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Autore: Britin_Kinney    02/06/2013    3 recensioni
"Perché te la prendi tanto?" chiese sospettoso il biondo.
"Perché anche se sono un servo, conservo il mio orgoglio e la mia dignità. Potreste anche prendermi qui, in questa grotta, fare del mio corpo ciò che vorrete ma, ricordatevi che la dignità non potrete togliermela, mai".
Artù gli prese il viso tra le mani, costringendolo con non poca difficoltà a guardarlo negli occhi e prestare la massima attenzione alle sue parole.
"Ascoltami io non volevo..." uno sguardo particolarmente significativo da parte del servo, gli bloccò le parole in gola.
Merlin accerchiò i suoi polsi con le mani e le tolse dal suo viso, facendole scivolare lentamente lungo i suoi tratti giovani.
"Torno a Camelot" annunciò con voce rotta il moro.
"Ma fuori piove ancora e... ed è pericoloso" fece Artù.
"Preferisco andare adesso, grazie per l'interessamento"
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Eitan e Jeremy Sumpter :3
-A.
 
IL MIO RIFUGIO SEI TU
Capitolo 12
 
Mentre Artù era impegnato a firmare diversi trattati di cui non sapeva nemmeno di cosa 'trattassero', Uther sorseggiava del buon vino leggendo delle pergamene riguardanti le tasse e i conti reali.
Artù era troppo distratto e lui, suo padre, non sapeva neanche spiegarsi il perché. Lo osservava furtivamente al di sopra della carta ruvida che stringeva tra le mani e non riusciva a trovare una risposta alle sue domande -non che si fosse mai preoccupato dell'atteggiamento del figlio, a meno che non fosse lui a peggiorarlo- ma quel dì, Artù era distante, pensieroso; distratto, appunto. Vergava il suo nome su quei documenti come se non li stesse guardando. 
Perciò, sapendo per certo di non aver combinato nulla negli ultimi giorni che potesse provocare un cambio d'umore del principe, decise di indagare.
“Qualcosa ti turba, Artù?” -domandò il Re, ma il principe non lo aveva neppure sentito- “Artù?” riprovò con un tono stranamente gentile.
Artù sollevò il capo e lo guardò per un po'. 
Suo padre...
Come poteva tenere nascosta una cosa così enorme a suo padre? 
Poi, una vocina si fece largo tra i suoi pensieri: -Sì, è un padre e anche un Re. E spesso sembra quasi che la seconda carica eclissi definitivamente la prima.
“Niente, padre. Sono solo stanco” inventò e gli occhi gli si inumidirono, chinò il capo.
“Figliolo” -Uther poggiò una mano guantata sulla sua e Artù fu così sopreso che dovette fare uno sforzo enorme per non sembrarlo- “vedo che c'è qualcosa che non va, non mentirmi”.
-Sì, padre. Per voi è qualcosa che non va! Amo un ragazzo, mio signore. Un ragazzo speciale, importante. Un ragazzo che è tutto il mio mondo. Amo Merlino, padre, sire, mio signore. Lo amo con tutte le mie forze.
“No, davvero. Non c'è niente che non va, padre” -disse poi, sorridendogli- “solo stanchezza, te lo assicuro”.
“Davvero?” Uther alzò un sopracciglio. Artù fu tentanto di fargli da riflesso: e da quando lui si preoccupava dei suoi sentimenti?
Forse se... Nel vederlo così ben disposto a parlare...
Poteva cambiare idea, Uther? Lui, che non avrebbe approvato nemmeno nel vederlo insieme ad una serva donna.
Figuriamoci.
Artù fu tentato di dirglielo.
Mi dispiace, padre.
“Veramente... Io... Io am-” 
toctoc
La porta della piccola sala del trono fu aperta dalle guardie e spuntò una figura inaspettata quanto indesiderata.
“Eitan” salutò Artù con deferenza, levandosi. Indeciso se essere irritato con lui per averlo fermato mentre stava per dire una cosa così importante al genitore o essergli grato per aver interrotto quella frase che temeva portasse conseguenze disastrose.
“Artù” rispose l'altro principe, avvicinandoglisi per stringergli l'avambraccio.
“Mio fratello” -cominciò Helena con la solita inflessione civettuola- “è arrivato dopo di noi perché doveva sbrigare delle faccende nel regno” detto questo, svolazzò accanto al consanguineo e gli baciò la guancia.
“Helena, ti prego!” esclamo Eitan, facendo il gesto di asciugarsi la faccia. Uther e Godwin risero, mentre i principi si sorridevano cordiali.
Nelle conoscenze di Helena, rientravano i gusti sessuali del fratello. Helena aveva provato in tutti i modi a porgergli su un piatto d'argento, serve sfacciate e pronte a tutto. Eppure, lui, aveva sempre preferito cavalieri, giovani servi e -perché no?- anche principi.
