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Autore: Last Hope    01/06/2013    7 recensioni
Perché diavolo Alice non mi aveva detto che suo fratello era un figone stratosferico?
Ti prego Dio, so che non siamo in ottimi rapporti, ma fammi lavorare in un posto dove  non ci sia lui, o non combinerò nulla di buono.
<<  .. quindi sarà la mia segretaria. >>
Il sorriso che avevo sulle labbra sparì. Cosa? Avevo sentito bene?
<<  La sua… segretaria? >>  No, ho capito male, vero?
<<  Certo, non mi dica che si aspettava un incarico più importante >> disse in modo quasi derisorio.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Il giorno seguente mi svegliai alle sei e mezza, conoscendomi ero sicura che se mi fossi svegliata alle sette sarei arrivata a lavoro in ritardo, e contando che era il primo giorno, e che il traffico di New York era intrattabile, decisi di alzarmi presto e di giocare di anticipo.
Mi feci una doccia rilassante e presi un vestitino, ballerine e preparai la borsa, infilandoci le scarpe con il tacco, e un paio di mutandine di riserva.
La mia scelta era stata obbligata.
Ieri ero tornata a casa con le mutandine completamente bagnate, come se mi fossi fatta la pipì addosso, di certo non volevo dare questa impressione al mio affascinante capo, anche se speravo che oggi i miei ormoni mi concedessero una tregua. Chiusi la porta alle mie spalle e mi diressi verso la metropolitana, erano le sette e mezza e già si moriva di caldo. Passai da Starbucks, presi il mio caffè al caramello bollente e mi diressi in ufficio, salii al mio piano e tolsi dalla borsa le scarpe con il tacco. In ufficio non c’era ancora nessuno, presi i documenti dall’archivio e li portai nell’ufficio del signor Cullen, verso le otto e un quarto poi mi tolsi le ballerine per mettere le decolletè. Poggiai una mano sulla scrivania e infilai la prima scarpa, facendo lo stesso con la seconda scarpa, mi abbassai per mettere le ballerine sotto la scrivania e mi lisciai il vestito.
<< Sta cercando di fare colpo sul nuovo capo, signorina Swan ? >>  il respiro mi si mozzò e mi girai verso Edward, mentre la mia faccia iniziava ad incendiarsi. Ma quando diavolo era arrivato?
<< N-no, perché dovrei farlo? >> domandai ormai paonazza dall’imbarazzo. Lui sorrise malizioso e mi si avvicinò con passo lento.
<<  Sa, questa mattina mi ero svegliato con il piede sbagliato, ma il suo spettacolino mi ha decisamente risollevato l’umore. Bel sederino, Swan >>  mormorò guardandomi negli occhi con un sorrisino malizioso.
<< Ma come si permette? >> sbottai allontanandomi da lui << il fatto che lei sia il mio capo, non la autorizza a parlarmi in questo modo >>.
<< Suvvia, stavo scherzando Isabella. >> scoppiò a ridere e mi fece un occhiolino, per poi entrare nel suo ufficio.
Bene, le mutandine erano già umide.
Era quasi l’ora di pranzo, avevo passato la mattinata a imprecare contro il signor Cullen. Ogni volta che entravo nel suo ufficio, lui stava facendo qualcosa di altamente provocatorio; o lo faceva apposta, oppure il mio cervello aveva dato le sue dimissioni.
Forse era più probabile la seconda, infatti non riuscivo più a pensare lucidamente quando lui era nei paraggi, ma non era colpa mia se il mio capo era una bomba ad ologeria di erotismo.
