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Autore: Meramadia94    02/06/2013    1 recensioni
Ryan viene ricattato. La vita di una persona a cui tiene molto è stata messa in pericolo. Per salvarla dovrà scegliere cosa è più importante: l'amore per la famiglia o il suo senso di giustizia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Javier Esposito, Kate Beckett, Kevin Ryan, Nuovo personaggio, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Le auto delle due coppie di detective, correvano a tutta birra, infischiandosene alla grande del fatto che stavano infrangendo senza ritegno ogni limite di velocità e che con ogni probabilità avrebbero dovuto saldare delle multe da paura, ma in questo momento era l'ultimo problema.

C'era una vita che stava per spegnersi.

La vita di una giovane donna che non aveva ancora vissuto davvero, con sogni e speranze.

''E' una ragazzina...''- borbottava Ryan seduto sul sedile del passeggero, con le mani che tremavano come se avesse la febbre-:'' è solo una ragazzina... nient'altro che una ragazzina...''

''Ryan, calmati, prendi un bel respiro e calmati...''- fece Esposito che guidava non meno preoccupato di lui.

Stava diventando veramente difficile.

Quando avevano identificato la ragazza rapita aveva promesso al collega che avrebbero fatto di tutto per ritrovarla e riportarla a casa sana e salva, ma adesso non era più tanto sicuro di poter mantenere la promessa, e in quel caso non sarebbe mai riuscito a perdonarsi, sia come poliziotto per aver fallito nel salvare una persona che come amico per avergli dato una falsa speranza.

''Io non capisco.... come diavolo hanno fatto a scoprire che eravamo sulla pista giusta?''- si chiese Ryan pensando ad alta voce.

''Non lo so.... proprio non lo so...''- fece Esposito.

Era la verità.

Non sapeva come avessero fatto a scoprire tutto, forse avevano mandato un infiltrato al distretto, forse avevano messo delle cimici, ma era improbabile, visto che le ricetrasmittenti e i telefoni funzionavano perfettamente.

''Sono certo che sta bene... se è riuscita a mandarti quei messaggi senza che se ne accorgessero, riuscirà a tener loro testa fino a quando non arriviamo a salvarla...''- e qui scostò una mano dal volante e la strinse all'amico, come se volesse dargli conforto-:'' Ti ho fatto una promessa, che l'avremmo salvata ed è esattamente quello che faremo.''

Ryan, nonostante la disperazione e lo sconforto del momento, trovò la forza di sorridere debolmente e di ricambiare la stretta.

In quel momento arrivarono tutti davanti al centro commerciale, e scesero dalle auto.

A parte Castle avevano tutti la pistola d'ordinanza ed erano provvisti del giubbotto antiproiettile.

Incluso Castle, con sopra scritto ''Writer''.

''Dannazione, è un labirinto, come li troviamo?''- fece Esposito sempre più nervoso.

Ogni secondo che passava, meno possibilità c'erano di arrivare in tempo.

''Strano posto per un esecuzione, chiamiamola così....''- fece Beckett.

''Gia...''-aggiunse Castle-:'' specie se conti che a quest'ora è uno dei centri commerciali con il maggoir afflusso di clienti della Big Apple...''- e qui sia lui che Beckett sembrarono come attraversati da una scarica elettrica.

''Ciò vuol dire che sarà in un posto non troppo affollato e non troppo frequentato...''- fece Beckett.

''Come il garage del centro commerciale.''- concluse Castle.

Nemmeno il tempo di dirlo che il quartetto si era fiondato dentro il centro commerciale, ben attenti a non dare nell'occhio, i sequestratori potevano essere ovunque, meglio non farli allarmare più di tanto.

Poco dopo aver superato la sala giochi e un ristorante cinese, s'infilarono in una porta che portava al parcheggio sotterraneo della struttura e percorsero le scale di corsa.

Erano solo due rampe di scale, composte da dieci gradini l'una, ma per il gruppetto erano comunque troppi.

