Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: misa_tome    02/06/2013    0 recensioni
"See the best side of things is not an obligation, but an opportunity."
Quando ci si trova a faccia a faccia con i propri sogni, il rischio è che essi si trasformino in incubi... o forse no. E' tutta questione di punti di vista.
Genere: Comico, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
POV MIKY.

Salutai Kaly e Menma, e appena dopo, mi chiusi la porta alle spalle. Mi voltai piano. Sasuke Uchiha era seduto sul divano, a fissare un punto a caso della sala. Respirai profondamente, e mi sforzai di parlare: "allora, i miei torneranno settimana prossima, in caso tu fossi ancora qua, diremo che la scuola ha organizzato uno scambio culturale, e tu sei uno studente giapponese, chiaro?" "Mmh." Ecco, questa fu l'unica risposta che riuscii a ottenere dal ragazzo. Un moto di rabbia mi scosse dall'interno, salendo piano, probabilmente portato dal fatto che lui non era come mi immaginavo. Freddo,egocentrico, pieno di sé… si ecco, vi presento Sasuke Uchiha. Moltissime volte ho sperato che tutto questo avvenisse, che questo sogno diventasse realtà, ma a volte, i sogni fanno paura, se hanno la prospettiva di diventare i tuoi peggiori incubi. Sarei stata incastrata in casa mia, con un perfetto sconosciuto di un altro universo. Questa cosa, mi sarebbe sembrata eccitante, fino a ventiquattro ora fa, ma ora mi sembrava tremendamente irritante. Per il semplice fatto che lui non fosse come io mi immaginavo, per il semplice fatto che non avevo idea di cosa fare, be' per il semplice fatto, che ogni convinzione distrutta senza tanti se o ma, fa decisamente male. "Benissimo." Ringhiai e girai su me stessa. Mi diressi verso la camera e cominciai a fare il letto.
Sommersa dai miei pensieri mi misi qualcosa di diverso dal pigiama e tornai in sala.
"Visto che siamo obbligati a convivere per un tempo indeterminato… proviamo e rendere tutto questo il più indolore possibile, ok?" Guardai il ragazzo,e in risposta non ottenni nient'altro che il silenzio. Così esplosi. "Se ti parlo, fammi il favore di cagarmi, grazie!". Contrariamente a quello che mi aspettavo, il moro mi guardò. Calmai il mio respiro. "Mi chiamo Michela, ma puoi chiamarmi Miky. Ti sei Sasuke Uchiha, lo so già. Per qualsiasi cosa, puoi chiedere." "Bene, allora dimmi il perché non rilevo la presenza di chakra qui." Ordini, come sempre. Bene, non ho voglia di sclerargli ancora contro. "Perché, probabilmente qua non esiste."
Mi sedetti sull'altro divano, e accesi presi il computer. Il suo sguardo fu attirato dall'oggetto. "È un computer, un giorno te lo farò provare." Non distolsi lo sguardo dal sito che stavo guardando, sentendo in risposta un solo "Tsk" infastidito.
Ci furono momenti di silenzio. Se sarebbe stato sempre così, sarebbe stato come essere in casa da sola.
Guardai con la coda dell'occhio Sasuke. "Non puoi star vestito così."
Sasuke mi guardò: "e perché non potrei?" "Perché se ti sei visto, fai ridere in questo mondo."
Dire che mi guardò male è dir poco. Ghignai, stavo mettendo alla prova la pazienza del grande Sasuke Uchiha. "E ricordati, che qua non sei né figo, né potente, quindi, smettila di tirartela per favore." Ghignai ancora, e la sua espressione mutò. Si, probabilmente lo stavo irritando. Molto.
"E tu ricordati, ragazzina, con chi stai parlando, e non lo dimenticare." La sua voce, risuonò fredda e severa nella sala. Alzi un sopracciglio. "E dovresti farmi paura?" Risi piano, ironica, e mi alzai. Mi stiracchiai le ossa. "Dobbiamo capire come rimandarti indietro, non sono così masochista da volerti tenere qua." Lo guardai, per un secondo la sua espressione vacillò tra il divertito e l'incuriostio, ma subito tornò freddo. "Quello, lo farai tu." Di nuovo la sua voce, fredda. Chissà se sarà mai calda un giorno ragazzo? Gli guardai gli occhi. Sono quelli che hanno le persone che hanno visto tanto, pianto tante volte nel cuore della notte quando nessuno poteva sentirli, e sopportato tanti giorni. Sorrisi piano, rendendomi conto della difficoltà di essere lui, e mi girai. "Soprattutto, come siete arrivati qua?" Sentii il suo sguardo posarsi pesante su di me, e io, per alleggerire il suo peso, presi un libro dalla libreria della sala e cominciai a sfogliarlo. "Non lo so. Probabilmente, Obito ci ha spediti qua. Ci ha colto all'improvviso." La sua voce mi suonò nelle orecchie, e mi sembrò impossibile di starla a sentire davvero. Mi girai, per vedere se mi stessi immaginando tutto, ma lui era ancora li. Mi sentii quasi sollevata. "Non ho un Obito qua, quindi siamo nei casini!" Risi piano. Mi guardò con sufficienza: "vedi di risolvere il problema allora"
Sospirai e lo guardai male: "e tu vedi di renderti utile Uchiha." Me ne andai in stanza, e mi misi il giubbotto di pelle. Recuperati borsa e soldi, andai verso la porta d'ingresso. "Vado a prenderti del vestiti, vedi di non combinare casini, o di Uchiha, non ne rimarrà neanche uno." Uscii e mi chiusi la porta alle spalle.