La prima volta che sono entrata nel suo ufficio, si stava cambiando la camicia, che io gli avevo accidentalmente sporcato con l’inchiostro del timbro. Ero entrata con lo smacchiatore e una pezza pulita, ma quando avevo visto i suoi pettorali, sono rimasta imbambolata per circa qualche minuto, e lo so per certo perché nel frattempo lui si era messo la nuova camicia e la giacca. 
La seconda volta, si è passato la mano destra tra i capelli arricciando le labbra, mentre fissava dei documenti.
La terza volta, mi ha chiamata nel suo ufficio, mi ha squadrata da capo a piedi, e lì lo ammetto, temevo stesse per licenziarmi, poi è scoppiato a ridere e mi ha mandato alla mia postazione.
La quarta volta…no, non c’è ancora stata una quarta volta, ma sono sicura che entro la fine della giornata ci sarebbe stata.
<< Signorina Swan, a che ora va in pausa pranzo? >> Edward Cullen apparì davanti a me in tutta la sua peccaminosità. Guardai l’orologio e riportai il mio sguardo su di lui.  << Praticamente adesso >> risposi.
<< Okay, ci vediamo tra mezz’ora >> scesi in mensa e presi una semplice insalata, non ero una tipa da dieta, ma adoravo le insalatone, erano la mia morte. Quando finii il mio pranzo mi diressi verso l’uscita per fumare una sigaretta, presi la Chesterfield dal pacchetto e la accesi, aspirai il fumo e poi vidi lo vidi, Edward, mentre baciava una ragazza bionda.
La salutò e si avvicinò a me.
<< Non sai che il fumo fa male? >> scrollai le spalle e continuai a fumare. Avrei voluto dare fuoco ai suoi capelli rossicci in quel momento. Ero consapevole che lui non aveva fatto nulla per illudermi, ma in quel momento ero arrabbiata con i miei fottuti ormoni, la dovevano smettere di fare gli straordinari quando c’era lui in giro.
<< Stai aspettando qualcuno ? >> gli domandai vedendo che si era impalato al mio fianco. << Aspetto che finisci Isabella, tanto dobbiamo andare nello stesso ufficio >> disse sorridendo. Spensi la sigaretta e la gettai nel cestino apposito, salimmo in ascensore e tornammo ognuno alle sue mansioni.
Verso le sei un signore, Eleazar si presentò, dicendo che dovevo consegnare dei documenti importanti a Edward, annuii, e mi diressi nell’ufficio del capo. Bussai e lo trovai mentre mangiava dei biscotti al cioccolato con il cuore di fondente cremoso, li conoscevo bene quei biscotti, erano i miei preferiti.
<< Scusi se la disturbo, Eleazar le ha portato questi. >> mi avvicinai a lui e gli porsi i documenti.
<< Grazie Isabella, puoi andare, per oggi hai finito. >> mi sorrise e annuii.
<<  Sei sporco di cioccolata >> gli dissi indicando il suo labbro. Lui si ripulì e mi sorrise imbarazzato.  << Ora sono pulito? >> , scossi il capo e mi avvicinai, per torgliergli quel cioccolato dal labbro inferiore. Le mie dita indugiarono sul suo labbro, e poi con il pollice portai via il cioccolato.
Gli sorrisi e lo salutai, chiudendomi la porta alle spalle.
Su due cose avevo ragione: primo, ci sarebbe stata una quarta volta in questa giornata in cui i miei ormoni sarebbero impazziti. Secondo, avrei dovuto cambiare di nuovo le mutandine.