Quando si dice le disgrazie non vengono mai da sole, pensava Ryan.

C'erano decisamente troppe auto in quel parcheggio sotterraneo, trovare l'auto su cui Debby era stata caricata a forza dopo avergli lasciato quell'ultimo, breve e disperato messaggio al telefono, sarebbe stata un'impresa degna di Ercole e nel frattempo Deborah poteva essere morta.

''Qualcuno ha un idea su come individuare la macchina di quei bastardi?''- fece Beckett dando segni di nervosismo-:''Sono aperta a tutto.... che non sia controllare le vetture una ad una.''

Castle notò una cosa strana.

''Siamo in un parcheggio sotterraneo, quindi perchè coprire una macchina con un telo, visto che non c'è il rischio ne di grandine o pioggia che potrebbero rovinare la carrozzeria?''- fece notare ai tre poliziotti.

Fila 3, posto c.

''Forse perchè in quell'auto c'è qualcosa che è molto meglio non far vedere a terzi?''- suggerì Beckett.

Inutile dire che il gruppo, con Ryan in testa, si diresse a passo svelto verso la vettura in questione.

Il telo era stato fissato con i lacci appositi, e non ci misero più di qualche secondo a scioglierli e a togliere il telo blu notte che copriva quella Ford.

Una ragazza sui vent'anni era seduta al sedile del guidatore, cintura di sicurezza allacciata e con la testa pesantemente inclinata verso il basso.

Era Deborah.

La ragazza che nelle ultime ore era stata solo un nome, la sorella di un amico da salvare e riportare a casa, e poi una voce sempre più disperata al telefono, adesso era lì davanti a loro.

Ryan sorrise appena-:''Debby... ti abbiamo trovata...''

Gioia che poi si trasformò in terrore allo stato puro quando Beckett...

''I vetri dell'auto sono appannati dall'interno...''- fece notare la poliziotta.

Una lieve appannatura, ma tutto sembrava indicare che il riscaldamento era acceso oppure....

''Temo che sia in corso un avvelenamento da monossido di carbonio...''- fece terrorizzata.

Il suo terrore si trasmise come un batterio anche allo scrittore ed ai due detective.

Ryan iniziò a battere i pugni sul vetrino come una furia.

''Debby!!! Debby!!! Rispondimi ti prego!!! Dimmi che sei viva!!!''- mettendosi a gridare, sbattendo i pugni.

Non poteva credere di essere arrivato fin lì, di averla ritrovata, solo per assistere alla sua morte...

Non poteva finire così, non doveva finire così...

''CASTLE, CHIAMA UN AMBULANZA PRESTO!!!!''- strillò Ryan in preda alla disperazione.

Lo scrittore fu costretto ad allontanarsi dal parcheggio perchè erano troppo sottoterra e non c'era campo.

''Dobbiamo tirarla fuori da lì il prima possibile.''- fece Esposito iniziando ad agitarsi. Afferrò la maniglia della portiera tirandola verso l'esterno, ma non c'era verso.

Probabilmente avevano chiuso l'auto con il telecomando.

Ryan decise che aveva aspettato fin troppo, per cui corse al sedile opposto, puntò la pistola...

BANG! BANG!

Con un paio di colpi fece saltare la maniglia della portiera e da lì in poi non fu difficile aprire l'auto.

L'allarme cominciò a suonare impazzito.

Ma nessuno di loro se ne curò.

''Resisti Debby, presto sarà tutto finito...''- fece per toglierle la cintura di sicurezza-:'' e ti pareva che non fosse incollata...''- ma ciò non gli impedì di sparare anche al fermo della cintura attento a non colpire la ragazza.

In un lampo la tirò fuori da quella trappola mortale.

Esposito fu subito vicino all'amico per aiutarlo e in due riuscirono a metterla per terra, il più lontano possibile da quell'auto.

In quel momento arrivò Castle con due paramedici e una barella che lo seguivano a ruota.

