cuore.
Cercò con lo sguardo il proprietario di quella voce e notò a  qualche metro di distanza una piccola figura in ginocchio che teneva tra le braccia una ragazza.
Ne fu attratto, calamitato.
Fece un passo in avanti, riuscendo a vedere dei capelli rosa frustare la piccola schiena della ragazza che sussultava a tratti, come scossa da singhiozzi .
Tutto fuorchè una sola impressione.



§



Sakura fissava Sasuke rabbiosa, amareggiata, mentre  il sentimento di amore, del suo disperato e rifiutato amore per il ragazzo cominciava ad essere offuscato dalla rabbia per le parole che le aveva rivolto.
Furia per ciò che aveva fatto a Naruto, odio per l’umiliazione subita in tanti anni di amore non ricambiato, e calpestato.
Lasciò Ino per terra, poggiandola contro un muro per poi rialzarsi ed tendere i pugni in aria, in posizione di attacco, respirando a fatica e sentendo le lacrime bagnarle le gote.
Socchiuse gli occhi verdi  mentre una folata di vento gelido scuoteva i suoi capelli e i suoi abiti, gelando tutte le ossa ma non il suo sangue che pompava senza freno circolando velocemente nel corpo della ragazza.
Guardò il compagno per  terra, e fu con  un gesto istintivo che si  mise davanti a lui, in sua difesa,  pronta a scagliare un  pugno contro Sasuke che continuava a rimanere immobile, ghiacciato da quegli occhi abbacinanti come il sole che poco a poco faceva capolino dalle immense nuvole nere.
-  Stai indietro.
Sakura pronunciò tra i denti quelle  parole intrise di veleno, sentendo i muscoli fremere, vibrare sfiniti dalle battaglie precedenti ma pronti a riprendere un nuovo combattimento.
Con sua sorpresa  vide il ragazzo indietreggiare mentre chiudeva con forza gli occhi, come se cercasse di combattere contro qualcosa che lei non riusciva a vedere, a capire.
Un' ombra però distolse la ragazza dai suoi pensieri .
Si portò le braccia davanti al viso per difendersi da un' esplosione alla sua destra.
Un  boato assordante  scosse la terra mentre dai detriti di un edificio nascosto da muri ormai caduti usciva  Orochimaru, il braccio impregnato di sangue  e un grosso taglio sulla guancia sinistra.
 Sakura assottigliò gli occhi,  pronta ad uno scontro diretto con il nemico del suo villaggio  quando l’uomo si voltò verso di lei, fermandosi di colpo  ,come se fosse stato bloccato da una catena che lo inchiodava al suolo.



§





Orochimaru fissò a lungo gli occhi chiari fissi su di lui, attento, e attratto da una luce che trovò incredibilmente familiare,   poi  il suo sguardo cadde su Sasuke, immobile come una statua.
Digrignò i denti nel notare il sigillo ritrarsi sotto lo sguardo minaccioso della ragazza, come se fosse lei stesso a comandarlo, un evento che non aveva nulla a che vedere col caso, nè con la fortuna.
- Dove credi di andare? 
La sua attenzione fu attratta da una voce femminile, aggressiva e pregna di quella familiarirà che lo convinse a voltarsi nuovamente,  incrociando lo sguardo verde della ragazza che aveva portato la sua attenzione su di lui.
Un senso di vertigine lo assalì, inaspettato, come  le voci che avevano preso ad urlare ordini nella sua mente .
 E capì con orrore e angoscia, che no, non era un caso.
- Andiamo Sasuke.
- No-non posso.
La voce del giovane Uchiha era incrinata dalla fatica, come se fosse stanco, sfinito da mille fatiche, anche se immobile.
Un lampo baluginò allora  nella mente di Orochimaru, ma tanto bastò a convincerlo di dover andare via. Subito.
Prese per il braccio il ragazzo che, suo malgrado, non riusciva davvero a muovere un muscolo.
- Prendetela.
 L’ordine di Orochimaru fu udito chiaramente  dai suoi seguaci, attirati dalla figura minuta con i pugni tesi in aria verso la quale si scagliarono.
 La ragazza  non fece  neanche in tempo a voltarsi che si ritrovò stretta da due  braccia soffocanti, dure come tenaglie d’acciaio che la imprigionavano, impedendole anche di respirare, oltre che muoversi.
 Urlò di dolore nel sentire  le proprie  ossa scricchiolare, come se stessero per rompersi,  e quando l’urlo agonizzante della ragazza risuonò nell’aria,  Kakashi e gli altri ninja della foglia, resisi conto del pericolo,  saltarono dagli edifici  per correre in aiuto della  loro  allieva.
Ma fu un altro ninja, invero, a prestare lei soccorso.
Uno  strato di sabbia frustò l'aria con dolcezza prima di avvolgersi attorno al collo dell’uomo che teneva imprigionata Sakura, soffocandolo in una manciata di secondi nel mentre che lei  cadeva a terra ormai priva di sensi.
Ancor  prima di chiudere gli occhi però, Sakura potè vedere  attraverso tutta quella sabbia due occhi cangianti come quelli di un gatto,  intenti,  chissà perché,  a fissarla con un certo interesse, inquisitori.
Poi le forze, già esigue,  lasciarono  il posto alla stanchezza.
Sentì solo l’urlo preoccupato di Naruto e poi,  il buio.
 


Continua...



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