Ciao a tutte, sono Mary e  questa è la mia prima FF, spero che vi piaccia. 


Vi chiedo scusa se il formato o cose varie non vanno bene, ma sono impazzita ad usare l'editor HTML, non me ne intendo molto di queste cose XD, vi chiedo scusa anche se ci sono errori, nel caso in cui ci fossero, fatemelo sapere e provvederò ad aggiustare tutto :)


Ahm, non so che dire, spero di ricevere i vostri pareri.


Non vi chiedo di essere clementi, fate quello che sentite.


Buona lettura!

 

 

 

CAPITOLO 1.


Grazie alle tecnologie di ultimissima generazione e il team di programmatori più competenti al mondo, la Cullen Corp si riafferma come migliore società di informatica a livello mondiale. 




Ingoiai un fiotto di saliva e alzai lo sguardo dall’articolo che stavo  leggendo con attenzione. 

Ero spacciata.

Non solo io e la tecnologia eravamo due poli opposti, ma avevo ottenuto un lavoro proprio lì, alla Cullen Corp, il paradiso informatico mondiale. Maledii in quel momento la mia amica Alice che aveva convinto il padre e il fratello a farmi fare la gavetta proprio lì, in quell’enorme multinazionale che accoglieva migliaia di persone dal quoziente intellettivo ultra sviluppato e pieni di idee. Certo, mi ero laureata con il massimo dei voti, ma alla facoltà di economia, non di ingegneria informatica accidenti!

Il problema è che ormai la crisi aveva paralizzato l’intero Paese, quindi mi sarei dovuta “ accontentare “ di fare qualche lavoretto per la Cullen Corp.

 

<< Signorina siamo arrivati >>  guardai l’enorme edificio alla mia destra e il pensiero che si era insinuato in me qualche giorno prima, tornò nella mia testa come un martello pneumatico, io non ci azzeccavo nulla in una realtà come quella.

Pagai il tassista e lisciai la mia gonna blu del tailleur, barcollai fino all’entrata sui miei tacchi da dodici centimetri ed entrai all’interno della Cullen Corp, e mentre fuori sembrava essere il centro dell’inferno con il caos e il caldo, dentro regnavano il refrigerio e la calma.

Era stato per un secondo come quando una persona sotto il sole cocente cerca matematicamente refrigerio da Zara, dove anche in pieno Agosto la temperatura massima tocca il grado centigrado.



Mi avviai verso la reception e sorrisi al biondo occhialuto che stava ordinando dei documenti.

<< Salve, io sono Mike Newton. In cosa posso esserle utile? >> 

<< Sono Isabella Swan, devo incontrare Edward Cullen >> dissi mentre un brivido di freddo mi percorreva la schiena. Ero sicura che da un momento all’altro sarebbe uscito fuori il pinguino di Happy Feet con tutti i suoi parenti pinguini, convinti di trovarsi al polo Nord.

<< Oh certo, tenga questo. >> mi porse una targhetta e lo guardai confusa. << E’ il pass per i visitatori. Presto gliene faremo avere uno tutto suo. Serve per aprire le porte scorrevoli e per i vari servizi che ci sono all’interno della Cullen Corp. >> Annuii e seguendo le sue indicazioni arrivai all’ascensore; entrai e schiacciai il pulsante 20, mi appiattii contro l’ascensore e chiusi gli occhi. 

Avevo un pass tutto mio che mi consentiva di accedere ai servizi che la società forniva ai suoi dipendenti. Mi sembrava di essere in uno di quei film di fantascienza. 

Arrivata a destinazione uscii dall’ascensore e mi diressi verso la donna che era al centro della sala, che stava smanettando a un computer.

<< Buongiorno. Sono Isabella Swan, dovrei vedere il signor Cullen. >>  la ragazza dai capelli rossi alzò lo sguardo e mi squadrò da capo a piedi.

<< Ha il pass? >> sbuffai interiormente e glielo porsi. Lei lo afferrò e scrisse il codice a barre della carta al computer, dove immediatamente comparvero sullo schermo la mia foto e i miei dati.

La mia mascella si schiantò al suolo.

<< Perché sono schedata come una delinquente? >> mormorai con la bocca secca.

Ero finita in una società di servizi segreti invece che in una società informatica? Lei per tutta risposta mi fissò come se avessi appena chiesto  una cosa che l’intero universo dava per scontato.

<< E’ per accertarsi che nessun nemico espugni le mura della società >>  abbassai lo sguardo che andò a finire sull’enorme pancione della donna; ecco perché era così antipatica, aveva gli ormoni che facevano su e giù come se fossero in bilico sulle montagne russe!

<< La accompagno dal signor Cullen >> si alzò e la seguii, bussò a una porta color mogano ed entrammo dopo aver udito il permesso. << Signor Cullen, è arrivata Isabella Swan >> annunciò. Uscì trotterellando sulle sue decolletè e io avanzai.

La poltrona si girò, e per la prima volta vidi il mio fantomatico capo.

Edward Cullen.

La mia salivazione si azzerò, il mio cuore smise di battere per qualche secondo, e il mio bassoventre si trinse in una morsa.