Camminai lungo il viale piano, con gli occhi per terra, sotto il sole forte di giugno. Appena beccai il negozio del paese entrai. Andai subito al reparto maschile, recuperai un paio di jeans, una maglietta nera e andai a pagare. C'è poco da dire, lo sguardo della commessa era il tipico di una che non capiva niente di quello che stessi facendo. Sorrisi innocentemente, pagai e uscii. Ripercorsi la strada, fino a casa mia. Mi fermai fuori dal cancello a guardarla.
Un brivido mi scosse.
E se mi fossi immaginata tutto? E se Sasuke non fosse la dentro? Aprii piano, con timore di entrare. Arrivai davanti alla porta e respiri piano. Aprii.
Sasuke era ancora la, nella stessa posizione in cui l'avevo lasciato.
Sorrisi dal cuore, e gli lanciai la busta in faccia, la quale venne fermata prima di sfiorarlo. Lui mi guardò male. Io ghignai. "I tuoi vestiti, muovitela a cambiarti se ne sei capace, ragazzino." Sasuke non mi rispose, e salì in mansarda, dove si trovava il divano letto in cui avrebbe dormito.
Mi sedetti sul divano, mi misi comoda e accesi la tele.
Poco dopo il ragazzo scese. Lo guardai. Mi prese un mini infarto. Si, era decisamente figo così. "Si, sei decente..." Lo guardai con sufficienza e ripresi a guardare la tele.
Sono sicura che lui ghignò in quel momento. Gli dovevo sembrare molto diversa dalle solite ochette come Sakura che gli morivano dietro. Si sedette sull'altro divano e si mise a guardare la tele. La spensi ghignando. Mi guardò con indifferenza. "Credi di darmi fastidio? Ne hai di strada da fare." Mi soffiò cattivo. Il mio sguardo si rabbuiò. "Non mi interessa darti fastidio, mi interesserebbe farlo, solo nel caso in cui mi importasse di te, ma spiacente, non mi fai né caldo né freddo"
Anche il suo sguardo divenne più freddo, e lo spostò nuovamente verso il nulla. Mi alzai e gli passai davanti. Andai in cucina e mi misi a preparare il pranzo.
Acqua, sale, pasta, semplice. Sasuke si alzò e si venne a sedere al tavolo.
"Che vuoi?" Soffiai senza guardarlo; la sua risposta mi aveva irritato.
"Che cucini?" Mi chiese lui. Questo era strano, perché un Uchiha avrebbe voluto far conversazione?
"Pasta" risposi io. Lui non continuò il discorso ma rimase a guardarmi dalla sua posizione. Inclinai un po' la testa per guardarlo e sorrisi da sola.
"Prepara il tavolo" immaginavo già la sua risposta. Infatti, l'unica cosa che ne uscì fu un verso irritato.
Mentre l'acqua bolliva, andai a prendere la tovaglia e la misi a posto. I piatti, i bicchieri, le posate.
"L'ho fatto io solo perché è il primo giorno. Da domani collabori, o ti attacchi e mangi le scatolette del cane." Silenzio dall'altra parte. Meglio, chi tace acconsente. Mi sedetti sul mobile della cucina e lo guardai.
"Allora ragazzo, che si fa oggi?" Silenzio. Ma sa ancora parlare?
"Tu cerchi un modo per farci tornare, quello che farò io, non ti deve interessare." Ok, era meglio quando non parlava.
"Non hai capito Sasuke, io non sono la tua schiava, tu non sei superiore, quindi mi tratti da pari, o ti attacchi. Vedi di non darmi ordini, perché se io rispetto te, pretendo il tuo rispetto per me." Lo guardai negli occhi, e il suo sguardo mi trafisse. Freddo, odio, sprezzo.