''Come sta?''- chiese lo scrittore preoccupato.

Esposito le aveva messo due dita sul collo e le aveva preso il polso per verificare il battito cardiaco.

''E' molto debole ma presente.''

In quel momento i paramedici la presero con loro e la poggiarono sulla brandina mettendole una mascherina per l'ossigeno, e la portarono fuori dalla parte da cui entravano le macchine.

L'autoambulanza era parcheggiata proprio li davanti.

''Ryan, tu vai con loro, noi vi raggiungiamo all'ospedale.''

Uno dei paramedici chiese-:'' E' un parente?''

Ryan annuì salendo senza aspettare il permesso-:''E' mia sorella.''

 

Una volta che l'ambulanza ebbe parcheggiato nel parcheggio del pronto soccorso e la brandina con sopra Debby fu fatta scendere, al pronto soccorso sembrò scatenarsi l'inferno.

''Cosa abbiamo?''

''Donna., vent'anni, ha inalato delle sostanze velenose.''

''L'avete gia identificato?''

''No, ma forse è monossido di carbonio.''

Un medico prese una specie di radiolina e fece-:''Codice blu, liberate traumatologia.''

Le porte della sala nominata si richiusero con Debby e i vari dottori dentro, lasciando Ryan e gli altri fuori ad attendere la sentenza.

''Il nostro l'abbiamo fatto...''- fece Esposito facendo sedere Ryan vicino a lui-:'' ora dipende tutto dai medici.''

''E dalla voglia di combattere della mia sorellina... uscirà da qui con le sue gambe, me lo sento.''- aggiunse Ryan.

E di questo ne erano sicuri tutti quanti.

Se Deborah era tenace e forte anche solo la metà di Kevin, si sarebbe salvata senza problemi.

''A proposito Ryan...''- fece Beckett-:'' Hanno chiamato dalla centrale. Una squadra di tecnici hanno trovato una cimice sotto la tua scrivania, provvista di un dispositivo di protezione che impediva alla microspie di provocare interferenze e quindi in grado di non farci sospettare di essere sotto controllo.''

Ryan dedusse-:''Deve averla messa Wheastly quando è venuto a denunciare la scomparsa di Deborah, approfittando del momento in cui mi sono allontanato per chiamare Debby e voi mi avete seguito.''

Si trovarono tutti d'accordo.

Ironia della sorte, Wheastly era stato l'inconsapevole responsabile della sua morte.

 

''COME VI E' SALTATO IN MENTE?!?''

Raramente avevano visto Iron Gates così arrabbiata.

Li aveva raggiunti all'ospedale con un'espressione più che furibonda e aveva ordinato loro di seguirla alla centrale, concedendo però di mandare a chiamare Jenny, la coinquilina e la collega di Deobrah in modo che i medici avessero qualcuno con cui parlare qualora ce ne fosse stata la necessità.

''Come avete potuto anche solo pensare di tenermi nascosto un dettaglio del genere? Davvero pensavate che non avrei scoperto che la ragazza rapita era la sorella del detective Ryan? Eppure dovreste sapere che la prima regola di un poliziotto è evitare i casi in cui sono emotivamente coinvolti.''

''Stavamo solo cercando di fare il nostro lavoro, proteggere le persone prima che accada l'irreparabile.''- spiegò Esposito.

''Non importa. Dovevate informarmi.''- e qui si rivolse a Ryan-:'' dovrei sospenderti a tempo indeterminato per aver indagato su un caso così personale.''

Ryan si preoccupò.

''La prego no...Mi faccia lavorare al caso, per favore.''

''Tua sorella è salva. Verrà controllata in ospedale per impedire che ci riprovino.''

''Ma il mandante di tutto e i suoi complici sono ancora a piede libero, hanno fatto dei furti che sospetto implicati in corse clandestine, hanno ucciso un uomo, e poi hanno tentato di uccidere una ragazza stasera... è compito nostro scovarli.''- fece Beckett intercedendo a favore del collega.