<<  Isabella, si accomodi >> Mi sedetti come un automa e strinsi le gambe.

Basta, dovevo pensare a qualcosa che non fosse la sua faccia perfetta..sì, la sua voce.

<< Alice mi ha detto che si è laureata con il massimo dei voti. Ma voglio avvisarla che nonostante sia un’amica di mia sorella, lei sarà trattata come un qualsiasi dipendente >>.

Mossa sbagliata.

La sua voce era più eccitante della sua faccia spigolosa.

Perché diavolo Alice non mi aveva detto che suo fratello era un figone stratosferico? 

Ti prego Dio, so che non siamo in ottimi rapporti, ma fammi lavorare in un posto dove  non ci sia lui, o non combinerò nulla di buono.

<< .. quindi sarà la mia segretaria. >>

Il sorriso che avevo sulle labbra sparì. Cosa? Avevo sentito bene?

<<  La sua… segretaria? >>  No, ho capito male, vero?

<< Certo, non mi dica che si aspettava un incarico più importante >> disse in modo quasi derisorio.

<<  Certo che no, mi ero un attimo distratta >> Grazie tante, Dio.

<<  Sul lavoro esigo la massima concentrazione, Swan >>  Annuii e mi sorrise. << Bene, allora direi che può iniziare direttamente da domani. Si faccia spiegare ciò che mi riguarda da Victoria. Ci vediamo domani, sia puntuale. >>  Mi salutò con una stretta di mano e il mio bassoventre si contorse, uscii fuori dal suo studio, sospirai e mi diressi verso Victoria, dovevo uscire in fretta da quel maledetto edificio.

Dovevo fare una scorta di mutandine.


 ...


Il giorno seguente mi svegliai alle sei e mezza, conoscendomi ero sicura che se mi fossi svegliata alle sette sarei arrivata a lavoro in ritardo, e contando che era il primo giorno, e che il traffico di New York era intrattabile, decisi di alzarmi presto e di giocare di anticipo.

Mi feci una doccia rilassante e presi un vestitino, ballerine e preparai la borsa, infilandoci le scarpe con il tacco, e un paio di mutandine di riserva.

La mia scelta era stata obbligata.

Ieri ero tornata a casa con le mutandine completamente bagnate, come se mi fossi fatta la pipì addosso, di certo non volevo dare questa impressione al mio affascinante capo, anche se speravo che oggi i miei ormoni mi concedessero una tregua. Chiusi la porta alle mie spalle e mi diressi verso la metropolitana, erano le sette e mezza e già si moriva di caldo. Passai da Starbucks, presi il mio caffè al caramello bollente e mi diressi in ufficio, salii al mio piano e tolsi dalla borsa le scarpe con il tacco. In ufficio non c’era ancora nessuno, presi i documenti dall’archivio e li portai nell’ufficio del signor Cullen, verso le otto e un quarto poi mi tolsi le ballerine per mettere le decolletè. Poggiai una mano sulla scrivania e infilai la prima scarpa, facendo lo stesso con la seconda scarpa, mi abbassai per mettere le ballerine sotto la scrivania e mi lisciai il vestito.

<< Sta cercando di fare colpo sul nuovo capo, signorina Swan ? >>  il respiro mi si mozzò e mi girai verso Edward, mentre la mia faccia iniziava ad incendiarsi. Ma quando diavolo era arrivato?

<< N-no, perché dovrei farlo? >> domandai ormai paonazza dall’imbarazzo. Lui sorrise malizioso e mi si avvicinò con passo lento.

<<  Sa, questa mattina mi ero svegliato con il piede sbagliato, ma il suo spettacolino mi ha decisamente risollevato l’umore. Bel sederino, Swan >>  mormorò guardandomi negli occhi con un sorrisino malizioso.

<< Ma come si permette? >> sbottai allontanandomi da lui << il fatto che lei sia il mio capo, non la autorizza a parlarmi in questo modo >>.

<< Suvvia, stavo scherzando Isabella. >> scoppiò a ridere e mi fece un occhiolino, per poi entrare nel suo ufficio.

Bene, le mutandine erano già umide.

