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Autore: hugmeciastin    01/06/2013    8 recensioni
Chi sapeva che un viaggio a Stratford avrebbe potuto rovinare la mia intera vita?
Mio fratello mi aveva avvertito di stare alla larga, ma perchè avrei dovuto ascoltarlo dopo tutto quello che mi ha fatto passare?
Chi sapeva che sarei diventata il bersaglio di un omicidio dopo il suo errore?
Lezione imparata. E' fondamentale seguire i consigli delle persone che ti amano e si preoccupano di te più di tutto. Soprattutto se sono le uniche a essere rimaste nella tua vita.
Mantenere la guardia alta, pensare in fretta e, soprattutto, mai fidarsi di qualcuno.
Non importa quanto fortemente questa persona si innamori di te.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chloe's Point of View:
 
"Cosa stai cercando di dire?" Chiesi, sentendo il mio cuore battere talmente forte da potermi perforare il petto e uscire fuori. "Fai cose che neanche vuoi fare da queste parti?"
Non mi aspettavo che Justin dicesse una cosa del genere. Era pur sempre un serial killer. Ero nel suo radar, anche se lui ancora non lo sapeva. Il modo in cui si comportava con me era strano. Troppo gentile.
"Non ti preoccupare." Mormorò, fissandomi negli occhi. "Guarda," strinse la mia spalla destra, "è buio fuori. E' troppo pericoloso per noi essere qui. Di fatto, sono troppo pericoloso per stare nel buio."
Non capivo. Cosa stava cercando di dirmi? Dovrei lasciar perdere? Che significa che era troppo pericoloso per stare nel buio, quando oggi si era comportato come un orsacchiotto con me? Non capivo.
"Va bene." Dissi. Non vedevo l'ora di tornare a casa e di dormire. Ero esausta dato tutto ciò che era successo negli ultimi quattro giorni. Venire rapita, stare nelle mani di un criminale a cui non importa niente di me. Il mio corpo era pieno di dolori.
Justin mi portò verso la macchina, aprì la portiera del passeggero come un gran galantuomo, e poi la richiuse.
Entrò in macchina e mise in moto.
"E' stata una delle cose più belle che abbia mai fatto per una ragazza, Julia." Ridacchiò tra sè, girando bruscamente a sinistra. "Ricorda questo giorno."
La cosa più bella? Quindi lui era sempre stato un coglione, ma non sempre si intrufolava nei pantaloni delle ragazze? Aveva rispetto?
Non mi innamorerò di un asino.
Se Justin non aveva intenzione di rispettarmi, come poteva aspettarsi che io facessi lo stesso per lui? Avevo intenzione di trattarlo come lui tratta me. Se lui faceva il maleducato, io facevo la maleducata. Se lui mi insultava, io rispondevo a tono. Non ero il tipo di ragazza che si innamorava per i suoi stupidi giochetti. Probabilmente non lo farò mai.
Era buio fuori. Non c'era davvero nessuno per le strada, quindi Justin aveva il piacere di accellerare quanto gli pareva. 
In pochi minuti eravamo già a casa sua. Uscii dalla macchina e mi incamminai per il sentiero che porta davanti a casa sua. Ah, il suono normale della notte in periferia. Mi girai a sinistra e vidi Justin accanto a me, pronto ad aprire la porta. Camminai dietro di lui ed entrai in casa.
"Che hai intenzione di fare, stasera?" Chiese, chiudendo la porta dietro di sè. Andò in cucina e fece cadere le chiavi sul bancone. Guardai il pavimento per vedere dei piccoli pezzi in frantumi, quelli del bicchiere che avevo gettato in terra prima.
"Andrò a dormire." Sbadigliai, passandomi la mano tra i capelli. "Ho davvero tantissimo sonno."
"Beh, io farò un salto nella doccia. Ci vediamo domani mattina, Julia."
Iniziò a camminare su per le scale, sembrava quasi che si stesse trascinando a forza lassù. Sembrava esausto. 
Sfilai i miei stivali uno per uno, mi avvicinaii al divano, e mi svestii, levando la mia canottiera nera, i miei pantaloncini neri e rimanendo in intimo. Non mi sentivo a disagio. Strano. Negli ultimi giorni era diverso, non mi sentivo a mio agio e dormivo vestita, ma ora non più.
Presi la coperta con la bandiera canadese, mi lasciai cadere sul divano, la misi su di me e chiusi gli occhi per poi cadere subito in un sonno profondo.
 