Eitan sorrideva e ripassava le parole della sorella tra sé: “Artù ha un servitore che non è niente male" -gli aveva scritto- "dovresti fare un salto qui, perché pare che la concorrenza te lo stia soffiando da sotto il naso. Sì, proprio così: Artù ha un debole per il suo servitore. E tu devi aiutarmi, perché non posso lasciare che un servo porti via il mio principe! Al costo di ritrovarmi con un suddito in più al mio ritorno!”
Eitan era anche stato avvertito della sensibilità di Merlin e di quanto adorasse esser preso con gentilezza. Così, il caso (che quando ci si mette è proprio un infame!) aveva deciso che Merlin ed Eitan si scontrassero, così da dare occasione al principe di mostrare al servo il suo 'cuore gentile'.
Merlin camminava tranquillamente per il corridoio, erano passati diversi giorni dall'episodio della lavanderia e ormai i vestiti del principe preferiva lavarli altrove.
Così, mentre reggeva in mano un vassoio di argento con teiere e tazzine, con tanto di piattini anch'essi in argento, qualcuno gli fece rimbalzare il servizio da the sul petto che poco dopo di rovesciò sul pavimento con un sonoro CRASH!
“Oh. Io... scusami” mormorò il principe. Merlin ed Eitan si chinarono ad afferrare entrambi la stessa tazzina, le loro mani si incontrarono.
Merlin ritirò la sua sorridendo imbarazzato e continuando a riporre tutto nel vassoio. Eitan lo aiutò, farfugliando di continuo 'mi dispiace'; 'ero distratto, scusami'; 'Niente di rotto?'.
Merlin ridacchiava: e da quando i nobili si scusavano?
Artù gliele avrebbe con piacere lanciate contro quelle cose nei suoi primi giorni di servizio.
Merlin sorrise e porse la mano allo sconosciuto “Sono Merlino, il servitore di Artù” si presentò.
Helena non aveva per niente torto, quel servitore era più che 'niente male'. Era davvero un bocconcino succulento, del quale sperava di appropriarsi presto.
“Principe Eitan” il nobile gli strinse la mano e la ragione lo distolse dall'atto di chinarsi a baciarne il dorso.
“Bhe, principe...” cominciò Merlin.
“Chiamami Eitan” lo interruppe il biondino.
“Eitan. È stato un piacere conoscervi, ma ora il dovere mi chiama.”
un “Merlin!” chiaro e coinciso riecheggiò nel corridoio.
“Appunto” affermò il servo e sorrise.
Artù svoltò l'angolo e la presenza di Eitan non gli permise di richiamare il suo valletto come avrebbe voluto.
“Ma dove ti eri cacciato? Ti cerco da un po'” finse di sgridarlo e poi, non visto, gli fece l'occhiolino.
“Eitan, vi presento una testa di fagiolo: il principe Artù” scherzò Merlin ed Eitan sogghignò, Artù afferrò Merlin da un braccio.
“Eitan, ti presento uno sfaticato: il mio servitore” ribatté il principe ed Eitan scoppiò a ridere.
“Sono sicuro che non è così male” -azzardò- “Ti dispiacerebbe prestarmelo, dopo? Avrei bisogno di una mano a vestirmi e lavarmi” chiese gentile il principe Eitan.
“Ah... io...” Artù esitò.
“Con piacere, principe. Sarò da voi non appena avrò riposto questi nelle stanze di Artù” si offrì Merlin, ingenuamente.
“Se Artù non ha nulla in contrario” disse Eitan, quasi sfidando Artù con lo sguardo, che contrasse impercettibilmente gli angoli degli occhi.
Artù non si fece intimorire e rispose gentilmente: “Certo che no.” rispose poi, restio.
“Magnifico. A dopo, Merlin” salutò il fratello di Helena e, dopo che sparì dalla loro visuale, Artù afferrò il mago dal braccio e lo trascinò nei suoi appartamenti.
“Con piacere?” ripeté la risposta che Merlin aveva dato al principe.
“Che c'è di male?” -Merlin fece spallucce, con aria di sufficenza- “Sono un servitore, è il mio lavoro” motivò, ingenuamente.
“Devi stare attento, Merlin. Eitan è pericoloso.” lo mise in guardia sui gusti del principe ospite.
“Non è vero, prima è stato così cortese con me. Si è scusato un'infinità di volte” lo smentì Merlin.
“Merlin” -lo richiamò Artù, serio- “Fa' attenzione”.
“D'accordo, anche se non vedo dove sia il pericolo” -Merlin inarcò entrambe le sopracciglia.
Artù mollò la presa sul suo braccio.- “Ora devo andare a servire Eitan” informò.
E il biondo, afferrò le sue labbra per baciarlo con foga e Merlin in quel bacio potè sentire tutta la gelosia e la possessività dell'universo.
“Non sto andando in guerra” scherzò Merlin.
“Come se fosse” lo redarguì il biondo.
“Non essere così protettivo, mi fai paura. Sto andando solo a servire un principe, non sto andando ad affrontare un mercenario, Artù” -ribatté Merlin, confuso dal suo comportamento- “e contrariamente a quanto credi, so difendermi da solo”.