"Stai zitta." La sua risposta mi face imbestialire.
"Ma vaffanculo! Chi ti credi di essere?!"
"Uchiha Sasuke"
Ringhiai piano. Lo squadrai. Un miliardo di risposte mi vennero in mente, ma non ne formulai nessuna. Rimasi zitta e mescolai la pasta. Appena fu pronta, la scolai e versai.
"Spero ti vada di traverso." Ringhiai a Sasuke e mi sedetti lontana da lui.
"Grazie." Cominciammo a mangiare. Il silenzio, rimbombava nelle orecchie, e il tempo passava, mentre tra un boccone e l'altro, mi domandavo a come averei fatto a sopravvivere con un vendicatore sociopatico sotto al mio stesso tetto.
Finii di mangiare e mi alzai dal tavolo. Cominciai a mettere le stoviglie nel lavandino e ghignai alla mia idea.
"Sasuke…" inclinai la testa verso di lui, per guardarlo con la coda dell'occhio. Aveva sollevato il viso, in un'espressione interrogativa. "Forse ho un'idea per farti tornare la..."
"Parla." Ordini, come sempre. Ma questa volta, mi sarei vendicata. Ghignai da sola.
"Per me, dovresti provare a fare una cosa che non hai mai fatto nel tuo mondo, così torneresti per effetto contrario! Insomma, provare non costa niente!" Feci fatica a trattenere il ghigno. Sembrò pensarci e poi si alzò in piedi.
"Dimmi." Mi guardava pensieroso, e io mi preparai alla mia vendetta.
"Quella, si chiama lavastoviglie, serve per lavare i piatti. Qua sono i piatti. In bocca al lupo!" Ghignai al suo sguardo interrogativo. "Non ti posso dire niente Sasuke, devi cavartela da solo!" Mi sedetti sul mobile della cucina, vicino alla lavastoviglie, pronta per godermi lo spettacolo.
Il ragazzo si avvicinò alla lavastoviglie guardandomi male: "spero per te che tu non mi stia prendendo in giro". Lo guardai e risi: "e perché dovrei, grande padrone?" Risi più forte e indicai con la mano la lavastoviglie.
Credo che la sua espressione fosse epica, ogni volta che metteva un piatto dentro, mi guardava malissimo. Il risultato fu che non chiuse la lavastoviglie bene, e schiacciando tasti a caso, la fece partire, allagando buona parte della cucina. Dalla mia postazione, all'asciutto, spensi la lavastoviglie, e guardando un Sasuke completamente pieno di schiuma e acqua, morii dal ridere.
Il suo sguardo rasentò l'odio puro. "Non ho tempo per queste cazzate." Probabilmente, mi avrebbe potuto avvelenare con il solo tono di voce. Io risi più forte. "Ora si che sei uno spettacolo!" Ero piegata in due dal ridere mentre mi tenevo la pancia. Lui non disse niente, ma si avvicinò piano a me, con uno sguardo che non premetteva niente di buono. Smisi gradatamente di ridere guardandolo, e la mia espressione si incupì. Questa è la volta buona che mi ammazza. "S-sasuke…?" Con uno scatto fu davanti a me e mi bloccò le braccia.
"Ti sembra che abbia voglia di scherzare?" Era freddo, niente, era stato inutile anche lo scherzo. "Tu no, ma io si!" Cercai un po' di quel coraggio che mi doveva essere rimasto. "Ah si?" Mi tirò le braccia, e io caddi rovinosamente per terra, picchiando una ginocchiata sul pavimento e infradiciandomi completamente. Mi premetti il ginocchio. "Coglione, mi sono fatta male!" Lo fulminai mentre il ginocchio mi pulsava.
"E secondo te dovrebbe importarmi? Tsk!" Mi guardò sprezzante dall'alto. Io ringhiai.
"Presumo di si, visto che ti sei piazzato in casa mia!" Con l'altra gamba provai a tirargli un calcio alle caviglie. Come da copione lo evitò. Si abbassò di colpo, fino ad arrivare a pochi centimetri dal mio viso.
"Vedi di abbassare la cresta ragazza, porta rispetto e parla di meno, sei noiosa e fastidiosa." Si sollevò, lasciandomi li spiazzata. "Ah, e smettila di lamentarti. Altre, pagherebbero per potermi essere utili."
Ringhiai sommessamente e mi alzai. Gli tirai un colpo sulla spalla avvicinandomi a lui. "Se tu non l'hai capito, cafone, io non sono 'altre' e tu, non sei niente per me, quindi vedi di tornare coi piedi per terra." Ogni parola, era imbevuta di crudeltà e disprezzo.