Justin's Point of View:
 
Mi svestii ed entrai nella doccia. Era così bello farlo dopo una giornata del cazzo.
Dopo una giornata in cui avevo rubato, in cui avevo avuto a che fare con teste di cazzo come Jett, in cui ero uscito con Julia.
Julia.. Non sapevo niente su di lei. Mi sentivo quasi male per questo. Per qualche strana ragione sentivo che lei era come... persa, qui a casa mia. Era come se nessuno potesse venirla a prendere mai più. Mi ricordava tanto un cane randagio. All'inizio le mie intenzioni erano chiare: volevo portarmela a letto. Ma ora non so, c'era qualcosa in lei che mi impediva di farlo.
Mi infastidiva sempre. Era una delle ragazze più scortesi che avessi mai conosciuto. Era come se tutte le cose belle che cercavo di fare per lei non le andassero bene, e finiva per insultarmi.
Quando era calma e tranquilla, amavo la sua personalità. Apprezzavo la sua presenza in giro. Prima di aver scoperto che entrambi i nostri genitori erano morti, non avevo incontrato nessuno che si sentisse come me  in questa città. Non avevo nessuno con cui sfogarmi prima.
Io, a modo mio, credevo nell'amore. Credevo che avrei usato le ragazze sempre e solo per il mio bene. Perchè innamorarsi e dover vedere la stessa ragazza tutti i giorni? Non capivo. Non volevo fare la fine di mio fratello. Si era innamorato, per poi vedere quella stessa ragazza morta davanti ai suoi occhi. Perchè dovremmo amare qualcuno così tanto, se poi finiamo sempre per perderli, alla fine? Non ne vale la pena.
Non capivo come ci si potesse innamorare di qualcuno. Ognuno muore alla fine. Non volevo perdere i miei genitori, e invece li ho persi. Non volevo perdere mio fratello, e invece l'ho perso. Non volevo perdere neanche questa ragazza che riusciva a leggermi nell'anima, ma l'avrei persa, prima o poi.
Uscii dalla doccia, mi misi una semplice canottiera bianca e dei pantaloni grigi e larghi. Mi specchiai allo specchio e vidi tutta la stanchezza che un essere umano avrebbe mai potuto avere nei miei occhi. Mi asciugai i capelli e poi scesi le scale, per vedere Julia che dormiva tranquillamente sul divano.
Non sapevo se lasciarla a dormire lì o portarla in camera mia, sul mio letto. Mi sembrava così tranquilla e innocente. Non riuscivo a controllare le mie azioni in quel momento. Ero solo in casa mia con una ragazza, e invece di portarla a letto la lasciavo dormire sul mio divano? Sì, mi era simpatica questa ragazza.. Mi preoccupavo anche per lei. Dopo che la presi in braccio, nel vicolo, la mia prima impressione fu quella che era una drogata assurda. Non vidi nè sentii nessuno che la rincorreva. Sembrava essere sola lì.
In punta di piedi scesi le scale e mi avvicinai al divano. Attentamente, le levai la coperta di dosso, gettandola dietro di me e mostrando il suo corpo in intimo. Mi sforzai di non seguire il primo istinto di ogni uomo.
La maggior parte sapevano cosa avrei fatto vedendo una ragazza mezza nuda sul divano e sola in casa mia.
Misi le mani sotto il suo corpo inerte e la sollevai gentilmente dal divano. La sua pelle era così calda.
La guardai cercando di capire se stava ancora dormendo o no. Non avrei resistito alle sue lamentele.
Salii su per le scale cercando di non fare alcun rumore.
Questa ragazza deve prendere delle droghe pesanti per continuare ancora a dormire così profondamente. Ecco, l'ho detto.
"Che stai facendo?" Piagnucolò, mentre mi fissava con i suoi occhi mezzi aperti e apparentemente stanchi.
Rimangio le ultime cose che ho detto.
"Ti porto a dormire sul mio letto, nella mia stanza." Mormorai, "io andrò sul divano."
Presi delicatamente a calci la porta aperta e la misi sul letto. La coprii con il lenzuolo e con la coperta, mentre lei continuava a guardarmi stranita. Come se fossi uno straniero. Immagino che non capisca il motivo per cui volevo andare a dormire sul divano, quando il padrone di casa ero io. Ma ammetto.. merita ogni cosa dopo tutto quello che ha passato.
La guardai un'ultima volta, vedendo che si stava già per riaddormentare.
Chiusi la porta dietro di me e scesi le scale, per poi andare a stendermi sul divano. Fissai il soffitto.
La stanza era illuminata dalla luce esterna, proveniente dalle mie finestre. Quest'ultima settimana era stata stressante, davvero. Ero sempre sotto pressione dalla banda di mio fratello e non avevo ancora trovato quella maledetta ragazza. Come diavolo facevo a trovarla se lei abita in California e io in Canada? Dio solo sa dove sia.
Non mi interessava niente a quel punto. Mi ero stancato di essere sempre chiamato 'fallimento' da tutti intorno a me. I miei genitori pensavano che fossi una delusione, mio fratello anche, e così fanno anche quei mocciosi dei suoi amici. Vorrei solo che andassero tutti all'inferno.
I Venom, la banda di Damien, hanno sempre cercato di sputtanarmi in ogni modo buttandomi merda addosso. Soprattutto Jett. Vorrei solo infilargli una pallottola nel cuore. Non mi lasciava mai in pace.
Tutto quello che riuscivo a pensare nella mia vita in questo momento era il fatto che tutti i miei nemici si aspettano da me che faccia finalmente qualcosa di giusto. Se sbaglio, sono fuori.
 
