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Autore: I am in love with a train    01/06/2013    2 recensioni
Premettiamo che questa è la nostra prima storia. Parla di cosa potrebbe succedere a quei tre uomini (che noi ovviamente stimiamo ma che amiamo prendere per il culo all day long u.u) se lasciati soli e allo sbaraglio. Billie ha comportamenti di un bimbo di 5 anni, Mike è la brava e buona mammina che accontenta tutti, e Tré è... Trè. Non sforzatevi a trovare un briciolo di senso in questa nostra opera (??) perchè non ne ha. We hope you enjoy it u.u!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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 Arrivato sul posto, trovò il batterista seduto fuori dal bar, che si reggeva con la schiena al muro; sull’insegna del locale c’era scritto “Life cafè”.
“Trè! Mamma mia, sei sempre il solito! Forza sali in macchina!” Disse tentando di tirarlo su da terra, ma nonostante tutti i suoi sforzi non riuscì a muoverlo neanche di un millimetro.
“Ee se io mi rifiutassi??!” Biascicò Trè, mentre Billie lo fece alzare definitivamente, facendo mettere al batterista un braccio intorno al suo collo, e sorreggendolo meglio che poteva.
Lo portò in auto e lo fece sistemare sul sedile del passeggero, tenendolo fermo allacciandogli la cintura di sicurezza.
“Olà! Ora te ne stai buono buono qui, ok?”
“Te l’ho mai detto che hai degli occhi bellissimi?!” Farfugliò Trè stralunato, accarezzando una guancia all’amico.
“Ehm… inizi a farmi paura… torniamo a casa eh?” Era abbastanza spaventato, ma ormai conosceva le reazioni del batterista da ubriaco.
“Ti voglio taanto bbene!!” Gridò attaccandosi al collo del moro, facendogli mancare il respiro per qualche secondo: non per l’emozione, ma perché  gli stava letteralmente togliendo il fiato strozzandolo.
“T-Trè, ti-ti prego!!” Si dimenò per un po’ tentando di liberarsi, ma alla fine si rassegnò a quella stretta.
“Trè… per favore… mi lasceresti? Sai, non ho molta voglia si rimanere qui con il sedere per aria fuori dall’auto… sarei un po’ scomodo!” Appena lo disse Trè lo lasciò andare e mise subito il broncio.
“Sei uno stronzo”
“Che ho fatto di male?!” Era incredibile come riuscisse a cambiare umore velocemente: e non solo quando era ubriaco! Finalmente Billie riuscì a sedersi al posto di guida e tornare a casa.
“Ma quanto tempo ci avete messo?!” Li rimproverò Mike appena a casa.
“Piccoli intoppi… comunque che ne dici di darmi una mano?”
“Oh sì, scusa”
Portarono Trè sul divano, lo fecero sdraiare e gli portarono un bicchiere pieno di succo di limone da fargli bere, per fargli smaltire la sbornia. Si addormentò all’istante.
“Uhm… Mike?”
“Sì, Billie?”
“Il mio stomaco sta iniziando a cantare la Aguilera, che ne dici se mangiamo?”
“Vai a lavarti le mani però” Disse Mike indicando il bagno.
Billie trotterellò via fischiettando “la canzone del cesso”, un motivetto che aveva composto mentre faceva pipì e che aveva intenzione di inserire nel loro prossimo album.
Quando fu di ritorno, si sedette al tavolo e fece per avventarsi sul piatto.
“Mike… ehm… la forchetta” Billie fece notare al bassista che la sua forchetta era di metallo.
“Oh… sscusa… è che volevo vedere se eri così bravo da capire da solo che era di metallo… ma che bravo ometto che sei!” Tentò di discolparsi Mike, che in realtà sperava che non si accorgesse della differenza di materiale (un po’ era ancora arrabbiato per la morte di Clarissa).
“Ehm… ok…g-grazie…” Non era molto convinto, pensava che l’altro lo stesse trattando come uno stupido (come se non lo fosse).
