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Autore: Blooming    02/06/2013    3 recensioni
Sarah, dopo aver superato il Labirinto di Jareth si trova faccia a faccia con lui, il Re di Goblin.
“Dammi il bambino.” Disse Sarah cercando di mantenere la foce ferma, lo fissava dritto negli occhi.
Lui mosse un passo nella sua direzione
“Sarah bada a te.” Un altro passo e le fu accanto “Sono stato generoso fino a questo momento ma so essere crudele.”
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jareth, Nuovo personaggio, Sarah
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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But don’t play with me,
‘cause you’re playing with fire.
(Play with fire -The Rolling Stones)




“Ah.” Sbottò Sarah “Io non vado da nessuna parte!”
Era furiosa, camminava a grandi passi per la stanza, il volto iracondo, arrossato. Si fermò e urlò contro lo gnomo intimidito
“Io. Non. Vado. Da. Nessuna. Parte. CHIARO?!”
Sembrò tranquillizzarsi, si sedette sul bordo del letto, con un libro in mano e lo sfogliò come per cercare il segno di dove si era fermata in precedenza
“Ma signora, vi prego.” Implorò il servo
Lo fulminò con lo sguardo
“Se Jareth mi vuole, mi viene a prendere.” Scosse la testa impercettibilmente “A proposito. Perché non è qui?”
Lo gnomo guardò i piedi della ragazza.
“È occupato.”
Sarah si alzò
“Occupato?! Io devo farmi amare da lui e lui è occupato.” Smise di urlare “Con chi è occupato?”
“Non credo di potervelo dire, se voleste venire nella sala del trono forse…”
Sarah si chinò su di lui, lo guardò negli occhi.
Sei cambiata Sarah
Era vero e Sarah ne era consapevole, il Labirinto l’aveva cambiata in poco tempo.
Riprese la calma, si alzò e con un grande respiro andò verso l’armadio, poi gentilmente si rivolse allo gnomo impaurito
“Quale vestito ha detto che devo mettermi?”
“Quello viola.”
Aprì l’armadio. Il vestito era li. Lungo, elegante. Sarah sfiorò il tessuto con le dita, seta.
Si voltò verso lo gnomo che borbottava tra se e se
“Credo che dovresti uscire.”
“Ho l’ordine di sorvegliarvi sempre.”
Sarah sorrise
“Allora lo dovrò dire a Jareth. Secondo te, se lancia fuori dalle finestre chi tocca le sue cose, cosa credi che possa fare a chi ha visto la sua futura sposa nuda?”
Non fece in tempo a finire la frase che lo gnomo aveva già chiuso la porta dietro di se.

Sarah uscì, il vestito le cadeva morbido sui fianchi e sui seni, perfetto. Come se fosse stato fatto su misura.
Lo gnomo cominciò a saltellare trepidante
“Lo sapete che siamo in ritardo?”
Sarah lo fulminò con lo sguardo
“Allora muoviamoci.”

Lo gnomo si presentò sulla soglia della Sala del Trono, Sarah riuscì a sentire l’ultime parole che si scambiavano Jareth e il suo ospite. Ma non ne capiva il senso.
Jareth si voltò
“Cosa vuoi piccolo essere? L’hai portata?” era stranamente calmo
Sarah si presentò al suo cospetto, manteneva un profilo basso, non guardava Jareth negli occhi.
Ti senti in colpa per quello che stai per fare?
Jareth le tese la mano e lei si avvicinò a lui che la pose davanti a Lady Celil che si alzò e cominciò a girare intorno alla ragazza
“Molto bella Jareth, veramente.” Sorrise al figlio.
Jareth si spostò da Sarah lasciando che la madre la misurasse, la donna continuò a scrutarla finché non si fermò davanti alla figura slanciata di Sarah, le mise l’indice e il medio sotto il mento e le sollevò il viso
“Occhi adorabili. Quanti anni hai?”
Sarah rifuggì quello sguardo delicato ma indagatore, la voce tremante di fronte alla solennità di quella donna di cui non conosceva niente
“Quindici.” Un sussurro
Celil si voltò stupita verso il figlio che giocava con una sfera
“Giovane.”
“Si.” Sicuro di se come sempre
Celil si sedette sul trono di fronte a Sarah, la guardò ancora dall’alto in basso notando ogni sua forma e caratteristica del corpo
“Come hai detto che si chiama tesoro?”
Jareth guardò Sarah e sorrise maligno
“Sarah. Sarah Williams.”
“E è umana?”
“Direi di si.”
Celil rimase muta per una decina di minuti, tempo in cui Jareth fissò Sarah come la sua preda.
La donna, una bellissima donna, si alzò e andando verso Jareth si rivolse a Sarah
“Sarah Williams?!” si fermò dandole le spalle
“Si?”
“Fai del male a mio figlio e stai sicura che ti cercherò e quando ti troverò dovrai scongiurarmi in ginocchio di non ucciderti, di mostrare pietà. Cosa che non avverrà.”
Sarah la fissò, Lady Celil si voltò e la fissò con occhi iniettati di sangue
“Fagli del male e chiederai di non essere mai nata.”
Sarah abbassò gli occhi, Celil si avvicinò a Jareth, gli diede un bacio
“Ci vediamo figlio mio.”
“Arrivederci mamma. Salutami papà.”
Celil scomparì appena passato l’arco della sala.
Jareth si avvicinò a Sarah
“Allora mia preziosa, come ti è sembrata Lady Celil?”
“Bella. Elegante.”
“Io la reputo una strega. Anche se è mia mamma non esclude il fatto che sia una Sidhe molto potente e che essendo suo figlio sono il legittimo erede al trono della corte Sidhe di Sottomondo. Ma…” La guardò negli occhi “noi due dovevamo continuare un discorso.”
Sarah lo fissò enigmatica
“Lasciati amare Sarah.”
Oh si Sarah lasciati amare
“Certo che mi lascerò amare. Ho dato la mia parola, mi farò dominare, ti temerò, ti amerò, farò tutto ciò che vuoi…”
Si morse la lingua
“Sarah.” Sorrise maligno “finisci la frase… non vuoi? La finisco io –e sarò il tuo schiavo.-“ girò intorno a Sarah che rimase senza parole “Vuoi distruggermi Sarah? Vuoi farmi diventare il tuo schiavo?” rise “Potresti farti male.”
Sarah si voltò e lo guardò sfidandolo come mai prima aveva fatto
“Jareth. Hai scoperto il mio piano, non per questo rimarrò senza fare niente lasciandomi ‘violentare’ da uno come te.”
Jareth la spinse con forza contro il muro facendo spaventare gli gnomi, Sarah fece una smorfia di dolore
“Hai dato la tua parola. Ti lascerai amare. Dominare.” Rise “Farai ciò che ti dico. Diventerai la perfetta moglie di un Re. Sarai mia e ti amerò come mai nessuno ha fatto prima.” Le annusò una ciocca dei capelli corvini “Anche se credo che nessuno ti abbia mai amato, nel senso fisico del termine.” Ancora una risata.
Sarah lo guardò disperata, quasi implorasse di lasciarla andare. Riuscì a trovare un po’ di coraggio nel suo cuore
“Lo sai che se giochi con il fuoco poi ti bruci?” la voce soffocata, le faceva male il petto poiché lui comprimeva il proprio corpo sul suo non dandole via di fuga.
Il Sidhe la guardò, le diede un bacio, lungo e appassionato, quasi romantico
“Stiamo giocando?” disse guardandola negli occhi “Credo proprio di no.”
Pensavi di giocare con il Re del Labirinto Sarah? Forse sei tu che rimarrai bruciata
   
 
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