Così veloce che non mi accorsi neanche che stesse succedendo, mi afferrò per il collo, e mi sbatté contro al muro. Si avvicinò brusco a me, tanto che sentii il suo respiro sul naso. Abbassò il viso, e una serie di brividini simili a scosse elettriche mi pervasero la schiena. Il ragazzo ghignò.
"Io non sono mai niente." Mi sibilò vicino, poi mi mollò e andò in sala. Io mi appoggiai piano contro al muro per riprendere fiato, e il controllo del mio cervello. Ma chi si crede di essere?! Ringhiai da sola, di certo non era ciò che avrei voluto, di certo,ero solo un'illusa. Decisamente incazzata, andai a prendere uno straccio e mi misi ad asciugare per terra ringhiando.
No, decisamente non avrei resistito in questa situazione.
Optai per passare il pomeriggio il più distante possibile da lui. La cosa non risultò difficile, sembrava intenzionato a non muoversi dal divano fino a quando non avessi trovato un modo per farlo tornare indietro, e d'altro canto, a me andava più che bene che lui stesse fuori dai piedi.
Passai ore in mansarda, tra i libri, a cercare qualcosa di simile a un viaggio spazio temporale, ma la mia ricerca non diede frutti. Niente diceva nulla su questo, ma infondo, chi mai avrebbe dovuto scrivere istruzioni su come viaggiare nel tempo?
Sospirai rassegnata e mi sedetti sbuffando sul divano. Mi presi la testa tra le mani, sembrava scoppiare, ma dovevo trovare una soluzione al più presto. L'unico problema è che più cercavo, più mi appare a evidente che non ne esistesse alcuna.
Scesi le scale lentamente, per vedere come erano le cose giù.
Arrivai in sala ma non c'era nessuno.
Il mio cuore ebbe un cedimento. Come non c'era nessuno?! Rimasi in ascolto. Nessun rumore. Mi si mozzò il fiato, e uno strano solletico al naso mi pervase.
"S-Sasuke…?" Nessuna risposta al mio filo di voce.
"SASUKE!" Niente, ancora niente. Cominciai a correre come una pazza, da una stanza all'altra, e ognuna era vuota. Arrivai nella mia stanza, l'ultima che non avevo ancora guardato, in fondo al corridoio.
L'aprii di colpo, e trovai Sasuke seduto sul mio letto, con in mano uno dei manga.
"Allora è grazie a questi che sapete la nostra storia?" Chieste senza degnarmi di uno sguardo.
"Ma ti sembra il caso di non rispondere se ti chiamo?! Mi hai fatto prendere un colpo razza di idota!" Ignorai bellamente la sua domanda e presi a sclerargli contro.
Lui alzò lo sguardo indifferente, mi fisso freddo trapassandomi con i suoi occhi d'ossidiana e mi disse, come se stesse parlando a un tavolo: "Visto che non sono niente per te, non ti sarebbe dovuto importare di dov'ero." Riabbassò lo sguardo sul manga, niente veniva svelato dal suo comportamento, e nessun pensiero traspirava dalla sua voce apatica, gelida come una serata d'inverno. Ringhiai, stufa di sentirmi prendere per il culo e trattare da pezza da piedi, mi girai su me stessa e andai in sala. Idiota, avevo fatto il suo gioco. Mi ero tradita da sola. Si, ero decisamente stupida.
Misi su un film di azione, e mi accucci sul divano, stringendomi le gambe e il ginocchio che pulsava, sul quale si era già formato un evidente livido. Poco dopo entrò anche lui, si sedette sull'altro divano, probabilmente per tenere le distanze da un essere inferiore come me, e guardammo il film insieme, in silenzio. Vicini, ma lontani milioni di anni luce, l'una dall'altro. Ogni tanto, lo guardavo con la cosa dell'occhio, per beccarlo in fallo su qualcuno dei suoi movimenti, che trafisse il suo carattere freddo, impostato e duro. Inutile dire, che non vidi assolutamente niente.
Cinque minuti prima della fine del film, alzai lo sguardo per l'ennesima volta verso di lui. Anche lui mi stava guardando. Gli sguardi si incrociarono, nell'arco di pochi secondi, una scossa mi scivolò lungo la schiena e il mio stomaco si arrotolò su sé stesso. Spostai lo sguardo, e sono più che certa che lui ghignò in quell'istante. La cosa divertente fu che ghignai anche io. Forse, c'era ancora speranza che non fosse davvero così vuoto come si ostinava a dimostrare, e magari, anche solo magari, per un istante le sue barriere impenetrabili erano crollate, lasciando spazio a un'ombra di umanità.
Da domani sarebbe stato diverso, perché le cose potevamo ancora cambiare, e credo che, non sarebbe stato così male convivere con un Uchiha. Forse, questo incubo, non era altro che un bel sogno cominciato col piede sbagliato... alla fine, finché si ha una possibilità, è meglio giocarsela.