Chloe's Point of View:
 
Mi svegliai in una stanza sconosciuta. C'erano diverse paia di scarpe allineate sulle pareti, pistole sulle credenze e vari poster di Beyoncè. Davanti a me c'era un ritratto che sembrava ritrarre Justin da giovane, che giocava a hockey. Dovevo ammetterlo.. Era così carino e adorabile. Cioè, in quella foto.
Justin si era comportato in modo strano ultimamente. Perchè mi aveva portata sul suo letto? Che aveva dentro quel cervello? Non voleva neanche provare a entrare nei miei pantaloni. Mi ha visto in intimo, ma nonostante ciò non ha fatto neanche un commento a riguardo.
Forse per il nostro discorso al lago, forse perchè voleva cambiare le cose.
Forse si sentiva male per tutto ciò che avevo passato. Aveva attraversato una situazione simile, quindi significa che devo iniziare anche io ad essere gentile con lui?
Mio fratello mi aveva sempre detto di mantenere la guardia alta e di non fidarsi di nessuno.
Girai la testa a sinistra e vidi un bigliettino ripiegato sopra il comodino.
In grafia disordinata diceva:
 
"Julia, sono dovuto uscire perchè ho ricevuto una telefonata da mio fratello, è in città. Tornerò il più presto possibile.
 
- Jay."
 
Almeno lui ha fatto lo sforzo per dirmi cosa stava succedendo. In passato, non l'aveva mai fatto. Non riuscivo a capire coem faceva un ragazzo come lui a prendersi cura di una ragazza come me. Cosa che normalmente non accade nel mondo reale. Lui è un criminale, e io sono una ragazza che non è mai stata chiamata nell'ufficio del preside per aver combinato qualche casino in tutti i miei anni di scuola, a meno che non fosse un premio o una cosa del genere. Noi eravamo completamente l'opposto.
Ma a parte questo, grazie a Dio, stavamo facendo dei progressi.
 
Justin's Point of View:
 
"Damien?" Chiamai, camminando verso casa dei Venom in cerca di mio fratello.
Stamani avevo ricevuto la telefonata di uno dei membri, Connor. Non sopportavo quel tizio, ma a quanto pare mio fratello voleva incontrarmi qui. Lui viaggiava molto e in questo periodo lo faceva ancora di più, per trovare quella Chloe nel tentativo di ucciderla. 
Ero principalmente incaricato di trovare quella ragazza, ma non era la mia priorità principale. Al contrario di lui, questa ragazza non era così importante. Perchè avrei dovuto ucciderla per qualcosa che non ha fatto? Non posso uccidere le ragazze. Se poi lei è hot, naturalmente la prenderò e la terrò per me. In questo caso, però, non sapevo nemmeno a chi assomigliasse. So solo il suo nome. Questo è tutto.
"Damien? Dove diavolo sei?" Gridai, "Non ho tutto il giorno, maledizione!"
Iniziai a sentire risatine provenienti da dietro di me.
"E' così stupido," sentii provenire dalla mia sinistra, "Perchè questo ragazzino non può smettere di cercare la ragazza? E' ovviamente un fallimento."
La risata crebbe ancora di più, sempre più forte. Strinsi i pugni cercando di mantenere la calma. Non c'era nessuno intorno a me. Sentivo solo tutte quelle irritanti risate e quei commenti insensati. Non ero vittima di bullismo per essere un fallimento. Ci casco sempre nei loro giochi, solo per sentirli prendermi in giro. Mi precipitai fuori dalla casa di corsa. Non avevo tempo per le stronzate.
Entrai nella macchina e la misi in moto. Era importante che stessi il più lontano possibile dai Venom. La prossima volta che mi chiameranno non andrò. Avrei dobuto saperlo però. Avrei dovuto rimanere a casa, a prendermi cura di quella povera ragazza, ma no. Avevo a che fare con un gruppo di immaturi del cazzo di 20 anni.
Fermai la macchina e uscii sbattendo la portiera. Ero incazzato nero. Non sapevo come esprimere la mia rabbia o dove. Improvvisamente, sentii qualcuno che mi colpiva la spalla sinistra. Mi girai per incrociare un volto familiare che non avrei mai voluto vedere di nuovo qui in giro.
Dean Hill.
"Guarda dove cammini." Sorrise. Mi fermai, per poi girarmi e dargli quello che finalmente di meritava.
 
 
Tempismo perfetto.









hooola chicas!
questo capitolo era abbastanza corto aka può darsi che questa sera stessa aggiornerò con il nuovo capitolo,
ma voglio taaante recensioni, sennò ve spaco la testa e ve talio la gola.
no seriamente, grazie davvero per chi si interessa a questa storia.
non la conosce molta gente, ma dato che io l'ho letta tutta, posso dire che è davvero bella.
non abbandonatemi, kissssses.
  
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