Finito di cenare andarono a letto e Billie, che in quei tre giorni aveva dormito solo un ora, si addormentò all’istante al contatto col cuscino risparmiando al bassista il compito di leggergli la favola della buonanotte.
Il silenzio regnava in casa Pritchard, tutti dormivano beatamente cullati dal lieve ticchettio della pioggia. Il vento spirava muovendo le chiome degli alberi provocando un piacevole fruscio che faceva da sottofondo al canto dei grilli che di  notte popolavano le campagne circostanti.
Il ritmico cantare di un gufo scandiva il tempo come le lancette di un vecchio e fedele orologio che non aveva mai smesso di funzionare.
Sembrava l’immagine di un libro, già, uno di quei libri dolci e rilassanti che si leggono la sera davanti al camino mentre il lieve scricchiolare della sedia a dondolo di una donna che lavora a maglia accompagna il tutt…
“AAAAAAAAHHHH!!!!!” Un urlo squarciò il silenzio; Billie si precipitò nella stanza accanto alla sua.
“Mike, Mike svegliati…” Il bassista socchiuse gli  occhi trovando il viso del vocalist a pochi centimetri dal suo.
“Oh mio Dio, Billie che cavolo vuoi a quest’ora di notte…” Biascicò ancora non completamente cosciente voltandosi dall’altro lato e cacciando la testa sotto il cuscino.
“No Mike, guardami…” Il moro lo scosse leggermente tenendolo per le spalle e chinandosi di lato per guardare in faccia l’amico.
“Dai parla, cosa vuoi?” Disse Mike rassegnandosi all’idea di stare sveglio e mettendosi a sedere.
“Hai freddo?”
“No”
“Ti scappa la pipì?”
“No!”
“Hai paura di qualcosa?”
“No”
“Hai fatto un brutto sogno?”
“No, cioè più o meno, ma veramente potrei venire nel tuo letto per tutte queste cose?” Chiese curioso il vocalist.
“Ma che caz… comunque cosa avresti sognato di così tanto spaventoso?”
“Non ho sognato nulla di spaventoso, ho solo sognato Jenny…” Rispose Billie sedendosi accanto all’amico.
“E allora che cosa vorresti da me?” Il biondo cominciava a spazientirsi.
“Voglio che tu mi aiuti a cercarla”
“ALLE 4 DI NOTTE?! Ma tu sei scemo, io me ne torno a dormire!” Il bassista si sdraiò su di un fianco e chiuse gli occhi.
“Credevo che fossi mio amico…” Piagnucolò il moro facendo gli occhioni da cagnolino bastonato.
“Dai Billie non fare così… ma non puoi andare a cercartela da solo?” Domandò Mike addolcito dall’espressione dell’amico.
“Ma io ho paura ad andarmene di sotto solo soletto, è tutto buio…”
“Ah… e va bene, però cerchiamo di fare presto, ok?” Gli occhioni dolci funzionavano sempre.
Così i due scesero le scale e si ritrovarono in salotto; accesero la luce ma poi, ricordandosi di Trè che dormiva sul divano, decisero di utilizzare una torcia elettrica a testa.
Dopo mezz’ora di inutili ricerche Mike incominciava a spazientirsi.
“Dai Billie, torniamo a letto, la cerchiamo domani mattina…” Disse lasciandosi cadere sulla poltrona di fianco al divano.
“Ma mi ricordo che era qui da qualche parte… ah eccola! Ah no, è solo un pezzo di carta igienica…” Contestò Billie deluso.
“Visto? Non c’è… aspetta un momento, perché c’è della carta igienica sparsa ovunque per il mio salotto?”
“L’ho buttata iiio!” La testa di Trè comparve da dietro il bracciolo del divano; non aveva un’espressione molto cosciente in viso, probabilmente era ancora sotto l’effetto dell’alcool.