Salutai Kaly e Menma, e appena dopo, mi chiusi la porta alle spalle. Mi voltai piano. Sasuke Uchiha era seduto sul divano, a fissare un punto a caso della sala. Respirai profondamente, e mi sforzai di parlare: "allora, i miei torneranno settimana prossima, in caso tu fossi ancora qua, diremo che la scuola ha organizzato uno scambio culturale, e tu sei uno studente giapponese, chiaro?" "Mmh." Ecco, questa fu l'unica risposta che riuscii a ottenere dal ragazzo. Un moto di rabbia mi scosse dall'interno, salendo piano, probabilmente portato dal fatto che lui non era come mi immaginavo. Freddo,egocentrico, pieno di sé… si ecco, vi presento Sasuke Uchiha. Moltissime volte ho sperato che tutto questo avvenisse, che questo sogno diventasse realtà, ma a volte, i sogni fanno paura, se hanno la prospettiva di diventare i tuoi peggiori incubi. Sarei stata incastrata in casa mia, con un perfetto sconosciuto di un altro universo. Questa cosa, mi sarebbe sembrata eccitante, fino a ventiquattro ora fa, ma ora mi sembrava tremendamente irritante. Per il semplice fatto che lui non fosse come io mi immaginavo, per il semplice fatto che non avevo idea di cosa fare, be' per il semplice fatto, che ogni convinzione distrutta senza tanti se o ma, fa decisamente male. "Benissimo." Ringhiai e girai su me stessa. Mi diressi verso la camera e cominciai a fare il letto.
Sommersa dai miei pensieri mi misi qualcosa di diverso dal pigiama e tornai in sala.
"Visto che siamo obbligati a convivere per un tempo indeterminato… proviamo e rendere tutto questo il più indolore possibile, ok?" Guardai il ragazzo,e in risposta non ottenni nient'altro che il silenzio. Così esplosi. "Se ti parlo, fammi il favore di cagarmi, grazie!". Contrariamente a quello che mi aspettavo, il moro mi guardò. Calmai il mio respiro. "Mi chiamo Michela, ma puoi chiamarmi Miky. Ti sei Sasuke Uchiha, lo so già. Per qualsiasi cosa, puoi chiedere." "Bene, allora dimmi il perché non rilevo la presenza di chakra qui." Ordini, come sempre. Bene, non ho voglia di sclerargli ancora contro. "Perché, probabilmente qua non esiste."
Mi sedetti sull'altro divano, e accesi presi il computer. Il suo sguardo fu attirato dall'oggetto. "È un computer, un giorno te lo farò provare." Non distolsi lo sguardo dal sito che stavo guardando, sentendo in risposta un solo "Tsk" infastidito.
Ci furono momenti di silenzio. Se sarebbe stato sempre così, sarebbe stato come essere in casa da sola.
Guardai con la coda dell'occhio Sasuke. "Non puoi star vestito così."
Sasuke mi guardò: "e perché non potrei?" "Perché se ti sei visto, fai ridere in questo mondo."
Dire che mi guardò male è dir poco. Ghignai, stavo mettendo alla prova la pazienza del grande Sasuke Uchiha. "E ricordati, che qua non sei né figo, né potente, quindi, smettila di tirartela per favore." Ghignai ancora, e la sua espressione mutò. Si, probabilmente lo stavo irritando. Molto.
"E tu ricordati, ragazzina, con chi stai parlando, e non lo dimenticare." La sua voce, risuonò fredda e severa nella sala. Alzi un sopracciglio. "E dovresti farmi paura?" Risi piano, ironica, e mi alzai. Mi stiracchiai le ossa. "Dobbiamo capire come rimandarti indietro, non sono così masochista da volerti tenere qua." Lo guardai, per un secondo la sua espressione vacillò tra il divertito e l'incuriostio, ma subito tornò freddo. "Quello, lo farai tu." Di nuovo la sua voce, fredda. Chissà se sarà mai calda un giorno ragazzo? Gli guardai gli occhi. Sono quelli che hanno le persone che hanno visto tanto, pianto tante volte nel cuore della notte quando nessuno poteva sentirli, e sopportato tanti giorni. Sorrisi piano, rendendomi conto della difficoltà di essere lui, e mi girai. "Soprattutto, come siete arrivati qua?" Sentii il suo sguardo posarsi pesante su di me, e io, per alleggerire il suo peso, presi un libro dalla libreria della sala e cominciai a sfogliarlo. "Non lo so. Probabilmente, Obito ci ha spediti qua. Ci ha colto all'improvviso." La sua voce mi suonò nelle orecchie, e mi sembrò impossibile di starla a sentire davvero. Mi girai, per vedere se mi stessi immaginando tutto, ma lui era ancora li. Mi sentii quasi sollevata. "Non ho un Obito qua, quindi siamo nei casini!" Risi piano. Mi guardò con sufficienza: "vedi di risolvere il problema allora"
Sospirai e lo guardai male: "e tu vedi di renderti utile Uchiha." Me ne andai in stanza, e mi misi il giubbotto di pelle. Recuperati borsa e soldi, andai verso la porta d'ingresso. "Vado a prenderti del vestiti, vedi di non combinare casini, o di Uchiha, non ne rimarrà neanche uno." Uscii e mi chiusi la porta alle spalle.