E, detto questo, dopo aver poggiato il vassoio sul tavolo, fece per andarsene.
Artù gli afferrò la mano sulla quale una cicatrice leggera spiccava. Il futuro erede al trono baciò quella cicatrice, a mo' di avvertimento. Lo fece come per smentire l'ultima frase di Merlin, il quale se ne accorse solo una volta arrivato in mezzo al corridoio.
Già... Glenda. Non sapeva difendersi e sfuggire alle grinfie di una donna in età avanzata, figuriamoci da un principe muscoloso e attratto dai ragazzi.
Quando bussò alle stanze assegnate al principe Eitan, da dentro si sentì un caloroso: “Entra pure”.
Merlin cercò di mettere da parte gli avvertimenti di Artù che lo avrebbero solo messo in soggezione e gli avrebbero fatto vedere il fratello di Helena sotto una luce diversa.
Quando fece il suo ingresso, Eitan gli sorrise allegramente.
“Allora, sire, in cosa necessitate dei miei servigi?” Bravo Merlino -si disse- continua così, formale e distaccato.
“Devo lavarmi” mormorò cortese l'interlocutore e il valletto si avvicinò a lui.
Sta' calmo, Merlino. Calmo. Se ti innervosisci, lo capirà.
Merlino, con dita tremanti gli sfilò la giacca, imitando delle gestualità che con Artù svolgeva saltuariamente e mnemonicamente.
Solo che, a differenza del nobile che si trovava di fronte, sfiorare la pelle del principe di Camelot era sembra un brivido sottopelle e pelle d'oca sulla nuca assicurata.
“Sembrate molto legati” cominciò Eitan e dovette richiamare la sua attenzione schiarendosi la gola, poiché Merlino era distratto.
“Avete detto qualcosa, sire?” domandò Merlin, scuotendo il capo di scatto.
“Sì. Dicevo... sembrate molto legati” ripetè il fratello di Helena.
“Chi?” domandò il servo aggrottando le sopracciglia e continuando a sfilare gli indumenti dell'aristocratico.
“Tu e Artù” disse, andando dritto al punto e sondando ogni minimo cambiamento di espressione di Merlin.
“Siamo amici, tutto qui.” tagliò corto il moro, mantendendosi sul vago e tentando in tutti i modi possibili e immagginabili di sembrare indifferente.
“Sembrate molto di più” -azzardò l'altro, fingendo disinteresse- “siete molto affiatati”.
Affiatati? Cristo santo, Merlino. Sta cercando di tenderti una trappola!
“Ci tengo a lui, è un buon amico. Anche se a volte è proprio un babbeo” perdonò mentalmente Artù per quell'insulto, giustificandosi con il fatto che le sue parole dovessero essere convincenti. Altrimenti non ne sarebbe uscito più.
“Si vede” concordò Eitan.
“Che cosa?” -cominciò Merlino- “che è un babbeo? Oh, potete starne certo!” appesantì il concetto.
“No, che vi volete bene” continuò imperterrito il biondo, cercando di estrapolare qualche informazione succulenta.
“No, lui... lui è un buon padrone, tutto qui” tagliò corto Merlin.
“Oh... anche io lo sono, Merlin” disse il principe quando il valletto gli fu davanti.
“Ne sono sicuro” Merlin sorrise forzatamente e poi si diresse alla tinozza.
“Il bagno è pronto” annunciò Merlin dopo qualche minuto.
Ovviamente, la sua adorata magia l'aveva aiutato come sempre.
“Ti spiacerebbe massaggiarmi le spalle? Sai, è stato un lungo viaggio e...” cominciò il principe, innocentemente.
Merlin sorrise, nervosamente.
“Ma certo, sire” rispose, infine, afferrando uno sgabello per sedersi accanto al bordo della tinozza, dove le spalle possenti del nobile spiccavano in tutta la loro bellezza perlacea.
Merlin pensò che Artù fosse molto, ma molto più bello di lui.
Quando era nudo, il corpo di Artù era come se parlasse, la sua pelle era raramente costellata di leggere cicatrici, quasi invisibili, gliele avrebbe baciate ad una ad una, guarendole poi con la sua magia.
“Qualcosa non va, Merlin?” Eitan voltò il capo, poiché Merlin si era distratto, finendo per lasciar fermare le sue mani. “Merlin?”.
E poi Artù lo avrebbe amato, gli avrebbe sussurrato il loro destino glorioso nelle orecchie, lo avrebbe fatto sospirare sfiorandolo con tocchi leggeri e caldi. “Merlin, stai bene?” la voce del principe infranse come fosse un sasso lanciato contro uno specchio, i pensieri di Merlin.
“Io...” -cominciò Merlin, in imbarazzo- “Va tutto bene, principe”
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D'aaaaaaacccoooooordo :) che ne pensate? Anche se è solo un capitoletto di passaggio? :)
Fatemelo sapere ;) a presto! 
Bacioooo! :*
-A.
  
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