“M… ma dico sei impazzito? Dovrò stare a pulire per una settimana!” Strillò il bassista che esasperava sempre tutto alla follia quando si trattava di pulizie.
“Ma no dai, vedrai che in un ooora sarà tuuutto come nuovo!” Lo “rassicurò” il batterista cadendo pesantemente giù dal divano dando sfoggio del tutù rosa che portava intorno alla vita.
“E quello dove l’hai preso?!” Esclamò il biondo, un’espressione disgustata dipinta sul volto.
“A… appunto Trè, d… dove l’hai preso…?” Gli fece eco Billie poco convinto.
“Nell’armadio di Billie!” Rispose Trè scoppiando a ridere selvaggiamente.
Mike rivolse lo sguardo verso l’amico chiedendo spiegazioni.
“M… ma io non… senti, ognuno ha il diritto di vestirsi come vuole!” Tentò di difendersi il vocalist incrociando le braccia e guardandosi le punte dei piedi.
“Ho capito ma…!! Vabbe, lasciamo perdere… piuttosto, Trè, non è che hai visto la cravatta di Billie?”
“Uhm… ti prego esprimiti in maniera più comprensibile…” Disse il batterista tenendosi le tempie per il mal di testa.
“Sai.dove.è.il.pezzo.di.stoffa.bianca.di.forma.allungata.con.un.nodo?” Scandì lentamente Mike enfatizzando le parole disegnando con le mani la forma di una cravatta.
“Aaaaaaah…… NO” Concluse Trè andandosene via rotolando.
“Heheheheheheh!”
“Questo qua ha dei seri problemi…” BIllie era abbastanza sconvolto.
“Mike!” Gridò voltandosi verso l’amico.
“Cosa?”
“Andiamo a controllare in camera Trè! È l’unica che non abbiamo ancora sfasciato!”
E così i due si avviarono verso la camera e si misero a rovistare in ogni angolo mettendo a soqquadro la stanza del malcapitato.


Holaaa!! :D Come va? A me molto bene, ma immagino non interessi a nessuno :D coomunque, piaciuto il capitolo? Ah, nel caso ve lo stiate chiedendo (??) tra gli avvertimenti della storia abbiamo messo "Incompiuta" perchè realmente non sappiamo se la finiremo mai o.o cioè, questa ff abbiamo iniziato a scriverla qualcosa come *conta sulle dita* NOVE mesi fa (poi il fatto che il coraggio di metterla su l'abbiamo trovato solo 3-4 mesi fa è una cosa a parte u.u) e non abbiamo mai pensato a una cosa basilare come.... in che modo andrà a finire O.O cioè, magari una mezza idea ce l'abbiamo, non è detto che non la finiremo mai, ma preferisco avvertire ("come se a qualcuno interessasse veramente" nd moscerino adimensionale "zitta tu" nd me) u.u. E, altra cosa, non so quando riusciremo a pubblicare ancora, perchè fra un po' iniziano gli esami (O.O) e... insomma abbiamo poco tempo. MA! Non è detta l'ultima parola u.u perchè abbiamo qui tanti capitoli già pronti, quindi se troviamo anche solo cinque minuti tenteremo di metterlo su :3 eeeee..... no nient'altro u.u al prossimo capitolo :3

p.s. oddio il24eravamoalconcertodeiGreenDayèstataunacosafantasticaa *^* eravamo subito dietro le seconde transenne, a neanche 20 metri dal palco *^* io per colpa di quelli davanti a me (una coppia che ha continuato a parlare per tutto il tempo -.-") riuscivo a vedere solo Mike che saltellava in giro (e solo quando quei due si scollavano...) ma è stato troppo bello *^* anche solo per il fatto di cantare e pogare insieme a tutta la gente (sapete, era il mio primo concerto... erano esperienze nuove per me u.u) *^* voi invece siete andati a qualche data? o magari ci dovete ancora andare? ("fatti i cazzi tuoi" nd tutti) :3
bene, sclero time
ciaooo :3
  
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