Camminai lungo il viale piano, con gli occhi per terra, sotto il sole forte di giugno. Appena beccai il negozio del paese entrai. Andai subito al reparto maschile, recuperai un paio di jeans, una maglietta nera e andai a pagare. C'è poco da dire, lo sguardo della commessa era il tipico di una che non capiva niente di quello che stessi facendo. Sorrisi innocentemente, pagai e uscii. Ripercorsi la strada, fino a casa mia. Mi fermai fuori dal cancello a guardarla.
Un brivido mi scosse.
E se mi fossi immaginata tutto? E se Sasuke non fosse la dentro? Aprii piano, con timore di entrare. Arrivai davanti alla porta e respiri piano. Aprii.
Sasuke era ancora la, nella stessa posizione in cui l'avevo lasciato.
Sorrisi dal cuore, e gli lanciai la busta in faccia, la quale venne fermata prima di sfiorarlo. Lui mi guardò male. Io ghignai. "I tuoi vestiti, muovitela a cambiarti se ne sei capace, ragazzino." Sasuke non mi rispose, e salì in mansarda, dove si trovava il divano letto in cui avrebbe dormito.
Mi sedetti sul divano, mi misi comoda e accesi la tele.
Poco dopo il ragazzo scese. Lo guardai. Mi prese un mini infarto. Si, era decisamente figo così. "Si, sei decente..." Lo guardai con sufficienza e ripresi a guardare la tele.
Sono sicura che lui ghignò in quel momento. Gli dovevo sembrare molto diversa dalle solite ochette come Sakura che gli morivano dietro. Si sedette sull'altro divano e si mise a guardare la tele. La spensi ghignando. Mi guardò con indifferenza. "Credi di darmi fastidio? Ne hai di strada da fare." Mi soffiò cattivo. Il mio sguardo si rabbuiò. "Non mi interessa darti fastidio, mi interesserebbe farlo, solo nel caso in cui mi importasse di te, ma spiacente, non mi fai né caldo né freddo"
Anche il suo sguardo divenne più freddo, e lo spostò nuovamente verso il nulla. Mi alzai e gli passai davanti. Andai in cucina e mi misi a preparare il pranzo.
Acqua, sale, pasta, semplice. Sasuke si alzò e si venne a sedere al tavolo.
"Che vuoi?" Soffiai senza guardarlo; la sua risposta mi aveva irritato.
"Che cucini?" Mi chiese lui. Questo era strano, perché un Uchiha avrebbe voluto far conversazione?
"Pasta" risposi io. Lui non continuò il discorso ma rimase a guardarmi dalla sua posizione. Inclinai un po' la testa per guardarlo e sorrisi da sola.
"Prepara il tavolo" immaginavo già la sua risposta. Infatti, l'unica cosa che ne uscì fu un verso irritato.
Mentre l'acqua bolliva, andai a prendere la tovaglia e la misi a posto. I piatti, i bicchieri, le posate.
"L'ho fatto io solo perché è il primo giorno. Da domani collabori, o ti attacchi e mangi le scatolette del cane." Silenzio dall'altra parte. Meglio, chi tace acconsente. Mi sedetti sul mobile della cucina e lo guardai.
"Allora ragazzo, che si fa oggi?" Silenzio. Ma sa ancora parlare?
"Tu cerchi un modo per farci tornare, quello che farò io, non ti deve interessare." Ok, era meglio quando non parlava.
"Non hai capito Sasuke, io non sono la tua schiava, tu non sei superiore, quindi mi tratti da pari, o ti attacchi. Vedi di non darmi ordini, perché se io rispetto te, pretendo il tuo rispetto per me." Lo guardai negli occhi, e il suo sguardo mi trafisse. Freddo, odio, sprezzo.
"Stai zitta." La sua risposta mi face imbestialire.
"Ma vaffanculo! Chi ti credi di essere?!"