''La prego... mi sospenda per sei mesi, un anno se crede sia giusto... ma mi faccia chiudere questa storia. Dopo sarò pronto ad accettare qualsiasi conseguenza.''- fece ancora Ryan, quasi implorando.

La Gates fece segno di volerci pensare.

''Va bene... nel frattempo deciderò se sospenderti e in quel caso per quanto.''

Dopo aver ringraziato, si diresse a passo svelto fuori dall'edificio seguito dal resto del gruppo, in direzione dell'ospedale.

Di quel delinquente se ne sarebbe occupato più tardi, ora doveva pensare a chi davvero meritava la sua attenzione.

 

Al pronto soccorso Jenny stava parlando un medico sui trent'anni, capelli biondi e un leggero accenno di barba.

Appena vide il marito e gli amici fece loro segno di raggiungerla.

''Le presento mio marito...''- fece Jenny-:'' è il fratello della ragazza.''

Il medico diede la mano al detective che la strinse prontamente.

''Come sta?''

''Fisicamente è illesa a parte qualche cicatrice lasciata dalle pallottole, ma erano gia state accuratamente disinfettate.''- spiegò il medico, ma proprio quando il gruppo stava per tirare un sospiro di sollievo proseguì-:'' Purtroppo ha inalato una tossina velenosa.''

''Monossido di carbonio?''- azzardò Richard.

Il medico scosse la testa.

''No, una combinazione tra un microrganismo infetto di escrementi di animali in polvere, nitrado di ammonio e nitrato di sodio. L'hanno nascosto nel riscaldamento, l'hanno acceso e poco per volta la signorina Ryan l'ha inalato, perdendo i sensi.''- spiegò il dottore.

''... ed essendo legata e chiusa in una macchina che non poteva aprire non si sarebbe salvata, a meno che qualcuno non la trovasse e non la tirasse fuori.''- concluse Kate.

Kevin fu scosso da un brivido di paura.

Se non l'avesse trovata forse adesso...

''Non è tutto... abbiamo fatto delle analisi del sangue, e abbiamo trovato una lieve dose di melatonina nel sangue della ragazza.''- continuò il medico.

''Forse Debby si agitava troppo e rischiava di farli scopire...o avevano paura che il veleno non fosse sufficiente ad ucciderla e hanno pensato di sedarla per precauzione...''- azzrdò Castle.

''Come sta adesso?''- chiese ancora Ryan.

''E' ancora priva di conoscenza, prima di dichiararla fuori pericolo dobbiamo aspettare che si riprenda.''- concluse allontanandosi.

Era viva...

Ma per quanto?

''Dobbiamo proteggerla per quanto ci è possibile...''- suggerì Ryan-:'' perchè ci riproveranno. E chissà chi altri colpiranno.''

''Faremo mettere la sua stanza sotto scorta, nessuno potrà entrare senza subire dei controlli, e faremo in modo che la notizia non esca ne dall'ospedale ne dalla centrale. I rapitori devono pensare che Deborah sia ancora nell'auto, morta.''- fece Beckett.

Ryan si diresse verso la camera della sorella.

Gli sembrava impossibile che quella giovane donna, in quel letto, con una camicia da notte bianca a maniche lunghe, attaccata a un computer, con una mascherina sul viso e una flebo fosse la sua sorellina.

La stessa donna piena di vita, gioia e sogni che aveva visto appena pochi giorni prima.

Penny e Fabienne la lasciarono con il fratello, meglio non disturbare...

''Ti do la mia parola....''- fece Ryan con le lacrime agli occhi-:'' li sbatterò dentro con le mie mani e non gli farò mai più vedere un mondo senza pareti che impediscono loro di camminare liberamente..''

''... e non sarai solo.''- gli sorrise Beckett-:'' ti aiuteremo noi.''

Ryan sorrise e in un secondo tutto il quartetto si ritrovò in un abbraccio di gruppo. 

  
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