Era quasi l’ora di pranzo, avevo passato la mattinata a imprecare contro il signor Cullen. Ogni volta che entravo nel suo ufficio, lui stava facendo qualcosa di altamente provocatorio; o lo faceva apposta, oppure il mio cervello aveva dato le sue dimissioni.

Forse era più probabile la seconda, infatti non riuscivo più a pensare lucidamente quando lui era nei paraggi, ma non era colpa mia se il mio capo era una bomba ad ologeria di erotismo.

La prima volta che sono entrata nel suo ufficio, si stava cambiando la camicia, che io gli avevo accidentalmente sporcato con l’inchiostro del timbro. Ero entrata con lo smacchiatore e una pezza pulita, ma quando avevo visto i suoi pettorali, sono rimasta imbambolata per circa qualche minuto, e lo so per certo perché nel frattempo lui si era messo la nuova camicia e la giacca. 

La seconda volta, si è passato la mano destra tra i capelli arricciando le labbra, mentre fissava dei documenti.

La terza volta, mi ha chiamata nel suo ufficio, mi ha squadrata da capo a piedi, e lì lo ammetto, temevo stesse per licenziarmi, poi è scoppiato a ridere e mi ha mandato alla mia postazione.

La quarta volta…no, non c’è ancora stata una quarta volta, ma sono sicura che entro la fine della giornata ci sarebbe stata.

<< Signorina Swan, a che ora va in pausa pranzo? >> Edward Cullen apparì davanti a me in tutta la sua peccaminosità. Guardai l’orologio e riportai il mio sguardo su di lui.  << Praticamente adesso >> risposi.

<< Okay, ci vediamo tra mezz’ora >> scesi in mensa e presi una semplice insalata, non ero una tipa da dieta, ma adoravo le insalatone, erano la mia morte. Quando finii il mio pranzo mi diressi verso l’uscita per fumare una sigaretta, presi la Chesterfield dal pacchetto e la accesi, aspirai il fumo e poi vidi lo vidi, Edward, mentre baciava una ragazza bionda.

La salutò e si avvicinò a me.

<< Non sai che il fumo fa male? >> scrollai le spalle e continuai a fumare. Avrei voluto dare fuoco ai suoi capelli rossicci in quel momento. Ero consapevole che lui non aveva fatto nulla per illudermi, ma in quel momento ero arrabbiata con i miei fottuti ormoni, la dovevano smettere di fare gli straordinari quando c’era lui in giro.

<< Stai aspettando qualcuno ? >> gli domandai vedendo che si era impalato al mio fianco. << Aspetto che finisci Isabella, tanto dobbiamo andare nello stesso ufficio >> disse sorridendo. Spensi la sigaretta e la gettai nel cestino apposito, salimmo in ascensore e tornammo ognuno alle sue mansioni.

Verso le sei un signore, Eleazar si presentò, dicendo che dovevo consegnare dei documenti importanti a Edward, annuii, e mi diressi nell’ufficio del capo. Bussai e lo trovai mentre mangiava dei biscotti al cioccolato con il cuore di fondente cremoso, li conoscevo bene quei biscotti, erano i miei preferiti.

<< Scusi se la disturbo, Eleazar le ha portato questi. >> mi avvicinai a lui e gli porsi i documenti.

<< Grazie Isabella, puoi andare, per oggi hai finito. >> mi sorrise e annuii.

<<  Sei sporco di cioccolata >> gli dissi indicando il suo labbro. Lui si ripulì e mi sorrise imbarazzato.  << Ora sono pulito? >> , scossi il capo e mi avvicinai, per torgliergli quel cioccolato dal labbro inferiore. Le mie dita indugiarono sul suo labbro, e poi con il pollice portai via il cioccolato.Gli sorrisi e lo salutai, chiudendomi la porta alle spalle.

Su due cose avevo ragione: primo, ci sarebbe stata una quarta volta in questa giornata in cui i miei ormoni sarebbero impazziti. Secondo, avrei dovuto cambiare di nuovo le mutandine.



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Fatemi sapere cosa ne pensate.


Un bacione, Mary.

 

   
 
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