"Uchiha Sasuke"
Ringhiai piano. Lo squadrai. Un miliardo di risposte mi vennero in mente, ma non ne formulai nessuna. Rimasi zitta e mescolai la pasta. Appena fu pronta, la scolai e versai.
"Spero ti vada di traverso." Ringhiai a Sasuke e mi sedetti lontana da lui.
"Grazie." Cominciammo a mangiare. Il silenzio, rimbombava nelle orecchie, e il tempo passava, mentre tra un boccone e l'altro, mi domandavo a come averei fatto a sopravvivere con un vendicatore sociopatico sotto al mio stesso tetto.
Finii di mangiare e mi alzai dal tavolo. Cominciai a mettere le stoviglie nel lavandino e ghignai alla mia idea.
"Sasuke…" inclinai la testa verso di lui, per guardarlo con la coda dell'occhio. Aveva sollevato il viso, in un'espressione interrogativa. "Forse ho un'idea per farti tornare la..."
"Parla." Ordini, come sempre. Ma questa volta, mi sarei vendicata. Ghignai da sola.
"Per me, dovresti provare a fare una cosa che non hai mai fatto nel tuo mondo, così torneresti per effetto contrario! Insomma, provare non costa niente!" Feci fatica a trattenere il ghigno. Sembrò pensarci e poi si alzò in piedi.
"Dimmi." Mi guardava pensieroso, e io mi preparai alla mia vendetta.
"Quella, si chiama lavastoviglie, serve per lavare i piatti. Qua sono i piatti. In bocca al lupo!" Ghignai al suo sguardo interrogativo. "Non ti posso dire niente Sasuke, devi cavartela da solo!" Mi sedetti sul mobile della cucina, vicino alla lavastoviglie, pronta per godermi lo spettacolo.
Il ragazzo si avvicinò alla lavastoviglie guardandomi male: "spero per te che tu non mi stia prendendo in giro". Lo guardai e risi: "e perché dovrei, grande padrone?" Risi più forte e indicai con la mano la lavastoviglie.
Credo che la sua espressione fosse epica, ogni volta che metteva un piatto dentro, mi guardava malissimo. Il risultato fu che non chiuse la lavastoviglie bene, e schiacciando tasti a caso, la fece partire, allagando buona parte della cucina. Dalla mia postazione, all'asciutto, spensi la lavastoviglie, e guardando un Sasuke completamente pieno di schiuma e acqua, morii dal ridere.
Il suo sguardo rasentò l'odio puro. "Non ho tempo per queste cazzate." Probabilmente, mi avrebbe potuto avvelenare con il solo tono di voce. Io risi più forte. "Ora si che sei uno spettacolo!" Ero piegata in due dal ridere mentre mi tenevo la pancia. Lui non disse niente, ma si avvicinò piano a me, con uno sguardo che non premetteva niente di buono. Smisi gradatamente di ridere guardandolo, e la mia espressione si incupì. Questa è la volta buona che mi ammazza. "S-sasuke…?" Con uno scatto fu davanti a me e mi bloccò le braccia.
"Ti sembra che abbia voglia di scherzare?" Era freddo, niente, era stato inutile anche lo scherzo. "Tu no, ma io si!" Cercai un po' di quel coraggio che mi doveva essere rimasto. "Ah si?" Mi tirò le braccia, e io caddi rovinosamente per terra, picchiando una ginocchiata sul pavimento e infradiciandomi completamente. Mi premetti il ginocchio. "Coglione, mi sono fatta male!" Lo fulminai mentre il ginocchio mi pulsava.
"E secondo te dovrebbe importarmi? Tsk!" Mi guardò sprezzante dall'alto. Io ringhiai.
"Presumo di si, visto che ti sei piazzato in casa mia!" Con l'altra gamba provai a tirargli un calcio alle caviglie. Come da copione lo evitò. Si abbassò di colpo, fino ad arrivare a pochi centimetri dal mio viso.
"Vedi di abbassare la cresta ragazza, porta rispetto e parla di meno, sei noiosa e fastidiosa." Si sollevò, lasciandomi li spiazzata. "Ah, e smettila di lamentarti. Altre, pagherebbero per potermi essere utili."
Ringhiai sommessamente e mi alzai. Gli tirai un colpo sulla spalla avvicinandomi a lui. "Se tu non l'hai capito, cafone, io non sono 'altre' e tu, non sei niente per me, quindi vedi di tornare coi piedi per terra." Ogni parola, era imbevuta di crudeltà e disprezzo.
Così veloce che non mi accorsi neanche che stesse succedendo, mi afferrò per il collo, e mi sbatté contro al muro. Si avvicinò brusco a me, tanto che sentii il suo respiro sul naso. Abbassò il viso, e una serie di brividini simili a scosse elettriche mi pervasero la schiena. Il ragazzo ghignò.
"Io non sono mai niente." Mi sibilò vicino, poi mi mollò e andò in sala. Io mi appoggia piano contro al muro per riprendere fiato, e il controllo del mio cervello. Ma chi si crede di essere?! Ringhiai da sola, di certo non era ciò che avrei voluto, di certo,ero solo un'illusa. Decisamente incazzata, andai a prendere uno straccio e mi misi ad asciugare per terra ringhiando.
No, decisamente non avrei resistito in questa situazione.
Optai per passare il pomeriggio il più distante possibile da lui. La cosa non risultò difficile, sembrava intenzionato a non muoversi dal divano fino a quando non avessi trovato un modo per farlo tornare indietro, e d'altro canto, a me andava più che bene che lui stesse fuori dai piedi.
Passai ore in mansarda, tra i libri, a cercare qualcosa di simile a un viaggio spazio temporale, ma la mia ricerca non diede frutti. Niente diceva nulla su questo, ma infondo, chi mai avrebbe dovuto scrivere istruzioni su come viaggiare nel tempo?
Sospirai rassegnata e mi sedetti sbuffando sul divano. Mi presi la testa tra le mani, sembrava scoppiare, ma dovevo trovare una soluzione al più presto. L'unico problema è che più cercavo, più mi appare a evidente che non ne esistesse alcuna.
Scesi le scale lentamente, per vedere come erano le cose giù.
Arrivai in sala ma non c'era nessuno.
Il mio cuore ebbe un cedimento. Come non c'era nessuno?! Rimasi in ascolto. Nessun rumore. Mi si mozzò il fiato, e uno strano solletico al naso mi pervase.
"S-Sasuke…?" Nessuna risposta al mio filo di voce.
"SASUKE!" Niente, ancora niente. Cominciai a correre come una pazza, da una stanza all'altra, e ognuna era vuota. Arrivai nella mia stanza, l'ultima che non avevo ancora guardato, in fondo al corridoio.
L'aprii di colpo, e trovai Sasuke seduto sul mio letto, con in mano uno dei manga.
"Allora è grazie a questi che sapete la nostra storia?" Chieste senza degnarmi di uno sguardo.
"Ma ti sembra il caso di non rispondere se ti chiamo?! Mi hai fatto prendere un colpo razza di idota!" Ignorai bellamente la sua domanda e presi a sclerargli contro.
Lui alzò lo sguardo indifferente, mi fisso freddo trapassandomi con i suoi occhi d'ossidiana e mi disse, come se stesse parlando a un tavolo: "Visto che non sono niente per te, non ti sarebbe dovuto importare di dov'ero." Riabbassò lo sguardo sul manga, niente veniva svelato dal suo comportamento, e nessun pensiero traspirava dalla sua voce apatica, gelida come una serata d'inverno. Ringhiai, stufa di sentirmi prendere per il culo e trattare da pezza da piedi, mi girai su me stessa e andai in sala. Idiota, avevo fatto il suo gioco. Mi ero tradita da sola. Si, ero decisamente stupida.
Misi su un film di azione, e mi accucci sul divano, stringendomi le gambe e il ginocchio che pulsava, sul quale si era già formato un evidente livido. Poco dopo entrò anche lui, si sedette sull'altro divano, probabilmente per tenere le distanze da un essere inferiore come me, e guardammo il film insieme, in silenzio. Vicini, ma lontani milioni di anni luce, l'una dall'altro. Ogni tanto, lo guardavo con la cosa dell'occhio, per beccarlo in fallo su qualcuno dei suoi movimenti, che trafisse il suo carattere freddo, impostato e duro. Inutile dire, che non vidi assolutamente niente.
Cinque minuti prima della fine del film, alzai lo sguardo per l'ennesima volta verso di lui. Anche lui mi stava guardando. Gli sguardi si incrociarono, nell'arco di pochi secondi, una scossa mi scivolò lungo la schiena e il mio stomaco si arrotolò su sé stesso. Spostai lo sguardo, e sono più che certa che lui ghignò in quell'istante. La cosa divertente fu che ghignai anche io. Forse, c'era ancora speranza che non fosse davvero così vuoto come si ostinava a dimostrare, e magari, anche solo magari, per un istante le sue barriere impenetrabili erano crollate, lasciando spazio a un'ombra di umanità.
Da domani sarebbe stato diverso, perché le cose potevamo ancora cambiare, e credo che, non sarebbe stato così male convivere con un Uchiha. Forse, questo incubo, non era altro che un bel sogno cominciato col piede sbagliato... alla fine, finché si ha una possibilità, è meglio giocarsela.
 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: misa_tome